Cattedrale di Sant’Andrea

Cattedrale di Sant'Andrea

Se la tutela Unesco per il centro storico di Bordeaux è del 2007, quella per la Cathédrale Saint-Andrè è della fine degli anni ’90 del secolo scorso, allorquando venne inserita tra le tappe francesi del famosissimo Cammino di Santiago. Del resto, la storia di questa chiesa è molto antica: consacrata per la prima volta nel 1096 da Papa Urbano II, i primi resti risalgono addirittura al IX secolo. La Cattedrale che ammiriamo oggi, però, è stata costruita quasi per intero tra XIII e XIV secolo. Un capolavoro dell’arte gotica che, tra esterno e interno, vanta molti punti di interesse su cui val la pena soffermarsi. Su tutti, il Portail Royale, uno dei portali dell’edificio recante diverse sculture che illustrano scene del Giudizio Universale secondo Matteo. Le torri campanarie sono tre: due fanno parte dell’edificio e rappresentano un punto di riferimento stabile dello sky line di Bordeaux, mentre la terza, che è anche la più famosa, è stata costruita nel XV secolo proprio di fianco alla Cattedrale. Parliamo della Tour Pey Berland (dal nome del vescovo che ne volle la costruzione) e dalla cima regala una spettacolare vista panoramica della città. Unica avvertenza, gli oltre 200 scalini da fare per raggiungere la vetta. Per maggiori informazioni: www.cathedrale-bordeaux.fr.

Piazza della Borsa

Piazza della Borsa

La collocazione al settimo posto tra le cose da fare e vedere a Bordeaux non deve trarre in inganno. Place de la Bourse, infatti, è il ritrovo preferito da bordolesi e turisti e, specie per questi ultimi, rappresenta quasi sempre il punto di partenza per andare in giro alla scoperta della città. Da un punto di vista architettonico questa piazza, progettata dall’architetto Ange Jacque Gabriel, rappresenta una delle più alte espressioni dell’arte neoclassica francese. Per la sua realizzazione, risalente al XVIII secolo, vennero abbattuti la cinta muraria medievale e diversi palazzi residenziali. Al loro posto, ai lati della piazza, furono costruiti due edifici identici: il Palazzo della Dogana e quello della Borsa (da cui il nome). A quanto già detto si è aggiunto, da qualche anno, un altro elemento di grande fascino. Parliamo della Miroir d’Eau, una grande fontana riflettente costruita di fronte il Palazzo della Borsa, il cui specchio d’acqua, appunto, riflette immagini, luci e dettagli degli edifici circostanti. Non solo. Ogni 20 minuti circa, dalla fontana partono dei getti di vapore che avvolgono la piazza generando un “effetto nebbia” che regala immagini memorabili agli appassionati di fotografia. Perciò, guai a dimenticare reflex, treppiedi e tutta l’attrezzatura che serve in questi casi per realizzare scatti d’autore. E, sempre a proposito di scatti, va di moda regalarsi un selfie in compagnia di Eufrosine, Aglaia e Talia, le statue che ornano la Fontana delle Tre Grazie (Fontaine des Trois Gracies) proprio al centro della piazza. Da non perdere!

Gran Teatro

Gran Teatro

In una città come Bordeaux non poteva certo mancare un Teatro dell’Opera. E che teatro, vien da dire! A detta dei crtitici, infatti, Il Grand Théatre de Bordeaux, progettato dall’architetto partigino Victor Louis, dispone di una delle sale più belle del XVIII secolo. Sala che è possibile visitare prenotando tramite l’Opéra National de Bordeaux che gestisce ogni aspetto – non solo quelli propriamente artistici – della struttura (per prenotare la visita clicca qui). Anche solo l’esterno, però, vale una sosta. Ad accogliere i turisti c’è un’imponente facciata neoclassica con 12 colonne corinzie che a loro volta sostengono la trabeazione su cui sono poste 12 statue raffiguranti 9 muse e 3 dee (Giunone, Venere e Minerva). Un ingresso maestoso per un teatro maestoso che in più circostanze è stato anche Sede dell’Assemblea Nazionale Francese. Da vedere!

Meglio (se possibile) non visitare Bordeaux in inverno

Meglio (se possibile) non visitare Bordeaux in inverno

Bordeaux negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio exploit turistico. Addirittura il New York Times nel 2016 l’ha inserita al secondo posto tra le destinazioni turistiche mondiali seguita da Malta e preceduta soltanto da Città del Messico. I riconoscimenti, come abbiamo evidenziato nell’articolo, erano però cominciati prima: su tutti l’inserimento, nel 2007, del centro storico tra i Patrimoni dell’Umanità Unesco. Insomma una città viva che ha saputo aprirsi al turismo senza rinunciare alla propria identità, anzi valorizzando i propri storici punti di forza dall’architettura al vino. Difficile perciò trovare un punto debole. Se proprio bisogna trovarne uno forse è meglio evitare i mesi invernali (da dicembre a marzo). Non fa tanto freddo, grazie all’azione mitigatrice dell’Oceano Atlantico, ma piove con molta frequenza.

Attenzione nei quartieri di Sankt Pauli e Sankt Georg

Attenzione nei quartieri di Sankt Pauli e Sankt Georg

La premessa è che Amburgo è una città enorme, seconda, per estensione, solo a Berlino. Inevitabile, quindi, che vi siano zone della città potenzialmente pericolose, dove occorre fare un po’ di attenzione. Il discorso vale soprattutto per i più trasgressivi quartieri di Sankt Pauli e Sankt Georg (specie quest’ultimo), anche se – giova ribadirlo – il livello di sicurezza è alto. Il merito è innanzitutto delle forze dell’ordine ma anche il turismo, senza dimenticare il decoro garantito dall’amministrazione locale, giocano un ruolo positivo nel circoscrivere degrado e devianza sociale. Insomma, le uniche prescrizioni da osservare sono quelle “classiche”, valide per ogni grande città: evitare di girare con molti contanti; lasciare incustodita la borsa ai tavolini del bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni; eccetera. Per il resto, niente paura e buona vacanza!

Blankenese

Blankenese

Il nostro viaggio alla scoperta di Amburgo termina con una gita fuori porta a Blankenese, piccola zona residenziale a una quindicina di chilometri dal centro città. Si tratta di un quartiere ricco, adagiato lungo la riva dell’Elba, la cui particolarità consiste nel fatto di essere interamente pedonale, attraversato da vicoli e gradini perlopiù acciottolati. Pur trattandosi di un’architettura diversa da quella mediterranea più d’uno ha avanzato il paragone con l’italiana Sorrento. E, in effetti, specie durante la bella stagione, viene facile il confronto tra l’immagine serena di Blankanese, tra case bianche e aiuole fiorite, e quella invece un po’ malinconica dell’area industriale dall’altra parte del fiume. Due i modi per raggiungere Blankanese: in traghetto, dal porto di Amburgo; oppure in treno con la S-Bahn locale. Da vedere!

Tiepark Hagenbeck

Tiepark Hagenbeck

Non c’è solo Miniatur Wunderland per chi si muove con prole al seguito. Amburgo è decisamente una città a misura di bambino con molte aree verdi e attrezzate per lo svago dei più piccoli e più in generale per le attività outdoor (ca. il 40% del territorio). Una menzione particolare va allo zoo cittadino. Il Tiepark Hagenbeck, infatti, è uno zoo curatissimo dove gli animali (pinguini, oche, foche, trichechi, orsi polari, orsi bruni, canguri e tante altre specie) vivono in spazi aperti circondati da fossati restituendo ai visitatori un’immagine di libertà e sicurezza. Insomma, l’attenzione al benessere degli animali (ca. 2500) è altissima in ossequio a una lunga tradizione risalente al 1863, allorquando il capostipite Carl Lagenbeck, da cui il nome dello zoo, per la prima volta espose nel quartiere di St. Pauli alcune foche. Il collezionismo di animali esotici è proseguito poi con gli eredi di famiglia, salvo le parentesi delle due guerre mondiali. Per maggiori informazioni su orari, prezzi, modalità e tempi di visita consultare il sito ufficiale: www.hagenbeck.de.

Miniatur Wunderland

Miniatur Wunderland

Tra le tappe imperdibili di un viaggio ad Amburgo c’è anche Miniatur Wunderland, avveneristico spazio espositivo con la riproduzione in scala di diverse scenari europei. Il posto d’onore spetta, ovviamente, alla città ospitante, ma sono degnamente rappresentate la Scandinavia, l’Austria, gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Italia. Di quest’ultima, è stato dato grande rilievo ai paesaggi del Sud, su tutti Pompei e la Costiera amalfitana, ma guai a dimenticare Venezia e Roma. Non è finita, perché a assere riprodotti in maniera pressoché perfetta sono anche i templi per eccellenza della mobilità contemporanea: aeroporto e stazione ferroviaria, con annessa circolazione di aerei e treni proprio come nella realtà. L’effetto è davvero sbalorditivo e la visita è particolarmente consigliata per chi si muove coi figli al seguito. Per maggiori informazioni su orari, prezzi e modalità di visita consultare il sito ufficiale: www.miniatur-wunderland.com (disponibile la versione inglese).

Speicherstadt

Speicherstadt

Del distretto di HafenCity da qualche anno fa parte anche la Speicherstadt, la strada dei grandi magazzini di Amburgo. Parliamo di 17 magazzini costruiti a cavallo tra XIX e XX secolo per lo stoccaggio di merci di ogni tipo, con prevalenza di spezie, cacao, caffè e tabacco. La costruzione di questi palazzi alti sette-otto piani lungo le rive dell’Elba avvenne dopo la stipula del contratto doganale tra Amburgo e l’Impero Tedesco. In pratica, il Reich in cambio dell’ingresso nell’Unità doganale degli Stati tedeschi, riconobbe alla città un’area circoscritta non soggetta ad alcuna tassazione. Oggi, ovviamente, i traffici mercantili non avvengono più in questa zona che però è sopravvissuta a sé stessa grazie alla combinazione di due fattori: l’essere stata, in parte, risparmiata dai bombardamenti alleati del 1943 cui abbiamo già accennato; in secondo luogo, la capacità di riconvertire questi spazi in musei e uffici perlopiù dedicati alla creatività e alla cultura, assecondando in questo modo la crescente vocazione turistica del territorio. È qui, infatti che si trovano diversi musei: quello, appunto, della Dogana; il Museo delle Spezie; il Museo Marittimo fino al Miniatur Wunderland di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto. Tanta varietà, unitamente all’eccellente conservazione architettonica, è valsa al quartiere la tutela Unesco, operativa dall’estate 2015. Da vedere!

Elbphilarmonie

Elbphilarmonie

Come quasi tutte le grandi città europee anche Amburgo è stata investita da profondi cambiamenti che hanno contribuito a riattualizzare il patrimonio architettonico presente. La zona del porto, e specificatamente il distretto di HafenCity,  da questo punto di vista rappresenta uno degli esempi più riusciti di trasformazione urbanistica. Basta visitare la Filarmonica dell’Elba (Elbphilarmonie) per rendersene conto. Parliamo di un’opera d’arte totale in cui innovazione architettonica, attività concertistica e posizione geografica interagiscono in maniera perfetta restituendo al visitatore stupore e meraviglia. Edificio che ospita due sale da concerto, un hotel e diversi appartamenti residenziali e a cui si accede da una scala mobile che dalla strada sale per 82 metri fino alla Plaza, spazio all’aperto che si trova nell’intersezione tra la parte inferiore della struttura (un vecchio magazzino in mattoni rossi dove fino agli anni ’90 del secolo scorso venivano custodite rimesse di cacao, tè e tabacco)  e la parte superiore, invece, dedicata ai concerti e alla musica. Per maggiori informazioni sull’Elbphilarmonie consultare il sito ufficiale: www.elbphilharmonie.de (disponibile la versione in inglese). Da vedere!

Fischmarkt

Fischmarkt

Il mercato del pesce di Amburgo è quel che comunemente viene definito a must see place. Insomma, una tappa imperdibile per chiunque visiti la città anseatica, al punto che c’è chi fa la nottata per aspettarne l’apertura (alle 5 da aprile a ottobre; alle 7 da novembre a marzo). Altri, invece, si alzano al mattino presto per partecipare attivamente a questo vero e proprio rito collettivo che va avanti dal 1703. Rito che si compone di diversi aspetti: dalla musica dal vivo (sì avete letto bene!); al sandwich con aringa affumicata e birra; alla più tradizionale colazione con cappuccino e brioche; passando infine per le fasi concitate della compravendita cogli urlatori del mercato (“marktschreier”) impegnati a promuovere le rispettive mercanzie (non solo pesce). Da non perdere!

St. Pauli

St. Pauli

A meno di un chilometro dalla Chiesa di San Michele c’è St. Pauli, zona della città famosa per il quartiere a luci rosse. Va da sé, questa strada di circa un chilometro (Reeperbahn) non ha tardato a imporsi come una delle principali attrazioni turistiche di Amburgo. Non solo per il sesso, che tuttavia continua a giocare una parte importante, come del resto avviene ad Amsterdam, quanto per il gran numero di ristoranti, pub e locali notturni che si susseguono. Non è finita perché Sankt Pauli la domenica mattina ospita il Fischmarkt, il mercato del pesce cittadino, altro retaggio della tradizione portuale di Amburgo che non ha certo faticato a imporsi anche turisticamente (vd. prossimo punto). Insomma, St.Pauli (insieme al quartiere di Sankt Georg frequentato dalla comunità Lgbt) custodisce l’animo alternativo e trasgressivo della città. Chi ha voglia di divertirsi frequenta queste zone, tutelato dalla sicurezza garantita dalle forze dell’ordine, e forte del decoro assicurato dall’amministrazione pubblica. Infine una curiosità: alla fama di St.Pauli hanno contribuito grandemente anche i Beatles, la cui leggenda comincia proprio con una serie di esibizioni ad Amburgo sul finire degli anni ’50 del secolo scorso. Da non perdere!

Chiesa di San Michele

Chiesa di San Michele

La Chiesa di San Michele è tappa imperdibile di una visita ad Amburgo. Specie chi desidera immortalare il panorama della città non può esimersi dal visitare questa chiesa barocca protestante, tra le più grandi e famose della Germania settentrionale. Sul portale d’ingresso campeggia una statua in bronzo dell’arcangelo nell’atto di schiacciare il demonio. All’interno segnaliamo la cripta dove sono sepolti diversi personaggi famosi, tra cui Carl Philip Emmanuel Bach, figlio del grande compositore Johann Sebastian. Non è finita, perché meritano un’occhiata anche i 5 organi presenti e l’altare maggiore in cui sono raffigurati, secondo tradizione, alcuni momenti salienti della vita di Gesù. Dicevamo, però, che da un punta di vista turistico la Hauptkirche Sankt Michaelis è famosa soprattutto per il punto panoramico che si trova a una ottantina di metri di altezza; ben al di sotto, dunque, del campanile che di metri ne conta addirittura 132. Si può scegliere di salire a piedi ma per chi è impossibilitato a farlo c’è un comodo ascensore. La vista abbraccia quasi per intero lo sky line della città e merita soprattutto sul far della sera quando la luce tenue del tramonto avvolge Amburgo (per maggiori informazioni www.st-michaelis.de). Infine una dritta: poco distante (ca. 400 metri) c’è il museo dedicato a Johannes Brams, il musicista più rappresentativo della città, tra l’altro battezzato proprio nella chiesa di San Michele. Da vedere! 

Hamburger Kunsthalle

Hamburger Kunsthalle

La visita della Kunsthalle è senza dubbio tra le cose da fare in città. Parliamo della galleria d’arte più importante di Amburgo, ma il suo prestigio supera abbondantemente i confini cittadini. Per completezza e qualità delle opere esposte, infatti, siamo al top in Germania e in Europa. Basti considerare che la collezione permanente della galleria copre un arco temporale di circa otto secoli: dal Medioevo al Novecento, con contributi provenienti da ogni nazione del Vecchio Continente. Ovviamente, l’arte e la pittura tedesca sono qui molto ben rappresentate, ma la dimensione del museo è assolutamente internazionale. Solo per ricordare alcuni nomi senza pretesa di esaustività: Lucas Cranach Il Vecchio, Francisco Goya, Giambattista Tiepolo, Manet, Monet, Rodin, Gaugin, fino a Munch e Picasso. Insomma, una panoramica completa sull’arte europea che non disdegna incursioni e aggiornamenti sul meglio della scena contemporanea. Per maggiori informazioni sui giorni, gli orari, i prezzi e la modalità di visita consultare il sito: www. hamburger-kunsthalle.de (disponibile la versione inglese).

Chiesa di San Nicola

Chiesa di San Nicola

A circa 500 metri dall’Hamburger Rathaus ci sono i resti della Chiesa di San Nicola (Mahmal St. Nikolai) tra le attrazioni turistiche più apprezzate di Amburgo. Due le ragioni principali per cui si visita questo luogo: la presenza di un museo che raccoglie reperti, immagini e altre tracce documentali sul terribile bombardamento inglese che alla fine di luglio del 1943 distrusse parte della città provocando centinaia di migliaia di morti; l’altro motivo è la presenza dell’imponente campanile dalla cui terrazza panoramica, sita a poco più di 70 metri di altezza, si scorge una bellissima vista sulla città. Proprio l’imponenza del campanile fornì all’aviazione inglese un facile punto di riferimento per portare a termine una delle carneficine più tragiche della storia della seconda guerra mondiale. Perciò oggi il museo presente all’interno della chiesa, oltre a rievocare i fatti tragici di quell’anno, funge anche da monito contro tutte le derive nazionalistiche e potenzialmente guerrafondaie che di tanto in tanto compaiono sulla scena pubblica europea. Tra l’altro, ed è un aspetto di non poco conto, l’ascensore in vetro che porta i visitatori in terrazza è stato attrezzato anche al trasporto delle persone disabili che così possono agevolmente salire in cima e godere del panorama en plein air di Amburgo. Per maggiori informazioni consultare il sito: mahnmal-st-nikolai.de (disponibile la versione in inglese).