Hockey Hall of Fame

Hockey Hall of Fame

Nessun viaggio a Toronto – e in Canada – è completo senza una dose di hockey. L’esperienza più divertente è assistere a vedere una partita. Però se ciò non fosse possibile e si volesse comunque approfondire l’argomento, ci si può recare all’Hockey Hall of Fame di Toronto. Si tratta di un museo dedicato alla storia dell’hockey, che soddisferà i viaggiatori che desiderano conoscere tutto dello sport più amato dai canadesi. Avendo a disposizione uno spazio enorme, questo museo è una miniera d’oro di oggetti in esposizione permanente, tra cui dei cult come: la Stanley Cup, il bastone di Max Bentley e l’attrezzatura da portiere di Terry Sawchuk. Per dare al visitatore la possibilità di fare un’immersione nel mondo dell’hockey, nel complesso museale c’è anche la riproduzione dello spogliatoio dei Montreal Canadiens e il Puck Wall, che custodisce oltre 1.300 dischi di hockey, raccolti nelle arene di tutto il mondo. Sebbene sia una delle maggiori attrazioni della città, la Hockey Hall of Fame non piace a tutti i visitatori, per questo è consigliata solo agli appassionati di hockey o dello sport in generale. Per avere un’idea del complesso: https://www.hhof.com/htmlGeneralInfo/gi20300.shtml. La Hockey Hall of Fame è aperta tutti i giorni; dalle 9:30, alle 10 o dalle 10:30 alle 17:00 o alle 18:00.

Kensington Market

Kensington Market

Un altro bel quartiere da visitare a Toronto è il Kensington Market che, sebbene si estenda per pochi isolati, è un centro pulsante di talmente tante culture da rappresentare un piccolo mondo in miniatura. Il mercato di Kensington è nato come un mercato alimentare, creato da immigrati ebrei in fuga dalle persecuzioni. Nel 1931, a Toronto vivevano 45.305 ebrei, l’80% abitava a Kensington. I residenti del quartiere allestivano bancarelle improvvisate sull’uscio di casa e vendevano aringhe, formaggio fresco, polli vivi e altri generi alimentari. Quando la comunità ebraica si è spostata in Bathurst Avenue, qui si sono trasferiti prima gli immigrati portoghesi, seguiti poi da afro-caraibici, latino americani, italiani. In seguito queste comunità sono diventate così grandi che per ragioni di spazio si sono trasferite in altre parti della città. Enclavi etniche come Little Portugal e Little Italy hanno origine da Kensington Market. Durante queste ondate di immigrazione, il mercato è stato base di partenza per la diffusione delle tradizioni culinarie più diverse. Oggi pochi altri quartieri hanno una collezione di cucine così diversificata come Kensington Market, una vera mecca del ghiottone. L’aria è piena degli aromi più diversi: l’odore delle spezie usate nelle grigliate giamaicane, il profumo delle empanadas cilene, l’intenso odore del salmone affumicato. Ogni capriccio di gola è servito: poblano tamales, momos tibetani, Navajo tacos, crepes giapponesi, pizza, bagel. Molti anche i negozi etnici che vendono una grande varietà di prodotti dei cinque continenti. C’è pane per i denti anche dei visitatori più “ascetici”: le fashioniste apprezzeranno la pletora di botteghe vintage, gli appassionati di tatuaggi troveranno studi di tatoos e negozi dedicati, e i cacciatori di antichità potranno scavare nel mercatino delle pulci e dell’artigianato che, essendo all’aperto, si tiene solo da maggio ad ottobre: tutte le info qui: https://kensingtonflea.com. Infine per farsi un’idea del quartiere: http://www.kensington-market.ca/Default.asp?id=home&l=1.

Casa Loma

Casa Loma

La Casa Loma fu croce e delizia per il suo eccentrico proprietario, il finanziere Sir Henry Pellatt, che coltivando il sogno di vivere in un castello con vista su Toronto, decise di costruirne uno, non badando a spese. La costruzione iniziò nel 1911. Tre anni dopo, erano stati spesi 3,5 milioni di dollari e non era ancora terminata. Intanto era iniziata la Prima Guerra Mondiale, Pellatt andò a combattere, la costruzione fu interrotta. Seppur non finita, con 98 stanze e una superficie di oltre 6.000 m2, Casa Loma era la più grande residenza privata del Canada. Tra le amenities un ascensore, un forno abbastanza grande da cucinare un bue, due passaggi segreti, una piscina e tre piste da bowling. Per la depressione economica post bellica, la città di Toronto aumentò le tasse sulla proprietà e Casa Loma da 600 dollari canadesi all’anno arrivò a costarne 1.000 al mese. Fortemente indebitato con la banca, Pellatt fu costretto a lasciare senza tante cerimonie il castello nell’estate del 1924, riuscendo a portare via solo tre furgoni carichi di cose. Tutto il resto fu battuto all’asta a prezzi stracciati. “Un tappeto persiano al prezzo di uno zerbino” commentò qualcuno. In pieno proibizionismo, alla fine degli anni ’20, Casa Loma fu per breve periodo un hotel di lusso e locale notturno. Nel 1927/28 vi suonò un gruppo swing gli Orange Blossoms, che poi divennero famosi col nuovo nome di Glen Gray & Casa Loma Orchestra. La Casa Loma è ora un museo e un’attrazione molto visitata in città. Ancor prima di sapere tutta la storia che quelle mura nascondono, i turisti sono attratti dalla sua imponenza, dallo stile fiabesco neogotico, dalla posizione dominante in collina e dal fatto che un castello non lascia mai indifferenti, nel bene e nel male! Ovviamente è una super location cinematografica, citiamo: X-Men, Strange Brew, Chicago, The Tuxedo, Scott Pilgrim vs. the World, Warehouse 13, Descendants, Twitches, Twitches Too, The Pacifier e Titans dove sta per Wayne Manor. C’è pure un po’ di Italia al castello: il ristorante “Don Alfonso 1890 Toronto”, prima sede nordamericana dello chef stellato Ernesto Iaccarino. Don Alfonso 1890 Toronto si trova nello storico Conservatorio di Casa Loma. Per riservare un tavolo: https://casaloma.ca/don-afonso-1890. Info e prenotazione biglietti per visitare Casa Loma: https://casaloma.ca/visit-casa-loma-in-toronto-buy-tickets.

Harbourfront Centre

Harbourfront Centre

Situato lungo le rive del Lago Ontario, l’Harbourfront Centre è un centro gestito da un’associazione culturale che occupa una grande area, precedentemente utilizzata come terminal marittimo. Il centro è il luogo culturalmente più vivace della città: lavora con oltre 450 organizzazioni comunitarie e ospita più di 4.000 eventi all’anno; il cartellone spazia tra teatro, danza, letteratura, musica, film, arte e artigianato. I magazzini abbandonati sono stati trasformati in teatri e galleria d’arte, e ciò conferisce al posto un’atmosfera paragonabile al Pier 39 di San Francisco. L’edificio principale ospita i Craft & Design Studios, dove il pubblico può osservare gli artisti al lavoro, e volendo partecipare a corsi di arte e artigianato creativo. Ci sono anche ristoranti, diversi piccoli parchi, tra cui il Toronto Music Garden, lo Sugar Beach, un ex parcheggio trasformato in una spiaggia urbana. Per maggiori info su eventi e festival: https://www.harbourfrontcentre.com/festivals/.

Toronto Island Park

Toronto Island Park

Nel lago Ontario, proprio di fronte a Toronto, c’è un gruppo di 15 piccole isole; poiché sono tutte collegate tra loro da sentieri e ponti, vengono chiamate anche l’isola di Toronto o Toronto Island Park. Si trovano a 13 minuti di traghetto dal centro di Toronto. Sono facilmente visitabili in giornata, perché il percorso che va da un’estremità all’altra delle isole, cioè da Ward’s Island a Hanlan’s Point è lungo circa 5 km. Ci sono tre isole più grandi: Center, Ward’s e Algonquin, e una dozzina di isole minuscole. Center island è la più attrezzata con ampie aree pic-nic, spiagge, noleggi sportivi e il parco divertimenti Centerville, che offre più di 30 giostre, uno zoo e una laguna nautica. Ward e Algonquin hanno un’atmosfera più rilassata e sono punteggiate da cottage in stile anni ’20 e giardini all’inglese. Le isole sono un ottimo posto per fare il bagno in estate. Se amate il sole senza veli potrete recarvi a Hanlan’s Point, all’estremità nord-orientale, dove c’è l’unico lido per naturisti. Sempre a Hanlan’s Point c’è anche un faro che si dice infestato dai fantasmi. In primavera ed estate gli abitanti della città vengono sull’isola di Toronto per un break nella natura, per passeggiare, andare in bici, oziare, fare jogging, portare i bimbi a scatenarsi in un luogo dove le macchine sono off limits. In inverno si viene a praticare sci di fondo e pattinaggio sul ghiaccio. Il traghetto da Toronto parte dal terminal Jack Layton tra Bay Street e Yonge Street su Queens Quay. Stop nelle tre isole: Center, Hanlan’s e Ward’s Island. Maggiori info: https://www.torontoisland.com/ferry.php

Fort York

Fort York

Nel centro di Toronto, in riva al lago Ontario, si trova Fort York uno dei monumenti più antichi, oltre che nucleo da cui si è sviluppata la città. La fondazione di Toronto fu infatti un evento militare che avvenne quando John Graves Simcoe ordinò la costruzione di una guarnigione sull’attuale sito di Fort York nel 1793. Simcoe voleva stabilire una base navale a Toronto per controllare il lago Ontario, durante la guerra con gli Stati Uniti. Ed effettivamente il forte è stato teatro di durissimi e sanguinosi scontri, soprattutto nella guerra anglo-americana. Il 27 aprile 1813, l’esercito e la marina degli Stati Uniti attaccarono York con 2700 uomini su quattordici navi e golette, armati di ottantacinque cannoni. Ma i britannici ebbero la meglio; facendo saltare in aria il caricatore di polvere da sparo del forte – situato vicino all’odierna Memorial Area – uccisero centinaia di soldati statunitensi, compresi i generali. Oggi Fort York è un museo sulla guerra del 1812 e sulla vita militare nel Canada del XIX secolo. Comprende otto edifici, tra cui due fortini, cimiteri militari un centro visitatori. Chi non fosse particolarmente ferrato di storia contemporanea o esperto di battaglie anglo-americane, può prenotare un tour guidato. Per info: https://www.fortyork.ca/plan-your-visit/plan-your-visit.html.

St. Lawrence Market

St. Lawrence Market

Situato nel centro di Toronto, il mercato di St. Lawrence è luogo interessante da visitare non solo per approfondire la cultura gastronomica della città ma anche per il suo valore storico. Il mercato originale era all’aperto e si chiamava Market Square. Questo luogo è stato per molto tempo il centro della vita sociale della città dove, oltre alla vendita di prodotti alimentari e altri generi, si eseguivano le punizioni pubbliche, e quando la schiavitù era ancora legale, si tenevano anche le aste di schiavi neri. Le prime strutture coperte di St Lawrence risalgono al XIX secolo. Oggi è un modernissimo mercato con sito internet diviso in tre edifici: il South Market, North Market e St. Lawrence Hall. Il North Market è famoso per il suo storico mercato degli agricoltori. Ogni sabato dal 1803, i fornitori dell’Ontario meridionale si riuniscono al North Market per vendere i loro prodotti stagionali. La domenica, il mercato degli agricoltori, si trasforma in un mercato delle pulci; è possibile trovare un po’ di tutto: oggetti di antiquariato e di modernariato, bijoux, porcellana e mirabilia da collezione. Per appronfondire: https://www.thetblog.net/st-lawrence-sunday-antique-market/. Ma non distraiamoci troppo dal cibo! Il St. Lawrence è considerato uno tra i migliori mercati alimentari canadesi; vi si svolgono anche corsi di cucina al Market Kitchen. Gli aficionados sostengono che non puoi lasciare il mercato senza aver mangiato uno dei piatti must del fast food canadese: Sandwich Peameal Bacon, il premiatissimo panino del Carousel Bakery. Qui tutte le info e la mappa per raggiungere il re dei panini nel mercato di Toronto: http://www.stlawrencemarket.com/vendors/vendor_detail/56.

Royal Ontario Museum

Royal Ontario Museum

Il Royal Ontario Museum (noto anche come “ROM“) è una tappa obbligata per gli appassionati di storia e di scienza. Aperto nel 1912, questo museo ha accumulato negli anni oltre sei milioni di manufatti, guadagnando così il primato di più grande museo di culture mondiali e scienze naturali del Canada. Custodisce una notevole collezione distribuita in 40 gallerie; si va dagli scheletri di dinosauro alle antiche sculture romane, dall’arte del tempio cinese ai manufatti dei primi popoli del Canada, solo per citarne alcuni. Per farsi un’idea: https://www.rom.on.ca/en/exhibitions-galleries/galleries. I bambini non si annoieranno, almeno si spera, perché il ROM ha varie aree a loro dedicate dove poter svolgere esperienze sensoriali: toccare la pelle di un serpente, oppure avvicinarsi alle fauci di uno squalo e visitare la tana della volpe. C’è anche la CIBC Discovery Gallery dove i bambini possono provare i costumi e persino scavare il terreno per cercare ossa di dinosauro. Oltre alla pregevole collezione, il ROM è interessante da visitare anche per la sua architettura che fonde l’edificio antico del ‘900 con la spigolosa Crystal, opera dell’architetto Daniel Libeskind. Crystal è un ampliamento contemporaneo la cui struttura iperbolica in acciaio e vetro riprende la forma cristallina dei minerali esposti nel museo. Le forme frastagliate dei cinque blocchi che compongono Crystal si incastrano sul vecchio palazzo che sembra così sul punto di essere divorato dall’enorme cristallo. Il ROM è generalmente aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:30 e il venerdì fino alle ore 22. Maggiori info: https://www.rom.on.ca/en/visit-us.

Canadian National Tower

Canadian National Tower

La CN Tower con i suoi 553 metri spicca nella skyline di Toronto ed è una delle attrazioni più fotografate e visitate in città. Torre più alta del mondo fino al 2007, quando è stata sorpassata dal Burj Khalifa, la CN è considerata una delle sette meraviglie del mondo moderno dall’American Society of Civil Engineers. Oggi, l’antenna trasmette oltre 30 segnali televisivi e radio FM di Toronto in tutto il sud dell’Ontario, oltre a segnali di wireless e telefoni cellulari. È possibile farsi proiettare in cima in meno di un minuto salendo su uno dei modernissimi ascensori hi tech. Ci sono quattro stazioni: Glass Floor, a 347 metri, pavimentata in vetro, offre il brivido di camminare sospesi nel vuoto. Poi c’è il LookOut Level, il ristorante girevole situato a 360 metri di altezza che compie un giro completo intorno all’asse della torre ogni 90 minuti e infine lo Skypod, situato a 447 metri, da cui nelle giornate limpide la vista giunge fino ai territori statunitensi. Ma questi sono brividi da principianti, se paragonati all’esperienza dell’EdgeWalk. Collegati tramite imbracatura, gli audaci possono fare una passeggiata su una passerella priva di parapetto a 116 piani da terra. Il prezzo del biglietto costa 195 dollari canadesi, e include tutto il memoriale: video ricordo, foto, il certificato dell’avventura e un biglietto gratis per visitare di nuovo la torre. Info e prenotazione biglietti: https://www.cntower.ca/en-ca/plan-your-visit/tickets/edgewalk.html.

Occhio alla guida

Occhio alla guida

Abbiamo visto come il noleggio dell’auto sia la soluzione migliore per visitare la città, ma bisogna tenere bene a mente che le regole sulle strade americane vanno rispettate con particolare scrupolo. Non fermarsi agli stop, superare i limiti di velocità, passare col rosso, anche quando non c’è nessun pedone che vuole attraversare, può costare molto caro. Soprattutto perché bisogna relazionarsi con la polizia stradale statunitense che è molto rigida. Un’esperienza indiretta la si fa guardando serie e film ambientati negli Usa. Quando l’automobilista sente la sirena e vede la luce blu dei fari della Polizia stradale inondare la propria vettura ha sempre un’espressione: PANICO. Nel caso sfortunato siate fermati da un agente di polizia dovete accostarvi il prima possibile sul lato della strada. Non bisogna uscire dall’auto, ma attendere seduti al proprio posto mantenendo le mani visibili, posizionate sul volante. Non bisogna prendere i documenti se non viene richiesto, ogni movimento improvviso potrebbe essere considerato sospetto e far innervosire l’agente. E questa è proprio una circostanza da evitare. In caso di infrazione, in genere, sono un po’ più clementi quando comprendono che siete turisti. Ma una cosa è certa: rischiare è da veri duri.

Santa Catalina Island

Santa Catalina Island

Solo un’ora di navigazione separa la costa di Los Angeles da Santa Catalina Island, che quindi rappresenta un’ottima destinazione per una gita fuori porta o, avendo tempo a disposizione, per un paio di giorni di fuga dalla città. L’isola, che fa parte dell’arcipelago delle Channel islands, si raggiunge col traghetto Catalina Express da Long Beach, San Pedro o Dana Point, o con l’aliscafo Catalina Flyer da Newport Beach. I più danarosi potranno servirsi dell’elicottero che in 15 minuti vi fa atterrare in questa terra che è considerata l’ultimo paradiso della California: palme ondeggianti, spiagge di sabbia bianca, tramonti ad alto impatto, tanti itinerari nel verde e barriera corallina per snorkeling, campi da golf sono i punti forti dell’isola. Ma anche un’ottima ospitalità con numerosi alberghi, ristoranti e bistrot dove il piatto forte è il pesce fresco. L’isola è sotto l’egida della Catalina Island Conservancy, che ne tutela il patrimonio naturalistico: questo significa aria buona e natura in salute ma anche impossibilità di portarci un veicolo a motore. Pensate che la lista d’attesa dei residenti per portare automobili sull’isola è lunga 20 anni! E come ci si sposta? golf cart o bici. I turisti possono noleggiare entrambi, oppure utilizzare i taxi del Catalina Transportation Services. (www.visitcatalinaisland.com). Ci sono solo due centri abitati: il più grande è Avalon, l’altro è Two Harbors. Da visitare ad Avalon il bel Casino in stile Art Deco costruito nel 1929 dal magnate delle gomme da masticare William Wrigley, proprietario all’epoca di gran parte dell’isola. L’isola ha una vocazione turistica dalla fine dell’800. I Banning Brothers fondarono infatti la Santa Catalina Island Company nel 1894, costruendo hotel, attrazioni e strade verso l’interno aspro dell’isola. Nel 1909 costruirono il Pleasure Pier, che si trova ancora oggi ad Avalon Bay e rappresenta il punto di partenza per tour e avventure nell’oceano. L’isola è stata meta di vacanza dell’élite di Hollywood negli anni ’30, ’40 e ’50. Quando si chiamava ancora Norma Jeane Baker, aveva 17 anni e faceva la casalinga, Marilyn Monroe ha vissuto per un anno a Santa Catalina insieme al suo primo marito, Jim Dougherty, che lavorava nella Marina Mercantile. La giovane coppia abitava in un appartamento preso in affitto, la cui individuazione è divenuta il cruccio dei fans di Marilyn; sembra che l’indirizzo più probabile sia: 310 Metropole Avenue. Potete approfondire la caccia al tesoro: http://www.iamnotastalker.com/2009/08/28/marilyn-monroes-catalina-house. Con o senza Marylin, Santa Catalina ha comunque un rapporto intenso col cinema: qui sono stati girati più di 500 film, documentari, spot pubblicitari e programmi televisivi, specialmente a Two Harbors, all’estremità occidentale dell’isola.

Hollyhock House

Hollyhock House

Arroccata su una collina a East Hollywood, e costruita nel 1917, Hollyhock House fu disegnata da Franck Lloyd Wright per Aline Barnsdall. La ricchissima ereditiera, intellettuale, produttrice di teatro sperimentale desiderava un’acropoli della cultura, un parco artistico multidisciplinare, una cittadella fatta di residenze, teatri e negozi. Ma per ragioni di budget, il progetto si ridusse alla sola Hollyhock House, massiccia costruzione di 17 stanze e sette bagni, e due residenze secondarie. Wright definiva la villa una romanza californiana, ma non mancavano le attribuzioni ai più diversi stili architettonici. C’era chi vi vedeva una ispirazione all’architettura maya o azteca, altri un riferimento all’Asia e all’Egitto. La richiesta di Barnsdall di una residenza che fosse metà casa e metà giardino ha ispirato le numerose terrazze, colonnati e pergolati che uniscono gli spazi interni ed esterni di Hollyhock House. Una serie di terrazze sul tetto sfrutta il clima temperato, offrendo una magnifica vista su Los Angeles e sulle colline di Hollywood. La malvarosa stilizzata, il fiore preferito di Barnsdall, è il filo conduttore ornamentale: dalle vetrate alle fasce ornamentali di cemento all’esterno della struttura, dai mobili al tetto. Aline restò delusa dal risultato, la villa non le piaceva e quindi lasciò cadere il suo progetto della colonia di artisti. Nel 1923 donò la Hollyhock House alla città di Los Angeles. Oggi è un parco artistico dedicato alla memoria del padre di Aline, Theodore Barnsdall. Il 10 luglio 2019, Hollyhock House è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO come parte di “The 20th-Century Architecture of Frank Lloyd Wright”.
Per maggiori informazioni e prenotazioni visite: https://culturela.org/cultural-centers/hollyhock-house
https://buy.acmeticketing.com/events/335/list

Negozio di dischi Amoeba

Negozio di dischi Amoeba

Abbiamo parlato di musica e continuiamo con uno dei templi assoluti, Amoeba, il più grande negozio di dischi del paese, e a detta loro del mondo. Avete presente quell’incisione rarissima che avete cercato invano nei negozi di vinile della vostra città o su ebay? Qua c’è. Aperto nel novembre 2001, Amoeba occupa un intero isolato di Sunset Boulevard, nel centro di Hollywood. Composto da 2 piani e dotato di sala Jazz vanta milioni di titoli su CD, DVD e vinile, nuovi e usati. Ogni giorno migliaia di persone varcano gli ingressi del negozio per curiosare, comprare o vendere cimeli di tutte le epoche. Il personale ovviamente è all’altezza della situazione: musicisti, dj, artisti, un team stellato di esperti di tutti i campi musicali, a cui rivolgersi, se si è alla ricerca di qualche disco particolare, senza timore: gli addetti alla vendita sono anche molto friendly e simpatici. In questo paradiso dei melomani si tengono anche eventi e concerti di band dal vivo, DJ, parate, feste per l’uscita di DVD.

Walt Disney Concert Hall

Walt Disney Concert Hall

Rimaniamo sempre in tema Walt Disney, ma lontani mille miglia da Topolino & co. La Walt Disney Concert Hall (WDCH) è la sede della Filarmonica di Los Angeles, che qui si esibisce in spettacoli di musica classica, contemporanea e jazz. Oltre a essere una delle sale da concerto acusticamente più sofisticate del mondo, questo auditorium è un’interessante opera di architettura Lillian Disney intendeva regalare alla Los Angeles Philharmonic una sede prestigiosa e nell’87 stanziò 50 milioni di dollari per la costruzione dell’auditorium. Nell’89 affidò l’incarico a Frank Gehry, quando era ancora un architetto conosciuto solo a Los Angeles per le sue residenze fatte di zinco e lastre di compensato con strane forme antigravitazionali. L’esterno del WDCH è una composizione di forme ondulate e angolate, che simboleggia il movimento musicale e il dinamismo di Los Angeles. Caratteristica dell’edificio, inaugurato nel 2003, sono le curve in acciaio. La sala da concerto, che può contenere oltre 2000 persone, è stata concepita come un volume unico, con orchestra e pubblico che occupano lo stesso spazio, in modo da eliminare qualunque ostacolo visivo. Il centro ottico della sala è il grande organo dalle oltre 6000 canne ricurve, che sfiorano il soffitto; questo strumento è stato disegnato da Gehry in collaborazione con Manuel J. Rosales, un designer di organi di Los Angeles. Gehry ha lavorato con Yasuhisa Toyota, il consulente acustico, per affinare il suono della sala attraverso mezzi spaziali e materiali. Le pareti divisorie della sala da concerto e il soffitto curvo e fluttuante agiscono come parte del sistema acustico e contemporaneamente rimandano al linguaggio dell’esterno. Quasi tutti i giorni il Music Center offre visite guidate alla Walt Disney Concert Hall. Tutti i tour durano un’ora e iniziano nella Grand Avenue Lobby della Walt Disney Concert hall: maggiori info: https://www.musiccenter.org/visit/Exploring-the-Center/Self-Guided-Tours.

Disneyland

Disneyland

Chiariamo una cosa: non si è mai troppo vecchi per Disneyland! Ma, viste le tariffe da capogiro, occhio al budget se avete intenzione di andarci con la famiglia al seguito. Se la spesa non vi impaurisce, sappiate che si tratta del papà di tutti i Disneyland del mondo, inaugurato da Walt Disney in persona. Quindi questo Happiest Place on Earth, come recita lo slogan, è anche un luogo di un certo interesse storico, oltre che un ottimo banco di prova per far testare ai nostri pargoli il gigantismo targato Usa. La metropoli di nostalgia, fantasia e futurismo di Walt Disney, occupa una superficie di oltre 2 milioni di metri quadri, dei quali 350 mila sono parchi a tema. Si trova ad Anaheim, a circa 25 miglia a sud-est di Los Angeles e da quando ha aperto i miliardi incassati non si contano. L’inaugurazione del parco avvenne il 17 luglio 1955 e fu un fiasco, non perchè non ci andò nessuno, al contrario! Contraffacendo i pass, migliaia di persone non invitate si riversarono a Disneyland quel giorno. Il parco non era pronto a un pubblico così numeroso: cibo e bevande finirono, la scarpa di una donna rimase incastrata nell’asfalto ancora molle di Main Street USA e il Mark Twain Steamboat quasi si ribaltò a causa dei troppi passeggeri. Oggi, Disneyland ospita oltre 18 milioni di visitatori all’anno, che spendono quasi 3 miliardi di dollari. Sono circa 60 attrazioni divise in aree tematiche. Senza la mappa c’è da perdere l’orientamento e la testa. Tra le più recenti e futuristiche aree tematiche: Star Wars Galaxy’s Edge e California Adventure. Naturalmente ci sono anche dozzine di giostre, tra cui Soarin ‘e e Indiana Jones Adventure, negozi, ristoranti. Infine se voi o i vostri pargoli non considerate sufficiente una sola giornata a Disneyland, è possibile alloggiare nel parco dei divertimenti dotato di tre grandi strutture alberghiere. Come avevamo anticipato la nota dolente è il costo. Il biglietto per adulti varia dai 116 ai 170 dollari ( a seconda dell’alta o bassa stagione) e quello dei bambini dai 110 ai 164 dollari. Quindi nel caso di famiglie numerose si tratta di una spesa notevole; unica possibilità per risparmiare riuscire a beccare offerte speciali.