Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

La prima cosa che colpisce del Tempio di Santa Maria della Consolazione è l’architettura rinascimentale, così diversa da quella medievale che domina invece il centro di Todi. La chiesa, infatti, risale al XVI secolo, per la precisione al 1508, e fu costruita fuori dalle mura cittadine probabilmente a causa dell’indisponibilità di aree edificabili all’interno della cinta muraria. Così, anche per sperimentare nuove soluzioni architettoniche, si dovette giocoforza costuire fuori dal perimetro della città medievale. Una scelta azzeccata perché, oltre al contrasto tra architettura rinascimentale e medievale di cui si è detto, l’imponente cupola della chiesa (ca. 70 metri) avvisa il visitatore dell’imminente arrivo in città. Quanto all’origine viene fatta risalire a Donato Bramante, l’architetto artefice del progetto della Basilica di San Pietro in Roma. Tuttavia, nel caso della Chiesa di Santa Maria della Consolazione in Todi non ci sono prove di un suo coinvolgimento diretto nella progettazione, mentre è certo che vi lavorarono maestranze formatesi alla sua scuola (Cola da Caprarola, Baldassarre Peruzzi, il Vignola, Ippolito Scalza eccetera). Il risultato, geometricamente perfetto, dà una dimensione internazionale all’edificio, a pianta greca e formato da quattro absidi a loro volta sormontati dall’imponente cupola a cui si è accennato. Da notare la statua in legno di Papa Martino di Todi, le statue dei 12 apostoli e l’altare barocco su cui spicca la tela con la Madonna della Consolazione a cui, a suo tempo, vennero attribuite proprietà miracolose. Infine una curiosità: all’interno della chiesa è custodito un osso di un’animale preistorico che, secondo tradizione, sarebbe appartenuto a un drago. Da vedere!

Chiesa di San Fortunato

Chiesa di San Fortunato

Ubicata in Piazza Umberto I, poco distante da Piazza del Popolo, la Chiesa di San Fortunato è un’altra tappa obbligata di una visita a Todi. Come il duomo cittadino, anche questo tempio sorge in cima a una scalinata. La sua edificazione risale alla fine del ‘200 sui resti di una precedente chiesa paleocristiana anche se, come avviene (quasi) sempre in questi casi, i lavori si protrassero a singhiozzo per secoli. La facciata, in stile gotico, risale al 1415: dei tre portali d’ingresso, quello centrale è particolarmente degno di nota; all’interno, invece, segnaliamo la “Madonna con bambino e angeli” di Masolino da Panicale. Questo dipinto, risalente al 1432, si trova nella quarta cappella della navata destra. Degni di menzione anche il coro absidale realizzato da tale Antonio Maffei e il sepolcro di Jacopone da Todi che si trova nella cripta della chiesa insieme alle reliquie dei cinque santi protettori della città (San Fortunato, San Callisto, San Cassiano, S. Romana e S. Degna). Guai a dimenticare, infine, il campanile. Vale la pena salire gli oltre 150 gradini che portano in cima, da cui si può ammirare un panorama stupendo sulle colline e i castelli circostanti con la vista che si spinge fino al capoluogo Perugia distante circa 50 chilometri.

Todi sotterranea

Todi sotterranea

Sotto le strade e le case di Todi ci sono chilometri di gallerie lungo le quali si susseguono cisterne di epoca romana e medievale, pozzi, cantine e altri vani sotterranei adibiti agli usi più disparati. Alcuni di questi ambienti sono visitabili, come le Cisterne Romane sotto Piazza del Popolo (qui per info e prezzi) e le Gallerie della Fabbrica della Piana. Queste ultime costituiscono il più grande complesso sotterraneo della città e vennero realizzate per bonificare una frana che nel 1814 inghiottì parte delle mura cittadine. Da vedere!

Palazzo dei Priori

Palazzo dei Priori

La leggenda della fondazione di Todi narra che ab origine la città avrebbe dovuto essere costruita in pianura. Un giorno, però, mentre i primi coloni stavano per riunirsi per il pasto, sopraggiunse un’aquila che tolse la tovaglia ai commensali e, spiccato il volo, andò a posarla sulla vetta del colle dove poi effettivamente sarebbe sorto il nuovo centro abitato. Pur trattandosi appunto di una leggenda, un effetto reale l’ha comunque prodotto: l’adozione dell’aquila come stemma cittadino. Stemma che ricorre in diversi edifici pubblici, tra cui Palazzo dei Priori situato sul lato opposto della Cattedrale. Questo palazzo è coevo degli altri due di cui abbiamo appena scritto (Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano), anche se i lavori di ampliamento, nel caso specifico, sono proseguiti oltre la metà del ‘300. Del 1339, per esempio, è l’effigie dell’aquila che campeggia sulla facciata, mentre la torre trapeziodaile venne costruita tra il 1369 e il 1385. Attualmente Palazzo dei Priori ospita gli uffici della Pretura. Da vedere, se visitabile, la Sala delle Udienze.   

 

Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano

Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano

Ubicati sul lato orientale di Piazza del Popolo, questi due palazzi – specie il primo – sono tra gli edifici pubblici più antichi d’Italia. Vanno visitati insieme perché condividono la medesima scala d’accesso e poi perché ospitano la pinacoteca cittadina, tappa imprescindibile per poter dire di aver realmente visitato questa città nel cuore dell’Umbria. Il Museo Civico di Todi si compone di diverse sezioni: oltre alla Pinacoteca, ci sono la sezione Archeologica; la sezione Numismatica; e quelle dedicate ai Tessuti e alla Ceramica. Maggiori info: www.coopculture.it.

Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Cattedrale di Santa Maria Annunziata

All’estremità nord-occidentale di Piazza del Popolo, il Duomo di Todi si staglia al vertice di un’alta gradinata. Un particolare architettonico, questo, che nelle intenzioni dell’epoca – parliamo del XIII secolo, anche se la costruzione dell’edificio è proseguita poi fino al XVI – simboleggiava la predominanza dell’autorità religiosa su quella civile. Dei tre portali di ingresso, ciascuno sormontato da un rosone, a catturare maggiormente l’occhio è quello centrale finemente intarsiato da sculture lignee opera di tale Antonio Bencivenni da Mercatello. L’interno, invece, a croce latina è curiosamente suddiviso in quattro navate, con una navata più piccola delle altre a fianco di quella destra. L’opera di maggior pregio è l’affresco in controfacciata che richiama Il Giudizio Universale della Cappella Sistina di Michelangelo. A realizzarlo tal Ferraù da Faenza, detto il Faenzone. Anche la cripta della chiesa merita una visita: da vedere una Madonna con Bambino risalente al ‘200.  

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo è il fulcro della vita cittadina da ben prima dell’epoca medievale. Basti considerare che sorge dove un tempo c’era il foro romano anche se, dal punto di vista strettamente architettonico, la fama di questa piazza è indubbiamente dovuta alle sue vestigia medievali. Ci riferiamo in particolare alla comune condivisione dello spazio da parte delle autorità religiosa e civile secondo uno schema ricorrente nell’urbanistica di quel periodo. I palazzi principali, infatti, sorgono tutti attorno a questa piazza: in primis, la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, e poi a seguire i simboli del potere laico: Palazzo del Popolo, Palazzo del Capitano e Palazzo dei Priori. Insomma, come ribadito pure in apertura, siamo al cospetto di uno dei complessi medievali più interessanti d’Italia e perciò assolutamente imperdibile, tanto più trattandosi del principale luogo di aggregazione cittadino.

Portare l’auto a Ponza

Portare l'auto a Ponza

Portare l’auto a Ponza è assolutamente controproducente. Durante la stagione turistica le ZTL e i divieti si moltiplicano rendendo di fatto difficilissima la circolazione. D’altro canto l’isola si gira comodamente coi mezzi pubblici o in scooter e quindi, a meno di necessità inderogabili – per le quali conviene in ogni caso contattare i Vigili Urbani dell’isola -, è preferibile lasciare l’auto a Napoli, Formia, Terracina o Anzio, a seconda del porto di partenza.

Diving a Ponza

Diving a Ponza

Il diving è una delle attrazioni principali di Ponza: una passione, quella per le immersioni, che richiama sull’isola migliaia di appassionati da tutto il mondo. Del resto, includendo anche Palmarola e Zannone, i punti di immersione sono una trentina in tutto e, come sempre in questi casi, si va da quelli per neofiti ad altri, invece, che richiedono un pregresso bagaglio di esperienza. Tra le tante ne ricordiamo due: Le Formiche, serie di scogli affioranti che degradano sul fondo fin oltre i 50 metri di profondità. Con ogni probabilità si tratta dell’immersione più famosa di Ponza seguita subito dopo dall’immersione al relitto LST 349. L’acronimo sta per Landing Ship Tank, imbarcazioni della marina americana adibite al trasporto di cingolati e truppe. Durante la Seconda Guerra Mondiale molte di queste navi militari furono utilizzate nel conflitto e, una di queste, appunto, naufragò non lontano da Ponza a causa delle proibitive condizioni meteomarine. Per maggiori info: ponzadiving.com.

Museo etnografico di Ponza

Museo etnografico di Ponza

Ponza è disseminata di grotte, circostanza che tradisce chiaramente l’origine vulcanica dell’isola. Alcune, come abbiamo visto, furono adibite ad abitazioni; altre a cantine per il ricovero degli attrezzi agricoli. Partendo da quest’ultima destinazione d’uso, a tale Gerardo Mazzella è probabilmente venuto in mente di trasformare la sua di grotta, proprio nei pressi della Spiaggia del Frontone, addirittura in un piccolo museo etnografico, offrendo così ai turisti un compendio dello stile di vita dei ponzesi prima dell’avvento del turismo. Uno stile di vita scandito dai cicli naturali dell’agricoltura e della pesca e dalla stessa frugalità che caratterizza un po’ tutte le isole minori del Mediterraneo meridionale, dalla vicina Ventotene passando per Ischia, Procida, Capri, le Eolie eccetera. Particolare affatto secondario: il Museo etnografico di Ponza è anche un punto di ristoro con una cucina tipicamente tradizionale e a chilometro zero.

Trekking a Ponza

Trekking a Ponza

Ponza dispone di molti scorci panoramici, perdipiù facilmente accessibili, e perciò sarebbe un peccato non mettere in valigia l’abbigliamento adatto (sopratutto le scarpe) per concedersi qualche escursione. La più famosa è quella per il Monte Guardia che, coi suoi 280 metri sul livello del mare, rappresenta la sommità dell’isola (nella foto, scale imbiancate a calce lungo il tragitto). Anche Forte Papa, la torre, ormai rudere, in località Le Forna, merita una visita. L’edificio fu fatto erigere da Ferdinando IV di Borbone a protezione della colonia di torresi di cui abbiamo già detto parlando delle Case Grotte. Per ultima, segnaliamo Punta Incenso che, oltre a essere una passeggiata alla portata di tutti, quindi anche di famiglie con bambini, è uno dei posti migliori a Ponza per godere di un bel tramonto.

Le Case Grotte di Ponza

Le Case Grotte di Ponza

Un po’ come i sassi di Matera, anche la piccola Ponza ha il suo villaggio rupestre: stiamo parlando delle Case Grotte, presenti prevalentemente in località Le Forna. Si tratta di abitazioni ricavate da grosse grotte di tufo e, per quanto ci si trovi dinanzi a tecniche costruttive assai antiche, la loro fama deriva soprattutto dai lavori di adattamento compiuti da coloni di Torre del Greco giunti sull’isola nell’ultimo quarto del XVIII secolo su impulso dei Borbone. Oggi, va da sé, la tipicità di queste abitazioni viene sfruttata soprattutto turisticamente, in maniera non dissimile da quanto avviene, per esempio, coi dammusi di Lampedusa e Pantelleria in Sicilia. Da vedere!    

Chiesa di San Silverio a Ponza

Chiesa di San Silverio a Ponza

Da Buenos Aires a New York, passando per Canada e Australia, non c’è ponzese emigrato che non senta particolarmente la festività di San Silverio il 20 giugno. La devozione da sola spiega la centralità simbolica della chiesa di San Silverio e Santa Domitilla la cui cupola domina il centro di Ponza. Dal punto di vista artistico e architettonico questa chiesa, costruita nel 1775 sotto i Borbone, non ha molto da offrire, però nei giorni dei festeggiamenti diventa il fulcro della vita degli isolani impegnati a celebrare il santo con lo stesso trasporto con cui, nel 1940, parteciparono ai lavori di ampliamento dell’edificio voluti dall’allora parroco dell’isola, don Luigi Dies. Da non perdere la processione via mare. Infine una curiosità: una piccola cappella dedicata a San Silverio è presente pure a Palmarola dove, tra l’altro, si dice il santo sia morto.

Le spiagge di Ponza

Le spiagge di Ponza

Le escursioni in barca non sono certo l’unico modo per andare alla scoperta delle baie e delle spiagge di Ponza. Si può farlo anche noleggiando un gommone, una canoa o, se privlegiate la comodità, in taxi boat. Ciò detto, Chiaia di Luna è senza dubbio la spiaggia più grande e bella dell’isola, quella assolutamente da non perdere anche se, purtroppo, essendo interdetta, la si può ammirare solo da mare, a debita distanza dal costone franoso. Altra spiaggia assai famosa è quella del Frontone che, volendo, è raggiungibile anche a piedi, fermo restando che è molto più pratico farlo via mare. Si tratta di una spiaggia di rocce e ciottoli ed è molto frequentata soprattutto da giovani. Per un’atmosfera più familiare c’è Cala Feola, unica spiaggia di sabbia dell’isola, situata nel borgo Le Forna. Non è finita, perché sulla destra di Cala Feola ci sono le cosidette Piscine Naturali, una delle mete più ambite di Ponza. Si tratta di tre insenature formatesi a seguito dell’attività vulcanica dell’isola, e successivamente modificate dagli agenti atmosferici e dai pescatori, solti utilizzarle come ricovero per le imbarcazioni. Delle tre piscine, la prima, essendo chiusa, consente di fare il bagno anche quando il mare è mosso. Altre spiagge, infine, sono Cala dell’Acqua, Luci Rosa, Cala Felci, Cala Core e Bagno Vecchio.

Giro dell’isola di Ponza

Giro dell'isola di Ponza

Il giro dell’isola è il modo migliore per conoscere Ponza non solo perché, come vedremo, la maggior parte delle spiagge è raggiungibile esclusivamente via mare, ma anche perché l’isola è costellata di anfratti, insenature e grotte. Come quelle famosissime di “Pilato“, note anche come “Murenario romano“, perché i romani, appunto, vi allevavano murene. Una circostanza, questa, a cui abbiamo già accennato parlando della Peschiera romana della vicina Ventotene. Il giro dell’isola di Ponza parte dal Porto borbonico e comprende varie formule: dalla formula che contempla le sole soste per il bagno; a quella, invece, comprensiva di pranzo a bordo. Non è finita, perché oltre al periplo di Ponza sono possibili escursioni alla volta di Zannone e Palmarola, le altre due isole (disabitate) dell’arcipelago ponziano. Palmarola, in particolare, colpisce per l’aspetto esotico e per la sua storia secolare di incursioni piratesche e di contrabbandieri. Da vedere! Per maggiori informazioni: Cooperativa Barcaioli Ponzesi.