Palazzo Pubblico

Palazzo Pubblico

Prima di dare il via ai lavori di costruzione di Palazzo Pubblico, il Governo dei Nove impose a tutti i cittadini che possedevano abitazioni in prossimità di Piazza del Campo il rispetto di norme edilizie rigorosissime. Da un lato, c’era l’obbligo di adeguarsi ai canoni stilistici previsti dal progetto; dall’altro, era fatto divieto assoluto a competere in grandiosità ed eleganza con l’edificio che ci si apprestava a realizzare. Questo, solo per far comprendere l’importanza storica di questo palazzo che a distanza di secoli continua a ospitare l’ufficio del Sindaco e alcuni uffici comunali. Dagli anni ’30 del secolo scorso larga parte è adibita a Museo Civico cittadino ed è visitabile con un unico biglietto in abbinamento alla Torre del Mangia. All’interno sono custoditi preziosi affreschi: tra gli altri, “La Maestà” e il “Guidoriccio da Fogliano” di Simone Martini (Sala del Mappamondo) e l'”Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” di Ambrogio Lorenzetti (Sala dei Nove). Capolavori del Trecento in un palazzo del Trecento, a riprova di quanto grande ed evoluta fosse già nel medioevo la città di Siena.

Orari
>> 1 Novembre – 15 Marzo ore 10.00/18.00 (chiusura biglietteria ore 17,15)
>> 16 Marzo – 31 Ottobre ore 10.00/19.00 (chiusura biglietteria ore 18,15)
>> Capodanno: 12.00/18.00
Chiuso a Natale

Dal 27 Giugno al 3 Luglio e dall’11 Agosto al 17 Agosto gli orari possono avere variazioni per le attività legate al Palio

Biglietti
Intero: 9,00 €uro
Ridotto: 8,00 €uro

Per maggiori informazioni: www.comune.siena.it/La-Citta/Cultura/Strutture-Museali/Museo-Civico

Pinacoteca Nazionale

Pinacoteca Nazionale

Il Museo statale più importante della città. Tre piani che ripercorrono l’evoluzione della pittura senese dal XIII al XVIII secolo. Al primo piano ci sono le opere di Domenico Beccafuni e Giovanni Antonio Bazzi detto “Il Sodoma”, senza dubbio i due maggiori interpreti della pittura senese della prima metà del ‘500. Insieme a queste, troviamo diversi capolavori di fine ‘500 e del ‘600. Opere d’arte “coerenti” col nuovo corso imposto dal Concilio di Trento, esempi mirabili di quell’arte devota e controriformata che a Siena ebbe in Francesco Vanni, Alessandro Casolani e Rutilio Manetti alcuni dei principali interpreti. Al secondo piano, invece, c’è la pittura senese dal Trecento alla seconda metà del Quattrocento. Tre nomi su tutti: Duccio di Buoninsegna, tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese, Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini. All’ultimo piano, infine, la Collezione Spannocchi Piccolomini, una delle famiglie più importanti di Siena dall’XI al XIX secolo. Ne fanno parte artisti italiani, fiamminghi e tedeschi del Quattrocento e del Cinquecento.

Orari
>> Martedì a Sabato ore 8.15/19.15
>> Lunedì, Domenica e Festivi 9.00/13.00

Chiuso 1 maggio, 25 dicembre, 1 gennaio

Biglietti
Intero: 4,00 €uro
Ridotto: 2,00 €uro

Ustica

Ustica

Palermo, l’abbiamo detto, è anche una città di mare. Quello meraviglioso di Mondello, ma ancor di più quello di Ustica, non a caso soprannominata “l’isola dei sub“. Anche se non siete subacquei provetti, niente paura: il mare di quest’isola, a poco più di un’ora di navigazione dal capoluogo siciliano, è adatto anche alle famiglie con bambini al seguito. Ustica, tristemente famosa per la strage del DC9 del 1980, negli ultimi trent’anni ha fatto molto per emanciparsi da quel tragico evento. Nel tempo sono state istituite la Riserva Naturale e l’Area Marina Protetta per salvaguardare e valorizzare le tante specificità ambientali di questa piccola isola in mezzo al Mediterraneo. Perciò, specie in estate, quando i collegamenti sono più frequenti, chi visita Palermo farà bene a visitare anche Ustica. Ne vale veramente la pena!

Spiaggia di Mondello

Spiaggia di Mondello

Palermo è anche una città di mare, guai a dimenticarsene. Perciò una visita in città non può che contemplare una passeggiata a Mondello, la spiaggia dei palermitani. Sabbia bianca, mare cristallino, viali alberati, ville in stile liberty, ristoranti, bar, negozi, strutture ricettive e tutto quel che occorre a una moderna località turistica. Ci si arriva comodamente coi mezzi pubblici dal centro ma, volendo, si può fare anche l’inverso. Soggiornare in riva al mare e spostarsi a Palermo per visitare musei, chiese e monumenti. Durante il periodo estivo Mondello è molto affollata, mentre in primavera, specie nei mesi di maggio e giugno, l’atmosfera è perfetta.

La pasticceria

La pasticceria

Non c’è solo lo street food. La pasticceria palermitana, secondo alcuni la più buona del mondo, merita di essere trattata a parte. Cannoli, cassate, pasticcini alle mandorle, il gelo all’anguria, sono più che semplici sfizi. Al contrario, sono un pezzo di storia importante da cui è possibile ricostruire il “genius loci” palermitano. In città ci sono diverse pasticcerie di ottimo livello, e in rete non mancano liste e suggerimenti con le migliori. Meglio ancora, una volta in città, farsi consigliare da qualcuno del posto. Insomma, “eat local”, come dicono gli inglesi, perchè il cibo è cultura!

Cibo di strada

Cibo di strada

Non ci sono solo crocchè e arancine. Palermo è la capitale italiana dello street food, con tanto di evento dedicato nell’anno dell’Expo. Il panino con la milza (meusa), lo sfincione (focaccia morbida con pomodoro e caciocavallo), le budella di vitello (stigghione), le schiacciatine fritte di farina di ceci (panelle) meritano di esser mangiate almeno una volta nella vita. Non è solo cibo. È molto di più. È cultura popolare da cui, volendo, si può risalire alla storia della città, alle influenze francesi, spagnole, arabe e al modo in cui si sono riversate poi nei piatti della tradizione. Perciò non dico di fermarvi in pellegrinaggio in ogni friggitoria… ma quasi 😀 Ci sarà tempo per smaltire le calorie in eccesso! In più, c’è anche un sito che vi dice “come” e “dove”. Si chiama e, non poteva esser altrimenti, www.crocche.it. Buon appetito!

Fontana Pretoria

Fontana Pretoria

Al centro dell’omonima piazza, di fronte il palazzo comunale, c’è la “Fontana Pretoria” o, come la chiamano i palermitani, la “Fontana della Vergogna” per via della nudità delle statue tutte attorno (altri sostengono che il riferimento sia invece alla corruzione delle classi dirigenti locali del XVIII e XIX secolo). Samo sempre nella Kalsa, da un punto di vista storico-culturale, probabilmente il più importante dei 4 rioni in cui è suddiviso il centro storico cittadino. La storia della Fontana Pretoria è piuttosto singolare, dal momento che era destinata ad abbellire un giardino di Firenze, per la precisione il giardino di Don Luigi di Toledo che aveva commissionato all’architetto Francesco Camillani la realizzazione dell’opera. Opera terminata nel 1554 e però, nel 1573 venduta al Senato di Palermo – si dice – per far fronte ai debiti accumulati dalla nobile famiglia spagnola. Il trasporto da Firenze a Palermo fu abbastanza complicato. Alcuni pezzi rimasero a Firenze; altri si danneggiarono lungo il tragitto. A occuparsi della reinstallazione della fontana (per farvi spazio fu decretato l’abbattimento di alcune abitazioni) Camillo Camillani, figlio dell’artista fiorentino che l’aveva progettata per primo. Per quanto riguarda la struttura, la fontana poggia su un base ovale, circondata da una balaustra che contiene le altre vasche: tre posizionate in modo concentrico una sull’altra, seguite da un’altra serie di dimensioni più piccole. Quanto alle statue, rappresentano divinità e figure mitologiche (Ercole, Venere, Apollo, Bacco, Diana, Adone ecc.). A cavallo tra gli anni ’90 e i ’00 una lunga e complessa fase di restauro ha restituito splendore alla Fontana Pretoria, garantendo nuovamente, dopo anni, la circolazione dell’acqua.

I mercati della città

I mercati della città

La parola chiave è “abbainare” espressione che rimanda ai richiami chiassosi dei venditori dei mercati di Palermo. Un linguaggio pubblicitario sui generis pieno di allusioni e metafore,  funzionali alla vendita dei prodotti esposti. Una liturgia, insomma, che quotidianamente si ripete nei tre mercati più grandi della città: la “Vucciria”, “Ballarò” e il “Capo”. Visitare questi luoghi è esercizio indispensabile per approfondire il “genius loci” del capoluogo siciliano in cui sono ancora evidenti le influenze della lunga dominazione araba. Tracce che rimandano ai termini utilizzati per attirare i compratori, ma anche alla capacità dei mercatali di accogliere gli extracomunitari che negli ultimi anni hanno aperto bottega a fianco le attività storiche. Insomma, il kebab con crocchè e arancine. In una parola: Mediterraneo.

Duomo di Monreale

Duomo di Monreale

La Cattedrale di Santa Maria Nuova, meglio nota come Duomo di Monreale, è un’altra tappa dell’itinerario arabo-normanno nel 2015 entrato a far parte del Patrimonio Unesco (ne fa parte anche la Cattedrale di Cefalù). Si trova a soli 5 chilometri da Palermo, nella centralissima Piazza Vittorio Emanuele, e da un punto di vista architettonico è un compendio perfetto della storia civile, politica e religiosa della Sicilia. All’impronta normanna, infatti, ben visibile nei ricchi mosaici bizantini che decorano l’interno della chiesa, fa da contraltare il gusto barocco del porticato che precede l’ingresso, mentre l’altare maggiore e l’organo sono rispettivamente del ‘700 e del ‘900. Insomma, più di ottocento anni di storia racchiusi in un unico edificio a tre navate e a croce latina fatto erigere nel XII secolo da Re Guglielmo II. Leggenda vuole che a ordinare la costruzione del tempio fu la Madonna che, apparsa in sogno al condottiero normanno, indicò a quest’ultimo un tesoro nascosto da cui attingere le risorse necessarie alla realizzazione dell’opera. Come che sia, la maestosità degli interni, comprese le due cappelle del Crocefisso e di San Benedetto, non lascia indifferenti tanta è la grazia e la spiritualità che pervade gli spazi di questa bellissima chiesa a sud di Palermo.

Orari visite:
>> feriali ore 8.30/12.30 e 14.30/17.00
>> festivi ore 8.30/10.00 e 14.30/17.00
Durante le celebrazioni non è consentito effettuare le visite

Per maggiori informazioni su costo del biglietto, prenotazione, visite guidate ecc.: www.monrealeduomo.it

Galleria regionale Palazzo Abatellis

Galleria regionale Palazzo Abatellis

Visitare la Kalsa (dall’arabo al-Khalisa) significa visitare quello che per secoli è stato il luogo privilegiato della politica, della finanza e della cultura di Palermo. Naturalmente riuscire a vedere tutto è difficile, a meno che un Cicerone locale non vi porti alla scoperta di questo rione storico (uno dei quattro in cui è suddiviso il centro cittadino). Da vedere, infatti, c’è veramente tanto, comprese le contraddizioni di cui abbiamo parlato all’inizio, spia, almeno da un punto di vista urbanistico, di un conflitto tra il presente e la memoria del passato. Palazzo Mirto, Palazzo Abatellis e l’Oratorio dei Bianchi sono i luoghi dove il passato glorioso della Kalsa – e di Palermo – viene custodito gelosamente. Il primo (Palazzo Mirto) è stato per quattro secoli la dimora della famiglia normanna più antica di Sicilia, i Filangieri Conti di San Marco, poi Principi di Mirto. Palazzo Abatellis, invece, è uno spazio museale con numerose collezioni medievali, moderne e archeologiche accumulate perlopiù durante il XIX secolo grazie a lasciti privati e alla soppressione delle corporazioni religiose. Infine, l’Oratorio dei Bianchi, sede della Nobile, Primaria e Real Compagnia del Ss.Crocifisso, dove, tra l’altro, è possibile ammirare la porta lignea “Bab el Fotik”, rinominata “Porta della Vittoria” dai Normanni che posero fine alla lunga dominazione araba in città.

Palazzo Mirto (via Merlo, 2)
Orari:
>> Martedì al Sabato 09.00/18.00
>> Domenica 09.00/13.00
Chiuso il lunedì

Palazzo Abatellis (via Alloro, 4)
Orari:
>>
Martedì al Sabato 09.00/18.00
Chiuso domenica e lunedì

Oratorio dei Bianchi (Piazzetta dei Bianchi)
Orari:
>>
Martedì alla Domenica 09.00/13.00
Chiuso il lunedì

Biglietto cumulativo (validità 3 gg.)
Intero
10.00 €uro
Ridotto
5.00 €uro

Sito: www.regione.sicilia.it/beniculturali/palazzoabatellis/home.htm

Catacombe dei Cappuccini

Catacombe dei Cappuccini

“Il luogo dove i vivi incontrano i morti”. C’è scritto così sul sito dedicato al cimitero del Convento dei Frati Cappuccini di Palermo, e non è un modo di dire. Al contrario, la frase chiarisce a pieno il motivo per cui i frati cominciarono a mummificare i cadaveri: dare ai parenti la possibilità di continuare a incontrare i propri cari, proprio come se quest’ultimi fossero vivi. Tutto comincia dalla consuetudine dei frati cappuccini della chiesa di Santa Maria della Pace di seppellire i propri confratelli in una fossa comune sotto l’altare dedicato a Sant’Anna. Un’abitudine che però li obbligò in seguito a scavare altri cunicoli stante l’impossibilità di continuare a raggruppare i corpi senza vita in uno spazio divenuto ormai troppo angusto. Furono dunque esigenze logistiche a far scoprire ai frati che i corpi alloggiati in precedenza nella fossa si erano mantenuti in uno stato quasi perfetto. Da qui l’idea di migliorare i processi di mummificazione naturale e di estendere tale pratica alla borghesia palermitana. Ecco spiegato perchè dal Seicento all’Ottocento furono migliaia le persone, perlopiù notabili, che decisero di affidare ai Cappuccini i corpi dei loro defunti in cambio di ricche donazioni. Tale pratica è terminata agli inizi del ‘900, con la significativa eccezione di Rosalia Lombardo, bambina di due anni mummificata (però artificialmente) per volere del padre e tuttora ospitata nelle catacombe. Per la precisione, nella cappella di Santa Rosalia, in mezzo ad altre due bambine. Rosalia Lombardo, la “mummia più bella del mondo”, la “bella addormentata di Palermo” è lì dal 1920!

Le Catacombe dei Cappuccini sono aperte tutti i giorni dell’anno (festivi compresi). Da fine ottobre a fine marzo chiuse la domenica pomeriggio.

Orari:

>> tutti i giorni 09.00/13.00 e 15.00/18.00

Sito
: www.catacombepalermo.it

Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina

Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina

Palazzo dei Normanni è tante cose. È la più antica residenza reale d’Europa; è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana; è uno dei monumenti più visitati dell’isola; è, infine, il palazzo dove si trova la meravigliosa Cappella Palatina. Quest’ultima, intitolata a San Pietro apostolo, fu costruita nel 1130 per volere di Ruggero II di Sicilia. Si tratta di una basilica a tre navate celebre per i mosaici bizantini che la affrescano. Il più grande e famoso di tutti è il “Cristo pantocratore”, motivo decorativo presente anche nella chiesa della Martorana. Molto bello pure il soffitto in legno recante incisioni e intagli che rimandano alla lunga dominazione araba della città. Non a caso, la Cappella Palatina, insieme alle cattedrale cittadina, e alle altre due di Cefalù e Monreale, da luglio 2015 è sotto tutela dell’Unesco. Due gli ingressi per il Palazzo dei Normanni. Il principale, riservato alle pubbliche autorità, è in Piazza del Parlamento; quello turistico, invece, è su Piazza Indipendenza.

Orari:
>> Lunedì al Sabato ore 8.15/17.40 (ultimo biglietto ore 17.00)
>> Domenica e festivi ore 8.15/13.00 (ultimo biglietto ore 12.15)

Biglietto (Cappella Palatina, Appartamenti Reali)
Intero 12,00 €uro
Ridotto 10,00 €uro

La Cattedrale

La Cattedrale

La Cattedrale di Palermo costituisce quasi un compendio perfetto della millenaria storia della città. Prima basilica paleocristiana; poi moschea, nell’ambito della lunga dominazione araba; infine nuovamente chiesa con i Normanni. Quanto allo stile, Ferdinando Fuga, architetto alla corte di Carlo di Borbone nella seconda metà del ‘700, impose all’edificio una decisa virata neo-classica ridimensionando di molto le precedenti impronte arabo-normanne, gotiche e barocche. Non tutto però è andato perduto. Tracce dei precedenti stili sono evidenti nell’abside maggiore (arabo-normanno), nel portale principale d’ingresso (gotico) e, ancora, nella cupola (barocco). Una miscellanea di stili che non lascia indifferenti, e a cui vanno ad aggiungersi le tombe reali, tra cui il sarcofago di Federico II e, soprattutto, la tomba di Santa Rosalia, patrona della città.

Orari:
>> lunedì-sabato ore 7:00/19:00
>> domenica e festivi ore 8:00/13:00 e 16:00/19:00
Ingresso libero

Orari Area monumentale (Tombe reali, Tesoro, Cripta):
>> lunedì-sabato ore 9:30/17:30

Orari Tetti della Cattedrale:
>> tutti i giorni 9:00/17:00

Biglietto per tutta l’area (tesoro–cripta, tombe e tetti):
Adulti 7,00 €uro
Ragazzi (11-17 anni) 5,00 €uro

Chiesa della Martorana

Chiesa della Martorana

Costruita nel 1143 dall’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, fedele servitore del re normanno Ruggero II, la chiesa della Martorana è una delle più affascinanti chiese bizantine in Italia. C’è chi sostiene la più bella in assoluto, anche per via del contrasto tra lo stile arabo-normanno, motivo per cui è inserita nei beni tutelati dall’Unesco, e le successive aggiunte barocche del ‘600. Nel 1433 Alfonso d’Aragona cedette la chiesa al vicino monastero benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana. Da qui il nome della chiesa, riferimento spirituale della numerosa colonia italo-albanese riparata in Sicilia tra XIII e XIV secolo per sfuggire alla pirateria turca. La chiesa fa parte dei beni dell’Eparchia di Piana degli Albanesi e pur essendo soggetta alla Santa Sede segue il calendario liturgico ortodosso. Le decorazioni musive all’interno sono il punto forte dell’edificio. Su tutte, il “Cristo pantocratore” sulla sommità della cupola. Una raffigurazione tipica dell’arte bizantina, con il Cristo benedicente circondato da quattro angeli prostrati in adorazione ai suoi piedi. La Chiesa della Martorana è visitabile tutti i giorni, al di fuori delle funzioni sacre. Il biglietto intero costa 2,00 €uro (ridotto 1,00 per gruppi di almeno 5 persone, over 65 anni e studenti, mostrando un biglietto del Circuito di Arte Sacra).

Orari:
>> lunedì-sabato ore 08:00/13:00 e 15:30/19:00
>> domenica e festivi ore 08:30/09:45 e 11:45/13:00