Portimão

Portimão

Se per caso doveste imbattervi in giudizi poco lusinghieri su Portimão non dategli retta, perlomeno non del tutto. È vero, infatti, che a prima vista la città non fa una grande impressione, tuttavia basta visitare il quartiere costiero, lungo cui si dipana Praia da Rocha, per maturare un’opinione più equilibrata. Praia da Rocha è una delle spiagge più famose dell’Algarve. La sua immagine è presente ovunque sul web e spesso campeggia sui poster che promuovono la regione nelle fiere turistiche in giro per il mondo. Ovviamente, com’è destino di molte località balneari, la popolarità ottenuta grazie al turismo oltre che benefici ha portato pure disfunzioni, spesso legate a un’edilizia incontrollata e non sempre di ottima fattura. Detto questo, però, i vantaggi sono stati molti di più: dal traffico crocieristico – quasi tutte le navi da crociera che navigano le acque del Portogallo meridionale attraccano a Portimão -, all’indotto di bar, locali notturni e ristoranti. E, a proposito di questi ultimi, vale la pena fare un salto a Portimão anche solo per assaggiare la sardina alla brace (in portoghese, sardinha assada), fiore all’occhiello della gastronomia locale a cui è dedicato addirittura un festival che si tiene nel mese di agosto. Del resto, anche a Portimão l’industria conserviera è un asset economico di una certa rilevanza, tant’è che il Museo Civico cittadino è ospitato in una vecchia fabbrica per l’inscatolamento del pesce. Da Portimão, inoltre, durante il periodo estivo partono i tour in barca per la Grotta di Benagil, anfratto “scoperto”  – l’erosione congiunta di mare e vento ha bucato la volta permettendo l’ingresso del sole – al cui interno c’è una spettacolare spiaggia di 100 metri circa. Da vedere, infine, i due paesini di Carvoeiro e Ferragumo, rispettivamente a 5 e 10 chilometri di distanza da Portimão. Specie quest’ultimo, ha conservato la struttura del villaggio di pescatori e perciò costituisce un interessante contrasto col lungomare di Praia da Rocha.  

Albufeira

Albufeira

Con Albufeira arriviamo nel cuore dell’Algarve, a metà strada tra i paesi e le cittadine dl “Barlavento“, com’è chiamata la costa occidentale (di cui Albufeira fa parte), e le località di “Sotavento” su cui finora ci siamo soffermati. Ed è proprio la posizione strategica ad aver contribuito alle fortune turistiche di questa città, negli anni assurta a punto di partenza ideale per andare alla scoperta della regione. Tuttavia, proprio in virtù della sua centralità, Albufeira, specie durante il periodo estivo, risulta particolarmente affollata facendo storcere il naso a chi, invece, da un soggiorno in Algarve desidera tranquillità e paesaggi più o meno incontaminati. Tutto sta, però, nel sapersi organizzare magari scegliendo Albufeira per la variegata offerta ricettiva e la frizzante vita notturna (segnaliamo la leggendaria “Strip“, la strada della movida cittadina) per poi, da lì, come detto, andare alla scoperta di tutto quanto c’è dei dintorni. In primis, le sue spiagge, da cui deriva l’altra parte della popolarità del territorio. Segnaliamo a riguardo: Praia dos Pescadores e Praia do Peneco, entrambe in città, e soprattutto, la stupenda Praia da Falesia distante appena una decina di chilometri. Da non perdere!          

Faro

Faro

In molte guide sull’Algarve, Faro viene indicata come la prima località da vedere in regione, sia perché ne è il capoluogo che, soprattutto, per la presenza dell’aeroporto. Di suo è una tranquilla città di medie dimensioni, poco più di 40.000 abitanti, a cui non manca nulla: università, negozi, qualche industria e un po’ di turismo concentrato perlopiù nel centro storico. A meritare una visita sono principalmente le chiese. In particolare la Cattedrale, la Sé de Faro, che dalla sua torre campanaria regala una magnifica vista sulla città vecchia. Restando in tema di chiese ce n’è un’altra che merita assolutamente una visita e si trova ad Almancil, una quindicina di chilometri da Faro. Parliamo della barocca Igreja de São Lourenço (trad. “Chiesa di San Lorenzo”), stupenda testimonianza dell’arte azuleja portoghese. Da vedere!

Olhão

Olhão

In apertura abbiamo accennato all’importanza della pesca nell’economia dell’Algarve. Olhão, sotto questo aspetto, offre una testimonianza preziosa, e non solo dal punto di vista storico. Anzi, visitando il mercato coperto, a pochi metri dal porto, ci si rende conto di quanta parte della popolazione viva ancora dei proventi della pesca. E questo, si badi, senza estendere il discorso alle fabbriche locali impegnate nella trasformazione del pescato, dal tonno sott’olio alle acciughe sotto sale. Ulteriore prova di questa secolare vocazione marinara, sono le due isolette di Armona e Culatra a pochi minuti di navigazione dal porto di Olhão. Oltre che per le loro spiagge paradisiache, il fascino esotico di queste isole è legato alla sparuta presenza di pescatori locali, immersi in una quotidianità lontanissima dai ritmi in costante accellerazione della modernità. Naturalmente, stante queste premesse, a Olhão (isole comprese) si mangia benissimo ed è l’altro motivo, insieme alla mitezza del clima, per cui inglesi, francesi, tedeschiitaliani stanno scoprendo turisticamente la città e i suoi dintorni. Molti pensionati, attratti dalle agevolazioni fiscali concesse dal governo portoghese, stanno addirittura venendo a viverci. Una soluzione, quest’ultima, che potrebbe anche costituire un argine alla completa turistificazione del territorio scongiurando in questo modo il rischio di comprometterne l’autenticità.    

Tavira

Tavira

Il nostro racconto parte da Tavira, ridente cittadina a metà strada tra Faro, capoluogo dell’Algarve, e la provincia spagnola di Huelva, in Andalusia. Siamo nel “Sotavento“, il versante orientale dell’Algarve che è anche quello meno turistico, perlomeno se paragonato ai numeri delle località balneari sulla costa occidentale (“Barlavento”) di cui parleremo in seguito. Tavira, dicevamo, è un tranquillo paese di circa 15.000 abitanti che solo negli ultimi anni ha ceduto alle sirene del turismo dopo aver vissuto per secoli dei commerci col nord Africa e dei proventi derivanti dall”estrazione del sale e dalla pesca. Da vedere ci sono soprattutto le chiese – su tutte Santa Maria de Castelo, Igreja de Santiago e Igreja de la Misericordia – mentre per quel che riguarda le spiagge segnaliamo Ilha de Tavira e Praia do Barril. Entrambe sono raggiungibili in barca da Tavira – bisogna navigare lo stupendo Parco Naturale della Ria Formosa – e regalano giornate memorabili all’insegna di sole, mare e relax.   

Occhio ai borseggiatori

Occhio ai borseggiatori

Valgono per Tallinn le stesse precauzioni tante volte evidenziate nei precedenti articoli: evitare di girare con molti contanti dietro; lasciare incustodita la borsa ai tavolini di un bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni o indossare oggetti di grande valore. Specie nelle zone affollate, dove c’è un gran via vai di persone, il rispetto di queste accortenze mette al riparo da sgradevoli sorprese. Al di là di questi aspetti, come già detto comuni a quasi tutte le città europee, Tallinn è una località assolutamente tranquilla. Perciò niente paura e buona vacanza!

Occhio alle trappole per turisti

Occhio alle trappole per turisti

Quello delle “trappole per turisti” è un argomento che ritorna spesso nei nostri articoli. Il riferimento è ai ristoranti, bar, locali dove è maggiore la probabilità di restare delusi dal cibo, dall’alcool o dal rapporto qualità/prezzo. Generalmente, e Tallinn non fa eccezione, conviene fare attenzione ai locali del centro storico. Questo, ovviamente, non significa scartarli a priori. Piuttosto può essere utile affidarsi alle recensioni o, meglio ancora, ai consigli di un insider purché scevro da conflitti di interesse.

Tallinn Teletorn

Tallinn Teletorn

A un paio di chilometri dal centro c’è la Teletorn, la torre televisiva di Tallinn. Realizzata nel 1980 in occasione delle discusse Olimpiadi di Mosca, dopo la fine dell’occupazione sovietica si è trasformata in un’attrazione turistica, tant’è che da qualche anno è possibile raggiungere la cima a 175 metri di altezza e passeggiare attorno il perimetro (ovviamente con adeguata imbracatura, come si può vedere nel video promozionale). Esperienza notevole, sia di giorno, con la vista che in una giornata tersa arriva fino a Helsinki in Finlandia, che sul far della sera, col tramonto che cala sulla capitale estone. Per maggiori info: www.teletorn.ee.

Telliskivi

Telliskivi

Come detto all’inizio Tallinn è una città dalla doppia anima: c’è la parte medievale, su cui abbiamo finora indugiato, e la parte nuova, aggettivo con cui, in realtà, si indica quasi sempre l’intenso processo di rigenerazione urbana che ha interessato, e continua a interessare, l’eredità urbanistica sovietica. Un esempio importante di quel che stiamo dicendo è sicuramente rappresentato da Telliskivi Loomelinnak, il cuore creativo di Tallinn. Parliamo di un quartiere, appena fuori il centro storico, sorto sulle ceneri di un complesso di fabbriche dismesse, trasformate, nel volgere di una quindicina d’anni, in una sorta di centro commerciale naturale fatto di ristoranti, bar, negozi e spazi espositivi a disposizione degli artisti locali. Una dimensione “nuova”, appunto, che non ha tardato a imporsi anche come attrazione turistica. Da vedere!

La Cinta Muraria di Tallinn

La Cinta Muraria di Tallinn

In una lista delle cose da fare e vedere a Tallinn c’è senza dubbio la visita delle mura antiche. In apertura, infatti, abbiamo ricordato l’ottimo stato di conservazione della parte medievale della città e la cinta muraria non fa certo eccezione. Parliamo di oltre 2 chilometri di fortificazioni disseminate di innumerevoli torri. Va da sé, non tutto è visitabile, ma quello che lo è – per esempio, le tre torri Numma, Sauna e Kuldaja -, vale assolutamente la visita. Segnaliamo, inoltre, un’altra torre, la Hellemann Tower, da tempo adibita a galleria d’arte e con una magnifica vista sulla città vecchia. Da fare gratis con la Tallinn Card.

Via Vene e Pikk Tanav

Via Vene e Pikk Tanav

Il genius loci di un territorio quasi sempre passa per musei e chiese ed è la “traccia” finora seguita nel racconto di Tallinn. Anche semplicemente camminare a piedi, però, può essere assai esplicativo: nel caso della capitale estone, fin qui, abbiamo fatto genericamente riferimento al centro storico e alla collina di Toompea ma è venuto il momento di essere più precisi. Perciò, ricordatevi di la Vene e Pikk Tanav, le due principali strade della città vecchia e, soprattutto, veri e propri gioielli architettonici medievali. La prima fu costruita dai mercanti russi e, tornando per un attimo ai musei, ospita il Museo Civico di Tallinn. Da vedere, inoltre, il passaggio di Santa Caterina – in estone, Katariina käik – suggestiva strada in pietra del XV secolo. Lungo Pikk Tanav, invece, si trovano le sedi delle antiche Gilde, le corporazioni medievali dei mestieri. La Gilda Maggiore, quella che riuniva i mercanti più in vista della città, si trova al civico 17 e, manco a farlo apposta, ospita anch’essa un museo: il Museo della Storia e della Cultura estone. Da vedere!

Basilica di San Nicola

Basilica di San Nicola

Che il culto di San Nicola di Bari abbia una dimensione internazionale e che addirittura rappresenti un ponte tra le fedi lo abbiamo visto parlando del capoluogo pugliese. Non stupisce perciò che a Tallinn, in Estonia, a migliaia di chilometri dal sud Italia, ci sia una Basilica intitolata al santo. La chiesa, risalente al XIII secolo (fu costruita da mercanti tedeschi attorno al 1230), non officia più dal secondo dopoguerra e nel 1984 è stata riconvertita in museo di arte sacra-medievale. Diverse le cose da vedere. Su tutte, l’altare maggiore e la pala d’altare di Hermen Rode, artista della scuola di Lubecca e, soprattutto, la “Danza Macabra” dipinto del XV secolo realizzato dal pittore Bernt Nokte, le cui opere sono presenti in altre chiese cittadine e anche lui, inoltre, esponente della già citata scuola di Lubecca. Non solo museo. La chiesa, infatti, viene utilizzata pure come sede di concerti per organo. Maggiori info al sito: nigulistemuuseum.ekm.ee.

Museo Estone di Arti Applicate e Design

Museo Estone di Arti Applicate e Design

In apertura abbiamo accennato all’importanza del design nella cultura e nell’economia estone. In pieno centro storico, a meno di 500 metri dalla Chiesa di San Nicola, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo paragrafo, c’è un museo dedicato la cui mission è appunto “raccogliere, preservare, esporre l’arte applicata e il design estoni“. Va detto, però, che nonostante l’impronta nazionalistica l’ETDM – questo l’acronimo – non disdegna incursioni negli aspetti internazionali del design ospitando mostre ed eventi che arrichiscono l’offerta culturale rappresentata dalle collezioni permanenti di tessuti, ceramiche, porcellane, lavori in pelle, vetro e oggetti in metallo. Per maggiori info: www.etdm.ee.

Castello di Toompea

Castello di Toompea

Distante appena un centinaio di metri (anche meno) dalla Cattedrale Aleksandr Nevsij e dal Duomo luterano, il Castello di Toompea è un altro must see place di Tallinn. Si trova in cima alla collina che domina la Città Vecchia ed è la sede del Parlamento Estone. Nonostante la funzione istituzionale, il palazzo, in prevalente stile barocco, è visitabile. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari di apertura e le modalità di visita consultare il sito ufficiale www.riigikogu.ee.

Duomo di Tallinn

Duomo di Tallinn

Consacrato a Santa Maria Vergine il Duomo di Tallinn (in estone,Toomkirik) dista circa 200 metri dalla Cattedrale Aleksandr Nevskij di cui abbiamo appena scritto. Fu fondato attorno al 1220 da mercanti danesi, e per oltre tre secoli è stato un edificio cattolico; solo nel 1561, dopo la Riforma Protestante, divenne luterano e da allora appartiene alla Chiesa Evangelica luterana estone di Tallinn. Durante la lunga dominazione zarista, la chiesa funzionò come una sorta di stato parallelo in rappresentanza della comunità baltico-tedesca che, pur avendo discreto margine di manovra, doveva pur sempre sottostare alle decisioni provenienti da San Pietroburgo. Al termine della Prima Guerra Mondiale e con la fine dell’impero zarista, l’Estonia e la sua Chiesa Evangelica Luterana vissero un trentennio di indipendenza. La crescente secolarizzazione, però, limitò non poco il potere e i privilegi di cui la chiesa aveva goduto fino a quel momento e la situazione peggiorò ulteriormente con l’occupazione sovietica. Con la fine del regime comunista, la chiesa luterana estone ha via via ripreso tutte le sue prerogative teologiche e religiose, conoscendo una nuova primavera sia pure, ovviamente, in un contesto economico-sociale profondamente mutato rispetto al XX secolo. Detto brevemente della storia, emblematica delle complesse vicissitudini politiche dell’Estonia, non vanno trascurati gli aspetti architettonici che rendono gradevole la visita: la facciata in stile gotico; il campanile e le cappelle barocche; i monumenti sepocrali con le salme delle personalità più in vista della comunità tedesca. Per maggiori informazioni, consultare il sito: eelk.ee.