Montreal

Montreal

Seconda città più grande del Canada, dopo Toronto, Montreal, situata sull’isola fluviale omonima, è il centro più importante del Quebec dal punto di vista economico-culturale. La prima impressione è quella di una tipica città americana, con la sua rete di superstrade, i grattacieli, gli ampi viali tagliati ad angolo retto. Poi si scopre la Vieux Montreal, la città vecchia di fondazione seicentesca, e sembra di stare in Francia. Qui sopravvivono infatti vari edifici costruiti dai francesi – l’Antico Seminario di St. Sulpice, l’ex Hôpital général, il castello Ramezay, la Maison Sabrevois Bleury, Maison Brossard-Gauvin, la Maison Dumas – e un generale gusto parigino fatto di bistrò, verande, ferro battuto. Si comprende quindi che l’anima della città è un formidabile patchwork tra America e Europa. Anche il particolarismo linguistico di Montreal, città profondamente multietnica, tradisce questo ponte tra Atlantico e Mediterraneo. La lingua ufficiale è il francese, o meglio il “franglais”, un mix di termini inglesi ed espressioni francesi. Alcuni parlano inglese, anche questo non immune da francesismi. La terza lingua è il cosiddetto italianese, ovvero un bizzarro miscuglio di parole italiane, inglesi e francesi, parlato dalla numerosa comunità italiana che vive in città da varie generazioni. I quartieri di Montreal hanno un’atmosfera sempre diversa, non c’è bisogno di percorrere chilometri di asfalto per passare da un mondo all’altro: Chinatown, il Quartiere Latino, Downtown, la city di Montreal brulicante di giorno, deserta di notte, l’aria vittoriana di Westmount. Infine c’è una Montreal sotterranea! Non pensate a nulla di misterioso e criptico: i 30 km di città nascosta brillano di gallerie, uffici, 2600 negozi, 200 ristoranti e 40 cinema, teatri e sale espositive. Quando la temperatura invernale scende fino a 30 gradi sottozero, è qui che la vita continua al calduccio tra shopping, lavoro, palestre e bar. Montreal è una città molto dinamica da tutti i punti di vista. Molti gli eventi, tra cui spicca il Festival International del Jazz, il più grande evento di musica jazz del mondo, che si svolge a giugno/luglio. Da vedere: oltre alla città vecchia con Place Jacques Cartier e la Basilica Notre-Dame, il Museo delle Belle Arti, il Museo di Arte Contemporanea, il parco Olimpico che comprende Montreal Tower Observatory, una torre alta 165 metri con un’inclinazione di 45° offre viste lenticolari sulla città, e Biodome, un museo di biodiversità in un ex velodromo. Da non perdere: una passeggiata sul Porto Vecchio lungo il fiume Saint-Laurent o una crociera sul fiume: www.getyourguide.it/montral-l195/montreal-crociera-sul-fiume-st-lawrence.

Ottawa

Ottawa

Dopo aver fatto il pieno di natura, laghi e coste selvagge, una fuga in città è quello che ci vuole, soprattutto se è a misura di uomo come Ottawa. Capitale federale del Canada, Ottawa non è né la prima come grandezza, né come numero di abitanti e nemmeno come motore economico-finanziario del paese. Insomma Ottawa non è Toronto! E allora perché è la capitale? Venne scelta nel 1857, non senza polemiche, come capitale dalla regina Vittoria per la sua posizione strategica. Aveva due vantaggi: era geograficamente politically correct, essendo al confine tra l’anglofono Ontario e il francofono Quebec, quindi non scontentava nessuno, ed era sufficientemente lontana dal confine degli Stati Uniti, paese con il quale la Gran Bretagna era stata in guerra solo 45 anni prima. Ottawa non poteva essere catturata, perché anche i soldati più coraggiosi si sarebbero persi nei boschi cercando di trovarla. E così Ottawa rimase nel suo splendido isolamento, protetta da un esercito di alberi, diventando una piccola capitale di un enorme paese. Multiculturale e vivace, Ottawa è una città bilingue, la maggior parte degli abitanti parla inglese e francese. Le principali attrazioni sono: il Rideau Canal, sito patrimonio mondiale dell’UNESCO dell’Ontario (vd.foto); si tratta di una via d’acqua artificiale che unisce le città di Ottawa e di Kingston; inaugurato nel 1832, il Rideau Canal durante l’inverno si trasforma nella più grande pista di pattinaggio del mondo. Parlament Hill, l’edificio, più fotografato della città, in puro stile revival gotico che si affaccia sul fiume Ottawa. Maestoso e circondato da un giardino, ospita il Parlamento del Canada. Si può visitare, i tour durano dai 30 ai 60 minuti; tutte le info qui: https://lop.parl.ca/sites/Visit/default/en_CA. Ottawa ha vari musei; segnaliamo la National Gallery of Canada, situata vicino alla vivace area del mercato ByWard, racchiude opere d’arte contemporanee e storiche – tra cui dipinti, sculture, fotografie e installazioni multimediali https://ottawatourism.ca/en/see-and-do/national-gallery-canada. Uno dei mercati più antichi del Canada, il ByWard Market si trova nel centro di Ottawa. Ha una zona coperta, aperta tutto l’anno, e bancarelle all’aperto solo nelle giornate di buon tempo. È un ottimo posto dove pranzare essendo ricco di ristoranti e chioschi fast-food. Chi ama i ghost tours potrà prenotarne uno con Haunted Walk of Ottawa, le cui guide, ammantate di nero e provviste di lanterne, accompagnano gli ospiti in luoghi infestati e famigerati – come il Bytown Museum, l’Ottawa Jail Hostel e il Fairmont Chateau Laurier – raccontando storie da brivido. Info su: https://hauntedwalk.com/ottawa-bubble-ghost-tours. Gli eventi più importanti in città sono: Winterlude, dedicato agli sport invernali pattinaggio e hockey, con gare di sculture di ghiaccio: https://www.canada.ca/en/canadian-heritage/campaigns/winterlude.html. Il Canadian Tulip Festival, uno dei più grandi festival dei tulipani al mondo: https://tulipfestival.ca. Il Bluesfest, un festival musicale che si tiene a luglio: https://ottawabluesfest.ca.

Le Bonnechere Caves di Engaville

Le Bonnechere Caves di Engaville

A circa metà strada tra Algonquin Park e Ottawa si può fare tappa a Engaville, la cittadina è conosciuta come “il gioiello del Bonnechere” per la sua scenografica posizione lungo il fiume Bonnechere. Ma a parte l’amenità del luogo, Engaville si fregia del titolo di capitale dei fossili ordoviciani, poiché qui c’è uno dei siti geologici più interessanti della Valle di Ottawa: le Bonnechere Caves. Diciamo subito che Engaville è una tappa per amateur di fossili e geologia, sicuramente trascurabile dai non cultori della materia. Nascoste sotto una collina di calcare, che secondo i geologi era il fondo di un mare tropicale 500 milioni di anni fa, le grotte sono un percorso in un mondo sotterraneo fatto di stalattiti, stalagmiti, pinaccoli di ghiaccio, e una marea di fossili. Il clima quaggiù è freschino anche nelle giornate estive più calde, quindi è necessario vestirsi in maniera adeguata e calzare scarpe comode. Le visite guidate per le Bonnechere Caves partono ogni venti o trenta minuti e durano circa un’ora, tranne nei giorni feriali di settembre, quando le visite sono alle 11:00, alle 13:00 e alle 15:00. Non solo geologia in queste grotte! Spesso in piena estate vi si svolgono concerti e spettacoli, e persino cene con accompagnamento musicale. Nonostante il prezzo non sia economico, queste cene sotterranee vanno via come il pane, per cui bisogna prenotarle in tempo: http://www.bonnecherecaves.com/special-events/. Terminata la visita alle grotte, chi ha ancora voglia di geologia, potrà ammirare l’enorme masso di calcare glaciale nel centro di Engaville, custodito in una altrettanto enorme campana di vetro, il pietrone presenta una enorme varietà di fossili in superficie. Si può completare la full immersion scientifica ammirando la collezione di fossili del Museo Bonnechere, o coniugare natura e geologia percorrendo il GeoHeritage Trail: http://www.bonnechere.ca/fossils-geological-history/geoheritage-trail-map.

Algonquin Provincial Park

Algonquin Provincial Park

Facendo rotta a sud est, in due ore e mezza di viaggio si raggiunge l’Algonquin Provincial Park, un polmone verde di oltre 7650 km quadrati, al centro dell’Ontario. A questo punto del viaggio forse ci saremo abituati al gigantismo americano, nonostante ciò il primo parco provinciale del Canada, creato nel 1893, ed elevato a National Historic Site, colpisce per la sua sterminata area boschiva e per i grandi numeri: si parla di oltre 2400 laghi di diverse estensioni e 1200 fiumi. Anche qui, come in tutto l’est, la natura canadese ha un carattere assai fluido. La formazione di tutti questi corsi d’acqua e di bacini è dovuta al ritiro dei ghiacci durante l’ultimo periodo glaciale. Interessante la flora del parco con due aree diverse. La parte nord è coperta da boschi di conifere e alberi sempreverdi, mentre nella zona più a sud non mancano alberi stagionali, come l’acero, che nel periodo autunnale regala maestose sfumature di colore. Quindi foliage ad alto tasso di bellezza garantito! Il parco è praticamente il paradiso del canoista: con una rete di percorsi acquatici di oltre 2.100 km. In questi dedali liquidi ci si può smarrire, è bene dotarsi della preziosa Canoe Routes of Algonquin Park, la mappa-brochure dettagliata che mostra l’intera rete di percorsi in canoa, con indicazioni particolareggiate per 29 diversi punti di accesso, insieme a informazioni sulla pianificazione di un viaggio in canoa. Una copia di questa mappa può essere acquistata presso Friends of Algonquin Park, un’associazione no profit che riunisce persone appassionate del parco: http://store.algonquinpark.on.ca/cgi/algonquinpark. Probabilmente non sarete venuti con la vostra canoa in Canada, quindi potete noleggiarne una presso i due centri canoe rental presenti nel parco; inoltre per il canoeing è necessario un permesso che si può acquistare anche online: http://www.ontarioparks.com/park/algonquin/activities. Le altre altre attività outdoor sono il trekking, con sentieri di varia lunghezza e difficoltà, la bicicletta, 3 i bike trails, la pesca, il nuoto e gli sport invernali. Dove dormire: in camping backcountry, cioè: voi, la vostra tenda e nient’altro, in una delle zone più remote del parco, che può essere raggiunta solo a piedi o in bici; motori off limits. Oppure in Devoloped Campground, campeggi raggiungibili in auto o in camper; alcuni di questi hanno elettricità, servizi igienici e docce, altri solo alcuni servizi; la tabella spiega nei dettagli le varie postazioni con relativi servizi: https://www.algonquinpark.on.ca/visit/camping/developed-campgrounds-compare.php. Si può altresì dormire in una yurta, una tendostruttura che può ospitare fino a 6 persone provvista di luce elettrica; nelle Rangers cabins, cabine in legno super spartane prive di elettricità e acqua corrente, situate nelle zone più remote del parco; nelle confortevoli tre Lodge del parco; per tutte queste soluzioni occorre prenotare: https://www.algonquinpark.on.ca/visit/camping/developed-campgrounds.php. All’esterno del parco, vicino gli accessi, c’è abbondanza di motel e strutture ricettive.

French River Provincial Park

French River Provincial Park

L’area del French River è una delle zone preferite dagli appassionati di pesca dell’Ontario, ma è anche meta di perfetta per sport outdoor o per ozi fluviali. Dal parco Killarney ci vuole solo un’ora di macchina per raggiungere il fiume che, collegando il lago Nipissing con la Georgian bay, è stato da sempre un’importante rotta per le popolazioni indigene prima, per i commercianti di pellicce poi e infine per l’industria del legname, che utilizzava la corrente per trasportare i tronchi fino alle segherie nella baia. Per questo suo importante contributo all’economia del paese, nel 1986 il corso d’acqua è stato designato primo River Heritage del Canada. Il French River Provincial Park è l’ente parco che protegge questo storico fiume e la sua lunga corsa di 105 km. Dal lago Nipissing scorrendo attraverso le aspre colline e le fitte foreste dello Scudo Canadese, riempiendo lungo il percorso migliaia di canali e laghetti, e infine aprendosi in un largo estuario, il French River si tuffa nella Georgian Bay. Chi desidera un contatto ravvicinato con la natura potrà scegliere tra i 250 campeggi backcountry sparsi lungo la riva del fiume. Non si accettano le prenotazioni, ma è necessario dotarsi di un permesso di campeggio che può essere acquistato online fino a due settimane prima della data di arrivo: https://www.ontarioparks.com/park/frenchriver/camping. I permessi possono anche essere acquistati presso il French River Visitor Centre. Gli amanti del comfort possono contare su una grande varietà di alloggi, tra cui cottage e lodge che possono essere prenotati sui più noti siti di booking online.

Killarney Provincial Park

Killarney Provincial Park

Dall’isola di Manitoulin si impiegano circa tre ore, con un circuito ad anello, per raggiungere il parco di Killarney. Manitoulin è collegata con la terraferma dall’Highway 6 che attraversa il Canale del Nord tramite il ponte Little Current Swing. La strada sale attraverso le montagne di La Cloche e arriva a Baldwin, a nord di Espanola, poi si innesta nella Trans-Canada Highway 17. Qui giunti, percorrendo per un tratto la Highway 17 eppoi la Highway 63, arriverete al Killarney Provincial Park. La prerogativa di questo parco è la sua wilderness. Le strutture sono poche, un solo campeggio che comprende anche sei yurte spartane, riscaldate e dotate di illuminazione elettrica, barbecue e letti a castello. Ovviamente da prenotare con largo anticipo in estate: http://www.ontarioparks.com/park/killarney. La scelta dell’ente parco di ridurre al minimo gli alloggi consente ai visitatori di vivere indisturbati la solitudine e la bellezza di un ambiente naturale incontaminato, una serie di sentieri escursionistici e percorsi in canoa tra i laghi. Situato sulla sponda nord di Georgian Bay, nel comune di Killarney, il parco si trova a cavallo della catena La Cloche, grandi colline arrotondate di quarzite bianca che dominano il paesaggio. Le cime e le scogliere bianche contrastano con il verde delle foreste di pini e latifoglie e delle pianure paludose che circondano gli oltre 50 laghi color zaffiro del parco. Come spesso capita in Canada gli animali sono più numerosi degli esseri umani. Il parco ospita alci, cervi, orsi neri, lupi, linci rosse, martore, castori, rettili e anfibi. Oltre 100 specie di uccelli si riproducono, nidificano o riposano entro i confini di Killarney, per cui se siete appassionati di birdwatching vi trovate nel posto giusto. Particolarmente suggestiva l’atmosfera in inverno, con i laghi ghiacciati e sentieri imbiancati dove si pratica lo sci di fondo e le ciaspolate. Se non trovate posto nel parco, o se la vita da Walden vi spaventa, potete dimorare nel villaggio di Killarney http://www.municipalityofkillarney.ca/getting-here – a 10 km dal parco con una buona offerta di ristoranti, pub e lodge. Questo paesino caratteristico è stato fondato nel 1820 come stazione di commercio di pellicce sulla Georgian Bay. I golosoni saranno contenti di sapere che a Killarney c’è uno dei 10 migliori ristoranti di pesce e patatine in Canada: il famoso Herbert Fisheries. Nel caso vi venisse voglia di sbirciare il menu: http://www.herbertfisheries.ca/14-general/17-menu.

Isola di Manitoulin

Isola di Manitoulin

Da Tobermory, cittadina all’estremità nord della Bruce Peninsula, potrete imbarcarvi (da maggio ad ottobre), sul Chi-Cheemaun ferry per raggiungere l’isola di Manitoulin. Qui info e contatti per prenotare il traghetto: http://www.manitoulin-island.com/travel_info/index.htm. Con i suoi 2.766 km² Manitoulin è l’isola lacustre più grande del mondo, ma ciò che la rende particolarmente interessante è il suo territorio a gruviera. Ci sono 108 laghi, alcuni dei quali ospitano isole. Per di più molte di queste isole nell’isola hanno a loro volta dei laghetti, insomma Manitoulin è una sorta di matrioska dei laghi. E in questo continuo alternarsi di terra e acqua dolce, fioccano i primati: il lago Manitou, la cui superficie è 104 km2, detiene il primato mondiale di lago più grande di un’isola lacustre. Un primato rompicapo riguarda poi l’isola più grande che si trova sull’isola di Manitoulin, Treasure Island, conosciuta anche come Mindemoya, dall’omonimo lago che la ospita. Per le sue caratteristiche Treasure island è considerata la più grande isola lacustre del mondo che si trova su un’isola lacustre! Vi siete persi nel network lacustre? Saranno gli spiriti! Manitoulin significa “isola degli spiriti” nella lingua Ojibwe. Per la cultura aborigena, ancora forte sull’isola, questa terra è considerata un luogo sacro. Ovviamente il punto forte di Manitoulin è la natura: fiumi, laghi, cascate, punti panoramici e una fitta rete di sentieri, il più famoso, ha anche un nome simpatico: The Cup and Saucer Hiking Trail, tazza e piattino; particolarmente bello anche il Mississagi Lighthouse trail. Da non perdere le viste spettacolari al McLean’s Mountain Lookout. L’isola di Manitoulin è più grande del Lussemburgo, per girarla tutta non basta certo una giornata, preventivate un soggiorno di almeno 3 notti. Gli highlights sono almeno 3: Providence Bay, la seconda spiaggia d’acqua dolce più grande dell’Ontario, Treasure Island e la riserva naturale di Misery Bay. Il comune più importante è Central Manitoulin che si trova sulla costa meridionale dell’isola ed è un ottimo start di partenza per visitare alcune delle maggiori attrazioni dell’isola; è possibile rivolgersi al valido centro informazioni turistiche per organizzare un itinerario: http://www.centralmanitoulin.ca/tourism-manitoulin/central-manitoulin-welcome-centre. A Manitoulin si svolgono ogni anno eventi interessanti per chi volesse approfondire la cultura isolana: come l’Haweater Weekend a Little Current e il Wikwemikong Cultural Festival & Pow Wow, che ospita gare internazionali di danza nativa: https://wiikwemkoong.ca/tourism/wiikwemkoong-annual-cultural-festival.

Bruce Peninsula

Bruce Peninsula

Tornando indietro e puntando la prua a nord si raggiunge la penisola di Bruce che si trova tra la Georgian Bay e il bacino principale del lago Huron, nel territorio dei Grandi Laghi. Si tratta di un paradiso naturale che comprende 2 parchi nazionali, il Bruce Peninsula National Park e il parco sommerso Fathom Five National Marine Park. La penisola, riserva della Biosfera Mondiale dell’UNESCO, è un mosaico di habitat da esplorare perché unisce due ambienti diversi: quello delle zone più interne, ricoperte di foreste, e la zona costiera della Georgian Bay. Il luogo si presta a molteplici attività: dal relax sulla spiaggia alle arrampicate di roccia, dalle passeggiate alle immersioni. Chi desidera fare un bagno in tutta tranquillità, magari con bimbi al seguito privilegerà la parte della penisola sul Lago Huron. Qui c’è Singing Sands, una spiaggia di sabbia finissima con acque poco profonde e più calde. Mentre dall’altro lato della penisola, le acque e la costa di Georgian Bay a Indian Head Cove e Halfway Log Dump sono più selvagge. Cristalline e invitanti, ma fredde, profonde, e spesso mosse da onde potenti, queste acque potrebbero mettere in difficoltà anche provetti nuotatori; pure il litorale, roccioso e scivoloso, è generalmente meno family friendly. Grande l’offerta di trekking e hiking grazie alla ricca rete di sentieri escursionistici che si snodano attraverso le foreste e lungo l’estremità rocciosa; tra i sentieri è compresa anche una porzione del Bruce Trail di 782 km, il sentiero più antico e più lungo del Canada che collega il fiume Niagara a Tobermory, situato all’estremità nord della penisola. The Grotto, una grotta con una piscina naturale dai bei riflessi e la vicina insenatura panoramica Indian Head Cove, sono le mete più gettonate della Georgian Bay. Ci si arriva a piedi, in circa mezz’ora attraverso il Georgian Bay Trail, un sentiero che parte dal parcheggio P1 situato nell’area del lago di Cipro. Essendo abbastanza roccioso, può essere impegnativo per bambini, anziani e persone con problemi di mobilità. Se vi piacciono i relitti di navi, il Fathom Five National Marine Park vi darà molte soddisfazioni. Questo parco sommerso si trova alla fine della penisola di Bruce, a Tobermory, nella Georgian Bay. È una riserva naturale sottomarina che copre un’area di 130 chilometri nel Lago Huron, le cui acque conservano antichi relitti di barche naufragate secoli fa. Ventidue di queste chiatte, golette e piroscafi giacciono sul fondo della baia creando uno dei siti di immersione più affascinanti del Nord America. Per l’attività di diving: https://www.pc.gc.ca/en/amnc-nmca/on/fathomfive/activ/plong-dive.

Le Cascate del Niagara

Le Cascate del Niagara

Da Toronto in un’ora e mezza di auto si raggiungono le Cascate del Niagara, un hotspot del Nordamerica, famoso per la sua bellezza, per il film interpretato da Marilyn Monroe e anche per una serie di bizzarre prove di resistenza come il salto nel barile dalle cascate. Le cascate si trovano tra i laghi Ontario ed Erie, originano dal fiume Niagara e sono condivise da Canada e Stati Uniti. Sul versante canadese troviamo le Horseshoe falls, note anche come canadian falls; sul versante statunitense ci sono le American falls e Bridal Veil Falls. Questo importantissimo bacino idrografico ha una storia di 12.300 anni di sviluppo alle spalle, che inizia nell’era glaciale, quando grandi torrenti d’acqua furono rilasciati dallo scioglimento dei ghiacci, defluendo in quello che oggi è conosciuto come il fiume Niagara. La formazione delle cascate del Niagara fu un processo lento che continua ancora oggi. Il congelamento e lo scongelamento annuali del fiume Niagara consumano le rocce sotto la superficie e l’erosione graduale e le cadute di massi periodici spostano costantemente le cascate del Niagara più a monte. Le prime persone a vedere le cascate furono molto probabilmente i nativi americani. Lo stesso nome Niagara ha origine dal termine in lingua irochese Onguiaahra, che significa acque tuonanti. Il primo europeo a documentare l’area è stato un sacerdote francese, padre Louis Hennepin, durante una spedizione del 1678. Tornato in Francia, pubblicò un resoconto dei suoi viaggi, ispirando altre esplorazioni nella regione delle cascate del Niagara. Fu però lo sviluppo del sistema ferroviario nell’800 a rendere accessibili le cascate del Niagara a folle di visitatori e lanciarle come meta turistica. Nel 1804, il fratello minore di Napoleone Bonaparte, Jerome, vi andò in luna di miele con la sua sposa americana, aprendo così l’epoca di una lunga tradizione che continua fino a oggi. Tremilacentosessanta tonnellate di acqua scorrono ogni secondo dalle cascate del Niagara, una risorsa energetica da non sprecare. Così nel 1895 venne aperta la prima centrale idroelettrica mondiale su larga scala. Le Cascate del Niagara sono in grado di produrre oltre 4 milioni di kilowatt di elettricità, condivisa da Stati Uniti e Canada. Le cascate non potevano non finire nel mirino degli spiriti più temerari: ci fu chi provò a nuotare, lasciandovi le penne. Matthew Webb nel luglio 1883 si tuffò nel fiume Niagara da una piccola imbarcazione, sita vicino al Niagara Falls Suspension Bridge; le sue braccia nulla poterono contro la forza delle cascate e morì annegato. E chi come l’indomita Annie Taylor Edson, alla tenera età di 63 anni, sopravvisse gettandosi dalle cascate canadesi all’interno di un barile insieme al suo gatto. Le prove sono state tante, ma attenzione che non vi punga vaghezza di tentare, le multe sono da capogiro. Invece potete sposarvi o organizzare la luna di miele: https://www.niagarafallstourism.com/weddings-honeymoons. Il costo del biglietto di ingresso per vedere le cascate è 35 dollari, maggiori info: https://www.niagaraparks.com/visit-niagara-parks/plan-your-visit/deals-packages.

Non dimenticare il navigatore

Non dimenticare il navigatore

L’itinerario on the road della Bulgaria potrebbe diventare una sciarada senza il navigatore satellitare, poiché sebbene le indicazioni nei tratti autostradali sono scritte con i caratteri occidentali, lungo le altre strade, soprattutto quelle secondarie invece sono in cirillico. Inoltre la popolazione locale, soprattutto fuori dai grandi centri abitati, non parla inglese; pensare quindi di chiedere informazioni sull’itinerario a qualcuno per strada potrebbe non essere un’opzione percorribile. Infine sempre a proposito di viabilità, fate attenzione quando guidate nelle zone extraurbane e rurali del paese, qui le strade spesso sono sterrate, oppure hanno un manto stradale non adeguatamente manutenuto e quindi l’asfalto potrebbe presentare buche profonde e fossi in cui c’è sempre il pericolo di bucare.

Parco Nazionale del Pirin

Parco Nazionale del Pirin

Grande baluardo balcanico sui confini della Macedonia e della Grecia, il Parco Nazionale del Pirin è un luogo davvero notevole, da non lasciarsi sfuggire se si è amanti della natura e delle vette montane. Inserito dal 1983 nell’elenco del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, è stato proclamato “parco nazionale” nel 1998, dopo l’approvazione di un’apposita legge relativa alle aree protette. Si tratta di un vero e proprio paradiso per escursionisti, con tantissimi sentieri, alcuni dei quali si arrampicano fino alla cima del Vihren, la vetta più alta, o si intrecciano intorno ai tantissimi laghi di montagna. Attualmente, i sentieri escursionistici approvati e segnalati nel Parco Nazionale del Pirin sono 22. Ognuno di loro è di diversa lunghezza e difficoltà; sul sito ufficiale del parco c’è la mappa dei sentieri con informazioni dettagliate sul percorso: http://www.pirin.bg. Il territorio è abitato da una fauna molto ricca: cervi, orsi, capre selvatiche e, grazie alla grande variazione d’altitudine, è anche particolarmente ricco di specie vegetali, tanto che è considerato una delle regioni botanicamente più interessanti di tutta la Bulgaria. Il parco ospita 18 specie endemiche locali, 15 della Bulgaria e molte dei Balcani, oltre ad una gran quantità di specie protette, come ad esempio la stella alpina, uno dei simboli di Pirin. Pernottare nel parco a stretto contatto con la natura è il modo migliore per viverlo; sono varie le strutture ricettive dagli alberghi ai rifugi, alcuni confortevoli, altri come il rifugio Kazan e il Koncheto, spartanissimi, senza acqua, né luce, né bagni, pensati solo per le emergenze.

Pamporovo

Pamporovo

A un’ora e mezza dal Plodviv, si trova una delle località turistiche di montagna più famose del paese, Pamporovo, tra le creste ondulate dei Monti Rodopi meridionali e a breve distanza dai confini con la Grecia. La celebrità della cittadina è legata all’importante comprensorio sciistico con 60 km di piste da sci, da snowboard, aree per slittino e freeride, oltre a piste per lo sci di fondo. Nonostante sia quindi conosciuta soprattutto come meta invernale, molto economica per chi giunge dall’Italia e dai paesi del centro Europa, Pamporovo ha molto da offrire ai turisti che decidono di visitarla durante l’estate si va dalle passeggiate lungo i percorsi ecologici alle escursioni più impegnative, all’arrampicata su roccia, praticata nella Trigradsko Zhdrelo, la gola di Trigrad. Tra le attrazioni della zona vi sono poi alcune delle grotte più belle della Bulgaria: la grotta Dyavolska e la grotta Yagodinska. Infine l’abbondanza di fiumi che caratterizza la zona si presta a molteplici attività acquatiche come la pesca sportiva e il rafting. Pamporovo è anche un’ottima base per andare alla scoperta del territorio che è ricco di storia, non lontano si trovano le città di Chepelare e Smolyan, e i pittoreschi villaggi di Shiroka Laka, Stoykite, Gela, Smilyan, Arda. L’ospitalità alberghiera è varia e variegata si va dagli hotel di lusso agli alberghi per famiglie, dai residence alle pensioncine. In una località turistica in continua crescita, la vita notturna è vivace: molte le occasioni di divertimento – discoteche, bar, sale da bowling – e grande l’offerta della ristorazione. Per approfondire le informazioni su Pamporovo: https://pamporovo.me.

Plovdiv

Plovdiv

Adagiata su sette colline e lungo il corso del fiume Maritsa, Plovdiv è una città molto antica, la cui fondazione risale alla stessa epoca delle città di Troia e Micene. Nei suoi millenni di storia ha accumulato un ricco patrimonio culturale, che è giunto a noi in perfetta forma; si va dai monumenti di epoca romana – lo Stadio e il Teatro, perfettamente conservato – alle splendide case in legno risalenti al XVIII e XIX secolo. Antica ma con un’anima moderna e frizzante, questa città ha una nightlife molto movimentata che si svolge tra pub, caffè e locali dove si fa musica dal vivo. Inoltre ha un calendario culturale molto intenso e offre possibilità di praticare molteplici attività all’aperto – canottaggio sul fiume, trekking, mountain bike, rilassanti passeggiate in uno dei parchi della città.

Cosa fare in città? Alcuni highlights
Lo Stadio Romano
Nel cuore del centro, in piazza Džumaja, si possono ammirare i resti di una struttura sportiva risalente al II secolo d. C. A forma di ellissi, lo stadio poteva ospitare fino a 30.000 persone. Era lungo 240 metri, largo 50. Qui ebbero luogo i giochi di Kendrijski e Alessandria, in onore del dio Apollo e Alessandro Magno. Informazioni per i visitatori qui: https://ancient-stadium-plovdiv.eu/?p=13&l=2.

L’Anfiteatro Romano
Più antico dello stadio, l’anfiteatro venne costruito su una collina della città, durante il periodo dell’imperatore Traiano (98 – 117 d.C.). È ben conservato e le quattordici gradinate della cavea e i resti della scena e del proscenio testimoniano ancora la ricchezza decorativa dell’edificio. Vi si tengono spettacoli, concerti ed eventi tra cui: il Festival Internazionale del Folklore, l’Opera Open, il Sounds of Ages, un festival di musica rock. Maggiori info per le visite: http://www.visitplovdiv.com/en/node/522.

Il monumento Alyosha
È dedicato ai soldati sovietici che liberarono la Bulgaria dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Si trova sulla collina di Bunarzhik, da cui si può ammirare una veduta spettacolare sulla città e i dintorni.

Il quartiere di Kapana
È il quartiere artistico della città ed quasi del tutto decorato da opere di street art. Kapana è piena di gallerie e laboratori dove si possono ammirare opere d’arte contemporanea e artisti all’opera. È anche un luogo di ritrovo serale, soprattutto nel fine settimana, ristoranti, bar e pub registrano il tutto esaurito.

Perperikon

Perperikon

Gli appassionati di archeologia dovranno puntare l’auto verso sud per raggiungere, a tre ore e mezzo circa da Sozopol, Perperikon, un must del turismo culturale della Bulgaria. Spesso chiamato il “Machu Picchu europeo“, o la Pompei di pietra, Perperikon è considerato il più grande sito archeologico megalitico dei Balcani. Quando nel 2000 iniziarono gli scavi, la scoperta più grande fu un altare che faceva parte del Tempio di Dioniso, che i Traci costruirono sulle collina. Il Tempio fu luogo di leggendarie profezie, le più celebri riguardano due superstar della storia antica; Alessandro Magno e l’imperatore Augusto; i sacerdoti predissero a entrambi la conquista del mondo e come sappiamo non furono smentiti. I romani ampliarono Perperikon con un’acropoli e un gigantesco palazzo a più piani, i cui resti sono ancora lì sulla collina a disposizione dei visitatori che possono aggirarsi tra questa antica città di pietra. Di particolare interesse è l’enorme altare scavato direttamente nella roccia che faceva parte del tempio di Dioniso. Qui i Traci avrebbero praticato rituali del fuoco come la danza sui carboni ardenti, detta nestinarstvo. Benché intrisa di simbolismo cristiano, oggi questa danza continua a essere praticata nelle zone rurali della Bulgaria ed è considerata un bene immateriale dell’umanità dall’Unesco: https://www.youtube.com/watch?v=-ru506gJ1iI. Reliquie e reperti trovati nel sito archeologico si possono ammirare nel Museo di archeologia della vicina città di Kardzhali; info qui: https://www.rim-kardzhali.bg. Nel vicino villaggio di Murgovo, ogni anno intorno al solstizio d’estate, quindi nella seconda metà di giugno, si tiene il Perperikon Art Festival con un calendario variegato che prevede spettacoli teatrali, di danza, concerti, conferenze, mostre e presentazioni di libri.