Sozopol

Sozopol

La “greca” Apollonia Pontica, oggi Sozopol è la città più antica della costa bulgara del Mar Nero e una delle località turistiche più famose del paese. L’atmosfera romantica del bellissimo centro storico, il suo mare e le sue spiagge attirano visitatori da tutto il mondo. La ricerca archeologica ha confermato che la città ha una storia di 7.000 anni. Il primo insediamento sorse nella baia di Sozopol durante l’era neolitica, circa 6000 anni a.C. Nel 610 aC, gli abitanti di Milet, nell’Asia Minore, fecero della penisola di Sozopol la loro città-stato e la chiamarono Apolloniya, fortificandola con mura massicce. Apolloniya era molto ricca se si pensa che il Tempio di Apollo il Guaritore ospitava una statua del dio alta 13 metri; questo colossale monumento fu depredato e portato a Roma nel 72 a.C. dalle legioni romane che rasero al suolo la città. Durante il I secolo, la città fu ricostruita e, quando la Tracia divenne una provincia romana, continuò a funzionare come centro amministrativo marittimo. Durante l’epoca cristiana, col nuovo nome di Sozopolis, divenne un’importante diocesi, con più di 20 chiese ortodosse e 5 monasteri. Oggi di questo patrimonio rimangono i resti del complesso monastico di San Ivan, risalente al X-XII secolo, la basilica medievale nel centro della città e parte del Monastero dei Santi Apostoli su Skamniy Point nella parte nord-orientale del Città vecchia. Il centro storico di Sozopol è una riserva-museo che comprende più di 180 residenze, in pietra e legno costruite dalla metà del XVIII secolo all’inizio del XIX secolo. Le più note sono la casa di Marieta Stefanova, la casa di Kreanoolu, la casa di Todor Zagorov, la casa di Kurtidi e la casa di Dimitri Laskaridis. Una delle attrazioni religiose, che richiama migliaia di pellegrini ogni anno in città, sono le sacre reliquie di San Giovanni Battista, custodite nella Chiesa di San Cirillo e San Metodio, ritrovate nel 2010, durante gli scavi archeologici della vicina isola di San Ivan. Sozopol ha due grandi spiagge: la spiaggia centrale e la spiaggia di Harmani, e altre due spiagge nelle immediate vicinanze: il Golden Fish Campground e la spiaggia di Kavatsi. Non molto lontano dalla città c’è un’attrazione un po’ kitsch Ravadinovo Castle, un bizzarro castello in stile medievale costruito pochi decenni fa. Vale la pena leggere la scheda di presentazione per entrare nell’atmosfera: “Il Castello ‘Innamorato del vento’ è il sogno infantile realizzato da Georgi Kostadinov Tumpalov (1956) che ne è architetto, progettista e sviluppatore fin dall’inizio quando nel lontano 1996 disegnò con la vanga una grande croce sul terreno su cui la sua famiglia ha lavorato 24 ore giorno e notte assistita dagli operai del vicino villaggio di Ravadinovo e con l’aiuto di Dio è riuscita a costruire pietra su pietra un magnifico castello – un sogno che si è avverato, creato con tanto amore!”. A chi piace il genere può visitarlo – info qui: https://windcastle.eu – magari abbinandolo a un tour di mezza giornata che comprende la visita al centro storico, un giretto in barca sul Mar Nero e un pranzo a un ristorante tipico: https://www.musement.com/us/burgas/sozopol-ravadinovo-castle-3-in-1-tour-5-139618.

Burgas

Burgas

Burgas non è propriamente una località turistica, viene considerata piuttosto un punto di passaggio per dirigersi verso le località balneari più famose del Mar Nero. Però un soggiorno in città non va scartato, essendo un’ottima base per visitare l’area dei laghi, un vero santuario faunistico, paradiso degli ornitologi e degli amanti della natura. Burgas è situata su una delle principali rotte migratorie d’Europa, conosciuta come la Via Pontica. Milioni di trampolieri, cicogne bianche e rapaci di oltre 30 specie, durante le stagioni migratorie passano per questa rotta e sostano nella zona dei laghi. ll sito è stato dichiarato un’area protetta nel 1989 dal Ministero bulgaro delle acque e dell’ambiente e denominato Poda Conservation Centrehttps://bspb.org/poda/en/index.html. Oltre ai volatili, ospita pesci, insetti, e mammiferi tra cui spicca il raro toporagno etrusco (Suncus etruscus) – il più piccolo mammifero sulla terra. I dintorni di Burgas offrono anche interessanti esperienze culturali. Non lontano dalla città si trova Acque Calide o Thermopoli, un complesso archeologico con sorgenti termali. Il luogo fu prima un insediamento tracio, nei secoli successivi divenne una famosa località termale frequentata dal jet set dell’epoca, come prova il bagno di Solimano il Magnifico, oggi restaurato in tutta la sua ricchezza. I visitatori possono approfondire la storia attraverso una passeggiata virtuale in 3D che parte dall’epoca tracia e dalla leggenda della Fonte Sacra delle Tre Ninfe-guaritrici, e, passando per l’età romana, giunge fino all’epoca di Solimano il Magnifico. Tutte le info su ticket, orari e storia qui: http://www.aquae-calidae.com/en/#about_us. Durante la permanenza scoprirete le qualità di Burgas: città moderna, vivace e ben tenuta con un centro pedonale ordinato, una lunga spiaggia poco affollata, North Beach, uno splendido parco sul lungomare e i migliori ristoranti di questa parte del paese. Vari gli eventi in città, tra cui spicca il festival musicale Spirit of Burgas.

Nessebar

Nessebar

Conosciuta come la Perla del Mar Nero, Nessebar, unisce alle bellezze naturalistiche – una strepitosa combinazione di mare e montagna – una storia antichissima. Le pagine di questo glorioso passato si possono ammirare nelle chiese bizantine, nelle antiche fortificazioni o nei mulini a vento medievali, di cui è ricca la città. Antico e moderno convivono a Nessebar, sede di uno dei parchi acquatici più grandi d’Europa. Convivono ma divisi: c’è la città antica, centro storico Unesco, e quella nuova. La prima è situata su una piccola penisola rocciosa, collegata alla terraferma da uno stretto istmo. Qui è concentrato il patrimonio storico, architettonico e religioso di Nessebar composto da monumenti di epoche diverse e tante chiese. Tra le meglio conservate, oltre alla basilica di Santa Sofia, ci sono le chiese di San Giovanni Battista, Santo Stefano, Cristo Pantocratore, San Todor, Santa Paraskeva, Santi Arcangeli Michele e Gabriele, San Giovanni Aliturgetos.

Da vedere nella città vecchia
Il vecchio mulino a vento che si trova a metà dell’istmo di collegamento tra la città vecchia a quella nuova. Risale al periodo rinascimentale e si erge su una base cilindrica in pietra, i suoi fusi di legno ricordano una gigantesca ragnatela (vd.foto). Il Museo Archeologico. La sua collezione permanente, Nessebar Down the Centuries, presenta ceramiche, opere d’arte, statue e gioielli provenienti da tutte e sei le fasi dei 3000 anni di storia della città. Da non perdere la collezione di monete d’argento di epoca tracia. Il Museo è inoltre punto di partenza di un tour autoguidato attraverso il centro storico. I souvenir più carini li troverete nei vari negozi disseminati lungo le caratteristiche stradine acciottolate; in vendita oggetti di artigianato di diverso genere e prezzo: manufatti in ceramica, maglieria, gioielli. Maggiori info: http://ancient-nessebar.com/html/main_en.php?menu=map. Cambiando completamente registro e zona della città, gli appassionati di parchi acquatici e le famiglie con bambini apprezzeranno l’Aquapark di Nessebar, uno dei più grandi d’Europa. Ci sono 38 scivoli, tra cui lo Slalom Gigante di 146 metri e il vertiginoso Freefall, che inizia con un dislivello quasi verticale di 10 metri. Sul sito internet del parco potete consultare le tariffe e raccogliere maggiori informazioni sulle attrazioni: https://aquaparknessebar.bg/en/cash-desk-prices. Chi cerca il divertimento mondano dovrà guidare 10 minuti circa e raggiungere Sunny Beach, meglio conosciuta come l’Ibiza dell’est. La più grande località turistica del mar Nero, che, oltre a spiagge enormi, offre una frizzante vita notturna, tutto molto low cost.

Varna

Varna

Varna, meta estiva preferita dei bulgari e hotspot turistico-balneare, è molto più di una banale località di villeggiatura. La città è antica e gode di una importante posizione sul Mar Nero, che la rende uno snodo cruciale nei collegamenti transeuropei. I cultori del personaggio di Dracula ricorderanno che il principe delle tenebre si imbarca proprio a Varna per raggiungere la sua destinazione inglese, Whitby. Con una storia lunga e avvincente, una grande quantità di monumenti antichi e una raffinata architettura ortodossa, la città attrae anche una buona fetta di turismo culturale. Le prime tracce della presenza umana nella regione risalgono all’età della pietra, circa 100.000 anni fa. Varna è stata uno degli insediamenti più antichi della Bulgaria; la città, all’epoca chiamata Odessos, fu fondata nel VI secolo a.C. dai greci. L’acme della sua grandeur si ebbe durante l’età ellenistica. Durante questo periodo furono costruiti grandi edifici pubblici come templi, teatri, il ginnasio. Nel 15 d.C. Odessos divenne città dell’Impero Romano e fu ulteriormente arricchita con grandi complessi termali. Distrutta dalla invasioni barbare, rimase disabitata per molti secoli, rinacque col nome di Varna nel Medioevo, diventando un luogo strategico per il commercio; molti mercanti italiani – veneziani, romani, genovesi, ragusani e fiorentini – erano di stanza qui. Nel 1352 fu istituito anche un consolato veneziano a Varna. Poi venne conquistata dai Turchi e seguì le vicende storiche della nazione; liberata dai russi a fine ’800, rimase nell’orbita sovietica fino agli anni ’90 del XX secolo. L’oro di Varna è la maggiore attrazione storico-culturale della città. Si tratta di un importante tesoro – 6,5 kg di oggetti d’oro – scoperto negli anni ‘70 in una necropoli risalente al 4400 – 4200 a.C. Per ammirarlo bisogna recarsi al Museo archeologico, dove sono esposti anche altri interessanti reperti di epoca greco-romana: maggiori info: http://www.archaeo.museumvarna.com/en/contact.html. Gli ospiti della città non dovrebbero perdersi il Monastero di Aladzha – il più famoso monastero rupestre medievale sulla costa bulgara del Mar Nero, abitato da monaci eremiti nel XIII – XIV secolo; si trova un po’ fuori città, sul sito del monastero troverete le indicazioni per arrivare e gli orari di visita: http://www.bulgariamonasteries.com/en/aladja_monastery.html. Ancora da visitare: le terme romane; grande complesso di epoca romana, al quarto posto della classifica delle terme più grandi in Europa – le prime tre sono le Terme di Caracalla, le Terme di Diocleziano, le terme di Treviri. Maggiori info e video di presentazione qui: http://www.archaeo.museumvarna.com/en/other2/list/id/1. La ricchissima cattedrale della Dormizione di Maria, chiesa ortodossa sede dell’eparchia di Varna e Veliki. https://mitropolia-varna.org/hramove/varna/1028-mitropolitska-katedrala-uspenie-bogorodichno-varna. Il gigantesco Monument of the Bulgarian-Soviet Friendship. Osservandolo nella sua gloriosa possanza si capisce che all’epoca le colate di cemento non spaventavano davvero nessuno: sono state infatti necessarie 10.000 tonnellate di cemento e 1.000 tonnellate di ferro per costruirlo. Potete limitarvi a fotografarlo da lontano, oppure salire i 305 gradini della “Scala dei vincitori” che conducono alla piattaforma ai piedi degli ipertrofici soldati sull’attenti, dove troverete anche un po’ di graffiti e scritte con la bomboletta, segno che ormai quei monumentali soldati non incutono più alcun timore. Ed infine chi ama le auto d’epoca non può rinunciare a visitare il Retro Museum, che si trova nel centro commerciale, Grand Mall. Oltre 50 auto dei marchi dell’epoca “Volga”, “Moskvich”, “Skoda”, “Trabant”, tutte restaurate in modo impeccabile. La star dello showroom retrò nel museo è la classica “Chaika GAZ-13” – una limousine su cui viaggiavano i membri del Politburo del Partito Comunista. Info: https://visit.varna.bg/en/retro-muzej.html.

Riserva archeologica di Madara

Riserva archeologica di Madara

La riserva storico-archeologica nazionale Madara si trova a 2 km dall’omonimo villaggio ed è una delle più importanti del paese, anche perché è qui che si trova il celebre Cavaliere di Madara, un altorilievo scolpito su una roccia a 25 metri di altezza da terra che rappresenta un uomo a cavallo, seguito dal suo cane in corsa, mentre trafigge un leone con la lancia; davanti a lui un’aquila vola. L’opera venne scolpita nel 710 d.C. circa ed è inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (vedi foto). Non si sa esattamente chi sia il misterioso cavaliere. Una leggenda vuole che fosse un imperatore romano che morì cadendo dalla scogliera, mentre cacciava. Poi ci sono varie teorie: alcuni studiosi pensano che il cavaliere sia il Khan Tervel, un sovrano bulgaro del tempo, altri una divinità degli antichi Traci. Chiunque sia stato, è suggestivo andare ad ammirarlo in questo luogo abitato già nel Neolitico. Nel corso dei secoli qui sono sorti santuari rupestri, palazzi e altre abitazioni, fortezze, templi, eremi e complessi monastici. Oggi rimangono i resti di vari monumenti di tutte le epoche. Il più imponente è una villa romana – la Villa Rustica- che fu abitata da un ricco mercante di schiavi. Madara fu poi un luogo importante durante il Medioevo, per la vicinanza alle prime capitali, Pliska e Preslav. Nel XIV secolo qui venne costruito uno dei più grandi monasteri rupestri della Bulgaria, composto da oltre 150 grotte naturali che fungevano da chiese, cappelle, dormitori monastici e tombe. Una delle grotte più grandi era utilizzata come chiesa e continua a funzionare fino ad oggi, si tratta della cappella rupestre di Saint Panteleimon. Non perdetevi la Goljamata peštera, un’altra ampia grotta dove si trova una piccola fonte dai poteri curativi. Qui c’era un santuario tracio dedicato alle ninfe e sono state trovate tracce del culto di Dioniso e di Cibele. Grazie alla formidabile acustica naturale, vi si tengono concerti e spettacoli davvero suggestivi. Si può approfondire la lunga storia di Madara presso il Museo Archeologico della Riserva, la cui esposizione comprende più di 350 reperti originali della regione. Bizzarrie: durante la visita a Madara insieme agli appassionati di archeologia e ai turisti, troverete anche molti pranoterapeuti bulgari, che considerano il luogo una fonte di energia e vengono qui per ricaricarsi.

Zheravna

Zheravna

Zheravna è un pittoresco villaggio incastonato tra le possenti montagne balcaniche, circondato da boschi di pini bosniaci e olmi bianchi. Il paesino sembra esso stesso parte della natura circostante, essendo interamente costruito in legno e pietra. Anche Zheravna, come Veliko Tarnovo, è una riserva architettonica di importanza nazionale, con oltre 200 case in legno della rinascita nazionale bulgara. Sorta tra il XII e il XIV secolo, divenne un fiorente centro culturale e artigianale nel XVIII secolo; fu in questo periodo che l’abitato si arricchì con le strade acciottolate e le belle case in legno che oggi possiamo ancora ammirare. Molto legati alle loro tradizioni e alla loro storia, gli abitanti di Zheravna, dalla caduta del regime sovietico, organizzano in estate una festa popolare che attira tanti turisti: il Festival del costume nazionale di Zheravna http://www.nosia.bg/blog. Oltre a un’accesissima gara di costumi d’epoca, ci sono spettacoli di danza, concerti, cori e incontri di wrestling. Si mangia anche, tanto e bene. Le gustose pietanze della tradizione bulgara vengono cucinate all’aperto su fuochi accesi in una radura, e accompagnate da birra e rakia locale. Insomma è un giorno di festa e bisboccia da non perdere, se vi trovate nei paraggi ad agosto! Tra le case di legno più belle segnaliamo: la Casa-Museo dello scrittore Yordan Yovkov e la Casa di Rusi Chorbadzhi; all’interno di quest’ultima, nell’ambito di una esposizione di antichi mestieri, spiccano un enorme telaio a mano e delicati tessuti di lino abilmente intrecciati dalle donne di Zheravna. È possibile partecipare ad un tour guidato del villaggio: https://www.musement.com/us/sliven-1/ultimate-private-zheravna-walking-tour-164242.

Veliko Tarnovo

Veliko Tarnovo

La leggendaria Città degli Zar, capitale medioevale del paese, offre un impatto molto scenografico al visitatore, arroccata com’è sulle tre colline Tsarevets, Trapezitsa e Sveta Gora, chiusa a sud dalle fredde pendici settentrionali dei Monti Balcani, ed adagiata a nord sulla vasta pianura del Danubio. Non a caso Veliko Tarnovo è uno degli hotspot turistici più popolari della Bulgaria. Il centro storico è un susseguirsi di tortuose stradine acciottolate e case a graticcio dalla preziosa intelaiatura in legno, magnifici esemplari dello stile architettonico che si sviluppò durante l’età d’oro del Secondo Impero bulgaro, nel Medioevo. Dopo la liberazione dal dominio bizantino nel 1185, Tarnovo divenne infatti la capitale del Secondo Regno bulgaro, e ricopri un ruolo importante sulla scena economica e politica europea. A testimonianza di questo glorioso passato, possiamo ammirare la fortezza sulla collina di Tsarevets che domina la città (vedi foto). L’età dell’oro finì con l’invasione degli Ottomani che dominarono per cinque secoli in Bulgaria. Oggi Veliko Tarnovo è una moderna città europea che offre numerose opportunità di svago: festival ed eventi tutto l’anno, una vivacissima vita notturna, un’ottima ristorazione. Da non perdere in città: la passeggiata sulla collina di Tsarevets e la visita alla enorme Fortezza che nell’antichità custodiva 23 templi e 4 monasteri; info orari e ticket: https://museumvt.com/en/architectural-reserve-tsarevets/#secondPage. The Monkey House, in stile rinascimentale, edificio che prende il nome dalla scultura di una scimmia sulla facciata. Oggi è una casa-museo, considerata un monumento culturale e un simbolo della città. Si trova tra il vecchio mercato coperto e il Samovodska Bazaar. Sarafkinata Kashta Museum; la casa venne costruita per Dimo ​​Sarafina nel 1861. Ha una particolarità sul lato della strada l’edificio presenta un solo piano; invece sul lato rivolto verso il fiume ha quattro piani. All’interno una mostra etnografica dedicata all’arte popolare della regione: scultura su legno, ceramica, tessitura, gioielli, costumi, tessuti e ricami. Samovodska Charshia, una strada del centro storico, famoso mercato nel XIX secolo, che ospita numerosi laboratori di artigianato che vendono anche simpatici souvenir fatti a mano. Per un break super goloso recatevi nella pasticceria di Greta Grigorova che prepara il kadaif, tipico dolce balcanico, con il metodo tradizionale: http://www.velikoturnovo.info/en/samovodska_charshia/i43/Kadaif-baker.html.

Koprivshtitsa

Koprivshtitsa

A 110 km di distanza da Sofia, si trova Koprivshtitsa, una delle cittadine antiche più famose della nazione, legata alla storia dell’Indipendenza del paese dall’Impero Ottomano, in quanto, il 20 aprile 1876, qui iniziò l’insurrezione che portò alla liberazione della Bulgaria. La posizione della città è molto suggestiva, si trova in una valle circondata da boschi, fiumi, ruscelli e montagne della catena Sdrena Gora; l’abitato coloratissimo è molto pittoresco tanto che qualcuno l’ha paragonato a una scultura di pan di zenzero, splendidamente decorata. Ma la cosa che rende speciale Koprivshtitsa è che l’intero insediamento è un monumento nazionale; sono infatti 388 i monumenti architettonici risalenti all’epoca del Risorgimento Bulgaro (sec. XVIII – XIX). Si tratta di case, edifici, ponti, chiese e fontane quasi tutti perfettamente restaurati. Inoltre il Festival del folklore che si svolge ad agosto in città è stato inserito tra il patrimonio immateriale dell’Unesco: https://www.youtube.com/watch?v=QZw-Wue2Lt8&t=4s. A Koprivshtitsa ci sono 6 case museo che possono essere visitate; molte di esse sono state di proprietà di persone che hanno trovato la morte combattendo per il risorgimento bulgaro: tra queste spicca Kableshkov House (vedi foto), appartenuta a Todor Kableshkov, considerato un eroe rivoluzionario. Fu lui infatti che sparò il primo colpo nella rivolta del 1876 contro i turchi, quando venne catturato si tolse la vita. Nel museo c’è una mostra sulla rivolta di aprile. La casa museo considerata più bella è Oslekov House; essa venne costruita tra il 1853 e il 1856 da un ricco mercante. Per vedere queste case museo e altri monumenti storici, potete far capo alle varie agenzie che organizzano tour guidati alla scoperta delle attrazioni e dei monumenti storici. Se rimanete qualche giorno in più, non perdetevi un trekking nella gloriosa natura circostante; qui alcuni itinerari: https://koprivshtitsa-bg.com/bg/tourism/ekoturizum/marshruti.

Non partire senza aver imparato qualche vocabolo

Non partire senza aver imparato qualche vocabolo

I russi sono molto ospitali e comunicativi, stringere amicizia sul treno è una delle esperienze che aggiungono sapore al viaggio. Ma l’inglese non è molto diffuso, a volte c’è una sorta di passiva resistenza a imparare la lingua. Basterà però anche solo mostrare di conoscere poche parole russe che il ghiaccio sarà sciolto e con l’aiuto dei dispositivi elettronici e un po’ di mimica si riuscirà a condurre in porto una simpatica conversazione.

Non sbagliare l’organizzazione del viaggio

Non sbagliare l'organizzazione del viaggio

L’errore maggiore che potete compiere in questo viaggio è sostanzialmente legato all’organizzazione: è necessario stabilire prima quali sono i luoghi dove fare scalo, quanto tempo si vuole soggiornare e dopo prenotare i treni, facendo attenzione agli orari di partenza, ma soprattutto di arrivo del treno. Per alcune percorrenze può capitare che arriviate in città di notte; in questo caso dovreste contattare l’albergo per sapere se è possibile un check in notturno; inoltre in caso di arrivo dopo la mezzanotte, fate attenzione a non inserire nella prenotazione alberghiera la data del nuovo giorno, per non trovarvi in piena notte senza un alloggio. Negli alberghi si paga la giornata che va dall’ora del check in, in genere intorno alle 14,00, fino al check out – variabile tra le 10 e le 12 – del giorno successivo. La creazione del programma di viaggio della Transiberiana è quindi un puzzle che va incastrato con cura. Ci sono viaggiatori che partono senza acquistare i biglietti del treno, ma questo gusto dell’avventura è molto rischioso in alta stagione quando le prenotazioni sono tante e si rischia di non trovare posto. Un altro grosso handicap nell’acquisto dei biglietti direttamente nelle stazioni ferroviarie russe è la lingua. Non è raro trovare addetti alla biglietteria che non parlano inglese, soprattutto se non sono giovanissimi.

Vladivostok

Vladivostok

Costruita intorno a baie e collegata da ponti moderni, Vladivostok è diversa da qualsiasi altra città russa ed è l’ultimo stop della ferrovia Transiberiana. Alla fine di un viaggio così epico, questa vivace città di mare è un buon posto per rilassarsi per qualche giorno, respirare l’aria del Pacifico e andarsene in giro a caccia di attrazioni, che non mancano. Se poi si è degli ulissidi impenitenti, è anche una base per saltare su una nave diretta in Giappone o Corea. Anche le meraviglie paesaggistiche della Kamchatka sono a poche ore di aereo. Vladivostok nasce nel 1860 come base navale; oggi il suo porto è il più importante scalo russo sulla costa del Pacifico. La città ha goduto dello status di porto franco tra il 1862 e il 1909. Il commercio esente da dazi ha fornito un rapido sviluppo di Vladivostok e ha attirato capitali stranieri. Un ulteriore impulso alla trasformazione della città in un grande centro commerciale e industriale dell’Estremo Oriente avvenne con la costruzione della ferrovia transiberiana. Questo paese che diede i natali a Yul Brynner, ha parecchi assi da giocare: una bella posizione in collina, spiagge e baie, come Kungasny Beach e Luzarnaya Bay, dove in estate si può prendere il sole e bagnarsi nelle gelide acque dell’oceano. E una spiaggia particolare: la bizzarra Glass Beach. Discarica di vetro d’epoca sovietica, è stata trasformata dal mare in una spiaggia di “sassi di cristallo”, per la gioia degli instagrammer. Particolarmente scenografica e fotografata è la Baia del Corno d’Oro (così chiamata per la somiglianza con il porto di Istanbul), attraversata da enormi ponti sospesi. Tra le opere ingegneristiche c’è poi il lungo Ponte dell’isola Russkij che collega la città con l’omonima isola. Russkij è interessante da visitare: eccellenti spiagge, sentieri naturalistici e antichi forti abbandonati, risalenti al primo Novecento, tra cui il più famoso è la Fortezza di Prospelov. Per visitare questa e le altre numerose fortezze della città di Vladivostock è possibile partecipare ai tour organizzati: https://fortressvl.ru/news/raspisanie-ekskursij-iyul. Sull’isola c’è anche il Primorsky Oceanarium, un grande acquario che ospita esemplari che vivono nelle acque russe: dal mare di Bering al lago Baikal, fino alle distese aperte dell’oceano Pacifico; maggiori info qui: https://primocean.ru. Chi ama la natura può visitare l’interessante Orto Botanico della città (info qui) particolarmente bello in tarda primavera e all’inizio dell’estate, quando fioriscono peonie, iris e magnolie. L’identità culturale della città è nata da un crogiolo di culture e la cucina riflette queste interazioni.

A Vladivostok: si mangia bene
I piatti forti sono: borscht, zuppa di barbabietole, zrazy, polpette di patate ripiene di carne, shchi russi, zuppa di cavoli, plov asiatico, riso pilaf, e lagman, tagliatelle fatte a mano, pelmeni siberiano, gnocchi di carne, belyashi, tortini di carne fritti, e, data la ricchezza del Pacifico, piatti a base di pescato dalle ostriche, ai granchi, dai calamari ai polpi; anche le alghe (kelp) hanno un loro posto di tutto rispetto in questa cucina, come in tutte quelle dell’estremo Oriente.

Khabarovsk

Khabarovsk

Dopo centinaia di chilometri di steppa russa, Khabarovsk sorprende il viaggiatore della Transiberiana con la sua vivacità e il suo frizzante allure di città dell’estremo Oriente. Città russa solo da metà Ottocento, prima infatti Khabarovsk era un piccolo insediamento cinese e si chiamava Boli. La zona fin dal XII secolo apparteneva alla Cina Imperiale, poi col trattato di Aigun, nel 1858, l’intera area venne ceduta ai russi. I russi la ribattezzarono Chabarovsk, in onore dell’esploratore Erofej Chabarov che scoprì questi luoghi nel XVII secolo. La posizione assai scenografica lungo il fiume Amur, il centro storico ricco di bei palazzi del XIX secolo, i viali alberati, un grande parco e una spiaggia dove poter fare il bagno nel fiume, rendono questa città un vero gioiello da scoprire. Se ciò non bastasse, sappiate che la vita notturna è assai frizzante e la cucinafusion Russia Cina – ottima. Volendo è anche possibile fare un “giretto” in Cina senza visto – partecipando ad un tour organizzato; i traghetti fluviali collegano Khabarovsk a Fŭyuăn in 90 minuti. Un giro in città è d’obbligo per ammirare: Le case in legno e mattoni risalenti all’epoca della fondazione, alcune di esse sono state finemente restaurate. La scenografica piazza Komsomolskaya con l’alta Cattedrale della Santa Assunzione, costruita nel 2002 e il Monumento agli eroi dell’Estremo Oriente, che rappresenta un tributo agli eroi della guerra civile russa. Il monumento, eretto nel 1956, è alto 22 metri, porta in cima l’insegna sovietica della stella circondata da steli di grano. Dalla piazza raggiungere le altre attrazioni è facile, basta seguire i punti cardinali: in direzione sud c’è il fiume Amur e la grande spiaggia, molto frequentata in estate, mentre spostandosi verso est troverete Glory Square e la Cattedrale Spaso-Preobrazhensky. Chi volesse approfondire la cultura del luogo può visitare il polo museale regionale della città- https://hkm.ru/to-visitors/tseny.html – che comprende due edifici separati, uno di storia naturale ed etnologia e l’altro di archeologia; quest’ultimo custodisce alcuni preziosi petroglifi di Sikachi Alyan, un villaggio vicino alla città, famoso per le numerose incisioni rupestri. Tra i petroglifi di Sikachi-Alyan meglio conservati c’è un’incisione che raffigura un mammut; si ritiene che l’Estremo oriente russo sia stato uno degli ultimi habitat dei mammut prima della loro estinzione. Nel Museo di archeologia si possono altresì ammirare oggetti dell’Impero d’Oro del popolo Jurchen.

Consigli per gite fuori porta
A 48 km a sud-ovest della città, si trova la Bolshekhekhtsirsky State Natural Reserve (conosciuta anche come Big Khekhtsir) un luogo unico dove le liane del sud, le noci della Manciuria crescono fianco a fianco con le conifere sempreverdi. Occasionalmente si possono osservare orsi, volpi, lupi, alci e tigri. Per visitarla è possibile partecipare a un tour con partenza dalla città: https://portbaikal.com/en/russia/russia-sights/excursions-in-khabarovsk/item/217-excursion-to-the-khekhtsir-nature-reserve-4-hours. I cinefili saranno contenti di sapere che parte del film Dersu Uzala di Akira Kurosawa è stata ambientata a Khabarovsk. Se invece volete un quadro della città al tramonto dell’impero sovietico, potete leggere il libro-reportage di Tiziano Terzani scritto nel 1991 “Buonanotte, Signor Lenin”, che scrive: “A vederla dall’alto della mia finestra sull’Amur, Habarovsk, con le sue luci, le sue navi alla rada, la sagoma elegante dei tetti verdi di rame, sembra una città […]
ferma nella bellezza senza tempo del fiume.
Eppure so che fra quelle luci, quelle strade, anche questa, come tutte quelle che ho visto finora, è una città di tombini scoperchiati, di buche non riempite, di rifiuti, di rottami e soprattutto di gente delusa, affaticata e spenta
”.

Chita

Chita

Chita è una delle città meno turistiche della Siberia orientale, e questo è già un ottimo motivo per visitarla. I simboli sovietici abbelliscono tuttora le facciate staliniste, una serie di vecchie case di legno sono ancora in piedi lungo strade dritte come frecce, in Odora Park of Culture ci sono carri armati in mostra. Ma ciò che rende Chita particolarmente interessante sono gli echi del capitolo decabrista che risuonano ancora nella geografia e nella storia della città. All’inizio del 1827, 85 decabristi, partecipanti alla rivolta contro l’autocrazia in Piazza del Senato a San Pietroburgo, furono esiliati a Chita, che a quel tempo contava solo 300 residenti e una manciata di case. Questi prigionieri politici ebbero un grande impatto sullo sviluppo urbanistico e culturale di Chita. Ad esempio si deve a un decabrista, Peter Falenberg, la bella pianta geometrica della città. E qui visse, ben oltre il periodo dell’esilio, Dmitry Zavalishin, autore di Notes of a Decembrist, che contiene preziose informazioni sulla vita dei Decembristi in Siberia. Tra i posti da vedere in città non può mancare quindi l’ex Chiesa di San Michele Arcangelo, in Dekabristov Street, conosciuta come Chiesa dei Decabristi. Costruito nel 1776, è l’edificio più antico di Chita, uno splendido esempio di architettura in legno, bella nella sua semplicità. La chiesa venne chiusa durante la rivoluzione del 1917 e cadde in rovina. Dopo il restauro, durato più di 10 anni, nell’ex chiesa sono stati collocati reperti museali dedicati alla vita in esilio dei partecipanti alla rivolta del dicembre del 1825. Invece per ammirare un edificio “importante”, è necessario raggiungere via Lenina, dove Palazzo Shumovsky colpisce il passante con la sua civettuola facciata rosa cipria, le paraste bianche, gli stucchi ornamentali. È un palazzo sontuoso, che gronda ricchezza, infatti i proprietari, fratelli Shumov, possedevano delle miniere d’oro. L’interno non è da meno, con pavimenti in marmo, pitture parietali, scalinate in ferro battuto. Chi volesse approfondire la conoscenza del territorio, può visitare: il Museo Zabaykalsky, in via Babushkina, 113, uno dei più antichi musei della Siberia. In mostra 190 mila oggetti di archeologia ed etnografia che forniscono uno spaccato sull’antica cultura degli abitanti della Transbaikalia, l’economia, la religione, l’arte degli indigeni e dei russi. E il Museo geologico di Chita, in via Gorky Street, 28. Una raccolta di oltre 20 mila campioni di vari minerali che si trovano nel territorio della Transbajkalia, comprese rocce contenenti oro, argento e pietre preziose. Di particolare interesse la collezione di opere d’arte realizzate con pietre semipreziose e metalli preziosi. Chiudiamo la lista delle cose da vedere in città con un luogo sacro: la Cattedrale di Kazan, in Via Butina, 6. È la principale chiesa ortodossa di Chita, costruita in pietra bianca in un fulgido stile Vladimir-Suzdal.

Ulan Ude

Ulan Ude

Ulan-Ude, capitale della Repubblica della Buriazia, è una delle città più antiche e più grandi della Siberia. Si trova alla confluenza dei fiumi Selenga e Uda, ed è circondata dalle catene montuose Khamar-Daban e Ulan-Burgas. Fondata come fortezza dai cosacchi, la città divenne una tappa importante sulla rotta delle carovane del tè dalla Cina attraverso Kyakhta. Durante il regime sovietico, in quanto base di impianti militari segreti, è stata una città chiusa. Solo dagli anni ‘90 è possibile visitarla. Ulan Ude è vicina al confine con la Mongolia, ha quindi una cultura fortemente asiatica oltre a essere il più importante centro del buddismo in Russia. Per la sua particolare atmosfera culturale, per la ricchezza di monumenti e per l’incantevole natura che la circonda, Ulan Ude oggi ha sviluppato una forte vocazione turistica. Il monumento più fotografato della città è la testa di Lenin. È la più ipertrofica tra le innumerevoli sculture del leader sovietico disseminate in Russia; alta otto metri e pesante 42 tonnellate, la grande testa fu commissionata nel 1971 in occasione del centenario della nascita di Lenin. Ecco una lista di cose da vedere e luoghi da visitare in città:

Ivolginsky Datsan
Fondato nel 1945, l’Ivolginsky Datsan è il più grande complesso buddista in Russia, celebre luogo di pellegrinaggio. È diventato il primo tempio buddista funzionante in Russia, dopo che il divieto dei riti religiosi buddisti è stato revocato. Attualmente è la residenza di due lama Khambo. Vista l’importanza del complesso potrebbe essere interessante partecipare a una visita guidata: https://ivolgdatsan.ru/about/exursions

Ulitsa Sobornaya, il centro storico di Ulan Ude
Una passeggiata lungo questa strada pedonale, che inizia con la Cattedrale di Odigitria, per ammirare la tipica architettura in pizzo di legno della vecchia città mercantile tra cui spicca la casa della mercante Chernyk. In epoca sovietica Sobornaya Street fu ribattezzata in onore del cantante d’opera L. Linkhovoin e vi venne costruito l’edificio dell’NKVD di Buriazia. Nonostante molti cambiamenti, la strada ha mantenuto il suo fascino inalterato.

Da vedere fuori città: Il Museo Etnografico
Situato a 8 km di distanza da Ulan-Ude, il Museo Etnografico è uno dei più grandi musei all’aperto in Russia, copre 37 ettari e comprende sette complessi. In mostra tombe e oggetti di uso quotidiano degli Evenki, i primi coloni della regione, e i caratteristici ger dei cosacchi Buryat costruiti in legno e feltro. Non lasciate Ulan Ude senza aver gustato la sua cucina: spazia dalla tradizione russa, mongola e asiatica. Il ristorante Tengis – tra i più raffinati in città, ma anche piuttosto caro – è famoso per il suo piatto d’autore creato appositamente per Vladimir Putin, il pesce Baikal ripieno di funghi porcini e pinoli: https://tengis.ru/#about

Lago Bajkal

Lago Bajkal

Sono molti i viaggiatori che affrontano la Transiberiana solo per giungere sulle sponde del lago più profondo del mondo: il lago Bajkalhttps://whc.unesco.org/en/list/754 – che nel punto più abissale misura 1637 metri. Non sono soltanto le sue caratteristiche fisiche – la bellezza del luogo, il patrimonio naturalistico – ad attrarre qui ogni anno milioni di persone. Sembra infatti che questa superficie di acqua dolce, grande quanto il Belgio31.500 chilometri quadrati – sia anche un campo energetico, un lago sacro, dal miracoloso potere vivificante. Almeno così lo percepiscono i buriati, una delle tribù mongole della Siberia, che vive nella regione e pratica lo sciamanesimo. Bajkal è un mago, un guaritore fluido, non a caso il nome del lago in buriato è Dalai-Nor: Mare sacro.

Come arrivare al lago di Bajkal?
Raggiungendo la pittoresca località di Listvyanka, che si trova a 70 km da Irkutsk, in “marshrutka”, la tipica corriera russa, con il taxi (contrattate il prezzo prima della partenza) o noleggiando un’auto ad Irkutsk;, quest’ultima è la soluzione migliore per chi ha intenzione di rimanere più giorni sul lago e girare un po’ alla scoperta delle sue bellezze naturali e paesaggistiche. Se decidete di giungere qui in inverno, stagione che ha il suo grande fascino, sappiate che è necessaria una vettura a trazione integrale 4×4, alta da terra e una certa esperienza nel guidare su terreni ghiacciati. Da Listvyanka si possono fare gite in barca sul lago alla scoperta dell’isola di Ogojè e delle baie di Peschanaya e Babushka – i tour durano di mezza giornata. Se Listvyanka è il posto più facilmente raggiungibile da Irkutsk, l’isola di Olkhon, distante oltre cinque ore di auto dalla città, è il più affascinante. Lunga 70 km, è uno dei punti più mistici del lago. Qui il Capo Burchan, più famoso come “roccia dello sciamano”, qui i pilastri di preghiera “Sergee”, entrambi tra i più celebri luoghi sacri per lo sciamanesimo. Il paese principale dell’isola è Khuzhir; offre sia alberghi confortevoli che guest house più spartane. La guida Lonley Planet definisce unlovely il villaggio di Khuzhir, cresciuto disordinatamente a causa della rapida ascesa turistica che si è verificata negli ultimi 15 anni; nonostante ciò esso resta il posto più comodo dove fare base, e da cui partire per dei tour organizzati alla scoperta dell’isola: https://baikaler.com/olkhon-3-day-tour.

Irkutsk

Irkutsk

Fermata ineludibile della Transiberiana, Irkutsk, si trova vicino ai fiumi Angara, Irkut e Ushakovka, e a 66 km a ovest del lago Baikal. La maggior parte dei turisti la sceglie come stop per poi proseguire verso il celeberrimo Baikal. Ma la città, con la sua architettura del XIX secolo, le pittoresche casette di legno, le numerose chiese e non ultimo i deliziosi ristoranti, merita di essere considerata un po’ più che un punto di passaggio per il Baijkal. Ha tutti i numeri per uno stop più approfondito. Cosa vedere: iniziamo dal luogo d‘arrivo: la stazione ferroviaria di Irkutsk. Venne costruita nel 1898, quando in città arrivò il primo treno; da allora è stata più volte ricostruita e modernizzata, conservando però intatto il suo stile originale. Passiamo poi nella zona storica di Irkutsk Sloboda per ammirare le case in legno del XVIII – XIX secolo. Alcuni di questi edifici ospitano dei musei; ad esempio la casa di Zatoplyaev è un museo della ferrovia siberiana. Nel quartiere c’è anche il complesso didattico Noosphere che comprende un planetario, un museo e un ampio osservatorio dotato di un telescopio. Irkutsk Sloboda è inoltre il posto migliore dove mangiare in città, tanti i ristoranti e varie le cucine, oltre alle bontà russo/siberiane, si va dalla vietnamita all’italiana, se proprio non si vuole rinunciare ai sapori di casa. In città sono molte le chiese e i luoghi sacri da visitare: la Chiesa del Salvatore – maggiori info qui: http://vstlg.ru/places/spasskaya_tserkov-_irkutsk– è la chiesa più antica della Siberia orientale, costruita nel 1706. L’edificio è sopravvissuto a inondazioni, terremoti e incendi. È famoso non solo per la sua storia, ma anche per i dipinti realizzati nel XIX secolo che decorano l’esterno del tempio. Il monastero Znamensky, costruito nel 1762, in stile barocco siberiano. All’interno si possono ammirare un’iconostasi imponente e un sarcofago d’oro che contiene le reliquie miracolose del missionario siberiano Sant’Inokent. In passato qui venivano esiliati i Decabristi con le loro famiglie. Oggi il Monastero Znamensky è un luogo di pellegrinaggio e una delle principali attrazioni turistiche della città. https://www.sputnik8.com/ru/irkutsk/sights/znamenskiy-monastir/info. La colorata chiesa di Kazan che sembra un po’ un palazzo delle favole. La cattedrale dell’Epifania, http://epiphany.cerkov.ru, decorata anche esternamente con coloratissime immagini di santi, è una combinazione insolita di stile neoclassico e barocco siberiano. L’interno è stupefacente: un trionfo di santi dipinti su mura e una splendida iconostasi. Gli amanti dell’arte apprezzeranno poi l’Irkutsk Art Museum, che contiene circa 20.000 capolavori d’arte e la Bronshteyn Gallery, una grande collezione privata di arte contemporanea che comprende circa 1500 opere d’arte, tra dipinti, sculture e grafica. Da non perdere: il mercato che è uno dei grandi in Siberia. Qui troverete di tutto di più dal miele, ai frutti di bosco, dalle spezie al cibo locale, dai cappelli russi ai souvenir, una mecca per lo shopping.