Castello di Himeji

Castello di Himeji

Chi ama i castelli non potrà perdere l’occasione di visitare il numero uno delle costruzioni fortificate del Giappone: il castello feudale dell’airone bianco, Himeji, a un’ora di treno da Hiroshima: https://www.himejicastle.jp/en/. Il candido colore di questo colosso è già anticipato dal nome, ma la sua eleganza soprattutto quando si erge ton sur ton nella neve o incorniciato dai ciliegi in fiore, e le sue imponenti dimensioni sono sempre una sorpresa per il visitatore. Non a caso è stato inserito nella lista World cultural Heritage. A differenza di molti altri castelli giapponesi, non è mai stato distrutto da guerre, terremoti o incendi e, nonostante sia stato bombardato durante la II Guerra Mondiale, non ha subito grossi danni; oggetto di un’ampia ristrutturazione durata diversi anni, è stato completamente riaperto al pubblico nel 2015. Il primo nucleo fortificato risale al 1400; nel corso dei secoli, il castello venne ampliato dai vari clan che governarono la regione. Il complesso del castello così come sopravvive oggi ha più di 400 anni ed è stato completato nel 1609. È composto da oltre ottanta edifici, collegati da una serie di porte e sentieri tortuosi. Al centro del complesso si trova il mastio principale, una struttura in legno a sei piani collegati da una serie di scale ripide e strette. Ogni livello diventa progressivamente più piccolo man mano che si sale. Il piano più alto ospita un piccolo santuario, da quassù si gode un’incredibile vista a 360 gradi su tutta la città di Himeji. Il castello di Himeji è un luogo molto popolare per la fioritura dei ciliegi – inizio di aprile – perché offre incantevoli scorci, ma sappiate che non sarete soli! La folla è tanta che i biglietti per accedere al mastio principale sono limitati.

Miyajima

Miyajima

Miyajima, l’isola del santuario, come viene comunemente chiamata Itsukushima, è una piccola isola che si trova a meno di un’ora di viaggio da Hiroshima. È famosa per il santuario shintoista, Itsukushima Jinja, e la sua gigantesca porta torii, che con l’alta marea sembrano galleggiare sull’acqua. Itsukushima Jinja, oltre a essere Patrimonio Unesco, è uno dei tre luoghi più celebri e fotografati del Giappone, soprattutto al tramonto, quando i raggi del sole incendiano il rosso vermiglio delle colonne del torii. Il santuario si trova in una piccola insenatura, mentre il torii si trova nel mare interno di Seto, bisogna quindi attendere che la marea si ritiri per ammirare da vicino i 16 metri di pregiato legno di canfora, materia di cui è fatta la sua sacra possanza, e scattarsi il selfie -ricordo di ordinanza. Il complesso del santuario strutturato in palafitte costruite nelle acque della baia è costituito da più edifici, tra cui una sala di preghiera, una sala principale e un palcoscenico di teatro Noh, che sono collegati da passerelle e supportati da pilastri sul mare. L’isola di Miyajima ha una lunga storia come luogo sacro dello shintoismo. La vetta più alta dell’isola, il Monte Misen, era venerata dalla popolazione locale già nel VI secolo. Nel 1168, Taira no Kiyomori, l’uomo più potente del Giappone durante la fine del periodo Heian, scelse l’isola come sito del santuario della famiglia del suo clan e costruì il santuario di Itsukushima. Non è possibile visitare il santuario dopo il tramonto, è invece possibile continuare a goderne la vista esterna nella sua suggestiva illuminazione serale. Tutte le info qui: http://www.en.itsukushimajinja.jp/admission.html. Se avete la possibilità, pernottate almeno una notte a Miyajima, in un ryokan, per gustare l’isola senza turisti e dedicare un po’ di tempo anche alla scoperta della sua natura, passeggiando lungo uno dei tanti incantevoli sentieri; da non perdere il foliage autunnale del Momijidani, la valle degli aceri, e la fioritura dei ciliegi primaverile della pagoda Tahoto. Maggiori info: https://www.miyajima.or.jp/english/spot/spot_other.html. Da Hiroshima è possibile raggiungere l’isola, prendendo un treno il treno JR Sanyo Line per Miyajimaguchi Station, da Hiroshima Station; una volta giunti a destinazione con da qui imbarcarsi sul traghetto che in 10 minuti porta all’isola. Tutte le info qui: http://jr-miyajimaferry.co.jp/en/.

Hiroshima

Hiroshima

Da Beppu si può raggiungere Hiroshima in treno in circa 3 ore, facendo scalo a Kitakyushu e coprendo l’ultimo tratto con lo Shinkansen. Hiroshima, tristemente nota per essere stata distrutta dalla bomba atomica, durante la II Guerra Mondiale, è la città principale della regione di Chugoku e ospita oltre un milione di abitanti. Dopo la guerra, la città ha compiuto uno sforzo gigantesco per risollevarsi. Malgrado la residua attività radioattiva, Hiroshima cominciò ad essere ricostruita già nel 1949, ritornando ad essere velocemente un importante centro industriale. Ovviamente nell’immaginario collettivo resta soprattutto una città-memoria. Il luogo più importante di Hiroshima è il Peace Memorial Park -Heiwa Kinen Kōen- un gigantesco parco di oltre 120.000 metri con alberi, prati e percorsi pedonali. L’area era il cuore politico e commerciale della città e fu proprio qui che venne sganciata Enola Gay. Ma quando la città venne ricostruita, si decise che il centro sarebbe sorto in una zona diversa e questa area sarebbe stata per sempre dedicata alle strutture commemorative della pace come il Peace Memorial Museum. http://hpmmuseum.jp/?lang=eng. Composto da due edifici, il museo ripercorre la storia di Hiroshima, soffermandosi sugli eventi del 6 agosto 1945, il lancio della bomba e le sue drammatiche conseguenze. Molte sono le immagini sconvolgenti, necessarie a mantenere viva nei visitatori l’indignazione per le stragi di guerra e far riflettere sul valore della pace. Un altro monumento del parco è “A Bomb Dome”, noto anche come Memoriale della pace di Hiroshima (vedi foto); è ciò che resta dell’ex Sala della prefettura per la promozione industriale. Questo simbolo dell’industria giapponese è stato uno dei pochi edifici a rimanere in piedi dopo l’atomica, fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Tra il museo e la cupola della bomba atomica c’è il cenotafio per le vittime della bomba atomica. Il cenotafio è una tomba ad arco per coloro che sono morti a causa della bomba, a causa dell’esplosione iniziale o dell’esposizione alle radiazioni. Sotto l’arco c’è una cassa di pietra che contiene un registro di questi nomi, più di 220.000.

Beppu

Beppu

A circa 2 ore di viaggio dal Monte Asu si trova la capitale degli onsen giapponesi, Beppu. La città, soprattutto in inverno, sembra fumare: sono i pennacchi di vapore che si alzano dalle migliaia di fonti termali di Beppu. E, spettacolo nello spettacolo, alcune di queste sorgenti sono colorate: rosso scuro, blu, verde. Soltanto a Yellowstone è possibile ammirare uno spettacolo più grandioso di questo! L’isola di Kyūshū è infatti una delle maggiori zone vulcaniche della nazione e il territorio di Beppu è caratterizzato da abbondanti fenomeni di vulcanesimo secondario: solfatare, fumarole e sorgenti termali. La temperatura di queste sorgenti varia dai 37 ai 98 °C. Le più bollenti, fumanti e colorate prendono il significativo nome di jigoku – inferno – e non sono adatte al relax: acque a 100 gradi e coccodrilli potrebbero rovinarvi la festa. Ma possono essere ammirate in tutta la loro spregiudicata bellezza, compiendo il Beppu Hells tour a bordo del Jigoku Meguri, un autobus turistico. Il tour raggiunge gli otto inferni in due ore e mezza: qui tutte le info: http://www.beppu-jigoku.com/fee/index.html. Tra i Jigoku più spettacolari (e fotografati) segnaliamo: Chinoike – lago di sangue – di un intensissimo colore rosso e Umi – che significa mare – blu cobalto. Alcuni Jigoku, come abbiamo già scritto, sono abitati da animali: Yama Jigoku ad esempio è la casa di un ippopotamo, vera e propria mascotte del parco, la cui principale attività è mangiare i bocconi lanciati dai visitatori. Con 100 yen si comprano verdure crude da offrire alla simpatica e affamata bestiola. L’altra insolita riserva naturale è Oniyama Jigoku, conosciuta come “inferno degli alligatori”. In questo posto ci sono oltre 80 coccodrilli che vivono tutti insieme in enormi piscine.

Monte Aso

Monte Aso

Il Monte Aso è un vulcano attivo nel centro del Kyushu, che vanta una tra le caldere più grandi del mondo con un diametro di 25 chilometri e una circonferenza di oltre 100 chilometri. Fa parte del Parco Nazionale Aso-Kuju, fondato nel 1934. Nella zona del Monte Aso si possono ammirare scenari di grande impatto, primo tra tutti il vulcano fumante Nakadake, la cui visita molto ravvicinata vale da sola tutto il viaggio. I visitatori possono infatti raggiungere il bordo del vulcano e guardare il suo impressionante cratere. Non sempre, ovviamente. L’area del cratere spesso è completamente o parzialmente chiusa ai visitatori a causa di gas vulcanici velenosi, maltempo o rischio di attività vulcanica. Quindi se l’obiettivo primario è la scena infernale del Nakadake, per non restare delusi è meglio controllare prima di partire lo stato del vulcano sul sito del parco. Inoltre la visita al cratere non è per tutti: le persone con problemi respiratori dovrebbero astenersi, perché i gas possono essere molti intensi, anche nei giorni di apertura al pubblico. Il modo migliore per visitare il parco Nazionale Aso-Kuju è l’auto, perché si tratta di un’area molto vasta. In alternativa è possibile partecipare ad un tour con partenza e ritorno in giornata da Kumamoto: http://explore-kumamoto.com/around-aso-tour-2/. È altresì possibile raggiungere il parco con i mezzi pubblici, ma i tempi sono abbastanza lunghi e bisogna fare vari cambi di vettore. Oltre ai brividi vulcanici, la zona riserva anche posti di placida bellezza, come la vasta pianura erbosa di Kusasenri piena di mucche al pascolo e cavalli in libertà, i sentieri del piccolo vulcano Komezuka, la gola di Kikuchi, una valle piena di ruscelli e cascate, la vetta del Monte Tsurumi, raggiungibile in funivia, da cui si gode una magnifica vista della baia di Beppu. Tutte le info sul parco: https://www.env.go.jp/en/nature/nps/park/aso/guide/view.html.

Kumamoto

Kumamoto

In un’ora e tre quarti di viaggio in treno, da Kagoshima è possibile raggiungere Kumamoto, anche questa cittadina si trova nell’isola/regione di Kyushu, nel sud-ovest del Giappone. Kumamoto è una ottima base di partenza per visitare il “Monte Aso”, dove si trova una delle caldere più grandi del mondo; ma anche per esplorare l’arcipelago di “Amakusa”, con oltre 100 isole, dai paesaggi idilliaci e mare incontaminato. Sia le Aso che il mare di Amakusa sono stati designati parchi nazionali dal governo giapponese. Questi due parchi nazionali “montani” e “marini” rendono Kumamoto una meta turistica molto visitata in Giappone. Anche Kumamoto, che è una delle principali città sulla costa occidentale di Kyushu, ha alcuni interessanti punti da visitare. La città è famosa soprattutto per il suo castello, che è uno dei più maestosi del Giappone. Benché oggi sia quasi del tutto ricostruito, ci sono ancora delle parti sopravvissute intatte nei secoli risalenti al XVII secolo. Con circa 800 alberi di ciliegio, il castello è anche una meta popolare durante la stagione di fioritura – tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. È possibile raggiungere il castello con i mezzi pubblici; tutte le info qui: https://castle.kumamoto-guide.jp/en/access/. Da vedere in zona: le isole di Amakusa, a circa 60 chilometri di distanza da Kumamoto. Le tre isole principali – Shimoshima, Ueshima e Oyano – sono collegate a Kumamoto da un ponte, quindi è possibile raggiungerle in auto o bus. Amakusa ha uno straordinario patrimonio naturalistico: la vegetazione è lussureggiante, il mare è ricco di fauna, tra cui spiccano le comunità di delfini. Inoltre è stato uno dei luoghi del Giappone di maggior diffusione del Cristianesimo, prima che la religione fosse proibita all’inizio del periodo Edo. Oggi sulle isole ci sono numerose chiese e musei che testimoniano questo importante patrimonio religioso. L’arcipelago è una meta imperdibile per gli appassionati di fossili, dinosauri e geologia, essendo tanto ricco di reperti da essere considerata un museo a cielo aperto. Qui tutte le attività del geoparco: https://www.t-island.jp/en/amazing/geopark.html.

Kagoshima

Kagoshima

Dopo le Yaeyama Islands, l’itinerario alla scoperta dei Giappone fa tappa a Kagoshima, capitale dell’omonima prefettura, nella regione di Kyushu. La città è definita la Napoli del Giappone perché anche il suo golfo è dominato da un vulcano, il Sakurajima, che è un po’ il Vesuvio di Kagoshima. Inoltre come Napoli, la città giapponese ha un clima mite, qualcuno si spinge a trovare somiglianze anche nel temperamento dei suoi abitanti, che sarebbero più “caldi” rispetto ai connazionali. Fatto sta che Kagoshima è gemellata con Napoli e a questo legame ci tiene tanto da averle dedicato dei tram e una strada, Napori dōri – viale Napoli. In più l’amministrazione comunale finanzia il viaggio a Napoli per 10 cittadini. Anche Napoli ha omaggiato la città gemellata con una strada “via Kagoshima”. Da vedere in città: Il giardino Senganen. Già solo lo scenario da cartolina vale la visita al parco, la baia di Kagoshima e il Sakurajima sono il magnifico fondale per un itinerario tra piante, piccoli stagni, ruscelli, santuari e un boschetto di bambù. Senganen risale al 1658 così come la Residenza Iso che si trova al suo interno. Per info e ticket: https://www.senganen.jp/en/. L’acquario di Kagoshima (World Kagoshima Suizokukan) si trova sul accanto al terminal dei traghetti di Sakurajima. Sono sette piani dedicati alle creature che vivono nel mare di Kagoshima e delle isole a sud. L’attrazione più importante è Kuroshio, una vasca enorme dove vivono pesci di tutte le dimensioni. Ci sono banchi di pesciolini, razze e persino uno squalo balena gigante. Nel complesso c’è anche una Dolphin Pool dove ogni giorno si svolgono tre spettacoli di delfini. Maggiori info: http://ioworld.jp/english. Chi volesse approfondire la storia e la cultura locale può visitare il Museo Reimeikan. Su tre ampi piani ha una vasta collezione che copre l’arco della storia di Kagoshima dall’antichità ai tempi moderni. Interessante il grande diorama del centro di Kagoshima all’inizio del periodo Showa (1926-1989) e un modello in piccola scala di un villaggio del Medioevo. Da vedere fuori città: Sakurajima, il Vesuvio giapponese, è uno dei vulcani più attivi del Giappone, oltre che simbolo di Kagoshima. Il vulcano fuma costantemente e spesso si verificano eruzioni minori più volte al giorno. Troneggia al centro della baia di Kagoshima, con i suoi 1117 metri e la circonferenza di circa 50 chilometri (più o meno le stesse misure del gemello napoletano). Prima della potente eruzione avvenuta nel 1914, Sakurajima era un’isola, l’enorme flusso di lava ha creato l’attuale collegamento terrestre con la penisola di Osumi. Il modo più semplice per arrivare a Sakurajima è prendere il traghetto dal porto di Kagoshima. Il terminal si trova nei pressi del City Aquarium, a soli 10 minuti a piedi dalla stazione JR Kagoshima. Le corse partono ogni 15 minuti 24 ore al giorno: http://www.city.kagoshima.lg.jp/sakurajima-ferry/english/guides.html. Sakurajima ha tre picchi principali: Kita-dake (“picco nord”, 1117 metri), Naka-dake (“picco medio” 1060 metri) e Minami-dake (“picco meridionale”, 1040 metri). Il picco Minami-dake è attualmente il più attivo. È vietato oltrepassare il limite dei due chilometri di distanza dai crateri del vulcano. Ci sono molti punti di osservazione intorno a Sakurajima dove è possibile guardare le eruzioni a distanza di sicurezza. Un bel percorso, di 3 km, che costeggia il mare, è il Nagisa Lava Trail, percorribile a piedi o in bicicletta. Il sentiero si imbocca nei pressi del Visitor Center ed è stato tracciato sulla lava del 1914. Lungo tutto il percorso panchine e punti di osservazione invitano a una sosta per ammirare lo splendido paesaggio tra rocce vulcaniche, arbusti e mare. Info sul percorso e altri itinerari: http://www.sakurajima.gr.jp/svc/english/guide/

Yaeyama Islands

Yaeyama Islands

Le isole Yaeyama formano un arcipelago che si trova all’estremità sud-occidentale del Giappone, praticamente di fronte a Taiwan. L’atmosfera rilassante, le belle spiagge, lo stile di vita semplice e i magnifici fondali marini, le rendono un piccolo paradiso tropicale su cui volare da Osaka, iniziando così l’itinerario del Giappone del sud con l’effetto contrasto metropoli-natura, contrasto che è la chiave per comprendere a fondo questa bellissima terra. Le isole principali sono 6: Ishigaki, il centro più importante oltre che più densamente popolata, Iriomote, Yonaguni, Hateruma, Taketomi e infine Kohama. Tutte le isole dell’arcipelago si possono visitare imbarcandosi sul traghetto che parte da Ishigaki e che impiega mezz’ora per raggiungere l’isola più vicina, un’ora per la più lontana. La migliore base per esplorare l’arcipelago è Ishigaki, il cui punto forte sono le belle spiagge e le barriere coralline regno di snorkeling e immersioni. Info: https://visitishigaki.com/. Un problema è rappresentato dalle meduse, tra cui la temibile cubomedusa; però la maggior parte dei lidi ha delle reti di protezione in mare, per permettere un bagno in sicurezza. La spiaggia più famosa dell’isola è Kabira Bay (vd.foto). Il mare è talmente trasparente che le barche sembrano sospese in aria. Da Kabira tramite taxi boat si raggiunge un altro posto celebre, Manta Scramble, qui si va per osservare le mante giganti, fare snorkeling e nuotare in loro compagnia. Info qui: https://www.insidejapantours.com/experience-japan/i-ne002-3/manta-scramble/. L’interno di Ishigaki è ricco di verde e di sentieri escursionistici; vale la pena di salire sul monte Nosoko per godere di una vista completa su tutta l’isola. Se non avete in programma un tour completo di tutto l’arcipelago, visitate almeno l’isola di Iriomote, uno dei luoghi più selvaggi del Giappone completamente ricoperta da una fitta giungla subtropicale e da paludi di mangrovie. Nonostante la sua wilderness è possibile spostarsi in auto, percorrendo l’unica strada costiera che collega i villaggi del nord alle coste orientali. Cosa troverete? Un paradiso: spiagge da pubblicità, tra cui spicca Hoshizuna – letteralmente spiaggia di sabbia stellata – che ha i granelli di sabbia a forma di stella, mare trasparente, fiumi, cascate, sentieri che conducono nel cuore della foresta, dove abita il gatto selvatico di Iriomote, una specie ormai grave pericolo di estinzione. Il modo migliore per esplorarla è a piedi, o in kayak, i meno avventurosi possono servirsi dei tour guidati organizzati dalle agenzie turistiche http://aneikankou.co.jp/languages/e_index.html. Da non perdere il passaggio dall’isola di Iriomote alla piccola isola di Yubu, su un carro trainato da un bufalo, mentre il conducente suona il sanshin. Le due isole sono unite da una stretta lingua di sabbia poco profonda.

Osaka

Osaka

La prima tappa del tour del Giappone del sud è Osaka, la città di arrivo e partenza per l’Italia, alla quale dedicheremo almeno due giorni. Osaka con 9 milioni di abitanti è la seconda area metropolitana più grande della nazione, dopo Tokyo. Come molte città giapponesi, Osaka è un misto antico e moderno, verde e cemento, ma la sua particolarità è lo status di “metropoli acquatica”. Sviluppatasi sulla pianura alluvionale dei fiumi Yodo e Yamato, Osaka – o meglio Naniwa, vecchio nome della città – fu sede di un porto strategico per i collegamenti commerciali. Per questo dal 645 al 744 divenne addirittura la capitale imperiale del Giappone. Oggi il dedalo di acqua che attraversa Osaka ne permette la visita anche a bordo del water bus: https://suijo-bus.osaka/. Molte celebri attrazioni turistiche si trovano proprio lungo i canali, i fiumi e in riva al mare: il quartiere di Minami, celebre per la strada Dōtonbori con i suoi giganteschi cartelloni pubblicitari, il complesso di strutture pubbliche sull’isola fluviale di Nakanoshima, la fortezza chiusa dal fossato del castello di Osaka e la zona della baia in cui si trovano gli Universal Studios Japan e l’Osaka Aquarium. Ovviamente può essere esplorata anche via terra, utilizzando la metropolitana, che attraversa tutta la città. Da non perdere, per un contatto con l’anima più profonda della città, due luoghi. Il mercato di Kuromon che si estende per circa 600 metri, parallelamente a Sakaisujidori Street, nella zona di Minami: https://kuromon.com/en/. Un’immersione nella cultura alimentare del paese, un luogo suggestivo per passeggiare, fare acquisti e gustare il piatto tradizionale di Osaka, il takoyaki, polpettine fritte di pesce; oltre a una varietà di cibi diversi: frutti di mare alla griglia, zampe di granchio, ostriche, ricci di mare, sushi, frutta di stagione. Il variopinto quartiere Shinsekai. Costruito nel 1900, per essere una zona di divertimenti ispirata a Parigi, ha anche una sua torre Eiffel, la Torre Tsutenkaku, elevata nel 1912, distrutta da un incendio e ricostruita nel 1956. Immersi nella atmosfera decadente del quartiere, potrete gustare il piatto più pericoloso del Giappone, il celebre fugu, da Zuboraya, ristorante specializzato, aperto nel 1920. Trovarlo è semplice grazie all’enorme lanterna-insegna a forma di pesce palla e alle pareti della rivestite di onde marine bianche e blu.

Attenzione ai peccati di gola

Attenzione ai peccati di gola

Una città tranquilla, sicura, multiculturale, pet friendly, aperta, culturalmente vivace, armonica. Toronto non ha proprio nessun aspetto negativo da segnalare. Forse l’unico rischio che si corre è ritrovarsi con qualche chilo in più al ritorno, non in valigia ma intorno al punto vita. Lasciandosi trasportare dalla tentazione di omaggiare tutte le cucine che la città offre, lasciandosi avvolgere dalle spire dello sciroppo d’acero che impera ovunque, dai waffle alle macedonie, e facendosi guidare dal desiderio di provare le celebri birre e di rispettare la tradizione del ricco brunch della mattina – uova con il bacon, sandwich con carne arrostita, dolci – senza però rinunciare al pranzo delle 13.30, saranno sufficienti pochi giorni per rimpinguare le maniglie dell’amore. Ma è un rischio che si può tentare, d’altra parte resistere a queste bontà gastronomiche è per “duri e puri”.

Aga Khan Museum e Toronto Botanical Garden

Aga Khan Museum e Toronto Botanical Garden

Situato appena fuori Toronto, l’Aga Khan è il primo museo del Nord America dedicato all’arte islamica. Non è una tappa imperdibile, ma è sicuramente una meta interessante a cui si può associare la visita del Toronto Botanical Garden, un grazioso parco botanico, non lontano dal museo, che offre ingresso gratuito. Prima di entrare ad ammirare la collezione di arte islamica, non tralasciamo di gettare uno sguardo anche all’architettura dell’edificio, firmata dal giapponese Fumihiko Maki, che ha interpretato il messaggio dell’arte e della religione islamica in una maniera molto concettuale; volendo approfondire si può prenotare un tour guidato dedicato all’architettura del museo: https://agakhanmuseum.org/programs/architecture-tour. Il museo racchiude la vasta collezione del principe Sadruddin Aga Khan, con opere provenienti da una vasta area geografica: dalla Spagna e dal Nord Africa a ovest, attraverso il Medio Oriente, verso l’Asia meridionale e la Cina a est. Il principe Sadruddin iniziò ad acquisire opere d’arte negli anni ’50 mentre studiava all’Università di Harvard. Insieme a sua moglie, la principessa Catherine Aga Khan, ha continuato a collezionare per tutta la vita: ritratti, tessuti, miniature, manoscritti, ceramiche, piastrelle, testi medici, libri e ancora strumenti musicali e astrolabi. Gli oggetti più antichi risalgono a 10 secoli fa. Nell’auditorium del museo si tengono eventi artistici, teatrali e musicali; il programma può essere consultato qui: https://www.agakhanmuseum.org/performing-arts/index.html. Il Toronto Botanical Garden è uno dei parchi più antichi di Toronto. Ha 17 giardini tematici, tra cui un giardino botanico al coperto e un giardino d’inverno, pieno di piante provenienti da tutto il mondo, con una splendida selezione di orchidee. Per approfondire la conoscenza scientifica degli esemplari botanici che vivono nel parco è possibile prenotare un tour guidato: href=”https://torontobotanicalgarden.ca/explore/tours/guided-garden-tours.

Path, la città sotterranea

Path, la città sotterranea

Bisogna “scendere” almeno una volta nella Path, la città sotterranea che si estende per circa 30 km sotto Toronto, per capire come sia possibile continuare a passeggiare tra i negozi e fare shopping in un luogo dove soffiano venti gelidi e le temperature scendono fino 30 gradi sotto lo zero. Con circa 1.200 strutture: negozi, uffici, ristoranti, cinema e teatri, la Path è uno spazio tanto grande che per orientarsi è necessaria la mappa: https://pathmap.ca. Sono vari i punti della città soprastante dai quali calarsi in questo mondo sfavillante e riparato; al percorso sono infatti collegati oltre 75 edifici, 6 stazioni della metropolitana, 3 grandi magazzini, 9 hotel e la Union Station. Una raccomandazione: non andateci nei giorni festivi e nei fine settimana, se non siete appassionati di location dal fascino post apocalittico. La Toronto nascosta è infatti animata soltanto nei giorno feriali, nei festivi tutti i negozi e gli uffici sono chiusi, ed è praticamente deserta. La Path ha una storia abbastanza antica, il primo percorso sotterraneo fu creato nel 1900 dalla T. Eaton Company. Il vero e rapido sviluppo inizia negli anni ’70, quando la città sotterranea di Toronto ha iniziato a svilupparsi sempre di più fino a raggiungere la grandezza e il sofisticato sistema di interconnessioni che ha oggi.

Zoo di Toronto

Zoo di Toronto

Soprattutto se si viaggia con i bimbi al seguito, è possibile continuare sul tema “osservazione degli animali”, visitando lo zoo di Toronto. Lo zoo si trova vicino al fiume Rouge, nel distretto est della città di Scarborough, a 25 km di distanza da Toronto. La zona non è collegata da metropolitana, ma soltanto da autobus. È la più grande struttura del Canada e si trova nella top ten degli zoo più importanti del mondo con più di 10 km di sentieri pedonali, oltre 5.000 animali e 500 specie. Lo zoo è suddiviso in sette regioni geografiche: Canada, Indo-Malesia, Africa, Americhe, zone della Tundra, Australasia, Eurasia. L’Africa per visitatori le batte tutte, ed è anche la più ampia dello zoo. Comprende gli animali della savana africana e un padiglione dedicato alla foresta pluviale, l’African Rainforest Pavilion, che vanta la comunità di gorilla, in ambiente chiuso, più numerosa del mondo; nel padiglione ci sono anche delle curiosità zoologiche come i coccodrilli nani dell’Africa occidentale, gli ippopotami pigmei, le tartarughe giganti di Aldabra. Lo zoo di Toronto ha inoltre la Discovery zone, un’area interamente dedicata ai bambini con percorsi educativi e mostre; è divisa in tre sotto-aree tematiche. La più importante è Splash Island, un parco acquatico con mostre tematiche dedicate agli animali che vivono nei fiumi, laghi e oceani. C’è poi il Waterside Theatre e il Kids Zoo, che racchiude una varietà di animali con cui i bambini possono interagire, come porcellini d’India e uccellini. Gli orari variano in base alla stagione, ma lo zoo è generalmente aperto tutti i giorni dalle 9:30 alle 16:30, con orari prolungati nei fine settimana. Tutte le info qui: https://www.torontozoo.com.

Distillery District

Distillery District

Per un’immersione nella Toronto più antica, bisogna tuffarsi nello storico quartiere Distillery district, così chiamato perché all’inizio del 1800 ospitava la più grande azienda di distillazione del Canada, la Gooderham and Worts Distillery. Oggi conserva ancora intatto il fascino di un tempo nei grandi edifici vittoriani in stile industriale che fiancheggiano la strada di ciottoli, la stessa dove 200 anni fa circolavano carrozze trainate da cavalli. Il più antico edificio superstite è quello della Gooderham & Worts ‘Stone Distillery, che spicca per la sua chiara pietra calcarea. Fu costruito nel 1859-60 e in particolare la facciata sud è rimasta così come era nel 1860; mentre la facciata nord e gli interni sono stati modificati. Oggi ospita ristoranti, gallerie e uffici. Ma un po’ tutto il quartiere trabocca di gallerie d’arte, caffè, ristoranti e anche un birrificio. Gli appassionati di shopping potranno divertirsi curiosando in una cinquantina di boutique che vendono moda, artigianato, oggetti vintage, articoli per la casa. Qui la mappa per orientarvi: https://www.thedistillerydistrict.com/directory. In questo dinamico quartiere si organizzano corsi d’arte, di artigianato e finanche corsi di maglieria. Se capitate in città a dicembre, non perdetevi il mercatino di Natale. Fa freddo, ma potete riscaldarvi a suon di vin brulé, noci tostate, salsicce alla griglia. Per info sul marcatino di Natale: http://tochristmasmarket.com.

Ripley’s Aquarium of Canada

Ripley’s Aquarium of Canada

Chi ama osservare i pesci, soprattutto quelli un po’ cattivelli, senza correre nessun rischio, potrà provare la sensazione di stare sott’acqua e vedersi nuotare intorno delle bellissime creature marine. Dove? Andando al Ripley’s Aquarium of Canada e dirigendosi subito al Dangerous Lagoon, un tunnel di osservazione trasparente lungo come un campo da calcio che attraversa un mondo di oltre 5,7 milioni di litri d’acqua popolato da 100 specie diverse, tra cui: squali, tartarughe marine, pesci sega e murene. I visitatori possono provare il brivido di vedere uno squalo bianco nuotare sulla propria testa sapendosi al sicuro. L’altra star dell’acquario è la galleria Planet Jellies; qui è possibile ammirare la danza ipnotica delle meduse del Pacifico dai colori straordinari all’interno di una vasca a cilindro progettata apposta per loro. Non tutti sanno infatti che le meduse sono delle pessime nuotatrici, possono rimanere intrappolate negli angoli delle vasche normali e morire. L’acquario di Toronto è enorme: le gallerie sono nove, gli animali circa 20mila, gli ambienti riproducono habitat di tutto il mondo. Ci sono anche bizzarrie umane! Non è raro infatti, mentre si osservano i pesci, vedere tra loro un sub con in mano un cartello che recita “will you marry me?”. Niente paura, non ce l’ha con voi! L’obiettivo della proposta si trova tra i visitatori e individuarlo non dovrebbe essere difficile. L’acquario offre la possibilità, pagando dai 150 ai 300 dollari canadesi, di effettuare proposte di matrimonio subacquee. Se la cosa vi stuzzica, troverete qui le info: https://www.ripleyaquariums.com/canada/wedding. L’effetto è sicuramente a sorpresa; ma attenzione, non sarete voi due soli. Tra le policy è infatti ben specificato che: “non è un’esperienza privata e membri del pubblico sono presenti durante questi spettacoli”. Un rifiuto sarebbe devastante! Uno sguardo alla web cam degli squali, qui: https://www.ripleyaquariums.com/canada/shark-camera.