Giardino delle Tuileries

Giardino delle Tuileries

Tappa imperdibile di una visita a Parigi, il Jardin des Tuileries dispone di diverse “frecce” al suo arco. Innanzitutto è un luogo bellissimo, nato nel XVI secolo da un “capriccio” di Caterina de’ Medici che, dopo la costruzione del Palazzo omonimo, desiderava un luogo d’intrattenimento per cerimonie e banchetti. Questo agli albori, poiché in seguito – e veniamo al secondo punto a favore -, il giardino venne aperto a tutti gli strati sociali della città e dotato di caffetterie, chioschi, lettini e servizi di igiene pubblica. Infine, la collocazione strategica: situato tra il Louvre e Place de la Concorde, questo giardino rappresenta un vero e proprio punto d’incontro tra due luoghi nevralgici della città, in modo da consentire ai migliaia di visitatori che giornalmente frequentano questa parte di Parigi il giusto relax dopo i giri “obbligati” per musei e monumenti. A conferma della centralità del sito, i suoi innumerevoli riconoscimenti. Due su tutti: monumento storico nazionale dal 1914 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Da non perdere!

Champs Élysées

Champs Élysées

Secondo molti la strada più bella del mondo anche se, va detto, da anni ormai è più apprezzata e frequentata dai turisti che dai parigini. Questi ultimi si riversano su Avenue des Champs Élysées soprattutto in occasioni di feste ufficiali (su tutte la parata del 14 luglio) e per i festeggiamenti sportivi che interessano la città e/o la nazione. La strada, lunga quasi 2 chilometri, si snoda dall’Arc de Triomphe fino a Place de la Concorde. A volerne la realizzazione agli inizi del ‘600 la regina Maria de’ Medici, intenzionata a farne un proseguimento dei bellissimi Jardin Des Tuileres (vd. prossimo punto). Le fortune turistiche e commerciali della zona sono cominciate nella seconda metà dell’800. La parte superiore del viale – quella, per intenderci, che ha come vertice alto l’Arco di Trionfo – è ormai un tempio dello shopping di lusso: Versace, Dior, Luois Vitton, Chanel, Jean Paul Gaultier e tanti altri (comprese Nike e Adidas) hanno una vetrina da queste parti. La parte bassa, invece, conserva un po’ dell’atmosfera da Belle Époque del XIX secolo. Poco distanti il Palazzo dell’Eliseo (55 di rue du Faubourg-Saint-Honoré) residenza ufficiale del Presidente della Repubblica francese, e La Madeleine, una delle chiese più belle e famose di Parigi.

Arco di Trionfo

Arco di Trionfo

Dopo la Tour Eiffel è la volta dell’Arc de Triomphe, altro simbolo incontrastato dell’identità parigina. Si trova in Place Charles De Gaulle, un tempo Place d’Étoile, all’estremità occidentale dei mitici Champs Élysées, di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto. L’Arco fu fortemente voluto da Napoleone Bonaparte che diede incarico della sua realizzazione all’architetto Jean Chalgrin. Quest’ultimo però morì nel 1811, a cinque anni dall’inizio dell’opera, che così fu inaugurata soltanto nel 1836, trent’anni dopo la posa della prima pietra. Motivo ispiratore l’Arco di Tito a Roma, anche se l’Arco di Trionfo, emblema della grandeur dell’impero napoleonico, supera di quasi tre volte il monumento di epoca flavia. Nel 1921 alla base dell’Arco parigino fu sepolto il Milite Ignoto a memoria dei defunti d’Oltralpe della Prima Guerra Mondiale. Da allora l’Arco di Trionfo è assurto a base di partenza di tutte le più importanti parate di Stato. Su tutte quella del 14 luglio, commemorazione della Presa della Bastiglia. L’Arc de Triomphe si trova alla confluenza di ben 12 boulevards. Parliamo quindi di una delle zone in assoluto più trafficate della capitale. Perciò, pensare di arrivarci semplicemente attraversando la strada è molto pericoloso. Un passaggio sotterraneo nei pressi della Stazione Metropolitana Place Charles De Gaulle conduce fino all’ingresso del monumento da cui, poi, a sua volta, si sale alla terrazza panoramica con una delle viste più spettacolari di Parigi. Anche qui, considerata l’enorme affluenza durante tutto l’anno, è preferibile prenotare in anticipo l’ingresso. Maggiori informazioni sul sito ufficiale: www.paris-arc-de-triomphe.fr.

Torre Eiffel

Torre Eiffel

Il racconto non può che iniziare dalla Tour Eiffel, il simbolo più famoso di Parigi. Inaugurata nel 1889, in occasione della X Esposizione Universale (e nel centenario della Rivoluzione Francese), questa gigantesca torre, nel progetto originario, avrebbe dovuto essere smantellata vent’anni dopo la sua realizzazione. E invece, non solo ha attraversato tutto il ‘900, ma nel XXI secolo, grazie soprattutto alle enormi potenzialità della rete, si è definitivamente consacrata come icona planetaria, capace di attrarre milioni di visitatori ogni anno. E pensare che all’inizio il progetto fu fortemente osteggiato dall’opinione pubblica parigina. Ci fu addirittura chi la definì “una minaccia alla storia francese”. Oggi, al contrario, chi volesse salire su in cima, senza accontentarsi della classica foto sulla spianata di Champs de Mars, deve prenotare con largo anticipo. Per maggiori informazioni, consultare il sito ufficiale: www.toureiffel.paris/it. Poco distante dalla Torre Eiffel, inoltre, c’e l’Hotel des Invalides che, oltre a essere il più grande complesso architettonico realizzato durante il regno di Luigi XIV (“Re Sole”), ospita la tomba di Napoleone Bonaparte. Da vedere!

Opatjia

Opatjia

Partiamo dai numeri, perché spiegano molto della fama della località: 13 chilometri da Rijeka (Fiume), 70 da Trieste e circa 500 da Milano, Vienna e Monaco. Insomma, Opatjia (in italiano, Abbazia) si trova nel cuore di quella Mitteleuropa che, non a caso, ne decretò le fortune turistiche già nel corso del XIX secolo. Non deve stupire, perciò, che il fascino della località sia ancora in larga parte dovuto all’atmosfera da Belle Époque che promana dai viali, dai palazzi e dalle abitazioni del centro. Per non parlare dell’estesissimo lungomare: circa 12 chilometri (da Volosko fino a Lovran) disseminati di turisti a passeggio, non solo durante il periodo estivo. Tutt’attorno boschi e parchi, senza dimenticare il Monte Vittoria che coi suoi 1400 metri domina la città e l’intero Golfo del Quadraro. Da vedere!

Attenzione alla bora (non allontanarsi troppo in mare)

Attenzione alla bora (non allontanarsi troppo in mare)

La bora sferza l’Istria soprattutto in inverno ma può fare capolino anche durante il periodo estivo. Le raffiche di vento sono veloci e potenti e prevenirne gli effetti, specie quando si è in mare, è faccenda da esperti marinai. A meno che non lo siate, quindi, è preferibile avere un atteggiamento prudente in acqua. Soprattutto in barca, ma anche a nuoto. Detto questo, niente paura: si tratta di semplice prevenzione a fronte di un mare, e una costa, talmente stupendi da vantare numerose Bandiere Blu.

Occhio al cambio kuna (HRK) euro (EUR)

Occhio al cambio kuna (HRK) euro (EUR)

Come già detto per Dubrovnik bisogna stare attenti al cambio kuna (HRK) euro (EUR). Soprattutto, bisogna fare attenzione quando si paga in euro e si riceve il resto nella moneta locale. Il consiglio, quindi, è di utilizzare quest’ultima o, al più, fare in euro solo i piccoli acquisti. Prima ancora di partire, invece, è opportuno informarsi con la propria banca su quali sono tassi e importi che vengono applicati nei pagamenti con carta di credito e bancomat. A detta dei più risulta maggiormente conveniente usare la prima (carta di credito) per i pagamenti e la seconda (bancomat) per i prelievi.

Isole del Quarnaro

Isole del Quarnaro

Last but not least le Isole Quarnerine. Cres (Cherso), Losinj (Lussino), Krk (Veglia) e Rab (Arbe) meriterebbero ciascuna una visita approfondita, se non addirittura una vacanza vera e propria. Quest’arcipelago, infatti, alle tante bellezze paesaggistico-ambientali unisce reperti storici di grande interesse. Si tratta di territori abitati fin dall’antichità nonostante una natura impervia (soprattutto la bora durante l’inverno) ancorché generosa di frutti. Krk, con oltre 400 chilometri di superficie, è la più grande delle isole. Non solo, perché un ponte, vanto dell’ingegneria jugoslava, collega l’isola alla terraferma, precisamente alla città di Kraljevica (per questo motivo, molti itinerari per andare alla scoperta delle isole del Quarnaro partono proprio da Krk). Una circostanza, quest’ultima, che ha contribuito in maniera decisiva alle fortune turistiche dell’isola. Esclusivamente di turismo vive anche Rab, la più meridionale delle isole del Quarnaro. Al contrario, Cres e Losinj sono più impervie, frequentate soprattutto da trekkers ed escursionisti (nella foto, il villaggio di Beli sull’isola di Cres). Tutte però vantano spiagge bellissime e antichi villaggi che hanno conservato l’impronta architettonica tradizionale a dispetto del presente turistico. Da vedere!

Parco Nazionale del Risnjak

Parco Nazionale del Risnjak

In apertura abbiamo specificato che “varietà” è la parola chiave per descrivere l’Istria. Il Parco Nazionale del Risnjak è uno degli esempi migliori che si possono fare per esaltare gli aspetti paesaggistico-ambientali del territorio. Si trova a circa un’ora d’auto da Fiume (Autostrada A6 direzione Zagabria) e si estende per oltre 6000 ettari. Insomma un’area boschiva molto vasta (fisicamente appartiene al sistema delle Alpi Dinariche) in cui vivono e si riproducono orsi bruni, linci, volpi, tassi e lupi. Sicuramente da vedere le due vette Veliki Risnjak (1528 mt.) e Snježnik (1508) ma il vero fiore all’occhiello della zona è il fiume Kupa, area protetta fin dal 1963. Per avere idea dell’unicità di questo habitat di montagna, distante però appena 15 chilometri dalla costa, basti pensare che la parte superiore del fiume viene evocativamente chiamata “La Valle Incantata delle Farfalle”. Merita inoltre una visita il sentiero didattico Leska con numerose tabelle informative che spiegano non solo la natura ma anche la storia e la cultura dell’area. Il percorso comincia subito dopo l’ingresso nel parco e si snoda per quasi 5 km. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.risnjak.hr.

Kamenjak

Kamenjak

“Meraviglioso”, “favoloso”, “incredibile”, “paradisiaco” ecc. ecc. I commenti e le recensioni che si trovano on line sono unanimi: Kamenjak è un luogo da non perdere! Da Pula, i chilometri per arrivare in quest’area disabitata e piena di calette nascoste sono circa una decina, e perciò sarebbe davvero un delitto, una volta in Istria, bucare la visita con la parte più meridionale della penisola. Dal 1997 questa zona è stata adibita a parco per preservarne le tante specificità ambientali, con la conseguenza che l’ingresso è a pagamento per chi viene in auto. Tutti gli altri, soprattutto trekkers e appassionati di mountain bike, hanno invece accesso gratuito al parco che si estende per 10 chilometri e in alcuni tratti è largo meno di uno. Ovviamente, durante il periodo estivo l’affluenza è molto maggiore: la costa frastagliata e il mare cristallino rappresentano uno scenario d’incanto che lascia davvero a bocca aperta. Per maggiori informazioni sul parco, le cose da vedere e le modalità di visita consultare il sito: www.kamenjak.hr (disponibile la versione in inglese).

Parco Nazionale delle Isole Brioni

Parco Nazionale delle Isole Brioni

L’arcipelago delle Isole Briunji (in italiano, Brioni) è tappa imperdibile di una vacanza in Istria. Un concentrato di bellezza (la superficie complessiva delle 14 isole è di appena 8 chilometri quadrati) che non è soltanto paesaggistico-ambientale ma anche -soprattutto- storico-culturale. Queste isole, infatti, erano abitate già dai romani che ne sfruttavano il suolo per estrarre il materiale necessario alle realizzazione dei laterizi destinati alla costruzione di palazzi, templi e abitazioni. Perciò, assieme alla straripante vegetazione e a un mare cristallino, le innumerevoli tracce della gloriosa civiltà romana costituiscono il fiore all’occhiello di queste isole. Non stupisce, perciò, che durante la lunga stagione titina le isole Briunji furono inibite al pubblico. Per buona parte del suo mandato il maresciallo artefice dell’unificazione della Jugoslavia ne fece location d’eccezione per gli incontri di Stato. Dopo l’indipendenza della Croazia l’arcipelago è diventato nuovamente visitabile, raggiungendo presto un inviadiabile compromesso tra le ragioni dell’economia turistica e quelle legate, invece, alla preservazione di un habitat unico nel suo genere. Frequenti, specie durante il periodo estivo, i collegamenti marittimi da Pula (Pola) e Fazana (Fasana). Da non perdere!

Pula

Pula

Pula (o Pola) all’estremità meridionale dell’Istria è il cuore civile, economico e amministrativo della regione. Lo è perlomeno dal XIX secolo quando l’Impero Austro-Ungarico fece del porto cittadino il suo principale scalo marittimo determinando, di fatto, il ripopolamento di un territorio che fino a quel momento contava poco più di 1000 unità. Oggi sono la vicinanza con l’aeroporto e l’autostrada E751 (Trieste dista ca. 120 km) le infrastrutture che consentono ai visitatori di raggiungere, sempre più numerosi, la città e le località che si susseguono lungo la costa (Medulin, Pomer, Premantura, Banjale e Verudela). Menzione particolare per il centro storico: l’Anfiteatro (il sesto più grande al mondo, vd. foto) e il Museo Archeologico con numerosi reperti di età romana attraggono frotte di turisti che riescono così a coniugare alla grande turismo culturale e balneare. Da vedere, inoltre, il Parco Nazionale delle Isole Brioni di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Rovinj

Rovinj

Rovinj (o Rovigno) è tappa imperdibile di un viaggio in Istria. Il centro storico della località svela in maniera inequivocabile l’impronta della Repubblica di Venezia che dal XIII al XVIII secolo ha regnato sul territorio lasciando una grande eredità urbanistica e storico-culturale. Tracce che le successive dominazioni hanno inevitabilmente scalfito ma non cancellato. Ancora oggi, per dire, la comunità italiana di Rovigno, seppur decimata a causa del conflitto italo-jugoslavo dopo la seconda guerra mondiale, gioca un ruolo fondamentale nella vita della comunità, dal cibo, alle tradizioni fino al già richiamato dialetto istriota. Diverse le cose da vedere: la Torre dell’Orologio che affaccia sul porto; l’Arco dei Balbi, in corrispondenza della porta d’ingresso della città; il Municipio e, soprattutto, la Chiesa di Santa Eufemia, patrona di Rovigno. Quest’ultima si trova in posizione rialzata rispetto all’abitato, regalando una vista spettacolare ai visitatori, specie dal campanile alto più di 60 metri. Da non perdere, nelle vicinanze, il fiordo di Leme, meta frequentatissima dagli appassionati di trekking e mountain bike. Merita ugualmente una visita il borgo abbandonato Duecastelli (Dvigrad in croato) che da Rovinj dista circa 18 chilometri verso l’interno della regione. Da vedere!

Hum

Hum

La città più piccola del mondo. Hum (all’italiana, Colmo) è un minuscolo borgo medievale situato a una trentina di chilometri da Pazin, poco meno da Buzet, due località altrettanto note dell’entroterra istriano. Tuttavia, la particolarità di Hum rispetto a queste altre sta nell’aver conservato l’originaria impronta architettonica medievale. Mura di cinta, porta d’ingresso, uno sparuto gruppo di abitazioni in pietra e ben 2 chiese (San Gerolamo e San Giacomo) che, considerando l’esigiuità del territorio, spiegano molto sulla devozione religiosa degli abitanti. Un radiicato sentimento di fede, probabilmente maturato anche a causa delle peripezie affrontate nel corso dei secoli: dapprima la guerra tra Venezia (cui la cittadina apparteneva) e l’Austria; poi la peste del 1423; e ancora le invasioni turche e degli Usococchi (banditi croati) nel corso del ‘600. Dopo la caduta della Repubblica Serenissima nel 1797 le sorti di Colmo hanno ricalcato in tutto e per tutto quelle della regione di appartenenza: quindi, Impero Austro-Ungarico, Regno d’Italia, Jugoslavia, e infine Croazia. Oltre che per le vestigia romaniche, il prestigio turistico della località è dovuto anche al patrimonio naturalistico tutt’attorno. Menzione speciale per l’itinerario di circa 6 chilometri che collega Hum al borgo di Roč. Il sentiero è disseminato di monumenti in pietra coi caratteri glalolitici, antica lingua dell’area attiva fino agli inizi del XX secolo. Da fare!

Poreč

Poreč

Poreč (o Parenzo) è una graziosa cittadina di circa 17.000 abitanti. Oltre alla fama di località balneare, la città merita anche dal punto di vista urbanistico. Il centro storico, organizzato in decumani e cardi, svela l’impronta romanica del territorio, mentre case e palazzi tradiscono chiaramente il gusto italiano. Come è noto, infatti, fino alla fine della seconda guerra mondiale queste zone sono state abitate in prevalenza da italiani concentrati soprattutto lungo il versante costiero. In maniera abbastanza prevedibile, quindi, l’eredità culturale e linguistica italiana (con riferimento soprattutto al dialetto istroveneto) è rimasta nonostante i cambiamenti occorsi nella sfera geopolitica. Da vedere, inoltre, la Basilica Eufrasiana (nella foto, il tetto della basilica), antico complesso religioso di età romanica famoso per la ricercatezza dei suoi mosaici. Oltre alla chiesa fanno parte della struttura (patrimonio UNESCO dal 1997), l’atrio, il battistero e il palazzo vescovile. Quanto a mare e spiagge, invece, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Laguna Blu, Laguna Verde, Plava e Laguna Zelena sono i nomi delle spiagge di Parenzo dove, durante il periodo estivo, si radunano moltissimi giovani. Da vedere!