Fabriano

Fabriano

In apertura abbiamo acennato al fatto che molte località marchigiane – a parte, ovviamente, gli insediamenti costieri – si sono aperte al turismo solo in anni recenti. Fabriano è forse l’esempio più vistoso di questa novità. Per secoli, infatti, questa città di circa 30.000 anime, poco distante dal confine umbro, ha vissuto grazie alla sua industria cartaria (da cui il riconoscimento, nel 2013, di Città Creativa Unesco) a cui, nel corso del ‘900, si è aggiunta la produzione di elettrodomestici dello storico marchio Merloni. Poi, però, le cose sono cambiate e le crisi industriali hanno colpito anche questo territorio, obbligando la comunità a ripensarsi in chiave turistica. Paradossalmente, infatti, la secolare vocazione industriale ha contribuito a preservare il centro storico medievale in cui sono concentrate tutte le principali attrazioni, con l’unica eccezione delle spettacolari Grotte di Frasassi distanti una ventina di chilometri. Da vedere, en passant, segnaliamo: il Museo della Carta e della Filigrana; la Cattedrale di San Venanzio; la Pinacoteca Civica e la Chiesa di San Domenico. Tutti questi punti di interesse, insieme agli altri qui non menzionati si trovano attorno – o comunque poco lontano -, Piazza del Comune, cuore pulsante di Fabriano da cui immancabilmente comincia la visita della città. Da vedere!

San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto

Tranne che per un rapido cenno alla Riviera del Conero, il nostro racconto delle Marche finora ha trascurato la dimensione turistico-balneare della regione. Dimensione a cui San Benedetto del Tronto ha dato – e tuttora dà – un grandissimo contributo. Le fortune turistiche della località, infatti, risalgono addirittura a fine ‘800 e, se da un lato, questo ha consentito al territorio di diventare una meta internazionale, dall’altro avrebbe potuto portare a un suo rapido declino, considerando la velocità con cui il turismo può consumare le risorse paesaggistico-ambientali. Invece, per fortuna, le cose non sono andate così e la costante cura della città ha consentito il mantenimento di un elevato indice di gradimento. Gradimento che ovviamente passa anche dalla qualità dei servizi: spiagge sicure; mare pulito; varietà ricettiva; tradizione marinara (San Benedetto è il porto peschereccio più importante dell’Adriatico) e ampissma offerta di svago. Quanto alle cose da vedere, segnaliamo il famoso lungomare, in gran parte ciclabile e disseminato di palme (San Benedetto è il capoluogo della cd. “Riviera delle Palme”), e soprattutto la parte alta della città che ha conservato intatte atmosfera e impianto urbanistico del piccolo borgo medievale. Infine, doverosa menzione per la suggestiva Riserva Naturale Sentina, area protetta di circa 180 ettari, tutta interna al comune di San Benedetto del Tronto, ideale per gli appassionati di birdwatching.        

Fermo

Fermo

La visita di Fermo potrebbe essere inclusa in un tour alla scoperta delle opere ingegneristische realizzate dai romani per l’approvigionamento idrico. Un tour delle cisterne romane per l’appunto, da Istanbul fino al cuore delle Marche, magari passando per la Piscina Mirabilis di Bacoli, vicino Pozzuoli. Suggestioni turistiche a parte, la cisterna romana di Fermo (vd. foto) è uno dei motivi per cui vale la pena visitare la città marchigiana. Gli altri, en passant, sono: Piazza del Popolo; l’adiacente Palazzo dei Priori con la sua Pinacoteca Civica e la stupenda Sala del Mappamondo, e infine il Piazzale del Grifalco che, oltre per la sua panoramicità – è il punto più alto di Fermo con la vista che spazia dalla costa fino al Parco dei Monti Sibillini -, ospita alla sua estremità orientale la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Da vedere!    

Recanati

Recanati

Ci sono località che diventano attrazioni turistiche grazie al cinema e altre, come Recanati, che lo diventano invece grazie alla poesia. Questa cittadina in provincia di Macerata, infatti, ha dato i natali a Giacomo Leopardi (1798 -1837), il più grande poeta italiano del XIX secolo. Tutto in città racconta dell’uomo: a cominciare dalla casa natia, un palazzotto tuttora abitato dagli eredi dove, costretto da gravi problemi di salute che lo colpirono fin dalla giovane età, Leopardi trascorse gran parte della sua giovinezza con l’unico conforto della fornitissima biblioteca paterna. Sono gli anni della formazione, degli studi “matti e disperatissimi” da cui scaturirono capolavori poetici come “Il Sabato del villaggio” e “A Silvia“. Oltre Casa Leopardi e l’omonima piazza (Piazza Leopardi), la visita di Recanati passa dalle chiese: la Chiesa di Sant’Anna, con la riproduzione della Santa Casa di Loreto; la Cattedrale di San Flaviano, famosa per il soffitto cassettonato di impronta barocca; la Chiesa di San Domenico, celebre per la tela di Lorenzo Lotto, San Vincenzo Ferrer in gloria. In verità, non è l’unico dipinto del Lotto presente a Recanati. Nel Museo di Villa Colloredo ce ne sono altri, tra cui una singolarissima Annunciazione, famosa per la presenza di un gatto domestico al centro della scena. In ultimo, ma non per ultimo, segnaliamo altri due musei: la Torre del Borgo, sempre in Piazza Leopardi, al cui interno è allestito il museo civico cittadino (MUREC), e il Museo Beniamino Gigli dedicato al grande tenore e attore italiano (1890 – 1957) che pure tanto lustro ha dato alla piccola Recanati. Da vedere!   

Fano

Fano

Torniamo sulla costa. Per la precisione a Fano, graziosa città in provincia di Pesaro-Urbino, di cui tratteremo separatamente nei prossimi due paragrafi. Fano, dicevamo, nel panorama turistico delle Marche è una destinazione secondaria. Certamente, dal punto di vista balneare ha meno appeal della Riviera del Conero, della Riviera delle Palme, oppure, poco più su, della stessa Pesaro. E anche come città d’arte, pur disponendo di molte frecce al suo arco, è meno famosa rispetto ad altre località marchigiane. Eppure, è proprio questo profilo basso ad affascinare sempre più turisti, soprattutto quelli desiderosi di scoprire territori meno battuti e per questo più autentici. Fano, da questo punto di vista, non delude. Dallo spettacolare Arco di Augusto, alle numerose chiese – tra le tante segnaliamo la Chiesa sconsacrata di San Francesco – fino ad arrivare alla centralissima Piazza XX Settembre, dove è ubicato anche il Teatro della Fortuna, di cose da fare e vedere a Fano ce ne sono davvero tante. Al riguardo, guai a dimenticare il Carnevale cittadino, secondo diverse fonti addirittura il più antico d’Italia. Di sicuro, un evento tradizionale a cui i fanesi tengono moltissimo, dedicando tempo e risorse alla costruzione dei carri allegorici che attraversano la città. 

Ascoli Piceno

Ascoli Piceno

La visita di Ascoli Piceno parte dalle sue due principali piazze: Piazza Arringo e Piazza del Popolo. La prima è il cuore politico e religioso della città: è in Piazza Arringo, infatti, che sono ubicati il comune, la cui sede è lo storico Palazzo dell’Arengo, e il Duomo intitolato a Sant’Emidio. Piazza del Popolo, invece, è il salotto buono di Ascoli: la pavimentazione e il colonnato dei portici tutt’attorno sono stati realizzati in travertino bianco con un effetto marmoreo che, specie dopo la pioggia, conferisce una luce sui generis a tutti i duemilacinquecento metri di superficie della piazza. Da vedere, il Palazzo dei Capitani del Popolo e la vicina Chiesa di San Francesco. Piazza del Popolo, inoltre, è presente in tutte le liste con le piazze più belle d’Italia e secondo molti esteticamente se la gioca addirittura con la veneziana San Marco e la senese Piazza del Campo. Al fascino contribuisce anche la presenza del famosissimo Caffè Meletti. Un bar storico, attivo dagli inizi del ‘900, dall’inconfondibile stile liberty, ai cui tavolini hanno seduto diversi artisti. Solo per ricordarne due: Ernst Hemingway e Renato Guttuso. Le classifiche, si sa, però contano fino a un certo punto, tanto più nel caso di Ascoli, dove anche il resto della città, a partire dall’intricato sistema di vicoli che disegnano il centro storico (le Rue) merita una visita. Menzione speciale, infine, per la gastronomia: le olive ascolane, la cui fama ormai travalica i confini nazionali, una volta in città vanno assolutamente assaggiate. Provare per credere!

Macerata

Macerata

Come Jesi, anche la visita di Macerata passa da musei, chiese, teatri e antichi palazzi nobiliari. Il grosso della vita cittadina, compresa quella notturna, ruota attorno a Piazza della Libertà. È in questa piazza, infatti, che si affacciano quasi tutti gli edifici più importanti della città. Segnaliamo, tra gli altri: l’Università, una delle più antiche d’Europa; la Torre dell’Orologio, che coi suoi sessanta e passa metri domina lo sky line cittadino; e il Teatro intitolato al compositore locale Lauro Rossi. Non è finita, perché meritano assolutamente una visita i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi: il Museo della Carrozza, con una collezione di vetture del XVIII e XIX secolo; l’Antica Pinacoteca; la Galleria dell’Eneide; e soprattutto il 900Buonaccorsi, sezione di arte moderna con diverse testimonianze della bella e controversa stagione del Futurismo che agli inizi del XX secolo influenzò in maniera significativa l’arte e la cultura italiana. Guai a non includere in questa carrellata lo Sferisterio, l’arena a ridosso del centro storico che durante il periodo estivo si trasforma in un meraviglioso teatro lirico all’aperto. Macerata, però, ha anche un’anima popolare, la cui principale testimonianza è rappresentata dall’Antico Lavatoio all’esterno delle mura cittadine dove un tempo il popolo si radunava a lavare e asciugare i panni. Da vedere! 

Jesi

Jesi

Città esemplare Unesco per l’ottimo stato di conservazione dell’impianto urbanistico del nucleo storico (in particolare la cinta muraria), Jesi è la seconda tappa del nostro tour delle Marche. La città, a circa 30 chilometri da Ancona, ha dato i natali a diversi personaggi illustri: dall’imperatore Federico II di Svevia, nel 1194, al compositore Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710. Pochi indizi che però già suggeriscono qual è il tipo di turismo prevalente in città: un turismo culturale che ruota attorno alla visita di palazzi, chiese e musei perlopiù concentrati attorno alle due piazze principali: Piazza Federico II, dove sorge la cattedrale tardo-barocca intitolata a San Settimio e Piazza della Repubblica dove invece sorge il maestoso teatro cittadino intitolato al Pergolesi. Fuori dalle mura, merita una visita la chiesa di San Marco, abbarbicata sulla collina a ovest di Piazza Federico II. Non è finita, perché Jesi è famosa anche per la sua enogastronomia: in particolare per il Verdicchio, vino pluripremiato dalla critica enologica nazionale e internazionale. Infine una curiosità: Jesi è anche la città natale di diversi campioni dello sport: dalla schermitrice Valentina Vezzali, al giocatore e allenatore di calcio Roberto Mancini. Da vedere!    

Ancona

Ancona

Più che per il numero di abitanti (circa 100.000) o per il fatto di essere capoluogo di regione, la scelta di cominciare il nostro racconto da Ancona è legata all’importanza storica del territorio, che nei secoli ha vissuto molteplici dominazioni, e alla strategicità dei trasporti, sia terrestri che marittimi. È soprattutto grazie a questi ultimi, infatti, che la città vanta l’appellativo di “Porta d’Oriente” a rimarcare il profondo legame con l’altra sponda dell’Adriatico e col bacino del Mediterraneo orientale, in particolare con la Grecia. Un legame che oltre ad aver influenzato storia, cultura e architettura cittadine, a tutt’oggi rappresenta una risorsa economica fondamentale sia in ambito commerciale che turistico. Insomma, è attorno al porto di Ancona che si svolge il grosso della vita economica e sociale della città, ed è sempre attorno al porto – o comunque non lontano da esso – che si trovano i principali monumenti e luoghi di interesse. A cominciare da Piazza del Plebiscito, cuore della movida cittadina, proseguendo poi per le chiese di San Domenico e San Ciriaco (la Cattedrale), quest’ultima in cima al colle Guasco che domina la città. Menzione speciale per la Loggia dei Mercanti, il palazzo più affascinante di Ancona, compendio perfetto delle molteplici influenze culturali che secolarmente hanno attraversato il territorio. A disegnarne la facciata, nel 1451, fu Juraj Dalmatinac (in italiano, Giorgio Orsini da Sebenico), scultore e architetto dalmata molto noto sulle due sponde dell’Adriatico. Non è finita, perché Ancona vuol dire anche Parco del Conero, area naturale protetta che attraversa pure i comuni limitrofi di Camerano, Numana e Sirolo, regalando scenari incantevoli tra spiagge (vedi immagine di copertina) e itinerari escursionistici.

Occhio al prezzo del pesce

Occhio al prezzo del pesce

Quella dell’Algarve è prevalentemente una cucina marinara. Il pesce fresco però costa abbastanza caro e, soprattutto, il prezzo varia a seconda del peso. Perciò conviene fare attenzione a quanto scritto nei menù e concordare col cameriere la pezzatura del pesce, del mollusco o del crostaceo scelto.   

Ignorare i segnali di pericolo

Ignorare i segnali di pericolo

Le coste dell’Algarve da sempre fanno i conti con l’erosione marina. Un processo naturale inarrestabile che nella stragrande maggioranza dei casi regala scenari da sogno come nel caso della Grotta di Benagil ma a cui bisogna prestare la giusta attenzione, tenendo in debita considerazione i cartelli di caduta massi e altri segnali di pericolo eventualmente presenti. L’accortenza vale sia quando si è in spiaggia che quando ci si cimenta con uno dei tanti itinerari escursionistici percorribili in lungo e largo per la regione.

Sport e attività outdoor

Sport e attività outdoor

L’Algarve è decisamente un territorio per sportivi. In questa regione gli amanti del golf trovano numerosi campi per dare sfogo alla loro passione. L’aspetto più interessante dei campi da golf disseminati dall’estremità orientale a quella occidentale dell’Algarve è che il loro disegno, giocoforza, asseconda la diversità del paesaggio da un versante all’altro. Perciò quelli del Sotavento, versante orientale della regione, sono più pianeggianti, mentre quelli del Barlavento, a ovest, scavallano le alte falesie che disegnano la costa. Nell’impossibilità di elencare tutti i campi da golf presenti nell’Algarve, ricordando, inoltre, che è tutto il Portogallo a esserne pieno, qui ne segnaliamo due tra i più famosi: il Royal Golf Course, a Vale do Lobo, circa 30 chilometri da Faro, e il Penina Hotel & Golf Resort nei pressi di Portimão. Non solo golf. In più occasioni abbiamo ricordato quanto l’Algarve sia una regione adatta per gli amanti degli sport acquatici, in particolare gli appassionati di surf e kitesurf. E proprio le spiagge del versante occidentale, tra cui, come detto, quelle nei pressi di Cabo de São Vicente radunano molti surfisti. In realtà anche qui, a essere adatta ai surfisti è tutta la costa occidentale del Portogallo. Basti ricordare le onde giganti di Nazaré che richiamano appassionati da ogni parte del mondo. In questa panoramica, non può mancare un riferimento al trekking. L’Algarve, infatti, regala escursioni meravigliose (molte percorribili anche in mountain bike), attorno alle quali nel tempo è fiorito uno specifico segmento turistico. Ricordiamo qui la famosissima Via Vicentina (in portoghese Rota Vicentina) itinerario escursionistico di oltre 200 chilometri che termina, anche questo, a Cabo de São Vicente. Da non perdere!

Cabo de São Vicente

Cabo de São Vicente

Il nostro tour alla scoperta dell’Algarve finisce a Cabo de São Vicente, gigantesco faro all’estremità sud-occidentale del Portogallo. A dispetto della conformazione del territorio, decisamente più frastagliato rispetto al resto della regione, Cabo de São Vicente richiama moltissimi visitatori, giustamente attratti dalla spettacolarità del sito, a picco sull’Oceano Atlantico. Un luogo evocativo, carico di suggestioni letterarie ma, va da sé, anche fondamentale per la navigazione tanto che la località è conosciuta fin dall’epoca romana. A Cabo de São Vicente si arriva agevolmente da Sagres, paesino di pochi migliaia di abitanti distante circa 5 chilometri. Nonostante le dimensioni ridotte, Sagres è una località molto popolare in Portogallo, sia perché dà il nome a una famosa birra nazionale (prodotta nei pressi di Lisbona) che per essere una delle mete preferite dagli amanti del surf e del kitesurf. Da non perdere!

Silves

Silves

Prima di dirigerci all’estremità della costa occidentale dell’Algarve vale la pena fare un salto nell’entroterra della regione per andare alla scoperta di Silves (Xelb), l’antica capitale del regno islamico di Al Gharb. Secondo autorevoli fonti storiche, tra l’XI e il XII secolo, Silves era più importante di Lisbona; per gli interessi della dinastia almohade addirittura pari a Granada. Purtroppo, però, in Portogallo, diversamente da quanto avvenuto in Spagna, non è rimasto molto delle antica vestigia arabe. La Reconquista cristiana da queste parti è stata meno indulgente nei confronti dell’architettura e dell’urbanistica moresche, senza trascurare l’impatto, in termini di macerie, provocato del sisma del 1755 che interessò gran parte del Portogallo. Proprio in virtù del poco rimasto, la visita di Silves assume un significato storico rilevante. Dal Castello che domina la città, passando per il Museo archeologico, senza dimenticare le chiese, in special modo la (la Cattedrale) e la Igreja da Misericordia, Silves offre un interessante spaccato storico-culturale con numerose testimonianze sia di età moresca, a cominciare dal largo utilizzo dell’arenaria rossa nella costruzione degli edifici più antichi, che tracce delle epoche successive: dal gotico portoghese, il già richiamato stile manuelino, fino al barocco. Da vedere, se ce n’è modo, anche la vicina Loulé, distante circa 50 chilometri, famosa per il suo mercato coperto (Mercado municipal de Loulé) dalle forme arabeggianti.

Lagos

Lagos

Come tutte le altre località dell’Algarve fin qui incontrate anche le fortune turistiche di Lagos passano dal suo paesaggio costiero. Le spiagge di Meia Praia, Batata, Pinhão, Dona Ana, Camillo, fino alla famosissima Ponta da Piedade, spiegano da sole il fascino di questa città, la più importante del Barlavento occidentale. Ponta da Piedade, in particolare, merita una menzione speciale: si tratta di una stupenda formazione rocciosa, tutta grotte, faraglioni e insenature nascoste, che è preferibile ammirare da mare. Durante la stagione turistica le escursioni marittime partono giornalmente da Forte Ponta da Bandieira, l’antica fortezza del porto costruita per proteggere la città dalle incursioni piratesche. Un indizio che svela l’importanza di Lagos anche dal punto di vista storico-culturale. Per rendersene conto bisogna visitare il Museu Municipal Dr.José Formosinho che espone una gran quantità di reperti di età neolitica, romana e islamica e, soprattutto, l’annessa (al museo) Igreja de Santo Antonio, unanimente considerata la chiesa più sfarzosa dell’Algarve.