Cattedrale di San Giorgio

Cattedrale di San Giorgio

La Cattedrale di San Giorgio è il principale monumento di Ferrara, nonché uno degli edifici religiosi più importanti dell’Emilia Romagna. Il cantiere per la sua costruzione risale addirittura al 1135 e la consacrazione dell’altare maggiore al 1177. Due date che chiariscono l’originaria impronta romanica della chiesa anche se, come sempre avviene in questi casi, essa è arrivata ai giorni nostri attraverso il secolare susseguirsi di aggiunte, modifiche e restauri. Per dire, la parte bassa della facciata richiama il romanico delle origini, mentre il disegno della parte superiore risulta assai più complesso: dalla facciata tricuspidata, alla statua della Madonna col bambino, passando per i bassorilievi con le scene del Giudizio Univerrsale, senza dimenticare, ovviamente, la raffigurazione di San Giorgio nell’atto di sconfiggere il drago, modifiche strutturali e sovrapposizioni stilistiche sono state davvero tante, a testimonianza di uno sviluppo non lineare che poi ha finito coll’incidere sulla stabilità dell’edificio. Questo è il motivo per cui dopo il terremoto del 2012 la chiesa è stata chiusa al pubblico, circostanza che impedisce di poter ammirare le tre navate all’interno in cui a prevalere è decisamente l’impronta barocca. Per maggiori informazioni sulla storia della Cattedrale di San Giorgio a Ferrara: cattedralediferrara.it.
Da vedere anche il Museo della Cattedrale nell’ex chiesa di San Romano: https://www.youtube.com/watch?v=jmXu_fPKrHE&t=62s.

Castello Estense

Castello Estense

L’attrazione principale di Ferrara nacque a seguito di una rivolta popolare contro la crescente pressione fiscale del ducato. I rivoltosi pretesero dall’allora signore della città, il marchese Niccolò II d’Este, la consegna del consigliere di corte Tommaso da Tortona, ispiratore della politica delle tasse di Ferrara. Dopo il cruento episodio, allo “Zoppo” – questo il soprannome di Niccolò II d’Este – fu chiaro di dover proteggere famiglia e corte da possibili, nuove, rivolte. Da qui la doppia decisione di costruire una fortezza inespugnabile, con tanto di ponti levatoi – correva l’anno 1385 – e contestualmente di reprimere i protagonisti dei moti. Come la maggior parte dei palazzi signorili, anche il Castello d’Este fu pensato con una duplice funzione militare e civile: i piani bassi furono adibiti a sede delle milizie; i piani alti, invece, a residenza della famiglia d’Este e della corte annessa. La visita perciò spazia tra appartamenti, cucine, prigioni, giardino e cappella privata e consente di ricostruire lo stile di vita di una delle famiglie più influenti del Rinascimento italiano. Va da sé, il Castello d’Este di Ferrara ha conosciuto molte altre vicissitudini. Per approfondirne la storia, oltre che per le informazioni utili alla visita, si rimanda al sito: www.castelloestense.it.

Occhio a cosa si mette in valigia

Occhio a cosa si mette in valigia

Eccezion fatta per luglio e agosto, mesi in cui non manca un po’ di vita notturna, chi sceglie una vacanza a Lampedusa non lo fa certo per la mondanità. Quindi bando a tacchi vertiginosi o vestiti troppo impegnativi per la sera e preferenza alla comodità sia in fatto di scarpe che di abbigliamento. E poi occorre proteggersi dal sole che d’estate picchia forte: guai, quindi, a dimenticare cappelli e creme solari. Attenzione anche ai farmaci: per carità, a Lampedusa non mancano farmacie e parafarmacie, però per quel che riguarda l’approvvigionamento dei medicinali c’è sempre da considerare il vincolo del mare. Perciò, in caso di farmaci importanti, di cui non si può/deve fare a meno, è saggio portarseli da casa. Infine, anche se ormai smartphone e iphone regalano scatti di assoluto livello, se hai una reflex e/o una go-pro faresti meglio a portarle con te. Dai tramonti, al mare ai paesaggi sottomarini di cose da fotografare ce ne sono un bel po’.

Cosa mangiare a Lampedusa

Cosa mangiare a Lampedusa

Parlando dei dammusi abbiamo detto della loro origine araba e della diffusione anche in altri territori come Pantelleria, e non solo. Discorso analogo per il cous cous, piatto arabo per eccellenza, la cui popolarità ormai è planetaria. In Sicilia ne esistono molteplici varianti: solo per citarne alcune: trapanese (Trapani), mazarese (Mazara del Vallo), pantesca (Pantelleria) e appunto lampedusana. Perciò una volta sull’isola assaggiare il cous cous (prevalentemente a base di pesce) è senza dubbio tra le cose da fare. Anche il resto della cucina lampedusana è quasi tutto a base di pesce, mentre la piccola Linosa si distingue per la coltivazione delle lenticchie. Perciò, possiamo riassumerla così: cous cous a Lampedusa (per la scelta del ristorante meglio affidarsi a un insider) e zuppa di lenticchie a Linosa. Da provare!

I dammusi di Lampedusa

I dammusi di Lampedusa

In apertura abbiamo definito Lampedusa punto di convergenza di tutte le culture del Mediterraneo. Le abitazioni contadine, i cosidetti dammusi, sono una delle prove di questa transnazionalità. Si tratta di costruzioni in pietra con un tetto a cupola per favorire il deflusso dell’acqua piovana da convogliare nella cisterna a lato della casa. A essere riciclata, ovviamente, non era solo l’acqua piovana, dal momento che le stesse pietre venivano perlopiù prelevate dall’appezzamento coltivato, ottenendo così in una volta sola sia la pulizia del terreno agricolo che un alloggio per sé ed eventualmente, a seconda dello spazio disponibile, per il resto della famiglia e gli animali domestici. Questa tecnica edilizia, tutt’una col sapere contadino, discende dagli arabi ma, come detto, se ne ha traccia un po’ in tutto il Mediterraneo, chiaramente con le peculiarità proprie di ogni contesto. Per dire, a Pantelleria, dove le tracce di questa “domus” sono più numerose, veniva utilizzata la pietra lavica mentre a Lampedusa quella calcarea. Va da sè, oggi i dammusi sono un’attrazione turistica e in molti casi vere e proprie strutture ricettive. Il compromesso con la modernità ha riguardato anche il modo di costruire, specie per la realizzazione delle fondamenta e l’utilizzo della malta, elementi originariamente assenti. Al netto di questo, però, la preservazione e la valorizzazione dei dammusi testimonia la storia millenaria dell’isola, da sempre crocevia di popoli, saperi e tradizioni mediterranee. Da vedere!      

Diving a Lampedusa

Diving a Lampedusa

Se sei un amante delle immersioni Lampedusa è il posto giusto per te. I fondali dell’isola regalano scenari diversissimi (grotte, pareti, secche, praterie di posidonia eccetera) e, quel che è più importante, ce n’è davvero per tutti: dalle immersioni facili a quelle di media e alta difficoltà. Insomma una vacanza nell’Arcipelago delle Pelagie può essere l’occasione per ottenere il brevetto base di immersione o per aumentare il livello delle competenze subacquee già acquisite. Tornando ai punti di immersione ne segnaliamo due, senza pretesa di esaustività: il Panettone, scoglione poco distante dall’Isola dei Conigli; e la Madonnina, statua sommersa nei pressi, invece, della Spiaggia dei Conigli. Per maggiori informazioni sui corsi e le opportunità di immersione disponibili: marinadivinglampedusa.it e mobydivinglampedusa.it.

Porta d’Europa

Porta d'Europa

Il 25 dicembre 1996, a largo di Portopalo, in provincia di Siracusa, ci fu il naufragio di un’imbarcazione carica di migranti partita dalle coste egiziane. Le vittime furono 283, all’epoca la più grande tragedia navale del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Tuttavia la vicenda venne ricostruita puntualmente solo anni dopo a seguito di un’inchiesta giornalistica che portò all’attenzione dell’opinione pubblica italiana il fenomeno dell’immigrazione via mare. Questo terribile episodio suggerì all’artista Domenico Palladino la realizzazione di un’opera commemorativa per i popoli dispersi in mare. L’opera, nota come “Porta d’Europa”, è stata inaugurata il 28 giugno 2008 in località Punta Cavallo Bianco a Lampedusa, nel frattempo diventata approdo principale per i migranti che salpano da Libia e Tunisia. Si tratta di una scultura in ceramica e ferro, alta cinque metri e larga tre, capace di riflettere la luce del sole e della luna: una sorta di faro per chi viene da mare, a simboleggiare, appunto, quell’approdo europeo così ambito dai migranti. La scultura è presto diventata un’altra attrazione dell’isola, ancor di più dopo il terribile naufragio del 3 ottobre 2013 quando, proprio a largo di Lampedusa, persero la vita 368 persone. A seguito di quest’ultima immane tragedia, superiore per numero di vittime a quella del 1996, sempre a Lampedusa è stato inaugurato il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo (maggiori info qui), che a questo punto è consigliabile vedere in abbinamento alla Porta d’Europa di Palladino.

Centro Recupero Tartarughe Marine

Centro Recupero Tartarughe Marine

Il Lampedusa Turtle Rescue testimonia una volta di più l’impegno profuso nellla preservazione dello straordinario habitat delle Pelagie, da sempre uno dei preferiti della tartaruga Caretta Caretta. Oltre al valore ambientale, c’è da considerare anche quello turistico dell’iniziativa: non perché, banalmente, sia possibile visitare il centro di recupero, quanto perché l’attività di tutela favorisce la coesistenza tra questo rettile marino, notoriamente refrattario ad ambienti molto affollati, e le esigenze del turismo di massa. In verità, il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Lampedusa ormai ha una dimensione che va oltre l’ambito locale, per cui la mission del team di biologi e volontari coninvolti non riguarda più soltanto l’isola, ma investe direttamente la sopravvivenza di questa specie nel bacino del Mediterraneo. Per maggiori informazioni: it.lampedusaturtlerescue.org.

Visitare Linosa

Visitare Linosa

Pur trattandosi di un unico comune, Lampedusa e Linosa sono profondamente diverse: quest’ultima, infatti, ha origine vulcanica e non appartiene alla placca continentale africana. La Sicilia e la Tunisia sono entrambe a 160 chilometri, mentre la sorella Lampedusa dista poco più di 40 chilometri: occorrono circa due ore di traghetto e un’ora di aliscafo. Quanto alle cose da fare e vedere, vale quanto già detto a proposito di Lampedusa: precedenza al mare, per cui il periplo dell’isola in barca è sicuramente l’attrazione principale di Linosa. Dalla spiaggia della Pozzolana, altro sito di ovodeposizione della Caretta Caretta, alle colonie di berte maggiori (specie protetta presente anche alle Isole Tremiti) la costa frastagliata di Linosa regala mille emozioni. L’abitato, invece, è tipicamente mediterraneo e la vita scorre placida, ancora scandita dai ritmi dell’agricoltura e della pesca. Da vedere!

Le spiagge di Lampedusa

Le spiagge di Lampedusa

La premessa, quando si parla delle spiagge di Lampedusa, è che il mare è cristallino dappertutto. Perciò, quello che fa la differenza è quanto appartati si vuole stare e, anche da questo punto di vista, c’è ampia scelta. Detto delle due spiagge più famose, le altre sono: Portu ‘Ntoni e Cala Croce, subito dopo la Giutgia; Cala Madonna (ideale per lo snorkeling); Cala Greca; Cala Pulcino (più facilmente raggiungibile da mare); Cala Francese e Cala Pisana, entrambe poco distanti dall’aeroporto. Poi, come accennato, ci sono baie rocciose e insenature, qui ne segnaliamo due: Cala Mare Morto e La Tabaccara, quest’ultima a fianco la Spiaggia dei Conigli (vd. foto). Da vedere!

SPIAGGE DI LAMPEDUSA

  • Guitgia
  • Cala Madonna
  • Cala Tabaccara
  • Spiaggia dei Conigli
  • Cala Pulcino
  • Cala Greca
  • Cala Pisana
  • Cala Francese
  • Mare Morto

Cala Guitgia

Cala Guitgia

Se la Spiaggia dei Conigli è il “sogno”, Cala Guitgia è la “realtà”, la spiaggia di tutti i giorni. E se è soprattutto nella quotidianità che si afferra quel genius loci cui abbiamo accennato in apertura, bisogna dedurne che i lampedusani – e ovviamente i turisti che scelgono l’isola per le proprie vacanze -, non se la passano affatto male. Cala Guitgia è raggiungibile a piedi dal centro abitato e negli anni l’indotto tutt’attorno (bar, ristoranti, strutture ricettive) è cresciuto in maniera notevole. Inevitabilmente, durante il periodo estivo, Cala Giutgia è molto affollata ma anche così non delude. Anzi, proprio perché comoda, è la spiaggia indicata per chi si muove con figli al seguito.

Spiaggia dei Conigli

Spiaggia dei Conigli

Si dice spesso che le cose belle costano fatica. Difficile stabilirlo in assoluto, ma nel caso della Spiaggia dei Conigli il detto ha un suo fondamento. Questa spiaggia, infatti, insieme all’ìisolotto omonimo, dista poco più di 6 chilometri dal centro di Lampedusa. Per gli appassionati di trekking non si tratta certo di una distanza proibitiva, mentre per tutti quanti gli altri, considerate anche la temperatura alta e la poca ombra a disposizione, può esserlo. Ovviamente ci sono i mezzi pubblici, con partenza da Piazza Brignone (linea azzurra), senza dimenticare la possibilità di noleggiare in loco auto e scooter. Anche così, però, per raggiungere la spiaggia più bella del mondo (secondo gli utenti Tripdavisor 2013) bisogna percorrere a piedi un sentiero sterrato al cui termine, quasi a mo’ di ricompensa dopo lo sforzo, compare questo gioello naturalistico. L’Isola dei Conigli (in dialetto Isula di Cunigghi) è uno scoglione basso con una vegetazione rada, del tutto simile a quella delle coste nord-africane a cui, del resto, Lampedusa geograficamente appartiene, mentre la spiaggia si trova a una trentina di metri. Tuttavia, complice il fondale basso, il tragitto è facilmente percorribile immersi a mezz’acqua, anche se bisogna considerare che l’isola non è visitabile. Difficile rendere a parole la bellezza del mare tutt’attorno, come pure difficile è preservare tanta bellezza. Lo sanno bene gli operatori di Legambiente a cui è delegata la cura di questo tratto di costa, da sempre sito di ovodeposizione della tartaruga Caretta Caretta; lo spiegano bene i divieti che interessano la zona, dal numero chiuso (maggiori info qui) a quello di navigazione (ed è il motivo per cui il sito è raggiungibile esclusivamente a piedi), a quello di pesca. Insomma, la Spiaggia dei Conigli è tappa imperdibile di una vacanza a Lampedusa a patto, però, di concorrere alla tutela del suo prezioso habitat. Da vedere!       

Gita in barca a Lampedusa

Gita in barca a Lampedusa

In coerenza col suggerimento iniziale di visitare l’isola come se fossi del posto tra le prime da fare c’è sicuramente una gita in barca. Generalmente la precedenza si dà al territorio, ma è il mare il protagonista assoluto di Lampedusa. E poi il centro storico non è grande, mentre col resto dell’isola si familiarizza giocoforza raggiungendo spiagge e insenature. Beninteso, quelle che sono raggiungibili via terra, perché altre, appunto, lo sono solo via mare. Prenotare un tour in barca non è difficile, bisogna solo scegliere la soluzione migliore tra soste con bagno e/o con pranzo a bordo. Da fare!         

Prenotare sotto data

Prenotare sotto data

Le strutture ricettive alle Isole Tremiti sono perlopiù concentrate a San Domino. In molti casi sono abitazioni adibite a pensioni: inevitabilmente servizi e comfort non sono quelli alberghieri ma di contro c’è l’ospitalità e l’accoglienza tipiche della conduzione familiare. Poi ci sono gli hotel è qui il discorso è opposto: si perde un po’ in tipicità a vantaggio di comfort e servizi (piscina, ristorazione, navetta per il mare eccetera). Il punto però è un altro: trattandosi di un piccolo arcipelago che però durante il periodo estivo fa grandi numeri conviene sicuramente prenotare il soggiorno con un buon margine di anticipo.