Museo di Antropologia

Museo di Antropologia

All’interno del Campus Universitario della British Columbia, il Museum of Anthropology ospita quasi 50.000 opere provenienti da quasi ogni parte del mondo, con un focus particolare sulle opere d’arte e gli oggetti appartenuti alle Prime Nazioni della British Columbia. Nel museo c’è anche anche un laboratorio di archeologia con oltre 500mila oggetti antichi, una pregevole collezione di tessuti, tra le più importanti del Canada occidentale, e una raccolta di ceramiche europee, cosicché sarà possibile ammirare anche manufatti artistici di “casa nostra”. Ma sicuramente, bando all’eurocentrismo, chi entra al Moa lo fa per comprendere più profondamente il paese che sta visitando, e approfondire la conoscenza e la storia delle civiltà native, chiamate First Nations, oggi purtroppo quasi del tutto scomparse. E si entra subito nel vivo, giacché la prima sala che si visita è quella dei Totem. Molte di queste enormi sculture in legno sono state ritrovate a Stanley Park, la zona di Vancouver dove sorgevano i villaggi dei nativi fino a metà ‘800, epoca in cui gli occidentali hanno iniziato la colonizzazione dell’area. È possibile ammirare la fine arte dell’intaglio ligneo e la capacità pittorica di questi popoli che con grande raffinatezza decoravano oggetti di uso quotidiano e mezzi di trasporto: le bellissime canoe variopinte sono una delle chicche del museo. Interessante anche l’architettura dell’edificio, è stata progettata nel 1971 da Arthur Erickson che si è ispirato alle costruzioni a palo e trave delle prime nazioni costiere, Kwakiutl e Haida. Info sui ticket e orari: https://moa.ubc.ca/about-moa/#menu-visit.

Queen Elizabeth Park

Queen Elizabeth Park

Rimanendo in tema di verde e natura, il Queen Elizabeth Park è un’altra grande attrazione botanica da non perdere in città per gli appassionati di display floreali. Il parco si trova sul punto più alto di Vancouver e offre viste spettacolari sulla città e sulle montagne della North Shore. Aperto negli anni ’60, conta oltre 6 milioni di visitatori all’anno. Fulcro del parco è il Bloedel Floral Conservatory; si tratta di un’enorme serra di vetro a cupola che ospita più di 500 piante e vari uccelli esotici, che vi faranno compagnia mentre vi aggirate in questo coloratissimo giardino d’inverno. Quarry Garden è il fotografatissimo giardino centrale comprensivo di ruscello e cascata, che ospita magnifici esemplari di alberi, arbusti, piante perenni e fiori. Accanto c’è un giardino più piccolo, ma altrettanto bello, il North Quarry, si tratta di giardino secco dove dominano fioriture blu e gialle, e non mancano particolari che strizzano l’occhio ai giardini orientale come un ponte ad arco. C’è poi l’Arboretum dove è possibile ammirare 1500 alberi provenienti da tutto il Canada – come il pino ponderosa, l’abete rosso subalpino e l’abete Douglas, la sequoia costiera – e alberi esotici e straordinari ciliegi che durante la fioritura diventano le star del parco. Non poteva mancare un angolo dedicato alle rose! Lungo il perimetro sud-occidentale del parco, ci si imbatte nel Rose Garden dove non è raro incontrare giovani coppie che si giurano eterno amore davanti all’obiettivo di uno smartphone, dal momento che questo luogo è considerato tra i preferiti in città per le cerimonie di fidanzamento. Non a caso nel parco c’è anche un’opera intitolata Love in the Rain dell’artista di Vancouver, Bruce Voyce, sulla quale gli innamorati possono “bloccare il loro amore” applicando un lucchetto alla scultura. Romanticismo sì, ma anche tanto pragmatismo; sembra infatti che la scultura abbia anche la funzione di invitare gli innamorati ad attaccare qui i lucchetti d’amore invece che su recinzioni e altre strutture della città di Vancouver. La scultura attira-lucchetti non è l’unica a Queen Elizabeth Park dove le opere d’arte abbondano. La più famosa è Knife Edge-Two Piece dello scultore britannico Henry Moore. Il parco ha numerosi assi nella sua manica: offrendo una serie di attività ricreative come tennis, bowling e pitch & putt, esperienze gastronomiche raffinate al Seasons in the Park https://www.vancouverdine.com/seasons e numerose aree picnic.

VanDusen Botanical Garden

VanDusen Botanical Garden

Vancouver è considerata tra le città più vivibili del mondo, e una buona parte di questo primato è dovuta al verde che la caratterizza. Il giardino VanDusen – che prende il nome da un boscaiolo e filantropo di Vancouver – è un gioiello botanico nel quartiere Shaughnessy, all’angolo nord-ovest tra 37th Avenue e Oak Street. Si estende su 22 ettari e custodisce oltre 7.500 specie e varietà di piante. Oltre alle esposizioni di specie botaniche provenienti da tutto il mondo, c’è una vasta collezione di piante autoctone della British Columbia. Il giardino dà il meglio di sé a maggio quando fioriscono in un caleidoscopio di colori i rododendri della grande collezione composta da quasi 1.000 diverse varietà e i quaranta alberi di laburno del Laburnun Walk esplodono in una cascata di fiori gialli, profumatissimi; la fioritura di questo albero dura solo due settimane, e i biglietti di ingresso vanno a ruba tra instagrammer e appassionati. https://vancouver.ca/parks-recreation-culture/vandusen-botanical-garden.aspx. Il parco VanDusen ha anche dei giardini a tema: come il giardino di erica, il giardino “nero”, un giardino formale, uno delle fragranze, ed infine il grande giardino sino-himalayano. Due i punti di ristoro nel parco: lo Shaughnessy Restaurant con patio vista lago https://shaughnessyrestaurant.com e il Truffles Café https://trufflesfinefoods.com.

H.R. MacMillan Space Centre

H.R. MacMillan Space Centre

L’H.R. MacMillan Space Centre – ma se chiedete del Planetarium i cittadini di Vancouver capiranno! – è una delle istituzioni iconiche di Vancouver. Se siete degli aspiranti argonauti spaziali questo è posto che fa per voi. Situato nel Vanier Park di Kitsilano, a 15 minuti a piedi dal centro di Vancouver, il centro spaziale è stato un dono alla città del magnate del legname H.R. MacMillan. Con l’avvento dell’esplorazione spaziale negli anni ’60, H.R. MacMillan voleva fornire una risorsa per le generazioni future. Quando la struttura è stata aperta, consisteva nel solo Teatro Planetarium poi, alla fine degli anni ‘90, il centro venne considerevolmente ampliato. Oggi comprende: il Planetarium Star Theatre dove è possibile fare un viaggio virtuale nello spazio tra pianeti, piogge di meteoriti, nebulose, buchi neri, galassie e innumerevoli altre meraviglie astronomiche. Lo Space Center che offre spettacoli sugli esopianeti, la gravità, la geologia, i razzi, la vita nello spazio, un giorno da astronauta. Cosmic Courtyard uno spazio espositivo sulle scoperte più affascinanti dell’astronomia. Gordon Southam Observatory per osservare al gigantesco telescopio Cassegrain la luna, i pianeti, gli ammassi stellari. Attualmente oltre 122.000 persone visitano ogni anno questo tempio dello spazio, dove è possibile saziare la sete di informazioni scientifiche anche partecipando alle tante conferenze e attività culturali che vi si svolgono periodicamente. Non mancano le coppie che decidono di giurarsi eterno amore tra pianeti e stelle, al centro spaziale è possibile anche sposarsi, se ve ne venisse voglia: https://www.spacecentre.ca/weddings-0.

Vancouver Aquarium

Vancouver Aquarium

Aperto nel 1956, l’Acquario di Vancouver è il più grande del Canada e nei suoi 9.000 metri quadri trovano posto 9.500,000 litri di acqua nei quali vivono migliaia di specie oceaniche e una straordinaria varietà di animali acquatici: circa 300 specie di pesci, quasi 30.000 invertebrati, 56 specie di anfibi e rettili, 60 mammiferi e uccelli. Grande attrazione per i turisti, finora sembra abbiano varcato la soglia 40 milioni di visitatori, è anche un centro di ricerca marina, di conservazione e di riabilitazione delle specie animali marine, un’organizzazione non-profit di proprietà della città di Vancouver. Ci sono molte cose da vedere e da fare all’Acquario di Vancouver. Oltre al teatro 4D e ai display con decine di migliaia di pesci, è possibile saperne di più sugli animali marini grazie al programma Aquarium’s Animal Encounters. I partecipanti possono scegliere tra quattro diverse esperienze che includono tour dietro le quinte dell’acquario e incontri ravvicinati con animali marini. Molto amati dai bambini, per i quali rappresentano un’esperienza emozionante, gli incontri con animali includono Incontro con il pinguino, Dietro le quinte del leone marino, Dietro le quinte della lontra marina e Diventa biologo. Tutti e quattro gli incontri prevedono l’alimentazione, l’addestramento e l’interazione con gli animali. Il biglietto di ingresso non è economico, costa 30 euro per gli adulti e 20 per i bambini. Maggiori info su orari e ticket: https://www.vanaqua.org/.

Stanley Park

Stanley Park

Una delle attrazioni più amate della città di Vancouver è Stanley Park. Questo importante parco cittadino è costituito per la maggior parte da una foresta pluviale di mezzo milione di alberi, molti dei quali sono dei “giganti” centenari di enormi dimensioni. All’interno del parco si sviluppano circa 200 km di sentieri panoramici che conducono alle principali attrazioni: Lost Lagoon, il paradiso del birdwatcher. Qui infatti trovano rifugio le più varie specie di uccelli. Per sapere di più sulla ricca biodiversità che caratterizza questo posto, consigliamo una visita alla Lost Lagoon Nature House, dove è possibile ricevere informazioni scientifiche sulla flora e fauna, ma anche sulla storia sociale del parco. Siwash Rock, un faraglione marino di 32 milioni di anni situato appena fuori dalla diga del parco (altra attrazione molto visitata) tra la Third Beach e il Lions Gate Bridge a Stanley Park. Secondo la leggenda delle prime nazioni di Squamish, si tratta di pescatore che venne trasformato in roccia. Una curiosità: un uomo, nel secondo dopoguerra, ha vissuto per 17 anni in una grotta di questo faraglione. Stanley Park Hollow Tree, si tratta di un ceppo d’albero di cedro rosso occidentale di 700-800 anni, che occupa un posto speciale nei ricordi di molti abitanti di Vancouver ed è uno dei monumenti più famosi e fotografati del parco. Le fotografie storiche mostrano persone, automobili e persino un elefante in posa all’interno della grande cavità dell’albero. Gravemente danneggiato da una tempesta di vento, sarebbe dovuto essere rimosso per ragioni sicurezza. Tuttavia un gruppo di cittadini è riuscito a salvare l’albero, grazie a un progetto di stabilizzazione, finanziato interamente da donazioni private. Nell’ottobre 2011, il restaurato Hollow Tree ha iniziato un nuovo capitolo della sua lunga storia a Stanley Park. Beaver Lake, un bel lago dove vive una simpatica comunità di castori. Prospect Point, un belvedere sul Lions Gate Bridge e sulle montagne. Faro di Brockton Point, all’estremità orientale del parco un romantico faro costruito nel 1914. Il parco ha vari giardini botanici tra cui spiccano: lo Stanley Park Rose Garden, fondato nel 1920 dal Kiwanis Club, che vanta oltre 3.500 cespugli di rose e il Ted and Mary Greig Rhododendron Garden, una vasta collezione di rododendri e azalee proveniente dal vivaio di Ted e Mary Greig, rinomati ibridatori di rododendro. Passeggiando nel parco è possibile ammirare opere d’arte e totem dei nativi americani, repliche degli originali, che sono stati trasferiti in diversi musei del Canada per essere preservati. Maggiori informazioni sul parco e come raggiungerlo qui: https://vancouver.ca/parks-recreation-culture/stanley-park.aspx.

Capilano Suspension Bridge

Capilano Suspension Bridge

Oltre 1,2 milioni di visitatori ogni anno provano il brivido di attraversare il Capilano Suspension Bridge, un ponte sospeso che attraversa il fiume Capilano nel distretto di North Vancouver e fa parte del Capilano National Park. Lungo 140 metri e alto 70 metri, il ponte fu costruito nel 1889 da George Grant Mackay, un ingegnere civile scozzese. Originariamente era fatto di corde di canapa e legno di cedro, nel 1903 le corde di canapa vennero sostituite da cavi metallici, infine nel 1953 è stato completamente ricostruito.Dal 1983 parco e ponte sono di proprietà di Nancy Stibbard, che nel 2004 ha inserito un’altra attrazione nel parco: la Treetops Adventures, un percorso sospeso a 30 metri dal suolo, composto da sette passerelle tra vecchi abeti Douglas sul lato ovest del canyon. Ma la star del parco rimane il Capilano Bridge. Spettacolare e adrenalinico a causa della sua forte oscillazione – è stato anche set di vari episodi di diverse serie televisive, tra cui MacGyver, Sliders, The Crow: Stairway to Heaven e The Psycho. La curiosità: nel 1974, il ponte è stato luogo di un celebre esperimento di psicologia sociale da parte di Donald Dutton e Arthur Aron. Una ricercatrice intervistò degli uomini che passavano su questo ponte e altri che passavano su un altro ponte non oscillante e più basso. Al termine dell’intervista la psicologa diede a tutti i partecipanti il suo numero di telefono, in modo che “potessero scoprire” i risultati dello studio; quelli del Capilano furono più propensi a chiamarla, rispetto agli altri del ponte più solido. I due psicologi sostennero che gli uomini attribuivano erroneamente l’eccitazione causata dalla paura all’attrazione sessuale verso la donna. Quindi se vi beccate un colpo di fulmine sul Capilano, sapete di cosa si tratta! È possibile acquistare il biglietto sul sito ufficiale del parco: https://estore.capbridge.com/estore/Default.aspx.

Vancouver Art Gallery

Vancouver Art Gallery

La collezione permanente della Vancouver Art Gallery ospita circa 12.000 opere di artisti di tutto il mondo. Il museo occupa un edificio di 15.300 metri quadrati in Robson Square, progettato come tribunale provinciale da Francis Rattenbury. Dagli anni ‘80 è diventato Galleria d’Arte e punto di riferimento importante del panorama culturale cittadino: oltre alla collezione permanente, vi si alternano mostre itineranti internazionali a mostre di artisti locali tra cui i maggiori rappresentanti del fotoconcettualismo della Vancouver School come Rodney Graham, Jeff Wall, Stan Douglas. Ogni due mesi la galleria ospita FUSE, un evento che si tiene dalle 20:00 all’1 di notte, si tratta di una festa tra musica e arte: mentre dj e musicisti suonano, gli artisti si esibiscono in happening. Inoltre periodicamente nel museo si svolgono incontri e conferenze a cura di artisti, critici e curatori; la maggior parte degli incontri sono gratuiti, ma alcuni richiedono la prenotazione. Infine la Vancouver Art Gallery offre una varietà di tour gratuiti delle gallerie permanenti, mostre itineranti e altro ancora. I tour di 45 minuti offrono una panoramica generale delle mostre, mentre gli Highlight Tour di 30 minuti si focalizzano su alcuni artisti in particolare. Prenotazioni e info: https://etickets.vanartgallery.bc.ca/Info.aspx?EventID=3.

Chinatown

Chinatown

Il quartiere cinese di Vancouver viene pubblicizzato come uno dei più grandi del mondo, in realtà sta nella top ten ma non tra i primissimi posti. Gli edifici sono vivacizzati da murales e vetrate “artistiche” che raccontano le storie dei primi pionieri cinesi che si riversarono a Vancouver in seguito alla corsa all’oro della British Columbia, ma anche grazie alla Canadian Pacific Railway. L’immigrazione cinese in Canada non è stata tutta rose e fiori, infatti nel 20esimo secolo si intrapresero delle misure di contrasto. Il governo canadese prima impose delle tasse e poi nel 1923 emanò il Chinese Exclusion Act, abrogato solo dopo la seconda guerra mondiale. Comunque oggi Chinatown è una delle attrazioni di punta della città grazie anche al numero sempre crescente di chef emergenti che attirano gli appassionati di cucina. Nella Chinatown di Vancouver giunsero prima cantonesi, poi abitanti del nord della Cina. Questo fatto si che la cucina sia un mix di diverse regioni cinesi e le specialità vadano dal dim sum al mala hotpot. Uno dei luoghi da non perdere è il Dr. Sun Yat-Sen Classical Chinese Garden, una casa e un giardino cinese in stile dinastia Ming: https://vancouverchinesegarden.com. Nelle sere d’estate a Chinatown si tiene il Night Market: bancarelle di ogni genere, compresi simpatici souvenir, street food con chioschi gastronomici di varie specialità e proiezioni di film all’aperto. Gli appassionati di rock non possono lasciarsi sfuggire il Jimi Hendrix Shrine; in una modestissima baracca rossa, ex steak house della nonna di Jimi, è stato ricavato un museo dedicato al mitico chitarrista. Non era insolito negli anni ‘60 vedere il futuro dio del rock Jimi Hendrix che aiutava sua nonna al Vie’s Chicken and Steak House o ascoltarlo a fine serata suonare la sua chitarra. All’interno ci sono tanti memorabilia; foto, volantini, dischi in vinile e copie delle sue celeberrime chitarre, e le lettere di Jimi alla sua amata nonna che offrono uno sguardo intimo sulla vita familiare della star. Sebbene tecnicamente non sia un vero museo, ma piuttosto una collezione casuale di oggetti di Hendrix, è proprio questo suo essere “spettinato” che rende il luogo interessante.

Downtown

Downtown

Downtown, il centro di Vancouver, sorge su una penisola delimitata da Burrard Inlet a nord e dal famoso distretto di Yaletown a sud. Il quartiere del West End e il famoso Stanley Park si trovano a ovest, mentre i famosi quartieri storici di Gastown, Chinatown e Strathcona sono a est. Esplorare a piedi questa zona sarà il modo più immersivo per comprendere la vita della città che è una delle più giovani della British Columbia. La febbre dell’oro nel 1861 portò 25000 uomini, provenienti soprattutto dalla California, alla foce del Fraser e di quella che sarebbe diventata Vancouver. Inizialmente Vancouver era un pugno di edifici, nell’attuale quartiere di Gastown. Volendo fare un tour della città, sarebbe interessante cominciare proprio da questo antico nucleo che conserva ancora le vie acciottolate e numerosi edifici d’epoca, molti dei quali oggi ospitano bar, ristoranti e boutique. Da non perdere a Vancouver: per entrare nel vivo della cultura di un luogo la puntata imperdibile è il mercato, in questo caso il coloratissimo mercato coperto di Granville Island (vedi foto), dove oltre a frutta e verdura è possibile acquistare una grande varietà di prodotti tipici, ma anche altri articoli come bijoux, vestiti, fiori e piante. Qui orari di visita e info: https://granvilleisland.com/hours-maps-getting-here. Robson Street la grande arteria di Vancouver, dedicata al lusso in tutte le sue sfumature; le vetrine più belle della città, gli appartamenti più costosi del Canada si trovano in questa strada, nota anche col nomignolo storico di Robsonstrasse, per la comunità tedesca ed europea che nel dopoguerra vi aprì numerosi esercizi commerciali. Gli appassionati di sport potranno visitare il BC Place Stadium, https://www.bcplace.com/ che si trova all’estremità orientale di Robson Street, sede di due delle squadre sportive professionistiche di Vancouver: la squadra della BC Lions Canadian Football League e i Vancouver Whitecaps; in direzione opposta, a ovest, si può ammirare la Vancouver Public Library, simile a un Colosseo: https://www.vpl.ca/. Coal Harbour: questo delizioso quartiere a bordo mare nasce come cantiere navale, oggi è un po’ city, un po’ residenziale, essendo sede del Vancouver Convention Center e di grattacieli condominiali. Lungo il Seawall troverete numerosi negozietti dove fare shopping.

Canada Place

Canada Place

Le cinque vele bianche in cima al Canada Place, il mega edificio sul porto di Vancouver, la cui struttura ricorda quella di una nave, rendono il waterfront della città maestoso e riconoscibile fin da lontano. Costruito nel 1986 è diventato subito un luogo iconico della città. Non poteva certo essere eretto altrove il simbolo di Vancouver, dal momento che il porto in cui si trova è il più grande del Canada, nonché uno dei principali porti del Nord America riguardo al commercio con l’Asia. Un pilastro economico della nazione, quindi. Visitare il Canada Place e il porto di Vancouver è un po’ come entrare nel vivo della storia della città. L’area ora occupata da Canada Place è servita come luogo di sbarco dei primi esploratori e dei principali flussi di immigrazione dall’Asia. Oggi è il porto di partenza della crociera Vancouver-Alaska e ospita il Vancouver Convention Centre East, il Pan Pacific Hotel, il FlyOver Canada, il World Trade Center e il West Park, sottolineando così il percorso di crescita economica, sociale e culturale che la città ha compiuto dalla sua fondazione ad oggi. Il Canada Place è anche luogo di eventi tutto l’anno dalle festività natalizie alla festa nazionale, il Canada day. Maggiori info: https://www.canadaplace.ca/events.

Non dare la mancia

Non dare la mancia

Per quanto i giapponesi abbiano da tempo adottato uno stile di vita occidentale, hanno una cultura molto diversa, e per certi versi antitetica agli occidentali. Pensiamo ad esempio quanto siano radicati valori come la vergogna e la dignità e come vengano affrontati con leggerezza nel nostro paese. E risiede proprio in questo altissimo – e diverso – senso di dignità nipponica, la sensazione di vergogna che prova un giapponese al quale viene data la mancia! Non datela mai! Né al cameriere del ristorante, né al tassista, né alla guida turistica. Se in Europa e negli Stati Uniti andare via senza lasciare qualche spicciolo è espressione di taccagneria, in Giappone al contrario dare la mancia a qualcuno per i suoi servizi è altamente offensivo, un vero insulto. Questo perché il giapponese considera parte intrinseca della propria professionalità lavorare al massimo standard, quindi vedersi premiato per la propria prestazione è percepito più come un gesto di carità che un ringraziamento per il buon servizio. Basterà un arigatò dal profondo del cuore, magari accompagnato da un mezzo inchino per mostrare la propria riconoscenza a chi ci ha ben servito.

Monte Koya

Monte Koya

Chi vuole vivere un’esperienza particolare non può escludere dal suo viaggio in Giappone, il monte Koya, centro del buddismo Shingon: https://www.nankaikoya.jp/en/index.html. Quindi prima di ripartire per l’Italia da Osaka, gli possiamo dedicare l’ultima tappa del nostro viaggio. Si tratta di un luogo speciale che offre un’immersione nella dimensione di vita dei monaci buddisti, tanto ricca di suggestioni spirituali per gli animi più sensibili, ma ampiamente apprezzata anche dai più prosaici, per l’effetto relax che caratterizza l’ambiente e il contatto con la natura. Ovviamente il miglior modo per entrare in sintonia con questo meditativo stile di vita è pernottare presso i monasteri, che offrono alloggi tradizionali e pasti vegetariani buddisti, Shojin Ryori. Qui tutte le info sui costi e sulle modalità di prenotazione: https://www.japaneseguesthouses.com/ryokan-search-results/Mt-Koya/. Da non perdere, la partecipazione a una delle cerimonie che si svolgono presso i templi, vera full immersion nella cultura religiosa del luogo. Il primo monastero sul monte Koya fu opera di Kobo Daishi (774-835) fondatore e leader del buddismo Shingon. Dopo aver vagato per anni per il paese alla ricerca di un luogo adatto per la sua religione, Kobo Daishi scelse questo magnifico posto, iniziando la costruzione del complesso del tempio originale nell’826. Da allora più di cento templi sono sorti lungo le strade di Koyasan. I più importanti sono Kongobuji, il tempio principale del buddismo Shingon, e Okunoin, il sito del mausoleo di Kobo Daishi; quest’ultimo è un must assoluto per i credenti, poiché è considerato uno dei luoghi più sacri di tutto il Giappone. Si narra infatti che Kobo sia stato illuminato dalla visione del Grande Buddha, durante una meditazione, e che non sia mai morto, ma si trovi tuttora in uno stato di eterna meditazione in attesa di Miroku Nyorai, il Buddha del Futuro. Attualmente il sito è patrimonio dell’Unesco e ospita oltre ai templi, una pagoda e il più grande cimitero del Giappone. Come raggiungere il sacro monte da Osaka? Bisogna prendere il treno JR Kuroshio da Shin-Osaka, l’hub per i treni ad alta velocità shinkansen, per raggiungere la stazione di Wakayama. Il viaggio in treno durerà circa un’ora. Da Wakayama si prende la linea JR Wakayama per 19 fermate, fino a raggiungere la stazione di Hashimoto. Anche per raggiungere Hashimoto da Wakayama ci vorrà circa un’ora. Dalla stazione di Hashimoto si prende la linea Nankai-Koya e si prosegue per 9 fermate, fino alla stazione di Gokurakubashi. Infine si prende la funivia Nankai Koyasan che in 5 minuti porta alla stazione di Koyasan.

Nara

Nara

A meno di un’ora di viaggio da Kyoto, troviamo ancora un’altra città hotspot del Giappone, dal glorioso passato: Nara. Prima del 700, ogni volta che un nuovo imperatore saliva al trono, la capitale giapponese veniva spostata in una nuova posizione. Nara, fondata nel 710, è stata la prima capitale permanente. Tuttavia questo status è durato appena 74 anni; nel 784 la capitale venne spostata a Nagaoka e pochi anni dopo a Kyoto; quest’ultima è l’unica città in Giappone che supera Nara per ricchezza di siti tradizionali. Nara ospita alcuni dei migliori templi e santuari del paese, insieme a numerosi bei giardini, musei e quartieri tradizionali. Il sito più visitato della città è Todaiji, uno dei templi più maestosi del Giappone, bene Unesco, la cui principale attrazione è la gigantesca statua di Buddha che troneggia nella Daibutsuden, la Buddha Hall. Info sui ticket qui: http://www.todaiji.or.jp/. Con i suoi 15 metri di altezza, si tratta della statua di Buddha più grande della nazione (vedi foto). Per realizzarla sono state necessarie oltre 400 tonnellate di bronzo fuso. Dietro la statua sono esposti i modelli di come appariva originariamente il sito del tempio. Venne commissionato intorno al 752, dell’imperatore Shomu per chiedere l’aiuto divino in un periodo davvero sciagurato: gli era morto un figlio neonato, un’epidemia di vaiolo aveva colpito la comunità, c’era stata una carestia e anche un tentativo di colpo di stato. Una curiosità: uno dei pilastri della sala del Grande Buddha ha una stretta apertura alla base, delle stesse dimensioni della narice della statua di Buddha. È credenza comune che chi riesca a oltrepassarla riceverà l’illuminazione nella prossima reincarnazione, quindi non è raro vedere dei visitatori (di tutte le età) che tentano l’impresa, mentre amici e parenti scattano foto. Un altro tempio da visitare è Horyuji, del 607, Patrimonio dell’Umanità per avere le più antiche strutture in legno sopravvissute del mondo. Da non trascurare i giardini di Nara: Isuien, un grazioso giardino giapponese diviso in due parti. Un giardino anteriore che risale alla metà del XVII secolo. Un giardino sul retro del 1899. C’è anche un piccolo museo che espone ceramiche, sigilli, specchi e altri manufatti dell’antica Cina e Corea. Info sui ticket: https://www.isuien.or.jp/access.php. Yoshikien un piacevole parco giapponese, vicino a un fiume, situato nel centro di Nara, costruito sul sito delle ex residenze sacerdotali del Tempio Kofukuji. Yoshikien offre l’opportunità di vedere racchiuse in un unico sito tre varianti di giardini giapponesi: uno con laghetto, un giardino di muschio e un giardino per la cerimonia del tè. Maggiori info: https://www.visitnara.jp/venues/A00492/.

Kyoto

Kyoto

La città che probabilmente incarna l’idea di Giappone – giardini zen, templi buddisti, case piccole e colorate, geishe – è Kyoto, non a caso una delle mete maggiormente visitate del paese, che non delude il visitatore alla ricerca dell’anima più tradizionale della nazione, nonostante sia molto turistica. Kyoto fu la capitale del Giappone e la residenza dell’imperatore dal 794 al 1868. Nel corso dei secoli è stata distrutta da molte guerre e incendi, ma fortunatamente è stata risparmiata sia dall’atomica che dai bombardamenti a tappeto durante la II Guerra Mondiale. Oggi è una delle dieci città più grandi del paese con una popolazione di 1,5 milioni di persone e un patrimonio incredibile di strutture storiche dal valore inestimabile. Oltre ad hotel boutique internazionali, hotel capsula, ostelli e alberghi a buon mercato, Kyoto offre la possibilità di soggiornare in alcuni dei migliori ryokan del paese. Le cose da vedere sono tantissime; ne segnaliamo alcune tra le più apprezzate: Kinkakuji, Padiglione d’Oro, un tempio Zen nel nord di Kyoto i cui due piani superiori sono completamente ricoperti di foglie d’oro. Il tempio ha una vicenda tribolata, perchè durante la sua lunga storia è stato distrutto e ricostruito più volte; l’ultima distruzione risale al 1950, quando venne incendiato da un monaco fanatico. L’attuale struttura è stata ricostruita nel 1955. Il castello di Nijo, tra i migliori esempi di architettura feudale del Giappone, patrimonio mondiale dell’UNESCO, fu costruito nel 1603 come residenza di Tokugawa Ieyasu, il primo shogun del periodo Edo (1603-1867). Nel 1867, il castello di Nijo fu utilizzato come palazzo imperiale, poi fu donato alla città e aperto al pubblico come sito storico. Il Santuario di Fushimi Inari (vedi foto), un importante santuario shintoista nel sud di Kyoto. È famoso per i tunnel vermigli composto da migliaia di porte torii, lungo i sentieri che conducono nella foresta boscosa del sacro Monte Inari. Il tempio Kiyomizudera, “Tempio dell’Acqua Pura”, uno dei templi più celebri del Giappone, patrimonio dell’Unesco. È stato costruito a est di Kyoto, nel 780 sul sito della cascata Otowa. I visitatori armati di tazze, legate a lunghi pali, bevono l’acqua della cascata che scende in tre diversi ruscelli dalla base del tempio. L’acqua di ogni singolo ruscello avrebbe un beneficio diverso: longevità, successo e amore. Alla fine della lista un tocco di contemporaneità: l’edificio della stazione di Kyoto, aperto al pubblico nel 1997, dal design futuristico firmato dall’architetto giapponese Hara Hiroshi. Se viaggiate in treno, Matrix, la grande sala principale con il suo tetto a travi in ​​acciaio a vista, vi darà un benvenuto singolare nella città più tradizionale del paese. Molti gli eventi che animano Kyoto durante tutto l’anno; i più famosi sono i “Tre grandi festival di Kyoto”: Aoi Festival, Gion Festival e Jidai Festival; tutte le info qui: https://www.insidekyoto.com/kyoto-festivals-events.