Vita notturna

Vita notturna

Caffetterie eleganti, club alla moda e locali gay friendly. A Mykonos c’è la vita notturna più folle di tutta la Grecia. Dalle feste sulle spiagge di Paradise e Superparadise Beach, ai groove-bar di Matoyianni, fino alle discoteche dove si esibiscono i DJ internazionali più famosi del momento: sull’isola ogni scusa è buona per far festa a qualsiasi ora del giorno e della notte. Del resto, vi abbiamo messo in guardia sin dall’inizio: Mykonos, come Ibiza in Spagna, è un’isola dionisiaca, un’industria del divertimento sfrenato. Chi cerca altro farà bene ad andare altrove o a visitare l’isola in mesi diversi da luglio e agosto. Ci si diverte ugualmente, gli eccessi sono gli stessi, ma i ritmi sono meno sfrenati rispetto ai due mesi dell’alta stagione. Insomma, Mykonos è un’isola che non dorme mai!

Immersioni

Immersioni

Mikonos non è solo mare, spiagge, surf e by night. Un altro segmento turistico importante è il diving. Ogni anno sono migliaia gli appassionati che scelgono l’isola per la spettacolarità delle sue immersioni. Ovviamente, ci sono quelle per chi è alle prime armi e altre, invece, esclusivamente alla portata di sub esperti. Non mancano centri diving attrezzati che, oltre alle immersioni, offrono anche corsi di snorkeling rivolti ad adulti e bambini. Insomma, in valigia non dimenticate di mettere maschera e boccaglio. Ne vale assolutamente la pena!

Le spiagge

Le spiagge

Sono in tutto 14 e regalano ognuna una suggestione diversa. Paradise e Superparadise sono le spiagge di chi ama far festa: drink, musica ad alto volume e personaggi decisamente sopra le righe; Kalo Livàdi, Psarou sono probabilmente le più belle da un punto di vista paesaggistico; Kalafatis è ideale per gli amanti di surf, windsurf e kitesurf; Elìa (nella foto), per i nudisti (il nudismo è praticato anche sulla spiaggia Superparadise); Paranga per le famiglie con bimbi al seguito; Platys Gialos e Panormos per la (relativa) maggiore tranquillità ecc. Insomma, le spiagge confermano quanto scritto all’inizio: Mykonos prova ad accontentare tutti. In definitiva, però, tutta la costa dell’isola ha subito un intenso quanto veloce sviluppo turistico che magari fa storcere il naso a chi si aspetta spiagge quasi deserte e natura incontaminata. Va detto che a maggio, giugno e settembre lo scenario cambia rispetto al caos di luglio e agosto. Perciò se alla mondanità volete coniugare un po’ di sano relax sono questi i mesi migliori per una vacanza a Mykonos.

I Musei

I Musei

D’accordo, il turismo culturale non è esattamente il punto forte di Mykonos, nondimeno l’isola offre molto anche da questo punto di vista. Soprattutto il Museo archeologico, che ospita moltissimi reperti ceramici provenienti dalle vicine isole di Rhina, Paros e Delo. Interessante anche il Museo Marittimo. All’interno sono custoditi diversi modelli navali della flotta pre-micenea, oltre a tutta un’altra serie di oggetti (ancore, timoni, libri di navigazione). E non è finita, perchè ci sono il Museo del Folklore, il Museo dell’Agricoltura e, last but not least, la graziosa Casa di Lena, autentica abitazione tradizionale della borghesia di Mykonos. Una testimonianza preziosa dell’antica stratificazione sociale dell’isola, prima che il turismo omologasse tutto. I poveri abitavano infatti le case piccole del fitto dedalo di vicoli di Chora; i ricchi, invece, perlopiù armatori, le case di Little Venice. In mezzo, la borghesia: commercianti, insegnanti, notai ecc. che abitavano in graziose case con il terrazzino sulla strada, un ampio salone, due camere da letto e un cortile esterno con il bagno. Vita isolana.

Isola di Delo

Isola di Delo

A poco più di tre miglia da Mykonos, l’isola degli eccessi e del divertimento ce n’è un’altra, invece, che è completamente disabitata. Stiamo parlando di Delo, la culla di Apollo e Artemide, gli dèi del sole e della luna. Patrimonio Unesco dal 1990, Delo è un enorme sito archeologico in cui le operazioni di scavo proseguono ininterrottamente dalla fine del XIX secolo. Non a caso, è rigorosamente vietato pernottare sull’isola con la sola eccezione degli archeologi presenti. Questa circostanza, tra l’altro, ha consentito al racconto turistico di “attualizzare” un episodio di fondamentale importanza nella storia dell’isola. Nell’inverno a cavallo tra il 426 e il 425 a.C., infatti, gli Ateniesi decisero di “purificare” l’isola a scopi religiosi, trasferendo dapprima i resti dei morti ivi seppelliti e ordinando in seguito l’esilio di tutta la popolazione locale. Delo assurse così al rango di “isola sacra”, status ribadito dagli Ateniesi con l’edificazione di un tempio dedicato ad Apollo. Naturalmente, la storia dell’isola è proseguita con alterne vicende fino al I secolo a.C., anche se quest’episodio è quello su cui maggiormente “gioca” la pubblicistica turistica. Diverse le compagnie di navigazione (traghetti o imbarcazioni tradizionali) che collegano giornalmente Mykonos alla vicina Delo. Da non perdere!

Ano Mera

Ano Mera

Chi vuol veramente conoscere Mykonos lasci stare Matoyianni Street, Little Venice, i negozi, i locali, gli alberghi, lo struscio notturno e si diriga verso Ano Mera, piccolo villaggio 8 chilometri a est di Chora. Certo, il turismo è arrivato anche qui con hotel e appartamenti ma in generale l’atmosfera è ancora lenta e compassata come un tempo. Insomma, il genius loci di Mykonos abita qui e al visitatore accorto bastano due indizi per rendersene conto: il primo è la piazza con le sue quattro taverne così profondamente diverse dagli ambienti rarefatti dei locali attorno al porto vecchio; il secondo, in verità più importante del primo, è il Monastero di “Panagia Tourliani” proprio al centro del villaggio. Diverse le cose da vedere: dalla torre campanaria, alla fontana in marmo al centro del cortile, fino all’esposizione interna di paramenti sacri della tradizione bizantina. L’architettura del villaggio è quella tipicamente mediterranea o, come è ancor più corretto dire, tipicamente cicladica. Il bianco delle case, infatti, è così “generoso” da lasciar volentieri spazio e attenzioni ai colori dei portoni, delle finestre e dei balconi fioriti. Gli autobus dal porto servono Ano Mera con buona frequenza. Da vedere!

Mulini

Mulini

Costruiti nel XVI secolo, per oltre 400 anni i mulini di Mykonos hanno rappresentato una voce fondamentale nell’economia del territorio. La macinazione del grano coltivato sull’isola non serviva solo a soddisfare il fabbisogno interno ma apriva alla popolazione rotte importanti nel commercio estero di farina. Quando il turismo ha preso definitivamente il sopravvento su agricoltura e commercio, i mulini sono stati prontamente riadattati in attrazione. Ridipinti e ristrutturati, sono oggi il luogo ideale per la classica foto-ricordo. E che ricordo, vien da dire, a vedere il panorama stupendo che si apre tutt’attorno. Uno dei mulini, inoltre, è stato trasformato in museo con foto e didascalie in inglese e greco per raccontare la storia e l’importanza commerciale di quest’attività alimentata dai forti venti che soffiavano – e tuttora soffiano – sull’isola. La località si chiama Kato Myli ed è facilmente raggiungibile dal centro dell’isola. Nei pressi dei mulini c’è anche un parcheggio per chi arriva in auto o scooter. La zona è comodamente servita anche dagli autobus di linea.

La chiesa di Panagia Paraportiani

La chiesa di Panagia Paraportiani

La chiesa ortodossa più famosa di Mykonos si trova nel quartiere di Kastro, poco distante da Little Venice. Panagia Paraportiani è il singolare esito architettonico della fusione di quattro piccole chiese costruite l’una vicina all’altra dal XV al XVII secolo (i loro nomi: Agios Sozontas, Agioi Anargyroi, Agia Anastasia, Agios Efstathios). Purtroppo è quasi sempre chiusa, e perciò bisogna accontentarsi di ammirarla dall’esterno come fanno i molti turisti che giornalmente si radunano in zona per ammirare il bellissimo tramonto dell’isola. Il bianco calce dell’edificio esalta ancor di più i colori intensi del tramonto di Mykonos. Per gli amanti della fotografia questo è uno dei posti in cui bisogna per forza venire per tirar fuori quegli scatti memorabili a cui poi si finisce con l’affezionarsi molto. Da vedere!

Little Venice

Little Venice

Little Venice è uno dei luoghi simbolo della “Chora” (termine greco che indica, grosso modo, il centro urbano della città). L’architettura è quella tipica, mediterranea, che caratterizza tutta l’isola con la differenza, però, che la prima schiera di case “galleggia” sull’acqua proprio come a Venezia. Da qui il nome della località, anche se non ci sono altre analogie trattandosi, per il resto, di un quartiere che di culturale ha ben poco. Negozi, ristoranti, bar e pub la fanno da padrone come nel resto dell’isola. Se però siete a caccia di suggestioni, oltre che di divertimento, il consiglio è di venirci al tramonto. Il sole tinge la risacca d’oro regalando un altro colore a un quartiere già coloratissimo di suo.

Matoyianni Street

Matoyianni Street

Matoyianni è la strada dello shopping e della movida di Mykonos. È una via stretta e lunga che comincia vicino il porto vecchio e arriva fin quasi a Little Venice, quartiere dell’isola così chiamato per via delle case a filo d’acqua come a Venezia. Lungo il percorso, negozi di ogni tipo: dall’alta moda, al pret a porter, fino al merchandising e a locali più o meno etnici. Vale per l’abbigliamento; vale anche per ristoranti e pub che rispecchiano a pieno la vocazione cosmopolita di quest’isola. Quel che stupisce è che nonostante l’affollamento, dovuto al quotidiano sbarco di crocieristi che vanno a sommarsi ai tanti turisti già presenti, Matoyianni conserva intatta le caratteristiche del tessuto urbano greco. Basta perdersi in uno dei tanti vicoletti che si diramano dall’arteria principale per ritrovare tutti gli elementi tipici dell’architettura cicladica: case bianche, finestre e portali blu, balconi fioriti e più in generale un senso d’ordine che non è dovuto all’adeguamento ad alcun disegno urbanistico predeterminato, quanto piuttosto al rispetto implicito di alcuni canoni stilistici ben precisi. Bella sempre, anche la mattina, addirittura meravigliosa in primavera e a settembre quando la calca è minore rispetto all’alta stagione.

Faro di Armenistis

Faro di Armenistis

Chi sente il bisogno di scappare dalla movida sfrenata di Mykonos corre quassù a godere del paesaggio e di uno dei tramonti più belli al mondo. La strada è sterrata; la struttura un rudere; ma non importa: il faro Armenistis regala un panorama davvero unico. Non lasciarti condizionare dalle recensioni negative che si trovano in rete. C’è chi ha scritto che a Mykonos anche ciò che è “vecchio”, “fatiscente”, “tradizionale” fa parte dello stesso spettacolo delle boutiques, dei ristoranti e dei locali alla moda. Beh, il vecchio faro conferma a pieno quest’impressione. La vista spazia, quasi senza soluzione di continuità, tra terra, cielo, mare, case dimesse e ville di lusso. Meravigliosi paradossi greci.

Vita notturna

Vita notturna

Monumenti, chiese, templi megalitici, siti naturalistici e musei non sono le uniche attrazioni di Malta. Certo, trattandosi di un’isola dalla storia millenaria è normale che il “turismo culturale” giochi un ruolo importante nell’economia del territorio, ma guai a trascurare il by night maltese. La vita notturna dell’isola è scandita da diversi festival (Summer Malta Arts Festival, Valletta Baroque Festival, Opera Festival, International Jazz Festival ecc.) e da numerose discoteche ed eventi all’aperto dove si esibiscono i migliori DJ del momento. Non mancano, naturalmente, ristoranti, bar, disco-pub e locali etnici concentrati perlopiù nelle località di St.Julian’s (in particolare il quartiere di Paceville) e Sliema. Da non perdere anche le tante feste patronali in giro per l’isola, immancabilmente chiuse da spettacolari fuochi d’artificio (vd. foto) a cui i maltesi sono da sempre molto affezionati. Basti pensare che ogni anno qui si svolge il “Malta International Fireworks Festival” con appassionati ed esperti provenienti da ogni parte del mondo. Menzione a parte per il Teatro Manoel (Teatru Manoel, in maltese) dal nome del suo committente il Gran Maestro dei Cavalieri di Malta, il portoghese António Manoel de Vilhena. Si tratta di un gioiello architettonico dell’arte barocca costruito in soli 10 mesi nel 1731 per far fronte alla crescente domanda “lirica” del popolo maltese a cavallo tra XVII e XVIII secolo. Ancora oggi l’attività concertistica è intensa con un calendario fitto tutto l’anno.

Blue Grotto

Blue Grotto

Magnifiche“, “meravigliose“, “stupende“, “da vedere assolutamente“… sono i commenti che si leggono in rete a proposito di questo bellissimo sistema di grotte (7 in tutto) di cui la più grande è appunto la Grotta Azzurra. Si trovano lungo la costa di “Wied iz-Zurrieq” frazione del piccolo villaggio di Crendi (Qrendi in maltese), poco più di 2000 anime nel versante sud-occidentale dell’isola. Dal porticciolo della frazione ogni giorno (dalle 09.00 alle 17.00) e tutto l’anno (salvo condizioni meteo avverse) partono le imbarcazioni alla volta di queste caverne che per bellezza non hanno nulla da invidiare alla Grotta Azzurra di Capri. La visita dura circa mezz’ora e il biglietto costa solo 8,00 €uro, molto meno rispetto a Capri dove addirittura occorre farne due (uno per il trasbordo; l’altro per l’ingresso). In ambo i casi, comunque, sono soldi ben spesi. Foto e video d’obbligo! Indimenticabile!

Domus Romana e Grotta di San Paolo

Domus Romana e Grotta di San Paolo

Se non siete particolarmente amanti di storia e archeologia e magari avete già visitato Pompei, beh allora potete tranquillamente fare a meno di visitare la Domus Romana di Malta. Se invece l’arte e l’archeologia vi affascinano farete bene a dare un’occhiata a questo sito che si trova a Rabat, località poco distante dalla più famosa Medina, dove si trova invece la Cattedrale di San Paolo, l’edificio religioso più importante dell’isola (ex aequo con la chiesa di San Giovanni Battista). Scoperta casualmente nel 1881, la Domus Romana di Rabat è famosa per i mosaici che ornano il pavimento, testimonianze preziosissime dell’arte pittorica di età ellenistica, coeve se non addirittura leggermente precedenti ad analoghi reperti rinvenuti a Pompei e in Sicilia. Sempre a Rabat c’è anche la Grotta di San Paolo, l’anfratto dove si racconta l’apostolo Paolo trascorse l’inverno a seguito del naufragio dell’imbarcazione che avrebbe dovuto condurlo a Roma per esser processato. E, sempre secondo il racconto religioso, fu proprio l’opera di apostolato di San Paolo il motivo della precoce conversione al cristianesimo dei maltesi. Una curiosità. Papa Benedetto XVI nel 2013 cominciò il suo Viaggio Apostolico proprio dalla grotta dove visse l’Apostolo delle Genti, Paolo di Tarso. Entrambi i siti, la Domus Romana e la Grotta di San Paolo sono aperti tutti i giorni dalle 09.00 alle 17.00 (eccetto 24, 25 Dicembre, 1 Gennaio e Venerdì Santo).

Għar Dalam

Għar Dalam

Lunga 144 metri, di cui solo 50 aperti al pubblico, la Grotta di Għar Dalam è la prima testimonianza di nucleo abitato a Malta. Le prime tracce attestanti la presenza dell’uomo sull’isola sono state infatti rinvenute all’interno di questa grotta, nota anche con il nome di “Caverna oscura”, e risalgono a oltre 700.000 anni fa. Il sito si trova a Birzebbugia (Birżebbuġa in maltese) fiorente località turistica a sud della capitale La Valletta, da cui dista circa 9 km. La Caverna, che durante la Seconda Guerra Mondiale venne utilizzata come riparo, è visitabile tutti i giorni dalle 09.00 alle 17.00 (eccetto 24, 25 e 31 Dicembre, 1 Gennaio e il Venerdì Santo). L’ingresso costa 5,00 €uro (ridotto 3,50 €uro) e dà la possibilità di visitare anche l’annesso museo dove sono custoditi reperti fossili di animali ed esseri umani rinvenuti all’interno dell’anfratto nel corso delle diverse campagne di scavo cominciate alla fine del XIX secolo e terminate negli anni ’80 del secolo scorso. Il bene fa parte dei 22 siti amministrati da “Heritage Malta” al cui portale (heritagemalta.org) si rimanda per ulteriori informazioni.