Dopo centinaia di chilometri di steppa russa, Khabarovsk sorprende il viaggiatore della Transiberiana con la sua vivacità e il suo frizzante allure di città dell’estremo Oriente. Città russa solo da metà Ottocento, prima infatti Khabarovsk era un piccolo insediamento cinese e si chiamava Boli. La zona fin dal XII secolo apparteneva alla Cina Imperiale, poi col trattato di Aigun, nel 1858, l’intera area venne ceduta ai russi. I russi la ribattezzarono Chabarovsk, in onore dell’esploratore Erofej Chabarov che scoprì questi luoghi nel XVII secolo. La posizione assai scenografica lungo il fiume Amur, il centro storico ricco di bei palazzi del XIX secolo, i viali alberati, un grande parco e una spiaggia dove poter fare il bagno nel fiume, rendono questa città un vero gioiello da scoprire. Se ciò non bastasse, sappiate che la vita notturna è assai frizzante e la cucina – fusion Russia Cina – ottima. Volendo è anche possibile fare un “giretto” in Cina senza visto – partecipando ad un tour organizzato; i traghetti fluviali collegano Khabarovsk a Fŭyuăn in 90 minuti. Un giro in città è d’obbligo per ammirare: Le case in legno e mattoni risalenti all’epoca della fondazione, alcune di esse sono state finemente restaurate. La scenografica piazza Komsomolskaya con l’alta Cattedrale della Santa Assunzione, costruita nel 2002 e il Monumento agli eroi dell’Estremo Oriente, che rappresenta un tributo agli eroi della guerra civile russa. Il monumento, eretto nel 1956, è alto 22 metri, porta in cima l’insegna sovietica della stella circondata da steli di grano. Dalla piazza raggiungere le altre attrazioni è facile, basta seguire i punti cardinali: in direzione sud c’è il fiume Amur e la grande spiaggia, molto frequentata in estate, mentre spostandosi verso est troverete Glory Square e la Cattedrale Spaso-Preobrazhensky. Chi volesse approfondire la cultura del luogo può visitare il polo museale regionale della città- https://hkm.ru/to-visitors/tseny.html – che comprende due edifici separati, uno di storia naturale ed etnologia e l’altro di archeologia; quest’ultimo custodisce alcuni preziosi petroglifi di Sikachi Alyan, un villaggio vicino alla città, famoso per le numerose incisioni rupestri. Tra i petroglifi di Sikachi-Alyan meglio conservati c’è un’incisione che raffigura un mammut; si ritiene che l’Estremo oriente russo sia stato uno degli ultimi habitat dei mammut prima della loro estinzione. Nel Museo di archeologia si possono altresì ammirare oggetti dell’Impero d’Oro del popolo Jurchen.
Consigli per gite fuori porta
A 48 km a sud-ovest della città, si trova la Bolshekhekhtsirsky State Natural Reserve (conosciuta anche come Big Khekhtsir) un luogo unico dove le liane del sud, le noci della Manciuria crescono fianco a fianco con le conifere sempreverdi. Occasionalmente si possono osservare orsi, volpi, lupi, alci e tigri. Per visitarla è possibile partecipare a un tour con partenza dalla città: https://portbaikal.com/en/russia/russia-sights/excursions-in-khabarovsk/item/217-excursion-to-the-khekhtsir-nature-reserve-4-hours. I cinefili saranno contenti di sapere che parte del film Dersu Uzala di Akira Kurosawa è stata ambientata a Khabarovsk. Se invece volete un quadro della città al tramonto dell’impero sovietico, potete leggere il libro-reportage di Tiziano Terzani scritto nel 1991 “Buonanotte, Signor Lenin”, che scrive: “A vederla dall’alto della mia finestra sull’Amur, Habarovsk, con le sue luci, le sue navi alla rada, la sagoma elegante dei tetti verdi di rame, sembra una città […]
ferma nella bellezza senza tempo del fiume.
Eppure so che fra quelle luci, quelle strade, anche questa, come tutte quelle che ho visto finora, è una città di tombini scoperchiati, di buche non riempite, di rifiuti, di rottami e soprattutto di gente delusa, affaticata e spenta”.