Castellabate

Castellabate

Resa popolare dal film di Luca MinieroBenvenuti al Sud” (con Claudio Bisio e Alessandro Siani), Castellabate è tappa imperdibile di una vacanza nel Cilento. In realtà è riduttivo circoscrivere la bellezza di questo comune al pur bellissimo PNCVD. Castellabate, infatti, è uno dei borghi più belli d’Italia, capace di coniugare la storicità della sua parte alta, dominata dal Castello dell’Abate, da cui il nome del paese (dal latino Castrum Abbatis), e il versante costiero con le 5 frazioni marine di Santa Maria, San Marco, Lago, Ogliastro Marina e Licosa. Il castello regala un panorama stupendo che, oltre ad abbracciare Salerno e il suo golfo si spinge fino a Ischia e Capri. Il litorale costiero, invece, dispone di spiagge bellissime, tutte da scoprire! 

Agropoli

Agropoli

Situata sul versante occidentale del PNCVD, Agropoli è la località più grande e abitata della costiera cilentana. Il nome tradisce chiaramente la sua origine greca (Acropolis) e rivela anche lo sviluppo urbanistico del territorio, con la città alta dominata dal maestoso Castello Angioino Aragonese e la città bassa, invece, che si sviluppa attorno al porto turistico e al litorale costiero. Tra le cose da vedere, oltre al Castello Aragonese, segnaliamo la chiesa della Madonna di Costantinopoli, pure questa nella parte alta, e gli scaloni che appunto collegano le due porzioni di territorio. Da notare, in cima agli scaloni, una porta monumentale del XVII secolo con lo stemma marmoreo dei duchi Delli Monti Sanfelici, ultimi feudatari della città. Tornando alla zona del porto e del lungomare, merita una visita, più che altro una passeggiata, il muraglione del porto. Il resto lo fa il collaudato binomio turismo balneare più movida che determina in gran parte le sorti economiche della località, specie durante il periodo estivo. Da vedere!      

Area archeologica di Velia

Area archeologica di Velia

Fondata nel 540 a.C. da esuli di Focea, antica città greca della Ionia (oggi su territorio turco), Hyele, Elea, e infine Velia è un’altra tappa imperdibile di un tour alla scoperta del Cilento. A facilitarne la visita la possibilità di utilizzare lo stesso biglietto d’ingresso per Paestum. Tra l’altro, tra i due siti c’è molto in comune: anche l’insediamento di Velia, infatti, proprio come quello di Paestum, ha attraversato diverse epoche: quella propriamente greca, fortemente influenzata sotto il profilo legislativo dai filosofi Parmenide e Zenone (fondatori della scuola filosofica eleatica); quella ellenistica, caratterizzata dal progressivo mescolamento con genti italiche; e infine quella romana, durante la quale la città conobbe un notevole sviluppo urbanistico, pur nel rispetto della preesistente impronta greca. Diverse le cose da vedere: dai resti di domus imperiali; agli edifici pubblici (tra cui gli stabilimenti termali segno caratteristico dell’età romana); fino all’agorà e l’acropoli di età greca. Menzione particolare, infine, per la bellissima “Porta Rosa”, il più antico esempio di arco a tutto sesto d’Italia. Da vedere! Per approfondimenti: Area archeologica di Velia

Paestum

Paestum

Fondata nel VII secolo a. C. da coloni sibariti provenienti dall’attuale Calabria, Paestum è una delle aree archeologiche più importanti del mondo. Importanza dovuta fondamentalmente al fatto che i tre templi dedicati a Hera, Nettuno e Cerere sono arrivati in ottime condizioni fino ai giorni nostri. Il merito della preservazione di questi resti archeologici fu dei Lucani prima, e soprattutto dei Romani poi, i quali, dopo il declino della civiltà greca, perpetuarono la vocazione commerciale dell’insediamento salvo poi abbandonarlo anch’essi a seguito della costruzione dell’Appia, snodo di collegamento tra Roma e l’Adriatico. Del resto, il topos Paestum è di origine romana; mentre l’originario insediamento greco si chiamava Poseidonia, in onore del dio del mare Poseidone che aveva protetto i coloni nella loro risalita del Mediterraneo. Dal Medioevo fino alla metà del ‘700 Paestum visse secoli di sostanziale abbandono; la riscoperta di questo sito cominciò nella seconda metà del XVIII secolo per la possibilità, riservata soprattutto ai viaggiatori del Grand Tour, di familiarizzare con la gloriosa civiltà greca senza per forza doversi recare ad Atene. Ciò detto, solo nel corso del Novecento le campagne di scavo archeologico hanno assunto carattere di sistematicità restituendo, oltre alla fondamentale testimonianza dell’architettura della Magna Grecia, le successive modifiche urbanistiche apportate dai Romani. Per maggiori informazioni sulla storia, i reperti, le attività e le modalità di visita del parco archeologico di Paestum consultare il sito: museopaestum.cultura.gov.it. Del parco fa parte anche l’insediamento archeologico di Velia di cui parleremo un po’ più approfonditamente nel prossimo punto.  

Venire una settimana

Venire una settimana

Vale per Todi quanto detto in precedenza per un’altra bellissima città umbra come Spoleto. L’unica controindicazione, ma si tratta di trovare il pelo nell’uovo, ha a che fare con la durata del soggiorno. Si può decidere di visitarla in un giorno, magari nell’ambito di un tour più esteso dell’Umbria; oppure si può decidere di farne la base esclusiva della propria vacanza. In quest’ultimo caso un weekend o un ponte durante l’anno sono più che sufficienti.

Todi Festival

Todi Festival

Come molte città dell’Umbria, anche Todi da molti anni ha una sua rassegna culturale. Si chiama, appunto, Todi Festival e generalmente si svolge a cavallo dei mesi di agosto e settembre. L’evento è focalizzato soprattutto sulla drammaturgia, e ogni anni anno propone un ricco cartellone che spazia tra tra teatro, danza, musica e letteratura. Maggiori info: www.todifestival.it.

I dintorni di Todi

I dintorni di Todi

Partendo dal presupposto che ogni dettaglio naturalistico, architettonico, urbanistico, linguistico da queste parti si porta dietro storie, leggende, tradizioni, e che perciò non ci si annoia mai, vale la pena segnalare, tra le altre, tre località: Monte Castello di Vibio, ad appena 16 chilometri da Todi; Acquasparta, che di chilometri ne dista circa 25; e Massa Martana, pure questa a una ventina di chilometri. Tutte e tre le località sono comprese nella speciale lista dei Borghi più belli d’Italia: le prime due mostrano uno spaccato pieno di fascino del cuore dell’Umbria; Massa Martana, invece, oltre alle immancabili vestigia romane e medievali, regala soprattutto passeggiate e trekking.  Una curiosità: a Monte Castello di Vibio c’è un piccolissimo teatro, forse realmente il più piccolo al mondo che però, a dispetto delle dimensioni, rappresenta un volano prima socio-culturale e poi anche turistico per il territorio. Maggiori info: www.teatropiccolo.it. Da vedere!

Santuario dell’Amore Misericordioso

Santuario dell'Amore Misericordioso

A circa 6 chilometri da Todi, per la precisione nella frazione di Collevalenza, il Santuario dell’Amore Misericordioso ospita quasi quotidianamente centinaia di pellegrini da ogni parte del mondo. La fama di questa chiesa, infatti, è tutt’uno con la biografia della sua fondatrice, Madre Speranza Alhama di Gesù, mistica spagnola che nel 1951 riparò qui, nel cuore dell’Umbria, col fine, appunto, di fondare un santuario per propagandare la devozione all’Amore Misericordioso di Gesù. Per rendere bene l’idea dell’importanza di questo luogo, basti considerare che le acque delle sue piscine, insieme a quelle di Lourdes, sono le sole a essere riconosciute come miracolose dalla Chiesa cattolica. Insomma, questo santuario rappresenta un riferimento internazionale per il turismo religioso con inevitabili ricadute positive per la città di Todi e il territorio immediatamente circostante. Territorio di cui parleremo un po’ più diffusamente nel prossimo punto. Per maggiori info su Beata Madre Speranza, sul Santuario e sulle attività che vi si svolgono: www.collevalenza.it

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

La prima cosa che colpisce del Tempio di Santa Maria della Consolazione è l’architettura rinascimentale, così diversa da quella medievale che domina invece il centro di Todi. La chiesa, infatti, risale al XVI secolo, per la precisione al 1508, e fu costruita fuori dalle mura cittadine probabilmente a causa dell’indisponibilità di aree edificabili all’interno della cinta muraria. Così, anche per sperimentare nuove soluzioni architettoniche, si dovette giocoforza costuire fuori dal perimetro della città medievale. Una scelta azzeccata perché, oltre al contrasto tra architettura rinascimentale e medievale di cui si è detto, l’imponente cupola della chiesa (ca. 70 metri) avvisa il visitatore dell’imminente arrivo in città. Quanto all’origine viene fatta risalire a Donato Bramante, l’architetto artefice del progetto della Basilica di San Pietro in Roma. Tuttavia, nel caso della Chiesa di Santa Maria della Consolazione in Todi non ci sono prove di un suo coinvolgimento diretto nella progettazione, mentre è certo che vi lavorarono maestranze formatesi alla sua scuola (Cola da Caprarola, Baldassarre Peruzzi, il Vignola, Ippolito Scalza eccetera). Il risultato, geometricamente perfetto, dà una dimensione internazionale all’edificio, a pianta greca e formato da quattro absidi a loro volta sormontati dall’imponente cupola a cui si è accennato. Da notare la statua in legno di Papa Martino di Todi, le statue dei 12 apostoli e l’altare barocco su cui spicca la tela con la Madonna della Consolazione a cui, a suo tempo, vennero attribuite proprietà miracolose. Infine una curiosità: all’interno della chiesa è custodito un osso di un’animale preistorico che, secondo tradizione, sarebbe appartenuto a un drago. Da vedere!

Chiesa di San Fortunato

Chiesa di San Fortunato

Ubicata in Piazza Umberto I, poco distante da Piazza del Popolo, la Chiesa di San Fortunato è un’altra tappa obbligata di una visita a Todi. Come il duomo cittadino, anche questo tempio sorge in cima a una scalinata. La sua edificazione risale alla fine del ‘200 sui resti di una precedente chiesa paleocristiana anche se, come avviene (quasi) sempre in questi casi, i lavori si protrassero a singhiozzo per secoli. La facciata, in stile gotico, risale al 1415: dei tre portali d’ingresso, quello centrale è particolarmente degno di nota; all’interno, invece, segnaliamo la “Madonna con bambino e angeli” di Masolino da Panicale. Questo dipinto, risalente al 1432, si trova nella quarta cappella della navata destra. Degni di menzione anche il coro absidale realizzato da tale Antonio Maffei e il sepolcro di Jacopone da Todi che si trova nella cripta della chiesa insieme alle reliquie dei cinque santi protettori della città (San Fortunato, San Callisto, San Cassiano, S. Romana e S. Degna). Guai a dimenticare, infine, il campanile. Vale la pena salire gli oltre 150 gradini che portano in cima, da cui si può ammirare un panorama stupendo sulle colline e i castelli circostanti con la vista che si spinge fino al capoluogo Perugia distante circa 50 chilometri.

Todi sotterranea

Todi sotterranea

Sotto le strade e le case di Todi ci sono chilometri di gallerie lungo le quali si susseguono cisterne di epoca romana e medievale, pozzi, cantine e altri vani sotterranei adibiti agli usi più disparati. Alcuni di questi ambienti sono visitabili, come le Cisterne Romane sotto Piazza del Popolo (qui per info e prezzi) e le Gallerie della Fabbrica della Piana. Queste ultime costituiscono il più grande complesso sotterraneo della città e vennero realizzate per bonificare una frana che nel 1814 inghiottì parte delle mura cittadine. Da vedere!

Palazzo dei Priori

Palazzo dei Priori

La leggenda della fondazione di Todi narra che ab origine la città avrebbe dovuto essere costruita in pianura. Un giorno, però, mentre i primi coloni stavano per riunirsi per il pasto, sopraggiunse un’aquila che tolse la tovaglia ai commensali e, spiccato il volo, andò a posarla sulla vetta del colle dove poi effettivamente sarebbe sorto il nuovo centro abitato. Pur trattandosi appunto di una leggenda, un effetto reale l’ha comunque prodotto: l’adozione dell’aquila come stemma cittadino. Stemma che ricorre in diversi edifici pubblici, tra cui Palazzo dei Priori situato sul lato opposto della Cattedrale. Questo palazzo è coevo degli altri due di cui abbiamo appena scritto (Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano), anche se i lavori di ampliamento, nel caso specifico, sono proseguiti oltre la metà del ‘300. Del 1339, per esempio, è l’effigie dell’aquila che campeggia sulla facciata, mentre la torre trapeziodaile venne costruita tra il 1369 e il 1385. Attualmente Palazzo dei Priori ospita gli uffici della Pretura. Da vedere, se visitabile, la Sala delle Udienze.   

 

Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano

Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano

Ubicati sul lato orientale di Piazza del Popolo, questi due palazzi – specie il primo – sono tra gli edifici pubblici più antichi d’Italia. Vanno visitati insieme perché condividono la medesima scala d’accesso e poi perché ospitano la pinacoteca cittadina, tappa imprescindibile per poter dire di aver realmente visitato questa città nel cuore dell’Umbria. Il Museo Civico di Todi si compone di diverse sezioni: oltre alla Pinacoteca, ci sono la sezione Archeologica; la sezione Numismatica; e quelle dedicate ai Tessuti e alla Ceramica. Maggiori info: www.coopculture.it.

Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Cattedrale di Santa Maria Annunziata

All’estremità nord-occidentale di Piazza del Popolo, il Duomo di Todi si staglia al vertice di un’alta gradinata. Un particolare architettonico, questo, che nelle intenzioni dell’epoca – parliamo del XIII secolo, anche se la costruzione dell’edificio è proseguita poi fino al XVI – simboleggiava la predominanza dell’autorità religiosa su quella civile. Dei tre portali di ingresso, ciascuno sormontato da un rosone, a catturare maggiormente l’occhio è quello centrale finemente intarsiato da sculture lignee opera di tale Antonio Bencivenni da Mercatello. L’interno, invece, a croce latina è curiosamente suddiviso in quattro navate, con una navata più piccola delle altre a fianco di quella destra. L’opera di maggior pregio è l’affresco in controfacciata che richiama Il Giudizio Universale della Cappella Sistina di Michelangelo. A realizzarlo tal Ferraù da Faenza, detto il Faenzone. Anche la cripta della chiesa merita una visita: da vedere una Madonna con Bambino risalente al ‘200.  

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo è il fulcro della vita cittadina da ben prima dell’epoca medievale. Basti considerare che sorge dove un tempo c’era il foro romano anche se, dal punto di vista strettamente architettonico, la fama di questa piazza è indubbiamente dovuta alle sue vestigia medievali. Ci riferiamo in particolare alla comune condivisione dello spazio da parte delle autorità religiosa e civile secondo uno schema ricorrente nell’urbanistica di quel periodo. I palazzi principali, infatti, sorgono tutti attorno a questa piazza: in primis, la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, e poi a seguire i simboli del potere laico: Palazzo del Popolo, Palazzo del Capitano e Palazzo dei Priori. Insomma, come ribadito pure in apertura, siamo al cospetto di uno dei complessi medievali più interessanti d’Italia e perciò assolutamente imperdibile, tanto più trattandosi del principale luogo di aggregazione cittadino.