Ischia non si visita in un giorno

Ischia non si visita in un giorno

Ischia non è un’isola che si visita in un giorno! Dopo l’Elba è la più grande delle isole minori in Italia, nonchè la più popolosa (oltre 60.000 residenti). Insomma, non è di quelle isole con una piazza, qualche bar, giusto un paio di negozi e il ristorante tipico. E non è finita qui, perchè oltre a essere esteso, il territorio è soprattutto assai vario: non a caso, gli ischitani, alla divisione amministrativa ufficiale (sei comuni su una superficie di 46 chilometri quadrati) affiancano una loro divisione informale e probabilmente più veritiera: quella tra “mer ‘e coppe” la parte alta dell’isola, e “mer ‘e vascio” i centri abitati costieri. Il consiglio perciò è di evitare la gita di un giorno. Per una prima infarinatura con l’isola è decisamente meglio un weekend. Il top è una settimana.

I dintorni

I dintorni

Pompei, Ercolano, il Vesuvio, Sorrento, Positano, Amalfi, Ischia, Capri, Procida e tanto, tanto altro ancora. Un soggiorno a Napoli è una continua scoperta. Basta solo organizzarsi un po’ per ritagliarsi una vacanza davvero indimenticabile. Una vacanza utile anche ad andare oltre i tanti stereotipi che la città si porta dietro da secoli. Stereotipi che fotografano solo parzialmente la realtà di una città millenaria e complessa, mentre in altre circostanze sono soltanto pregiudizi triti e immotivati. Viva Napoli, viva la Campania, viva l’Italia!

Non fidarsi dei taxisti abusivi

Non fidarsi dei taxisti abusivi

Quello dei taxisti abusivi è purtroppo un problema che Napoli si porta dietro da molto tempo. Se ne trovano già in stazione, qualche volta addirittura ai binari, per avvantaggiarsi rispetto ai regolari che invece si trovano all’esterno. Ecco, è sufficiente non dar retta agli abusivi e guadagnare l’uscita. Subito fuori dalla stazione c’è la colonna con i taxi autorizzati; dopodichè ci si mette comodamente in coda e si aspetta il proprio turno.

Non mangiare in ristoranti stranieri

Non mangiare in ristoranti stranieri

Non perdere tempo in ristoranti cinesi, indiani ecc. Non che siano tutti da disprezzare, anzi. Però, che diamine, sei a Napoli, una delle città dove si mangia meglio e si spende meno al mondo. Approfittane.

Non sfoggiare oggetti di valore in alcune zone della città

Non sfoggiare oggetti di valore in alcune zone della città

I Quartieri Spagnoli, Spaccanapoli, Forcella, la Sanità sono tutti posti bellissimi, in cui vale la pena addentrarsi per scoprirne i tesori nascosti. Bisogna però osservare alcune regole di buonsenso. La più importante è non fare sfoggio di oggetti di valore (rolex, collier, preziosi ed altro). A Napoli, purtroppo, esiste una microcriminalità specializzata in furti e scippi che, non a caso, studia le proprie vittime a partire dall’abbigliamento e, in second’ordine, dal comportamento più o meno circospetto. Detto questo, nessun timore. Esagera chi dipinge questa realtà, peraltro comune a tante altre grandi città, come l’inferno sulla terra. C’è, tocca farci i conti, ma non bisogna assolutamente rinunciare a vivere. Anzi, il modo migliore per rendere alcune zone più sicure è proprio quelle di frequentarle, viverle, come dimostrano di aver capito ormai i tanti turisti italiani e stranieri che frequentano la città tutto l’anno.

Sedile Dominova in via San Cesareo

Sedile Dominova in via San Cesareo

Dalla nobiltà al proletariato. Da luogo di ritrovo della nobiltà sorrentina, o meglio di una parte di essa, a Società Operaia di Mutuo Soccorso, forma di associazionismo assai diffusa nel XIX secolo. Ma procediamo con ordine. Il Sedil Dominova (dal latino “Domus Nova”) fu costruito nel XIV secolo a seguito delle lotte fratricide tra le famiglie patrizie della città. Lotte che lasciarono una lunga scia di sangue e per le quali fu necessario l’intervento risolutore dell’allora vescovo. Da qui, la scelta di realizzare un edificio monumentale in cui si sarebbero riuniti esclusivamente i nobili della parte occidentale di Sorrento, mentre le altre famiglie avrebbero continuato a farlo nel vecchio Sedile di Porta, all’inizio di Corso Italia. Nel 1877, quando fu fondata la Società Operaia, il Sedil Dominova fu adibito a sede del sodalizio dei lavoratori di Sorrento. Una forma di mutualismo, diffusa in molte parti d’Italia, attraverso cui le maestranze riuscivano a tutelarsi in caso di infortuni e malattie. Una targa ricorda ancora la società che tanti meriti ha avuto nel miglioramento delle condizioni di vita del popolo sorrentino. Bellissimo pure l’affresco con lo stemma della città.