Chiesa di San Michele

Chiesa di San Michele

Insieme al Duomo testé descritto, quella di San Michele è l’altra chiesa simbolo di Lucca. Si trova nell’omonima piazza, dove in epoca romana sorgeva l’antico foro, tanto che il nome completo dell’edificio è appunto San Michele in Foro. A onor del vero Piazza San Michele è rimasta centrale nelle dinamiche politiche, economiche e sociali di Lucca ben oltre l’epoca romana; basti considerare che nel periodo comunale vi si riuniva il Consiglio Maggiore, principale organo legislativo cittadino. Tornando alla chiesa, si tratta di un mirabile esempio di architettura gotico-romanica, con una facciata particolarmente alta sormontata da una statua dell’arcangelo Michele nell’atto di sconfiggere il drago. Da vedere!

Piazza dell’Anfiteatro

Piazza dell'Anfiteatro

Dopo il Foro è la volta dell’Anfiteatro. Del resto, in apertura abbiamo accennato alla forte impronta romana di Lucca che, seppure inevitabilmente compromessa nel corso dei secoli, è ancora ben visibile in molte parti della città. Come appunto in Piazza dell’Anfiteatro, la cui valorizzazione è merito di Lorenzo Nottolini (1787 – 1851), a lungo principale architetto del Ducato di Lucca. All’uomo si deve il completo recupero della forma ellittica della piazza dove un tempo si svolgevano gli eventi ludici destinati ai ceti meno abbienti di Luca, la città romana. Oggi, dal punto di vista turistico, Piazza dell’Anfiteatro è l’attrazione principale della città toscana. Non è più un’arena, non è la sede del mercato (pur essendolo stata per diverso tempo) né la piazza più grande della città (il primato va a Piazza Napoleone), ma l’epicentro della movida cittadina, con una ricca offerta di bar, ristoranti e locali per il divertimento di residenti e turisti.  

Duomo di San Martino

Duomo di San Martino

Tra le tappe imperdibili di una visita a Lucca, il Duomo di San Martino è un bellissimo esempio di architettura romanica rinascimentale. La facciata è asimmetrica, circostanza dovuta alla necessità di adattare l’edificio alla preesistente torre campanaria, tant’è che proprio l’arcata del porticato a ridosso della torre è visibilmente più piccola delle altre due. Tra le opere di maggior rilievo segnaliamo la statua di San Martino che divide il suo mantello con un povero e il labirinto ispirato al mito di Arianna e Teseo situato su una delle pietre del pilastro addossato alla base del campanile. L’interno, a tre navate e a croce latina, colpisce per il suo sviluppo verticale. Anche qui segnaliamo in particolare due opere: il sarcofago di Ilaria Del Carretto, realizzato da Jacopo della Quercia, e La Madonna in trono col Bambino e santi del Ghirlandaio. Per maggiori informazioni sulla Cattedrale e il campanile, dalla cui sommità – dettaglio non secondario -, si scorge una bellissima vista sulla città, rimandiamo al sito: www.museocattedralelucca.it.

Le Mura di Lucca

Le Mura di Lucca

Senza ombra di dubbio il simbolo della città, le mura di Lucca rappresentano un unicum in Europa: sono, infatti, tra i rarissimi esempi di fortificazione rinascimentale giunta pressoché intatta fino ai giorni nostri. Costruita tra il 1504 e il 1648 questa cinta muraria è lunga oltre 4 chilometri, per 12 metri di altezza e 30 circa di larghezza. Per fortuna dei lucchesi non ha mai dovuto assolvere alla funzione difensiva per la quale fu concepita: nessun attacco esterno ha minato l’integrità territoriale della città che così ha potuto coltivare con successo senso di appartenza e autonomia ben oltre l’epoca medievale. Da altro punto di vista si potrebbe dire, invece, che lo scopo militare ha funzionato fin troppo bene, proprio nella misura in cui è riuscito a scoraggiare le altrui mire espansionistiche  Insomma, un caso riuscito di deterrenza che, proprio perché tale, già a partire dal XIX secolo ha suggerito il cambio di destinazione da bastione difensivo a luogo di socialità e intrattenimento. E infatti, venendo all’oggi, le mura di Lucca ospitano eventi e rassegne di tutti i tipi: dalla musica al giardinaggio passando per le rievocazioni storiche. Da vedere!

Venire una settimana

Venire una settimana

Una vacanza a Spoleto non presenta controindicazioni. L’unica, forse, ma si tratta di trovare il pelo nell’uovo, ha a che fare con la durata del soggiorno. Si può decidere di visitarla in un giorno, magari nell’ambito di un tour più esteso dell’Umbria; oppure si può decidere di farne la base esclusiva della propria vacanza. In quest’ultimo caso (a meno che il motivo non sia la partecipazione a un evento come il Festival dei due Mondi) un weekend o un ponte durante l’anno sono più che sufficienti.

Festival dei Due Mondi

Festival dei Due Mondi

Ben prima della fiction tv “Don Matteo”, la popolarità di Spoleto è passata – e tuttora passa – per il Festival dei Due Mondi, rassegna artistico-culturale che dal lontano 1958 dà lustro alla cttà umbra. L’evento si svolge a cavallo dei mesi di giugno e luglio ed è incentrato su musica, danza, teatro e arte. I “due mondi” a chi si fa riferimento sono le culture artistiche europea ed americana, e non a caso sono passati di qui nomi di consolidata fama internazionale: da Carla Fracci a Riccardo Muti, passando per Joaquin Cortes, Luciano Pavarotti, Vittorio Gassmann, Al Pacino, Eduardo De Filippo, Dario Fo, Luchino Visconti e tanti altri. Mente del Festival dei Due Mondi quel Gian Carlo Menotti (1911 – 2007) cui abbiamo accennato in precedenza, anche se nel corso degli anni, poi, la direzione artistica ha coinvolto diverse altre personalità. Insomma, parliamo di un appuntamento culturale di livello mondiale che fa di Spoleto qualcosa altro e di più che una bella città di provincia. Per saperne di più: festivaldispoleto.com.

Attività outdoor a Spoleto

Attività outdoor a Spoleto

Spoleto è la soluzione ideale anche per chi in vacanza ama correre, passeggiare, fare escursioni, andare in bici. Il percorso più vicino, a zero coefficiente di difficoltà, ma con un altissimo coefficiente di bellezza, è il Giro dei Condotti. Si tratta di un itinerario escursionistico di circa tre chilometri che parte dal Fortilizio dei Mulini e termina presso la Chiesa di San Ponziano, poco fuori le mura cittadine. Un percorso che regala innumerevoli scorci, oltre a rappresentare dal punto di vista naturalistico un compendio quasi perfetto della macchia mediterranea (eriche, ginestre, felci, corbezzoli, ciclamini eccetera). Ma non è finita perché le piste ciclabili Spoleto-Assisi e Spoleto-Norcia (quest’ultima interdetta in alcuni punti a seguito del sisma del 2016) non sono da meno. Insomma, se l’attività outdoor è uno dei punti qualificanti della tua vacanza, Spoleto è decisamente il posto giusto in cui venire!

Basilica di San Salvatore

Basilica di San Salvatore

Una visita a Spoleto non può dirsi completa senza aver visto la Basilica di San Salvatore, e questo al netto del fatto che l’interno dell’edificio non sia visitabile, ma soltanto visibile schermati da un pannello di plexiglas subito dopo il portale centrale d’ingresso. Alla base del fascino di questa chiesa, inizialmente dedicata ai martiri Concordio e Senzia, sta la tutela Unesco datata 2011. Al pari del tempietto di Clitunno (nel comune di Campello sul Clitunno) e di altre testimonianze in giro per la penisola (da Brescia a Benevento), la Basilica di San Salvatore è tappa fondamentale dell’arte longobarda in Italia. Parliamo di un periodo storico compreso tra il IV e il VII secolo d.C. di cui si sa relativamente meno, se non altro se paragonato ad altre epoche e dominazioni che hanno interessato l’Italia. Di qui l’importanza artistica e storico-culturale che, tornando a Spoleto, dimostra inoltre come le attrazioni cittadine non si trovino soltanto all’interno delle mura del centro storico. Al riguardo, val la pena segnalare anche le chiese di San Ponziano e San Pietro. Da vedere!

Teatro Romano

Teatro Romano

Il Teatro Romano è un’altra tappa obbligata di una visita a Spoleto, quasi sempre in abbinamento all’adiacente Museo Archeologico Statale. Ad affascinare non è solo il valore testimoniale del ritrovamento, ma anche la storia che c’è dietro. Fu scoperto, infatti, nel 1891 da un archeologo spoletino, tale Giuseppe Sordini, anche se poi la struttura venne interamente riportata alla luce soltanto tra il 1954 e il 1960. Il teatro risale alla seconda metà del I sec. a. C. e sarebbe rimasto attivo fino al IV secolo. Durante l’Alto Medioevo, sulla scena vennero costruiti un palazzo di un importante famiglia spoletina (Corvi) e il Complesso monumentale di Sant’Agata (sede del sopraccitato Museo Archeologico). Come dicevamo, il restauro del Teatro Romano ha consentito di fruirne nuovamente dopo centinaia di anni, tant’è che in occasione del Festival dei Due Mondi, l’evento culturale più importante di Spoleto, e di cui parleremo più diffusamente nel prosieguo dell’articolo, torna alla sua funzione originaria, ospitando spettacoli di teatro e danza. Da vedere!

Ponte delle Torri

Ponte delle Torri

L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili:” Queste le parole con cui Goethe nel suo “Viaggio in Italia” celebrò il Ponte delle Torri di Spoleto. Parliamo di un antico acquedotto romano, tuttavia interamente ricostruito nella seconda metà del Trecento, che congiunge il colle di Sant’Elia al bosco di Monteluco. Lungo oltre 250 metri per un altezza di circa 80, passa a fianco la Rocca Albornoziana e termina davanti il Fortilizio dei Mulini, struttura adibita alla macinazione del grano convogliando le acque del torrente Tessino che poi, proprio attraverso il ponte-acquedotto, giungevano in città. Ed è proprio in questa duplicità di funzioni, nonché nella grazia architettonica della struttura, coerente col paesaggio tutt’attorno, che è possibile comprendere il concetto di “seconda natura” cui faceva riferimento lo scrittore tedesco. Non a caso, il Ponte delle Torri di Spoleto è pure lo start di diversi itinerari escursionistici attorno la città umbra (attenzione: nel momento in cui ne scriviamo non è percorribile, ma potrebbe tornare a esserlo nel corso del 2023). Da fare!

Rocca Albornoziana

Rocca Albornoziana

Voluta dal cardinale spagnolo Egidio Albornoz (da cui, appunto, il nome di Rocca Albornoziana), questa fortezza si trova in cima al Colle Sant’Elia. L’edificio, risalente alla seconda metà del Trecento, oltre ad avere funzione difensiva, desumibile dalla posizione sopraelevata con la contemporanea vista della città e del Monteluco, fungeva da residenza papale, nell’ambito di una più complessiva strategia di accreditamento dell’autorità della Chiesa sui territori dell’Italia centrale (all’epoca la sede papale era Avignone). La doppia natura militare e politico-religiosa pervade interamente l’architettura della fortezza, il cui perimetro si forma attorno a sei torri difensive (Maestra, della Balestra, Nuova, del Tinello, dell’Acqua, del Forno). All’interno, però, la raffinatezza prevale sull’assetto marziale, come testimonia lo stupendo ciclo di affreschi presente nella Camera pinta, l’alloggio privato del Castellano di corte ubicato nella Torre Maestra. Nel corso del XIX secolo la Rocca Albornoziana di Spoleto venne riadattata a bagno penale. La funzione carceraria è proseguita anche dopo l’Unità d’Italia, terminando soltanto nel 1982. Successivamente a questa data è cominciato il recupero della rocca, divenuta in breve tempo una delle principali attrazioni cittadine, non a caso sede del Museo Nazionale del Ducato di Spoleto. Per maggiori informazioni: Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.

Piazza del Duomo

Piazza del Duomo

La fama del Duomo di Spoleto passa anche dalla piazza tutt’attorno. Costituita da un terrazzamento artificiale, vi si accede sia da Piazza Campello che da via dell’Arrigo. Quando in apertura abbiamo fatto riferimento alle potenzialità del cineturismo ci riferivamo soprattutto a questa location divenuta popolare grazie alla fiction Don Matteo. Diverse le cose da vedere: oltre alla Cattedrale testé descritta, ricordiamo Casa Menotti (dal nome del compositore Gian Carlo Menotti che vi abitò fino alla morte) e il Museo Diocesano. La prima da anni ormai è sede del Centro di documentazione del Festival dei Due Mondi; il Museo Diocesano, invece, raccoglie numerose opere d’arte: da FIlippino Lippi (figlio di quel Filippo Lippi prima incontrato) a Domenico Beccafumi e Sebastiano Conca. Insomma, non il solito museo di provincia, ma una finestra culturalmente rilevante sull’arte medievale. Da vedere!

Cattedrale Santa Maria Assunta

Cattedrale Santa Maria Assunta

Nove volte su dieci la visita di Spoleto comincia dal Duomo, di gran lunga l’edificio più importante della città. Alla fama della Cattedrale Santa Maria Assunta concorrono diversi fattori: innanzitutto l’anno della consacrazione (1198) per mano di Papa Innocenzo III; in secondo luogo, la bellezza degli esterni: dall’elegante porticato che precede i tre portali d’ingresso, alla facciata superiore coi suoi cinque rosoni e il mosaico, fino alla massiccia torre campanaria subito a lato. Non da meno gli interni: la chiesa, a 3 navate e a croce latina, presenta innumerevoli opere d’arte: tra queste la più importante è senza dubbio il ciclo d’affreschi Storie della Vergine (con le scene dell’Annunciazione) che decora l’abside. A realizzarlo il pittore fiorentino Filippo Lippi, sepolto, tra l’altro, proprio all’interno del Duomo. Per maggiori informazioni su storia, orari e modalità di visita: duomospoleto.it.

Venire in inverno

Venire in inverno

Soggiornare a Macerata non presenta particolari controindicazioni: la qualità della vita è buona, la città è abbastanza sicura e le opportunità di svago non mancano. L’unica criticità, forse, ma si tratta appunto di cercare il pelo nell’uovo, è legata al clima continentale dei mesi invernali (e autunno inoltrato). Perciò, se c’è modo di scegliere, meglio venire da maggio a ottobre.