Basilica di Begoña

Basilica di Begoña

Conosciuta col nomignolo di “Amatxu” che in basco sta per “Mamma” la Basilica di Nuestra Señora de Begogña dista circa un chilometro dalla Cattedrale di Santiago di cui abbiamo appena parlato. Il legame affettivo che lega gli abitanti di Bilbao a quest’edificio religioso è fortissimo: all’origine ci sarebbe una leggenda del XIII secolo secondo la quale la chiesa sorgerebbe sul luogo di ritrovamento di una scultura lignea raffigurante la Vergine Maria. Leggende a parte, è un fatto che i fedeli affollino costantemente la chiesa, specie in occasione del 15 agosto, ricorrenza dell’Assunzione di Maria, e dell’11 ottobre, festa patronale. La Madonna di Begogña, infatti, è patrona della provincia autonoma di Biscaglia di cui fa parte Bilbao. Da un punto di vista architettonico, invece, la chiesa è una miscellanea di stili diversi: dal gotico-rinascimentale, al neoclassico passando per il manierismo e il barocco. Assai suggestivo l’imponente campanile, la cui realizzazione definitiva è degli inizi del ‘900. Da vedere!

Cattedrale di Santiago

Cattedrale di Santiago

Dedicata a San Giacomo Apostolo (Santiago), la Cattedrale di Bilbao è l’edificio religioso più antico della città. La struttura originaria, infatti, risale al XIV secolo per quanto la chiesa nel corso del tempo sia stata oggetto di diversi ampliamenti e restauri. Un particolare sicuramente rilevante è la presenza sopra il portale principale di diverse capesante, ancora oggi il simbolo più conosciuto dei pellegrini che effettuano il Cammino di Santiago. Non a caso, la chiesa è tutelata dall’Unesco in quanto tappa di questo celebre percorso religioso. Per quel che riguarda le dimensioni, invece, la Cattedrale di Bilbao è tutto sommato piccola, perlomeno se paragonata ad altre cattedrali del suo tempo. L’interno è a tre navate divise da colonnati; lungo le navate laterali si susseguono diverse cappelle, tra cui segnaliamo la Cappella del Virgen del Pilar e quella di Santa Lucia. Meritano un cenno anche la Sagrestia e il portale che conduce al chiostro della chiesa, noto come Porta dell’Angelo. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: catedralbilbao.com.

Casco Viejo

Casco Viejo

Come ribadito in apertura, la “nuova” Bilbao non ha affatto tagliato fuori la parte vecchia. Anzi, il centro storico ha tratto grande beneficio dalla virata turistica della città, ampliando l’offerta di bar, negozi e locali notturni. Soprattutto lungo Las Siete Calles, reticolo di sette strade in cui, a detta dei più, abita il genius loci di Bilbao. Stesso discorso per Plaza Nueva la cartolina turistica più famosa della città seguita, a strettissimo giro, dal Teatro Arriaga (stupenda la facciata barocca) e dalla Cattedrale di Santiago di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto. Non è finita, perché, in questa parte di città, oltre a chiese e piazze, ci sono altri due musei che vale la pena visitare: l’Euskal Museoa, interamente dedicato alla cultura basca; e il Museo Archeologico che ricostruisce cronologicamente gli insediamenti abitativi nella regione. Ultimo, ma non meno importante, il Mercado de La Ribera, tra i più grandi mercati al coperto d’Europa. Da vedere!

Ponte Zubi Zuri

Ponte Zubi Zuri

Da Dubai a Buenos Aires, passando per Valencia, Tenerife e Bilbao si potrebbe organizzare un tour architettonico alla scoperta delle opere di Santiago Calatrava anche se, va detto, quelle menzionate sono solo una piccola parte delle città in cui ha operato l’archistar valenziana. A portare la sua firma nella città basca c’è il Puente Peatonal del Campo de Volantin, uno dei 17 ponti che collegano le rive del fiume Nervión. Più conosciuto come “Zubi Zuri” (o Puente Calatrava) questo ponte segna l’inizio della trasformazione urbana cui abbiamo accennato in apertura, tant’è vero che è stato inaugurato qualche mese prima del Guggenheim. Insomma un’altra icona della “nuova” Bilbao, capace di richiamare frotte di turisti sbalorditi dalle bizzarrie architettoniche in giro per la città. In questo caso a colpire maggiormente sono il bianco che cromaticamente domina la struttura e l’arco sovrastante lungo circa 15 metri. Da vedere!

Azkuna Zentroa

Azkuna Zentroa

Tra le tappe consigliate di un viaggio a Bilbao c’è sicuramente il centro Azkuna Zentroa. L’edificio, un vecchio deposito di vini e olii dismesso dagli anni ’70 del secolo scorso (La Alhóndiga), è stato completamente ridisegnato dall’architetto e designer francese Philippe Starck. Un esempio importante di rigenerazione urbana, al punto da essersi aggiudicato il prestigioso “Global Awards for Excellence” riconoscimento istituito dall’Urban Land Istitute che premia i migliori progetti di sviluppo in ambito urbano. Quel che è importante sottolineare è che a essere valutati non sono soltanto gli aspetti legati all’architettura e al design. Al contrario, viene valutato l’impatto sociale dell’opera, in modo particolare i benefici per la comunità. E, nel caso dell’Azkuna Zentroa (o “La Alhóndiga Bilbao”), i vantaggi non sono stati solo turistici. Infatti il ventaggio di attività praticabili all’interno dei 43.000 metri quadri dell’edificio sono davvero molteplici e spaziano dall’arte contemporanea al fitness, passando per il cinema, la letteratura e il nuoto. Insomma, l’Azkuna Zentroa (così chiamato in onore del politico basco e primo cittadino di Bilbao, Iñaki Azkuna) è un altro capitolo di quell’estetica avanguardistica che ha stravolto l’immagine di Bilbao, proiettando la città nel XXI secolo. Per maggiori informazioni: www.azkunazentroa.eus (disponibile la versione inglese).

Museo di Belle Arti

Museo di Belle Arti

Magari non avrà lo stesso appeal del Guggenheim ma, dal punto di vista strettamente artistico, le opere e le mostre temporanee del Museo de Bellas Artes di Bilbao eguagliano quelle presenti nella struttura futuristica progettata da Frank Gehry. In tutto sono circa 10.000 le opere esposte per un arco temporale che dal XII secolo arriva fino al ‘900. Grande risalto, ovviamente, all’arte spagnola e a quella basca ma non mancano opere di artisti di fama internazionale quali, ad esempio, Francisco Goya, Paul Gaugin e Francis Bacon. C’è anche un motivo economico per cui conviene visitare in sequenza Guggenheim e Museo delle Belle Arti: la possibilità di accedere a entrambi i musei con un unico biglietto acquistabile indifferentemente presso una delle due strutture. Non è finita, perché questo museo si trova a ridosso del bellissimo Parco di Doña Casilda de Iturrizar, luogo ideale per rilassarsi un po’ tra un giro e l’altro. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: www.museobilbao.com

Museo Guggenheim

Museo Guggenheim

In apertura abbiamo fatto riferimento al fatto che il Museo Guggenheim rappresenta per Bilbao una vera e propria cesura tra l’età industriale, legata al mercato delle spedizioni marittime e alla siderurgia, e il presente turistico, in cui invece sono l’arte e la cultura a giocare un ruolo fondamentale. L’importanza simbolica di questo passaggio è testimoniata innanzitutto dall’ubicazione dell’edificio: un’area industriale dismessa sulla riva del fiume Nervión. E, infatti, visto dal fiume, il museo richiama le forme di una nave, rimandando a quell’idea di “traghettamento” nel nuovo millennio che poi è il mandato specifico su cui ha agito Frank Gehry. Pure la scelta di materiali di largo impiego in ambito industriale (in prevalenza titanio, ma anche acciaio e pietra calcarea proveniente dalle cave di Huéscar, non lontano da Granada) richiama la dialettica tra passato e futuro, quest’ultimo desumibile dall’audacia delle forme. In questo gioco di rimandi c’è spazio anche per aspetti più visionari: come “Puppy”, la scultura floreale di Jeff Koons che rappresenta un cane terrier (vedi foto); oppure “Manman”, struttura scheletrica simile a un ragno opera, invece, di Louis Bourgeois. Stesso discorso per “The Matter of Time”, enorme labirinto in acciaio realizzato da Richard Serra: una riflessione sul tempo, sullo spazio e sull’evoluzione artistica della scultura. Ma non è finita perché tra esterno e interno sono tante le opere da vedere. Solo per citarne alcune, senza pretesa di esaustività: “Tulips” (Koons); “Fog Sculpture” (Nakaya); “Walking” (Gilbert & George); “Tall Tree & the Eye” (Kapoor) eccetera. Insomma, considerando che ci sono anche le esposizioni temporanee, la visita del Museo Guggenheim porta via almeno mezza giornata. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.guggenheim-bilbao.eus (disponibile la versione inglese).

Basilica di San Severo

Basilica di San Severo

Come la Cathedrale Saint André e la Basilique Saint Michel, anche la Basilique Saint Seurin è Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1998. Pure in questo caso, come per i primi due succitati, il riconoscimento è dovuto al Cammino di Santiago de Compostela di cui la chiesa è stata per secoli una delle principali tappe in territorio francese. Da un punto di vista architettonico è evidente l’impronta romanica, a dimostrazione dell’antichità dell’edificio costruito a partire dall’XI secolo sui resti di una necropoli gallo-romana. Ovviamente nel corso del tempo la chiesa è stata restaurata diverse volte: per dire, la facciata così come la vediamo ora, risale alla prima parte dell’800. All’interno segnaliamo i bassorilievi dell’altare maggiore. Queste sculture ripercorrono la vita di San Severo, patrono della basilica e soprattutto della città di Bordeaux. Meritevole di menzione anche la cripta in cui sono custoditi i resti di diversi vescovi cittadini. C’è anche la tomba di San Fort, il primo vescovo della città, cui i bordolesi, da sempre, sono molto affezionati. Poco distante dalla chiesa, infine, segnaliamo il Site Archeologique de Saint Seurine. Gli scavi realizzati all’inizio del ‘900 hanno portato alla luce un’antica necropoli cristiana, di cui oggi è possibile vedere le pietre tombali, le decorazioni e innumerevoli altri reperti. Da vedere!

Basilica di San Michele

Basilica di San Michele

Al pari della Cathedrale Saint Andrè anche la Basilique Saint Michel è Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1998. La motivazione è la stessa: questa chiesa, consacrata basilica minore agli inizi del ‘900, è una delle tappe francesi del celebre Cammino di Santiago di Compostela. Le analogie non finiscono qui. La torre campanaria della Basilica di San Michele, infatti, proprio come quella della cattedrale cittadina, è staccata dal corpo principale. Perciò chiesa e torre vanno visitate separatamente. Della chiesa meritano soprattutto le vetrate istoriate e le cappelle lungo le navate laterali. Le prime risalgono agli anni ’60 del secolo scorso, dal momento che quelle originali andarono distrutte durante la seconda guerra mondiale. Ciononostante l’effetto scenico, con la luce che penetra all’interno della chiesa insinuandosi tra le vetrate, è ugualmente sbalorditivo. Le cappelle laterali, invece, risalgono al ‘700 e sono ognuna in rappresentanza di un santo diverso, a sua volta patrono di specifiche corporazioni artigiane presenti in città. In assoluto, la cappella di San Giacomo, meta dei pellegrini del già citato Cammino di Santiago, è quella che registra il più alto numero di vistitatori. Quanto alla Flèche Saint Michel, questo il nome della torre alta 114 metri, bisogna salire oltre 200 scalini per godere del panorama. Forse un po’ faticoso, ma ne vale assolutamente la pena.

Ponte di Pietra

Ponte di Pietra

Realizzato nel 1822 su impulso di Napoleone Bonaparte, il Ponte de Pierre è un’altra tappa imperdibile di un viaggio a Bordeaux. Ovviamente lo è per l’importanza storica rivestita: quest’infrastruttura, infatti, permise l’unione delle due rive del fiume Garonna (oggi è attraversato anche dai tram); ma lo è anche da un punto di vista fotografico, essendo, insieme alla Place de la Bourse di cui abbiamo detto in precedenza, uno degli angoli più suggestivi della città. Specie sul far della sera, quando le luci tenui del crepuscolo, unitamente all’illuminazione pubblica, regalano scatti bellissimi, al punto che più d’uno ha suggerito il paragone col famoso Ponte delle Catene di Budapest. Da vedere!

Rue Sainte Catherine

Rue Sainte Catherine

Rue Sainte Catherine rappresenta per Bordeaux un po’ quel che gli Champs Elysée sono per Parigi. Un vero e proprio centro commerciale naturale che, considerando i due lati della strada (lunga ca. 1,2 Km), regala quasi tre chilometri di vetrine oltre, naturalmente, a bar, bistrot e locali di ogni tipo. Un fiore all’occhiello per la città anche per la lungimiranza con cui l’amministrazione pubblica, addirittura nel 1984, decise la pedonalizzazione dell’intera via. Il risultato è stato premiante sia sotto il profilo commerciale che turistico, con un’affluenza lusinghiera tutto l’anno, addirittura sbalorditiva in occasione dei saldi. Da vedere!

Museo delle Belle Arti

Museo delle Belle Arti

A circa 600 metri dal Museo d’Aquitania c’è il Museo delle Belle Arti (Musée des Beaux Arts), altra tappa consigliatissima di un viaggio a Bordeaux. Il Museo si trova all’interno di Palazzo Rohan che ospita anche il Municipio (Hotel de Ville). È diviso in due spazi distinti: l’ala sud, dedicata alle collezioni che vanno dal ‘400 a fine ‘800; l’ala nord, invece, dedicata all’arte del XX secolo. L’equilibrio tra questi due momenti rappresenta lo sforzo principale dei curatori: accrescere la collezione “antica” (numerosi i dipinti fiamminghi e italiani del ‘600), senza trascurare il contributo dell’arte del ‘900. Diversi i nomi di prestigio. Solo per citarne alcuni senza pretesa di esaustività: Delacroix, Picasso, Renoir, Matisse eccetera. Per maggiori informazioni su storia, orari, prezzi e modalità di visita consultare il sito ufficiale: www.musba-bordeaux.fr (disponibile la versione inglese).

Museo d’Aquitania

Museo d'Aquitania

In apertura abbiamo scritto che un weekend è appena sufficiente per un primo approccio coi luoghi. Bordeaux e la regione dell’Aquitania vantano infatti una storia millenaria per conoscere la quale occorrerebbe un soggiorno decisamente più lungo. C’è però un’alternativa di grande rilievo culturale che consente di ripercorrere la storia della città e del territorio circostante anche a chi ha appena tre giorni a disposizione. Stiamo parlando del Muséè d’Aquitaine allestito all’interno dell’ex facoltà di Letteratura della città francese. In realtà, definire il Museo d’Aquitania come semplicemente un museo di storia locale è improprio. Per quantità e qualità dei reperti – dalla Preistoria al Novecento – parliamo di uno dei musei più importanti di Francia, e probabilmente al mondo per quel che riguarda il materiale sul commercio degli schiavi. Commercio di cui il porto di Bordeaux era uno degli snodi principali, cintura di collegamento tra l’Africa e le Americhe lungo la rotta atlantica. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: www.musee-aquitaine-bordeaux.fr (disponibile la versione in inglese).

Città del Vino

Città del Vino

Un museo per celebrare la viticultura. Innanzitutto quella locale a cui i bordolesi, come ricordato in apertura, tengono moltissimo; ma anche quella estera con storie provenienti da tutto il mondo, perché quello del vino è un racconto antichissimo capace di unire popoli geograficamente dispersi e tradizioni culturalmente diverse. Questa, a grandi linee, la mission della Città del Vino (La Cité du Vin) di Bordeaux. Si tratta di un edificio iconico, dalle linee architettoniche pittosto audaci, inaugurato nel 2016 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica François Hollande e del primo cittadino (nonché in passato Primo Ministro e Ministro degli Esteri) Alain Juppé. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari, i prezzi e le modalità di visita consultare il sito ufficialewww.laciteduvin.com (disponibile la versione inglese).

Grosse Cloche

Grosse Cloche

A circa 300 metri da Rue Sainte Catherine c’è la Grosse Cloche (Port Saint-Elois), antico campanile del palazzo comunale e, soprattutto, una delle ultime testimonianze della Bordeaux medievale. Costruita nel XV secolo, questa torre campanaria ha scandito per secoli le giornate dei bordolesi anche se, da tempo ormai, la campana (ribattezzata Armande Louise) risuona solo un paio di volte l’anno: il 1 gennaio (Capodanno); il 1 maggio (Festa dei Lavoratori); il 14 luglio (Presa della Bastiglia); 28 luglio (Rivoluzione di luglio) e l’11 novembre (fine della Prima Guerra Mondiale). Non è tutto. È possibile visitare i sotterranei a lungo utilizzati come prigione per quanti non rispettavano l’ordine pubblico in città. Un tuffo nel passato che vale la pena approfondire. Da non perdere!