Marche

Foto di Cnippato78
Marche

11 cose da fare e vedere nelle Marche e 1 da non fare

Difficile trovare una destinazione turistica adatta a ogni tipo di viaggiatore. Difficile ma non impossibile. Le Marche, per esempio, sembrano accontentare davvero tutti: dal mare, al trekking, passando per l’arte fino alla gastronomia, questa regione dispone di talmente tante frecce al suo arco che qualcuno si è perfino spinto a immaginare una relazione tra tutta questa varietà e il perché del toponimo al plurale (Marche, appunto). Battute a parte, parliamo di un territorio meraviglioso che, eccezion fatta per gli insediamenti costieri, solo in anni relativamente recenti ha ceduto alle sirene del turismo. Un particolare, quest’ultimo, che aumenta notevolmente l’appeal della regione, specie in chi la visita per la prima volta. Di seguito il nostro elenco di cose da fare e vedere nelle Marche con l’avvertenza che si tratta di una lista non esaustiva, tuttavia utile per un primo approccio coi luoghi. Buona lettura.

1 Ancona

Foto di Argy
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Più che per il numero di abitanti (circa 100.000) o per il fatto di essere capoluogo di regione, la scelta di cominciare il nostro racconto da Ancona è legata all’importanza storica del territorio, che nei secoli ha vissuto molteplici dominazioni, e alla strategicità dei trasporti, sia terrestri che marittimi. È soprattutto grazie a questi ultimi, infatti, che la città vanta l’appellativo di “Porta d’Oriente” a rimarcare il profondo legame con l’altra sponda dell’Adriatico e col bacino del Mediterraneo orientale, in particolare con la Grecia. Un legame che oltre ad aver influenzato storia, cultura e architettura cittadine, a tutt’oggi rappresenta una risorsa economica fondamentale sia in ambito commerciale che turistico. Insomma, è attorno al porto di Ancona che si svolge il grosso della vita economica e sociale della città, ed è sempre attorno al porto – o comunque non lontano da esso – che si trovano i principali monumenti e luoghi di interesse. A cominciare da Piazza del Plebiscito, cuore della movida cittadina, proseguendo poi per le chiese di San Domenico e San Ciriaco (la Cattedrale), quest’ultima in cima al colle Guasco che domina la città. Menzione speciale per la Loggia dei Mercanti, il palazzo più affascinante di Ancona, compendio perfetto delle molteplici influenze culturali che secolarmente hanno attraversato il territorio. A disegnarne la facciata, nel 1451, fu Juraj Dalmatinac (in italiano, Giorgio Orsini da Sebenico), scultore e architetto dalmata molto noto sulle due sponde dell’Adriatico. Non è finita, perché Ancona vuol dire anche Parco del Conero, area naturale protetta che attraversa pure i comuni limitrofi di Camerano, Numana e Sirolo, regalando scenari incantevoli tra spiagge (vedi immagine di copertina) e itinerari escursionistici.

2 Jesi

Foto di Alice Barigelli
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Città esemplare Unesco per l’ottimo stato di conservazione dell’impianto urbanistico del nucleo storico (in particolare la cinta muraria), Jesi è la seconda tappa del nostro tour delle Marche. La città, a circa 30 chilometri da Ancona, ha dato i natali a diversi personaggi illustri: dall’imperatore Federico II di Svevia, nel 1194, al compositore Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710. Pochi indizi che però già suggeriscono qual è il tipo di turismo prevalente in città: un turismo culturale che ruota attorno alla visita di palazzi, chiese e musei perlopiù concentrati attorno alle due piazze principali: Piazza Federico II, dove sorge la cattedrale tardo-barocca intitolata a San Settimio e Piazza della Repubblica dove invece sorge il maestoso teatro cittadino intitolato al Pergolesi. Fuori dalle mura, merita una visita la chiesa di San Marco, abbarbicata sulla collina a ovest di Piazza Federico II. Non è finita, perché Jesi è famosa anche per la sua enogastronomia: in particolare per il Verdicchio, vino pluripremiato dalla critica enologica nazionale e internazionale. Infine una curiosità: Jesi è anche la città natale di diversi campioni dello sport: dalla schermitrice Valentina Vezzali, al giocatore e allenatore di calcio Roberto Mancini. Da vedere!    

3 Macerata

Foto di Mc8000
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Come Jesi, anche la visita di Macerata passa da musei, chiese, teatri e antichi palazzi nobiliari. Il grosso della vita cittadina, compresa quella notturna, ruota attorno a Piazza della Libertà. È in questa piazza, infatti, che si affacciano quasi tutti gli edifici più importanti della città. Segnaliamo, tra gli altri: l’Università, una delle più antiche d’Europa; la Torre dell’Orologio, che coi suoi sessanta e passa metri domina lo sky line cittadino; e il Teatro intitolato al compositore locale Lauro Rossi. Non è finita, perché meritano assolutamente una visita i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi: il Museo della Carrozza, con una collezione di vetture del XVIII e XIX secolo; l’Antica Pinacoteca; la Galleria dell’Eneide; e soprattutto il 900Buonaccorsi, sezione di arte moderna con diverse testimonianze della bella e controversa stagione del Futurismo che agli inizi del XX secolo influenzò in maniera significativa l’arte e la cultura italiana. Guai a non includere in questa carrellata lo Sferisterio, l’arena a ridosso del centro storico che durante il periodo estivo si trasforma in un meraviglioso teatro lirico all’aperto. Macerata, però, ha anche un’anima popolare, la cui principale testimonianza è rappresentata dall’Antico Lavatoio all’esterno delle mura cittadine dove un tempo il popolo si radunava a lavare e asciugare i panni. Da vedere! 

4 Recanati

Foto di Luigi Rosa
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Ci sono località che diventano attrazioni turistiche grazie al cinema e altre, come Recanati, che lo diventano invece grazie alla poesia. Questa cittadina in provincia di Macerata, infatti, ha dato i natali a Giacomo Leopardi (1798 -1837), il più grande poeta italiano del XIX secolo. Tutto in città racconta dell’uomo: a cominciare dalla casa natia, un palazzotto tuttora abitato dagli eredi dove, costretto da gravi problemi di salute che lo colpirono fin dalla giovane età, Leopardi trascorse gran parte della sua giovinezza con l’unico conforto della fornitissima biblioteca paterna. Sono gli anni della formazione, degli studi “matti e disperatissimi” da cui scaturirono capolavori poetici come “Il Sabato del villaggio” e “A Silvia“. Oltre Casa Leopardi e l’omonima piazza (Piazza Leopardi), la visita di Recanati passa dalle chiese: la Chiesa di Sant’Anna, con la riproduzione della Santa Casa di Loreto; la Cattedrale di San Flaviano, famosa per il soffitto cassettonato di impronta barocca; la Chiesa di San Domenico, celebre per la tela di Lorenzo Lotto, San Vincenzo Ferrer in gloria. In verità, non è l’unico dipinto del Lotto presente a Recanati. Nel Museo di Villa Colloredo ce ne sono altri, tra cui una singolarissima Annunciazione, famosa per la presenza di un gatto domestico al centro della scena. In ultimo, ma non per ultimo, segnaliamo altri due musei: la Torre del Borgo, sempre in Piazza Leopardi, al cui interno è allestito il museo civico cittadino (MUREC), e il Museo Beniamino Gigli dedicato al grande tenore e attore italiano (1890 – 1957) che pure tanto lustro ha dato alla piccola Recanati. Da vedere!   

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5 Fermo

Foto di gianni del bufalo
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La visita di Fermo potrebbe essere inclusa in un tour alla scoperta delle opere ingegneristische realizzate dai romani per l’approvigionamento idrico. Un tour delle cisterne romane per l’appunto, da Istanbul fino al cuore delle Marche, magari passando per la Piscina Mirabilis di Bacoli, vicino Pozzuoli. Suggestioni turistiche a parte, la cisterna romana di Fermo (vd. foto) è uno dei motivi per cui vale la pena visitare la città marchigiana. Gli altri, en passant, sono: Piazza del Popolo; l’adiacente Palazzo dei Priori con la sua Pinacoteca Civica e la stupenda Sala del Mappamondo, e infine il Piazzale del Grifalco che, oltre per la sua panoramicità – è il punto più alto di Fermo con la vista che spazia dalla costa fino al Parco dei Monti Sibillini -, ospita alla sua estremità orientale la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Da vedere!    

6 San Benedetto del Tronto

Foto di Johana12345
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Tranne che per un rapido cenno alla Riviera del Conero, il nostro racconto delle Marche finora ha trascurato la dimensione turistico-balneare della regione. Dimensione a cui San Benedetto del Tronto ha dato – e tuttora dà – un grandissimo contributo. Le fortune turistiche della località, infatti, risalgono addirittura a fine ‘800 e, se da un lato, questo ha consentito al territorio di diventare una meta internazionale, dall’altro avrebbe potuto portare a un suo rapido declino, considerando la velocità con cui il turismo può consumare le risorse paesaggistico-ambientali. Invece, per fortuna, le cose non sono andate così e la costante cura della città ha consentito il mantenimento di un elevato indice di gradimento. Gradimento che ovviamente passa anche dalla qualità dei servizi: spiagge sicure; mare pulito; varietà ricettiva; tradizione marinara (San Benedetto è il porto peschereccio più importante dell’Adriatico) e ampissma offerta di svago. Quanto alle cose da vedere, segnaliamo il famoso lungomare, in gran parte ciclabile e disseminato di palme (San Benedetto è il capoluogo della cd. “Riviera delle Palme”), e soprattutto la parte alta della città che ha conservato intatte atmosfera e impianto urbanistico del piccolo borgo medievale. Infine, doverosa menzione per la suggestiva Riserva Naturale Sentina, area protetta di circa 180 ettari, tutta interna al comune di San Benedetto del Tronto, ideale per gli appassionati di birdwatching.        

7 Ascoli Piceno

Foto di phio
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La visita di Ascoli Piceno parte dalle sue due principali piazze: Piazza Arringo e Piazza del Popolo. La prima è il cuore politico e religioso della città: è in Piazza Arringo, infatti, che sono ubicati il comune, la cui sede è lo storico Palazzo dell’Arengo, e il Duomo intitolato a Sant’Emidio. Piazza del Popolo, invece, è il salotto buono di Ascoli: la pavimentazione e il colonnato dei portici tutt’attorno sono stati realizzati in travertino bianco con un effetto marmoreo che, specie dopo la pioggia, conferisce una luce sui generis a tutti i duemilacinquecento metri di superficie della piazza. Da vedere, il Palazzo dei Capitani del Popolo e la vicina Chiesa di San Francesco. Piazza del Popolo, inoltre, è presente in tutte le liste con le piazze più belle d’Italia e secondo molti esteticamente se la gioca addirittura con la veneziana San Marco e la senese Piazza del Campo. Al fascino contribuisce anche la presenza del famosissimo Caffè Meletti. Un bar storico, attivo dagli inizi del ‘900, dall’inconfondibile stile liberty, ai cui tavolini hanno seduto diversi artisti. Solo per ricordarne due: Ernst Hemingway e Renato Guttuso. Le classifiche, si sa, però contano fino a un certo punto, tanto più nel caso di Ascoli, dove anche il resto della città, a partire dall’intricato sistema di vicoli che disegnano il centro storico (le Rue) merita una visita. Menzione speciale, infine, per la gastronomia: le olive ascolane, la cui fama ormai travalica i confini nazionali, una volta in città vanno assolutamente assaggiate. Provare per credere!

8 Fabriano

Foto di Heinz Bunse
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In apertura abbiamo acennato al fatto che molte località marchigiane – a parte, ovviamente, gli insediamenti costieri – si sono aperte al turismo solo in anni recenti. Fabriano è forse l’esempio più vistoso di questa novità. Per secoli, infatti, questa città di circa 30.000 anime, poco distante dal confine umbro, ha vissuto grazie alla sua industria cartaria (da cui il riconoscimento, nel 2013, di Città Creativa Unesco) a cui, nel corso del ‘900, si è aggiunta la produzione di elettrodomestici dello storico marchio Merloni. Poi, però, le cose sono cambiate e le crisi industriali hanno colpito anche questo territorio, obbligando la comunità a ripensarsi in chiave turistica. Paradossalmente, infatti, la secolare vocazione industriale ha contribuito a preservare il centro storico medievale in cui sono concentrate tutte le principali attrazioni, con l’unica eccezione delle spettacolari Grotte di Frasassi distanti una ventina di chilometri. Da vedere, en passant, segnaliamo: il Museo della Carta e della Filigrana; la Cattedrale di San Venanzio; la Pinacoteca Civica e la Chiesa di San Domenico. Tutti questi punti di interesse, insieme agli altri qui non menzionati si trovano attorno – o comunque poco lontano -, Piazza del Comune, cuore pulsante di Fabriano da cui immancabilmente comincia la visita della città. Da vedere!

9 Fano

Foto di Patrizia Peruzzini
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Torniamo sulla costa. Per la precisione a Fano, graziosa città in provincia di Pesaro-Urbino, di cui tratteremo separatamente nei prossimi due paragrafi. Fano, dicevamo, nel panorama turistico delle Marche è una destinazione secondaria. Certamente, dal punto di vista balneare ha meno appeal della Riviera del Conero, della Riviera delle Palme, oppure, poco più su, della stessa Pesaro. E anche come città d’arte, pur disponendo di molte frecce al suo arco, è meno famosa rispetto ad altre località marchigiane. Eppure, è proprio questo profilo basso ad affascinare sempre più turisti, soprattutto quelli desiderosi di scoprire territori meno battuti e per questo più autentici. Fano, da questo punto di vista, non delude. Dallo spettacolare Arco di Augusto, alle numerose chiese – tra le tante segnaliamo la Chiesa sconsacrata di San Francesco – fino ad arrivare alla centralissima Piazza XX Settembre, dove è ubicato anche il Teatro della Fortuna, di cose da fare e vedere a Fano ce ne sono davvero tante. Al riguardo, guai a dimenticare il Carnevale cittadino, secondo diverse fonti addirittura il più antico d’Italia. Di sicuro, un evento tradizionale a cui i fanesi tengono moltissimo, dedicando tempo e risorse alla costruzione dei carri allegorici che attraversano la città. 

10 Urbino

Foto di valtercirillo
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Urbino rappresenta l’apice dell’arte e dell’architettura rinascimentale“. Questa una delle motivazioni alla base della tutela Unesco ottenuta nel 1998. Le altre sono che “ha influenzato gli sviluppi culturali in altre parti d’Europa” e di “aver conservato gran parte della forma urbanistica medievale“. Insomma, bastano i criteri adottati per l’inserimento di Urbino tra i siti Patrimonio dell’Umanità per capirne la notevole importanza storico-culturale. La magia di Urbino, infatti, sta proprio nella grande quantità di spunti urbanistici, architettonici e museali che è in grado di offrire in un perimetro cittadino tutto sommato ristretto. Basti pensare, per esempio, al Palazzo Ducale, residenza nobiliare della famiglia Montefeltro. Nelle 80 stanze dell’edificio è allestita la Galleria Nazionale delle Marche, uno dei musei più importanti d’Italia, in cui sono custoditi capolavori assoluti dell’arte rinascimentale come la Madonna di Senigallia e la Flagellazione di Cristo, tele di Piero della Francesca; la Città ideale dipinto di dubbia attribuzione esposto nell’appartamento del Duca Federico da Montefeltro che più di tutti contribuì alla grandeur urbinate; e come, soprattutto, il Ritratto di Gentildonna “la Muta” di Raffaello, quest’ultimo natio proprio di Urbino. Non è finita, perché anche le opere di Lorenzo e Jacopo Salimbeni che affrescano l’Oratorio di San Giovanni Battista vengono considerate dalla critica capolavori dell’arte rinascimentale. L’elenco di cose da fare e vedere diventa praticamente infinito, poi, se alla visita di Urbino città si aggiunge anche solo la parte marchigiana della regione storica del Montefeltro. In alternativa, si fa per dire, si può ripiegare sul piccolo borgo di Gradara, nel cui Castello si svolse la vicenda amorosa di Paolo e Francesca a cui Dante dedicò gran parte del Canto V della Divina Commedia. Infine, non può mancare un breve cenno alla frizzante vita sociale di Urbino. Il fatto di essere una rinomata Città Universitaria in cui vivono e studiano molti giovani provenienti da ogni parte d’Italia, e non solo, moltiplica le occasioni di svago, il che in vacanza è un elemento che non guasta mai.

11 Pesaro

Foto di Pedro
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Piceni; romani; goti; bizantini; longobardi; Stato Pontificio; signorie rinascimentali (Malatesta, Sforza, Della Rovere); e poi nuovamente la Chiesa fino all’epilogo con Unità d’Italia: mettendo in fila le dominazioni succedutesi nel corso dei secoli emerge chiaramente come la storia di Pesaro sia tutta dentro la storia marchigiana. Poi, però, c’è l’anima romagnola che più che con la storia e la cultura ha a che fare con spiagge, ombrelloni, mare e voglia di divertirsi: tutti elementi presenti nella confinante Riviera romagnola e che definiscono anche il genius loci pesarese. A questo punto, però, si potrebbe pensare a un mix non riuscito; del resto, nelle località turistiche una certa discrasia tra passato storico e presente economico è più frequente di quel che si pensi. Invece, nel caso di Pesaro, c’è un buon equilibrio tra i due aspetti, coll’ulteriore vantaggio, in questo modo, di risultare attraente sia per il turista culturale che ama andare alla scoperta di musei, monumenti e dettagli architettonici; sia per chi, invece, da una vacanza desidera soprattutto sole, mare e relax. Quanto alle cose da fare e vedere sono davvero tante che non c’è tempo di annoiarsi: dai palazzi rinascimentali di Piazza del Popolo (Palazzo Ducale e Palazzo della Paggeria); alla Biblioteca Oliveriana di Palazzo Almerici; fino a Piazzale della Libertà, dominato dalla “Sfera Grande” dello scultore Arnaldo Pomodoro. Senza dimenticare, inoltre, che Pesaro è la città di Gioacchino Rossini, di cui è visitabile la casa natia oltre, ovviamente, al Teatro a lui intitolato. Ci sono poi le chiese: la Cattedrale dell’Assunta e la Chiesa del Nome di Dio (quest’ultima dal nome dell’arciconfraternita “Compagnia del Nome di Dio”); e infine tutto il filone architettonico legato allo stile liberty di cui il lungomare di Pesaro offre diverse testimonianze. La più famosa è sicuramente Villa Ruggeri, palazzotto dei primi del ‘900 realizzato da un imprenditore locale. Il tutto, volendo, da farsi in bicicletta: già, perché Pesaro è una delle città più bike friendly d’Italia, appena dietro le inarrivabili Bolzano e Trento, da anni ormai ai primissimi posti per qualità della vita.  

1 Non venire in inverno

Un tour alla scoperta delle Marche non presenta particolari controindicazioni. Come abbiamo visto, è una regione tranquilla, accogliente, fatta da città di medie dimensioni e piccoli borghi. Perciò, quello di evitare i mesi invernali, è un suggerimento non vincolante. Un consiglio che nasce dalla considerazione di due aspetti: la più limitata offerta ricettiva e l’orario ridotto praticato da quasi tutti i musei.

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