Catacombe di San Giovanni

Catacombe di San Giovanni

Seconde per importanza solo a quelle di Roma, le catacombe di Siracusa rappresentano, secondo molti, la testimonianza più autentica dell’antica grandezza della città. Un vasto sistema di necropoli cominciato nel IV secolo e proseguito per tutto il V secolo d.C. Anche qui, il merito della scoperta, e della successiva valorizzazione dell’area, va dato all’archeologo Paolo Orsi (1859-1935) figura apicale nella storia di Siracusa a cui, non a caso, è stato intitolato il Museo Archeologico della città. Museo in cui è custodito il reperto più importante rinvenuto nelle catacombe: un prestigioso sarcofago di marmo su cui sono raffigurati 62 personaggi biblici del vecchio e del nuovo Testamento. Il sarcofago fu inviato da Roma per accogliere le spoglie di Adelphia, moglie dell’allora (parliamo del IV secolo) proconsole di Siracusa, Valerio. Da vedere anche la soprastante, omonima basilica.

Orari:
Novembre – Febbraio
>> da martedì a sabato: ore 9,30 / 12,30 – 14.30 / 16.30
Chiuso domenica e lunedì

Marzo – Giugno
>> da lunedì a domenica: ore 10.00 / 13.00 e 14:30 / 17:30

Luglio – Agosto
>> da lunedì a domenica: ore 10.00 / 13.00 e 14:30 / 17:30

Settembre – Ottobre
>> da lunedì a domenica: ore 10.00 13.00 e 14:30 17:30

Biglietto:
Intero 8.00 €uro
Ridotto 5.00 €uro


La tariffa è comprensiva di visita guidata

Museo archeologico “Paolo Orsi”

Museo archeologico "Paolo Orsi"

Per quantità e qualità dei reperti il Museo archeologico “Paolo Orsi” (archeologo che diresse l’istituto per oltre 30 anni, dalla fine del XIX secolo fino agli anni ’30 del secolo scorso) è da considerarsi uno dei più importanti d’Europa. Dopo essere stato ubicato per molti anni in piazza Duomo, nella parte vecchia della città, il Museo, alla fine degli anni ’80, è stato trasferito nella sede di Villa Landolina, enorme struttura su tre livelli circondata da un bellissimo parco verde. I reperti sono allocati in 3 sale e vanno dalla preistoria all’età ellenistico-romana. Maggiori info qui.

Chiesa Santa Lucia alla Badia

Chiesa Santa Lucia alla Badia

Sono tante le chiese sull’isola di Ortigia. Un territorio di appena un chilometro quadrato pieno zeppo di tracce e segni devozionali. Tipico dell’Italia meridionale, ancor più della Sicilia. Tra queste, merita una visita la Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Il motivo è che dal 2009 l’edificio ospita un quadro del Caravaggio (Michelangelo Merisi 1571 –1610) dipinto tra il 1608 e il 1609 durante il soggiorno siracusano dell’artista. La tela, una pala raffigurante il “Seppellimento di santa Lucia” (patrona di Siracusa), era originariamente collocata nella Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, fuori il centro storico della città. Una curiosità. La santa presenta una ferita da taglio sul collo, tema ricorrente nella pittura del Caravaggio su cui, dal 1606, a seguito di un omicidio compiuto a Roma, pendeva una condanna alla decapitazione. Condanna che costrinse l’irrequieto artista alla fuga di cui, appunto, Siracusa fu una delle tappe.

Orari di apertura
>> Dal martedì alla domenica, ore 11.00/16.00
Chiuso il lunedì

Museo aretuseo dei Pupi

Museo aretuseo dei Pupi

Cavalieri cristiani, pirati saraceni, maghi, streghe, e tanti altri personaggi più o meno fantastici. Nel Museo aretuseo dei Pupi, a due passi dal Duomo, trovate esposto tutto il patrimonio artistico della famiglia Vaccaro-Mauceri, storici pupari di Siracusa. Non c’è solo il museo però. Tuttora operativo il Teatro, per far vivere ai turisti, ma anche ai residenti, la magia dell'”Opra dei Pupi” antichissima forma d’arte in cui reale e verosimile sono inestricabilmente legati e spesso non distinguibili l’uno dall’altro. Perciò, prima di acquistare una delle tante marionette in vendita nei bazar di Ortigia (“Ottigia”, in dialetto siracusano), farete bene a visitare questo piccolo gioiello artistico, non a caso anch’esso dichiarato dall’Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Maggiori info: www.teatrodeipupisiracusa.it.

Duomo di Siracusa

Duomo di Siracusa

Tempio greco, bizantino, islamico e cristiano, il Duomo di Siracusa, nella parte più alta dell’isola di Ortigia (centro storico della città), ne ha “passate davvero di tutti i colori“. Soprattutto da un punto di vista architettonico risentendo dell’influenza ionica, poi dorica, gotica fino al barocco dopo il terremoto della Val di Noto del 1693. La Cattedrale metropolitana della Natività di Maria Santissima – questo il suo nome – è un edificio bellissimo, non a caso, da inizio millennio, tutelato dall’Unesco, al pari di tutti gli altri siti della Sicilia barocca nel versante sud-orientale dell’isola. All’interno, sono moltissime le tracce di età ellenica (basti pensare alle due colonne doriche all’ingresso della navata principale). Da qui la particolarità della chiesa in cui l’esuberanza decorativa della facciata esterna convive con l’austerità del tempio greco dedicato ad Atena. Per maggiori informazioni su orari, prezzi e modalità di visita: Cattedrale Metropolitana della Natività di Maria Santissima.

Teatro Greco di Siracusa

Teatro Greco di Siracusa

Pur trovandosi all’interno del Parco Archeologico della Neapolis, il Teatro Greco di Siracusa merita menzione a parte. Dal 1914, infatti, quest’area risalente al V secolo a.C., è sede delle rappresentazioni classiche organizzate dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA). Ogni anno, nei mesi di maggio e giugno, migliaia di appassionati provenienti da ogni parte del mondo si ritrovano qui, in questo bellissimo spazio all’aperto alle pendici del colleTemenite, per assistere alle opere di Sofocle, Euripide, Seneca e gli altri autori di età classica. Da non perdere!
Per maggiori informazioni: www.indafondazione.org/it/

Parco archeologico della Neapolis

Parco archeologico della Neapolis

Il parco della Neapolis (NeaNuova PolisCittà) è una delle zone archeologiche più vaste del Mediterraneo, con reperti che vanno dall’età del bronzo alla dominazione normanna. Fu istituito negli anni ’50 del secolo scorso con lo scopo di proteggere e valorizzare i tanti monumenti affioranti già dalla prima metà del XIX secolo. Un’intuizione felice della Soprintendenza della Sicilia Orientale che, in questo modo, non solo dotò Siracusa di un grande museo a cielo aperto, ma anche di un polmone verde di fondamentale importanza per la salubrità dell’ambiente. Polmone verde che negli anni si è rivelato, infatti, l’unico argine all’espansione urbanistica della città. Perciò, oltre all’Anfiteatro Romano, e all’ancor più importante Teatro Greco, la visita al Parco Archeologico della Neapolis è anche una staordinaria occasione per approfondire la flora della Sicilia e del sud del Mediterraneo. Ulivi, cipressi, pini, palme, carrubi, melograni, aranci, limoni, senza dimenticare mirto e origano, costituiscono un patrimonio naturalistico di enorme valore, fiore all’occhiello della città, della regione Sicilia e, soprattutto, dell’Italia. Per maggiori informazioni su orari, prezzi e modalità di visita: Parco Archeologico e paesaggistico di Siracusa.

12 cose da fare e vedere a Siracusa

Siracusa

Verde, bianca, gialla, bionda, purpurea, mite, furba, violenta, pigra, frenetica… Secondo lo scrittore Giuseppe Bufalino (1920-1996) esistono tante Sicilie, talvolta … Continua

Bocca della Verità

Bocca della Verità

Centinaia, talvolta migliaia, di persone in fila ogni giorno per farsi fotografare con la mano nella Bocca della Verità a lato della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, nell’omonima piazza (Piazza della Bocca della Verità). La tradizione ha origini medievali quando era prassi condurre gli indagati al cospetto di questa grossa pietra, una testa di fauno urlante, e fargli introdurre la mano nella bocca. Se innocente, non succedeva nulla; al contrario, se l’indagato era ritenuto colpevole, un’altra mano, ben nascosta dietro la pietra, provvedeva a tagliare di netto quella del reo. Su questa sanguinosa consuetudine si è costruito il mito della bocca della verità che poi altro non è che un chiusino (si avete letto bene!) di una cloaca dell’Antica Roma. Forse, varrebbe la pena visitare la chiesa e lasciar perdere la Bocca della Verità, fatto sta che i più fanno l’opposto. Decidete voi.

Attenzione ai menu turistici

Attenzione ai menu turistici

Occhio alle cosidette “trappole per turisti”. Menu a prezzi stracciati in cui però non vengono specificati il costo del vino, del servizio ed altri extra di cui ci si accorge solo al momento del conto. Prudenza, quindi, ma non fasciatevi la testa. È sufficiente metter le cose in chiaro per tempo e si evitano spiacevoli incomprensioni.

Non fare il bagno nelle fontane

Non fare il bagno nelle fontane

Purtroppo succede e non è mai un bel vedere. Anche qui. Il caldo estivo non può essere il pretesto per contravvenire a un’elementare regola di civiltà, senza contare che è una delle cose che più fa arrabbiare i vigili urbani in servizio. Roma merita rispetto.

Piazza Navona

Piazza Navona

È la piazza bohémien della città, affollata di pittori, ritrattisti e artisti di strada; è anche la piazza dei mercatini di Natale, e quella dove i romani festeggiano l’Epifania. Più di tutto, Piazza Navona è un luogo bellissimo, specie sul far della sera con i bar all’aperto pieni di turisti e residenti seduti ai tavolini. La piazza si estende sull’antico “Circus Agonalis”, lo stadio fatto erigere da Domiziano per la disputa dei giochi di atletica. Non a caso il topos “Navona” richiama il termine latino “agones” anche se, a partire dal XVII secolo, l’impianto urbanistico è stato completamente modificato. Per la precisione dal 1630 anno in cui il cardinale Giovanni Battista Pamphilj, divenuto papa quattordici anni dopo col nome di Innocenzo X, fece costruire un edificio su un’area in cui ricadevano altre proprietà di famiglia. Stiamo parlando di Villa Pamphilj dal 1961 proprietà del Brasile che qui ha la sua ambasciata in Italia. Da vedere, inoltre, la chiesa di Sant’Agnese in Agone e le tre fontane che decorano la piazza: la Fontana dei Quattro Fiumi e la Fontana del Moro, entrambe realizzate dal Bernini, e la Fontana di Nettuno, raffigurante la divinità intenta a combattere un mostro marino.

Procida in kayak

Procida in kayak

Da qualche anno, grazie all’associazione “ASD Kayak Procida” i turisti hanno la possibilità di girare l’isola in kayak. Una prospettiva insolita (più che “da mare”, “a livello del mare”) per conoscere gli scorci, le cale e le spiagge dell’isola di Arturo. Emozionante l’ingresso nel porto della Corricella, come pure molto bello è il giro attorno l’isolotto di Vivara. Le escursioni vengono effettuate nei mesi estivi, in assoluta sicurezza e non presentano grosse difficoltà. Per maggiori informazioni: www.procidainkayak.it

Villa Malaparte

Villa Malaparte

Alla fine del XIX secolo, e ancora per tutta la prima metà del XX secolo, Capri e Anacapri si sono riempite di ville eleganti, capriccio di questo o quel magnate. Stili diversi – dal neoclassico al gotico passando per il liberty – così come diverse erano le sensibilità, le attitudini e talvolta i vizi dei committenti di queste dimore di pregio. Discorso a parte per “Casa come me” la villa di Curzio Malaparte sulla Punta Masullo, spuntone di roccia sulla strada che porta all’Arco Naturale e Pizzolungo. Costruita nel 1938, anche grazie all’amicizia col potente Galeazzo Ciano, Villa Malaparte è uno dei capolavori dell’architettura moderna. Diversissima da tutte le altre ville presenti sull’isola ma, nondimeno, perfettamente inserita nell’ambiente circostante. Per dire, la facciata è rossa e dispone di 4 grandi finestroni per lato, ciascuno con un panorama diverso dell’isola. Si racconta che nelle sale della sua dimora caprese, Curzio Malaparte abbia scritto buona parte di Kaputt, uno dei suoi romanzi più famosi. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, Villa Malaparte non è visitabile. Bisogna perciò accontentarsi di fotografare questo gioiello del razionalismo del ‘900, cosa che fanno sistematicamente i tanti “turisti dell’architettura” affascinati dalla grandeur caprese.

Non attardarsi a prenotare il traghetto (o l’aliscafo) per il ritorno

Non attardarsi a prenotare il traghetto (o l'aliscafo) per il ritorno

Se scegli di venire a Ischia in alta stagione, o a ridosso di un qualsiasi ponte festivo, non dimenticare di prenotare l’imbarco andata e ritorno, a maggior ragione se vieni in auto. Meglio farlo in anticipo anche se vi costerà pochi euro di costi di prevendita (consigliamo l’aggiornatissimo www.traghetti-ischia.info). In alternativa fate almeno il ritorno appena messo piede sul porto, o al più tardi, dopo aver sistemato le valigie in albergo, pensione, bed & breakfast ecc. Viceversa si rischiano brutte sorprese con la possibilità concreta di perdere la coincidenza con il treno o l’aereo e tutto quel che ne consegue (mancato rientro a lavoro, impossibilità di onorare un impegno ecc.). Perciò, conviene esser previdenti e organizzarsi per tempo. Io te l’ho detto….

Meglio non venire con l’auto in estate

Meglio non venire con l'auto in estate

Per limitare e disciplinare l’afflusso di auto, da Pasqua a fine settembre a Ischia vige il divieto di sbarco. Divieto esteso a tutti i residenti campani, mentre chi viene da fuori regione può tranquillamente sbarcare con auto al seguito. Il consiglio però è di non farlo (salvo, ovviamente, motivazioni irrinunciabili): il traffico estivo, infatti, è uno dei problemi che da più tempo attanagliano l’isola e lo stesso divieto di sbarco si è rivelato più un deterrente che altro. Soprattutto, a venire con l’auto si rischia di rimanere imbottigliati in lunghe code, per di più sotto il sole cocente. Meglio, se possibile, noleggiare uno scooter. Il modo più agile e comodo di girare Ischia è a due ruote. Ti infili dove vuoi, parcheggi agevolmente e, dettaglio per niente secondario, si prende un po’ di fresco. Altrimenti, la cosa più saggia è prenotare un hotel centrale, o almeno ben servito dai mezzi pubblici.