Museo del Vetro di Murano

Museo del Vetro di Murano

Non si può venire a Venezia e non fare il tour della laguna. Tappa imprescindibile di questo giro, il Museo del Vetro di Murano. Sette percorsi, dal Trecento al contemporaneo, per conoscere e approfondire quest’antichissima forma d’arte patrimonio della città e dell’Italia intera. Il Museo Vetraro di Murano (visitabile con un unico biglietto insieme al Museo del Merletto di Burano) rispetta i seguenti orari:

>> dal 1 aprile al 31 ottobre 10.00/18.00 (biglietteria 10.00 – 17.00)
>> dal 1 novembre al 31 marzo 10.00/17.00 (biglietteria 10.00 – 16.00)

Chiuso il 25 dicembre, 1 gennaio

Per maggior informazioni: museovetro.visitmuve.it

Canal Grande

Canal Grande

Lungo 3800 metri, Canal Grande – “Canalaso” come lo chiamano i veneziani – è tuttora l’asse principale per i trasporti in città. Un giro in vaporetto o, meglio ancora, in gondola perciò è d’obbligo. Col vaporetto le linee maggiormente frequentate dai turisti sono la 1 e la 2. La corsa singola costa 7,00 €uro e vale 60 minuti. Una sfilata quasi ininterrotta di palazzi per rivivire i fasti della Repubblica Veneziana prestando attenzione alle numerose tracce architettoniche sopravvissute nei secoli all’erosione dell’acqua (aggravata dal moto ondoso). In gondola, invece, il giro costa non meno di 80 €uro per 30 minuti circa. C’è chi sostiene non ne valga la pena ma, a giudicare dalla domanda, bisogna ammettere che i più non la pensano così. Una curiosità. A Venezia esiste una specie di taxi collettivo in gondola che gli abitanti chiamano “traghetto”. Si sta in piedi e collega le due rive del Canal Grande in diversi punti. Soprattutto, costa pochissimo. L’ideale per provare a capire come vive e si muove un lagunare doc.

Ghetto ebraico

Ghetto ebraico

Anche chi non ha mai messo piede a Venezia in vita sua ha sentito parlare di Piazza San Marco, del Campanile, del Ponte di Rialto, del giro in gondola ecc. Insomma dei luoghi e delle abitudini che hanno contribuito maggiormente alla formazione dell’immaginario turistico della città lagunare. Ma Venezia è anche altro. Molto altro. Per esempio, il Ghetto Ebraico nel sestriere di Casaregio merita senz’altro una visita. Cinque sinagoghe, un museo e le casetorri (il ghetto veneziano è l’unico quartiere della città ad aver avuto prevalente sviluppo in altezza) per scoprire come hanno vissuto per quasi tre secoli – dal 1516 al 1797 – gli ebrei di Venezia. Oggi il ghetto è un quartiere dinamico e pieno di vita in cui vivono ancora 500 esponenti della comunità ebraica, custodi di una cultura antichissima e di storie rivelatrici delle limitazioni subite prima dalla Serenissima Repubblica di Venezia e, oltre un secolo dopo, nel 1938 (anno della promulgazione delle leggi razziali in Italia), dal regime fascista.

Ponte di Rialto

Ponte di Rialto

Quadri, sonetti, film e spettacoli. Ponte di Rialto, il più antico – e famoso – dei quattro ponti che attraversano Canal Grande, nei secoli è stato soggetto di numerose opere d’arte. Tra queste, “Casanova” film del 1976 di Federico Fellini, anche se la città (compreso il ponte) che vediamo nella pellicola del regista riminese fu riprodotta per intero negli studi di Cinecittà. Quanto alla storia, il ponte consente l’attraversamento delle rive del Canal Grande fin dal XII secolo. La forma attuale risale, però, al 1591 anno in cui venne ultimato il progetto dell’architetto veneziano Antonio Da Ponte. Nonostante gli interventi e le ristrutturazioni successive, la forma del Ponte di Rialto è ancora quella del XVI secolo. E tale rimarrà anche al termine del progetto di restauro finanziato da Renzo Rosso, patron di “Diesel” e altri famosi marchi di abbigliamento. Al progetto, Renzo Rosso e il comune di Venezia hanno dedicato anche un sito che spiega nel dettaglio i criteri di intervento e le scelte progettuali che verranno poste in essere (www.restauropontedirialto.it).

Casino Venier

Casino Venier

A fianco la Venezia turistica c’e un’altra città “fuori dai soliti giri”. Se siete alla ricerca della Venezia inconsueta, e perciò più autentica, è questa parte di città che dovete cercare. Come? Anche semplicemente andando in giro senza meta per i “sestieri”, i 6 quartieri in cui è divisa la città. Oppure, come in questo caso, seguendo qualche consiglio mirato. Casino Venier, tra il Ponte di Rialto e Piazza San Marco, merita una visita perchè è una delle ultime dimore veneziane in cui nel pavimento c’è lo spioncino per sorvegliare chi si accingeva all’ingresso. Una precauzione assai diffusa nella Venezia del ‘700, periodo di massima diffusione dei “casini”, piccole abitazioni nobiliari in cui si giocava d’azzardo, si ballava e si discuteva di politica e filosofia. Da trent’anni, per la precisione dal 1987, quest’abitazione è sede dell’Alliance Française, fondazione che in tutto il mondo persegue lo scambio culturale e artistico tra la cultura locale e quella francofona. Insomma proprio i francesi, gli artefici della fine della gloriosa Repubblica di Venezia, sono custodi di uno dei gioielli nascosti della città. L’indirizzo è Ponte dei Bareteri, San Marco 4939.

Orari:
>> lunedì al venerdì 9.00-13.00 / 15.00-18.00

Palazzo Ducale

Palazzo Ducale

Palazzo Ducale è tappa obbligata per chiunque voglia approfondire l’importanza storica, culturale e politica di Venezia, per secoli città ponte tra occidente e oriente. Un’architettura maestosa, emblema del gotico-veneziano, ulteriormente impreziosita dall’enorme quantità di opere d’arte custodite nei tre grandi corpi di fabbrica che compongono la struttura. Struttura che fino al 1797 ha seguito gli sviluppi della millenaria Repubblica Serenissima (Palazzo Ducale era la sede del Doge di Venezia), passando in seguito prima in mano francese, poi austriaca, fino all’annessione italiana nel 1866. Tra fine ‘800 e inizio ‘900 il giovane Stato italiano provvide a un radicale restauro di Palazzo Ducale. Iniziativa lungimirante e per niente scontata, tenuto conto dell’enorme mole di problemi e diseguaglianze che l’unificazione si portò dietro. Dagli anni ’20 del secolo scorso, Palazzo Ducale è sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia e Laguna. Dal 1996, inoltre, è parte integrante del sistema dei Musei Civici cittadini. Per saperne di più: Il Palazzo Ducale di Venezia in breve

Campanile di San Marco

Campanile di San Marco

Insieme all’omonima piazza e basilica, il Campanile di San Marco è tappa irrinunciabile di una visita a Venezia. “El paron de casa” (trad. “Il padrone di casa”) come lo chiamano i veneziani è una torre campanaria di 99 metri, originariamente costruita con funzioni di avvistamento e difesa. Nei secoli ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni, la più importante delle quali nel XVI secolo con la costruzione, ad opera di Jacopo Sansovino, della loggetta alla base della torre. Interventi importanti furono eseguiti pure all’indomani del 14 luglio 1902 quando il campanile crollò sulla piazza. Occorsero 10 anni per ricostruirlo “com’era e dov’era” secondo la celebre affermazione pronunciata durante il discorso di inaugurazione (25 aprile 1912) dall’allora sindaco Filippo Grimani, il politico più influente in città a cavallo tra XIX e XX secolo. Il campanile di San Marco è famoso anche per il Volo dell’Angelo, ricorrenza di apertura del Carnevale di Venezia. Un artista, attaccato a un cavo metallico vola – “svola” in dialetto – dalla cella campanaria fino al centro della piazza. Dal 1962 un ascensore consente ai visitatori di raggiungere comodamente la cima in pochissimo tempo.

Orari:
>> ottobre e novembre 9.00/19.00
>> novembre – aprile 9.30/15.45
>> aprile – giugno 9.00/19.00
>> luglio – settembre 9.00/21.00
La biglietteria chiude un’ora prima.

Basilica di San Marco

Basilica di San Marco

Dopo esser giunti in Piazza San Marco e aver fatto tutte le foto di rito, la primissima cosa da fare è visitare la Basilica omonima. Il perchè è presto detto. Essa rappresenta l’eredità viva della cultura romana, bizantina e veneziana. Soprattutto di quest’ultima dal momento che gli abitanti della Serenissima, fiero popolo di naviganti, hanno provveduto nei secoli ad abbellirla e ornarla con manufatti provenienti dalle più lontane terre d’Oriente. Del resto, considerando il mito di fondazione della chiesa, non poteva esser altrimenti. Leggenda vuole, infatti, che l’esigenza di erigere un tempio sorse al seguito del trafugamento delle reliquie del santo da Alessandria d’Egitto ad opera di due mercanti veneziani. I mosaici dorati all’interno non lasciano indifferente neanche il più tenace degli agnostici. Da vedere, nel Museo della Basilica, i Quattro Cavalli di San Marco. Fino agli anni ’80 del secolo scorso queste sculture provenienti da Costantinopoli (trafugate alla fine del ‘700 da Napoleone Bonaparte e riportate in città nel 1815 dopo la disfatta di Waterloo) erano sistemate sulla terrazza della Basilica. In seguito è sorta l’esigenza di preservarle dalle intemperie alloggiandole in una specifica sala del Museo allestito negli spazi sopra l’atrio nord-occidentale. Quelle attualmente visibili all’esterno sono perciò copie identiche. Per maggiori informazioni: www.basilicasanmarco.it

Piazza San Marco

Piazza San Marco

Cuore della Serenissima Repubblica di Venezia e, allo stesso tempo, salotto d’Europa. Piazza San Marco ha sempre avuto questa vocazione “glocal”: simbolo della venezianità e ambiente multiculturale per eccellenza. Inevitabile che sia la prima tappa per chiunque arrivi in città. Una foto al centro di questa piazza trapezoidale sarà anche un rito abusato, da far storcere il naso a qualche locale troppo zelante, ma “s’ha da fare” assolutamente. Tutt’attorno solo opere d’inestimabile valore: dalla Basilica, al campanile, a Palazzo Ducale. Meraviglie che tutto il mondo invidia alla città e all’Italia e che perciò meritano di essere trattate a parte.

I dintorni

I dintorni

Vacanza a Ischia significa vacanza nel Golfo di Napoli, e allora perchè non dedicare un giorno alla conoscenza di Procida o Capri? Senza dimenticare Napoli, la capitale del Mezzogiorno d’Italia scrigno di mille tesori tutti da scoprire. Insomma, scegli tu, non te ne pentirai!

Giardini La Mortella

Giardini La Mortella

Premiato nel 2004 come Giardino più bello d’Italia dalla rivista Briggs&Stratton, questo bellissimo parco si trova a Forio, all’inizio della strada che porta al bosco di Zaro. Su due livelli, il parco ospita migliaia di piante mediterranee e tropicali. Dal raro Gingko biloba, celebrato da Goethe, alla Victoria amazonica, pianta acquatica famosa perché i suoi fiori in appena un giorno cambiano colore per poi immergersi in acqua. Gestito dalla Fondazione intitolata a William Walton (compositore inglese, artefice, insieme alla moglie Susana Gyl e al paesaggista Russel Page, del disegno del parco), La Mortella non è soltanto un giardino botanico. All’interno si svolgono concerti di musica classica e da camera. Sedi deputate la “Sala Recite” e il “Teatro Greco” suggestivo spazio all’aperto da cui si gode una vista stupenda del litorale foriano.

Il Giardino è aperto al pubblico da Pasqua a fine ottobre (d’inverno solo su prenotazione)
Orari:
>> ore 9.00/19.00
Giorni:
>> Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica
Biglietto intero: 12,00 €uro
Sono previste particolari riduzioni e sconti

I dintorni di Siracusa

I dintorni di Siracusa

La Sicilia sud-orientale è talmente bella che si rischia di rimanere storditi da tanta straordinaria ricchezza paesaggistico-ambientale. Perciò, mi limito a segnalare Noto e l’Oasi Naturalistica di Vendicari. Noto è la capitale del barocco siciliano, dal 2002 sotto tutela dell’Unesco insieme agli altri paesi della valle (Val di Noto). L’Oasi di Vendicari, invece, è una riserva naturale istituita dalla Regione Sicilia nel 1984. Niente resort, ombrelloni, sdraio e drink sulla spiaggia. Solo mare cristallino, spettacolari falesie, spiagge bianche e numerose tracce degli antichi mestieri legati alla pesca (stupendo il borgo marinaro di Marzameni a pochi chilometri dalla riserva). Da non perdere le spiagge di Calamosche e Marianelli (frequentata dai naturisti). Per maggiori informazioni sull’Oasi di Vendicari: www.riserva-vendicari.it

Cosa mangiare

Cosa mangiare

Pasta con le sarde, con la bottarga di tonno, senza dimenticare le innumerevoli ricette col pesce spada o la più tradizionale zuppa con scorfani, triglie e cocci. I “piatti forti” della cucina siracusana sono quasi tutti a base di pesce. Inevitabile che sia così per una città di mare, anche se questo non autorizza a ritenere che non si mangi altro. Le verdure, per esempio, occupano uno spazio importante nella dieta locale. Non a caso tra i piatti più diffusi ci sono la caponata e la famosissima Pasta alla Norma, specialità della cucina regionale. Discorso simile per i dolci: a fianco le tante prelibatezze a base di mandorle, sono cassate, cannoli e granite a farla da padrone. Quanto ai ristoranti, a Ortigia ce ne sono diversi, e quasi tutti di buon livello. Idem per le pasticcerie. Menzione a parte per il mercato comunale (vd.foto). Trascorrere una mattinata al mercato è un’esperienza assolutamente da fare. Occhio però a quel che comprate, specie se avete intenzione di portarlo a casa. Le limitazioni in aereo sono numerose; mentre in macchina non ce ne sono di particolari, se non l’accortenza per la conservazione dei prodotti freschi se il viaggio è lungo. Insomma, a Siracusa si mangia davvero bene!

Castello Maniace

Castello Maniace

Il Castello Maniace sorge all’estremità dell’isola di Ortigia, all’imboccatura del Porto Grande di Siracusa. L’impianto originario fu realizzato – o perlomeno questa è la tesi più accreditata – nel 1038 dal generale bizantino Giorgio Maniace (da cui il nome) a seguito della sconfitta degli Arabi. Arabi che tuttavia rientrarono presto in possesso della città, salvo perderla di nuovo a vantaggio dei Normanni. Nel 1232 fu Federico II di Svevia a consolidare la struttura di questa fortezza, la cui storia dal XIII al XIX secolo ha ricalcato le alterne vicende del Regno di Napoli e delle Due Sicilie. Dall’Unità d’Italia fino alla fine della seconda guerra mondiale il Castello Maniace ha avuto una funzione militare (che peraltro già aveva sotto i Borbone) con l’artiglieria  a protezione della città. Da un punto di vista architettonico rappresenta una piacevole eccezione all’esuberanza barocca che definisce Siracusa. Nel 2009 si è svolto qui il G8 dell’Ambiente con la partecipazione di tutti i ministri al ramo dei paesi più industrializzati. Attualmente è sede di eventi e rassegne culturali varie.

Orari:
>> da lunedì al sabato dalle 9:00/13:00 (Uscita entro le 13:45)
Domenica chiuso
Biglietto intero: 4,00 €uro
Biglietto ridotto: 2,00 €uro

La spiaggia di Fontane Bianche

La spiaggia di Fontane Bianche

“Tropici del Mediterraneo”. Così l’ha definita qualche anno fa “Il Sole 24 Ore”, alludendo chiaramente al mare cristallino e alla sabbia chiara di questa spiaggia a 15 chilometri da Siracusa. Fontane Bianche è un luogo bellissimo, anche se troppo densamente frequentato in alta stagione. Per questo motivo può capitare di imbattersi in qualche recensione negativa anche se, va detto, quelle positive sono decisamente molte di più. Alle spalle della spiaggia ci sono diversi bar, ristoranti, discoteche e tutto quel che occorre a una moderna località balneare viva giorno e notte. Lunga circa un chilometro e mezzo la spiaggia alterna tratti liberi ad altri in concessione, senza dimenticare la scogliera (vd. foto) per chi non ama la sabbia sotto i piedi. Poco distante da Fontane Bianche, l’Area Marina Protetta del Plemmirio, oasi di grande interesse paesaggistico-ambientale, nonchè snodo importante dei traffici e dei commerci in età ellenistica.

Riserva Naturale Fiume Ciane

Riserva Naturale Fiume Ciane

Ciane, dal greco “κύανος” [agg. κύανος -η, -ον] che significa “azzurro”. Azzurro come il colore di questo piccolo fiume che arriva quasi fin dentro il porto di Siracusa, preceduto dalle saline attive fino agli anni ’80 del secolo scorso. Lungo le sue rive cresce il Papiro [nome scientifico “Cyperus papyrus”] erbacea perenne presente anche sul Delta del Nilo in Egitto. Proprio la presenza di questa pianta, unitamente a quella delle saline, ha determinato l’istituzione, nel 1984, dell’omonima riserva naturale. Riserva che è molto piacevole percorrere in barca alla scoperta di un habitat complesso in cui, oltre al papiro, crescono diverse altre piante, senza dimenticare l’avifauna stanziale e migratoria presente “in situ”. Basta leggere le recensioni in rete per rendersi conto dell’importante valore naturalistico dell’area, che va a sommarsi a tutte le altre attrazioni di interesse storico-culturale presenti in città. Due le strade per raggiungere la Riserva del Fiume Ciane: la Ss 115 per Cassibile, oppure la Sp 14 “Maremonti” per Canicattini Bagni. Lungo il percorso le indicazioni per l’approdo. Per informazioni su prezzi e orari delle visite contattare l’Ufficio del Servizio Turistico Regionale, Via Maestranza n. 33 (Siracusa). Tel. 0931. 65201 – 464255