Villaggio Crespi d’Adda

Villaggio Crespi d'Adda

Dal borgo di Camerata Cornello, nella lista dei Borghi più belli d’Italia, a San Pellegrino Terme, rinomata località termale famosa per l’omonima acqua minerale, fino al Lago d’Iseo, Franciacorta e Lago di Garda (vd. Vittoriale degli Italiani) nei dintorni di Bergamo sono davvero moltissimi i luoghi da vedere. In questa sede, però, ne segnaliamo uno in particolare, sotto tutela UNESCO dal 1995: Crespi d’Adda. Parliamo di un villaggio realizzato nel 1877 dall’imprenditore tessile Cristoforo Benigni Crespi a supporto delle proprie maestranze, operai e quadri. Un progetto avveneristico, perlomeno in Italia, per realizzare il quale ci si ispirò a quanto avveniva nei distretti industriali del Regno Unito. Quindi casette per gli operai con giardino e orto; villette per i quadri intermedi; la villa per la proprietà; e ancora la chiesa, l’ospedale, la scuola e gli altri servizi (stazione dei pompieri, campo sportivo ecceterautili alla vita comunitaria. Un sito di archeologia industriale incredibilmente arrivato fino ai giorni nostri nonostante la dismissione della fabbrica sia datata molti decenni. Un luogo certamente non bello – a colpire, infatti, è soprattutto la divisione geometrica e gerarchica degli spazi – ma storicamente rilevante per l’elevatissimo valore testimoniale. Maggiori info: www.crespidadda.it.

Casa Natale Donizetti

Casa Natale Donizetti

Una famiglia di umili sarti alloggiata nel seminterrato di un palazzo di cinque piani in località Borgo Canale nella parte bassa di Bergamo. Questo è il contesto sociale e abitativo in cui nacque e mosse i primi passi Gaetano Donizetti (1797 – 1848), universalmente riconosciuto tra i primi 5 compositori operistici al mondo. Nel 1926 la Casa Natale di Gaetano Donizetti è stata dichiarata Monumento Nazionale di interesse storico anche se la sua piena valorizzazione culturale e turistica è avvenuta soltanto dopo. Le tappe del restauro degli ambienti e della loro apertura al pubblico sono: 1948 (primo centenario della morte); 1973; e soprattutto 2007 anno in cui il comune di Bergamo ha avviato i lavori di ristrutturazione dell’intero edificio. La totale riapertura è datata 2009 e da allora a occuparsi delle attività culturali ed espositive della Casa Natale Donizetti è l’omonima fondazione sotto la cui responsabilità giuridico-organizzativa ricade anche il Teatro dedicato all’artista.

Accademia Carrara

Accademia Carrara

In Piazza Giacomo Carrara, ex Via Pignolo (Bergamo Bassa), si trova una delle pinacoteche più importanti d’Europa: l’Accademia Carrara. All’interno di un palazzo dalla caratteristica pianta a U, distribuite su 3 livelli, 16 sale ospitano oltre 300 opere col meglio dell’arte italiana dal Rinascimento alla fine dell’OttocentoDipinti, sculture, disegni e stampe per un arco temporale di oltre 5 secoli con artisti del calibro di Pisanello, Mantegna, Bellini, Tiziano, Raffaello e Botticelli. Insomma, un museo di caratura internazionale che, diversamente dalla maggior parte dei musei civici in Italia non nasce dalla dismissione di enti religiosi o dalla dispersione di beni aristocratici ma -nasce- dal mecenatismo di privati (in primis, ovviamente, il fondatore Giacomo Carrara) che dalla fine del ‘700 fino alle soglie del XXI secolo, hanno deciso di lasciare in dono all’Accademia Carrara le rispettive collezioni private. Da vedere! Per maggiori informazioni su tempi, modalità di visita, mostre e attività consultare il sitowww.lacarrara.it.

Torre Civica (o Campanone)

Torre Civica (o Campanone)

La Torre Civica è un altro must see place di Bergamo. Coi suoi 53 metri di altezza domina Piazza Vecchia e dalla sommità, al termine di oltre 200 gradini (ma c’è anche l’ascensore), si scorge un bellissimo panorama che spazia en plein air dalla Città Alta alla Città Bassa fino alle prealpi begamasche. Inizialmente (a cavallo tra XI e XII secolo) proprietà della famiglia Suardi, una delle più in vista della città, in seguito venne acquisita al patrimonio municipale e adibita, tra le altre cose, a carcere cittadino. L’aggiunta delle campane è ancora successiva con una doppia funzione: quella, canonica, di scandire il tempo; e quella di chiamata a raccolta dei bergamaschi in occasione dei momenti storici particolarmente significativi (per dirne due: la fine del dominio veneziano nel 1797 e l’arrivo di Garibaldi in città). Alle 22 in punto, inoltre, 100 rintocchi del Campanone, la Campana Maggiore della Torre Civica, annunciavano la chiusura delle porte d’ingresso della Città Alta; un’abitudine tuttora invalsa, nonostante non ci sia più alcunché da chiudere, al punto da essersi trasformata in un’attrazione turistica. La Torre Civica fa parte del circuito del Museo delle Storie di Bergamo, al cui sito ufficiale rimandiamo per gli approfondimenti su prezzi, date e modalità di visita. Da vedere!

Cappella Colleoni

Cappella Colleoni

Addossata alla Basilica Santa Maria Maggiore, Cappella Colleoni è un’altra tappa imperdibile di una vacanza a Bergamo. A volerne la costruzione, il condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, per quasi tutta la vita al servizio della Repubblica di Venezia. Un valente soldato, quindi, famoso per la sua risolutezza: si racconta, ad esempio, che dinanzi ai dinieghi e alle lungaggini burocratiche dei frati della Basilica di Santa Maria Maggiore, provvide da sé, ovviamente con l’ausilio dei suoi uomini, ad abbattere la sagrestia della chiesa per fare spazio al suo mausoleo. Mausoleo che è un fantastico concentrato di opere d’arte, tra cui segnaliamo la statua equestre che rappresenta il Colleoni medesimo (vd. foto) e il monumento dedicato, invece, a Medea, sua figlia prediletta prematuramente scomparsa. Merita una menzione anche Giovanni Antonio Amadei, l’artista che, tra il 1470 e il 1476, si fece carico della realizzazione dell’opera, unanimemente riconosciuta dalla critica come una delle più importanti testimonianze del Rinascimento lombardo. Infine una curiosità: sulla cancellata della Cappella c’è lo stemma della famiglia Colleoni che rappresenta – udite, udite – tre testicoli. Sfregarli è un rito portafortuna molto in voga a Bergamo. Da fare! 

Basilica di Santa Maria Maggiore

Basilica di Santa Maria Maggiore

Se Piazza Vecchia nel Medioevo era il cuore del potere amministrativo, Piazza Duomo, invece, era il centro del potere religioso di Bergamo. Con una particolarità, tuttora vigente: già all’epoca, la chiesa più amata dai bergamaschi non era la Cattedrale di Sant’Alessandro (il Duomo) ma la vicina Basilica di Santa Maria Maggiore. Il motivo va ricercato nella genesi stessa dell’edificio (1137), costruito come ex voto alla Madonna a seguito di una terribile epidemia di peste che nel 1133 aveva colpito violentemente la città. Detto sinteticamente della storia, ciò che maggiormente colpisce di questa chiesa è la distanza che c’è tra l’esterno, dalle severe linee romaniche, e l’interno che tradisce invece una forte impronta barocca. Altro particolare degno di nota l’assenza di un portale principale d’ingresso. Assenza compensata da quattro porte d’ingresso laterali, due delle quali, sui versante settentrionale e meridionale, sormontate da quattro leoni, altro rimando a Venezia (vd. foto): due rossi (nord) e due bianchi (sud). All’interno, invece, segnaliamo affreschi, stucchi e arazzi realizzati dal pittore Lorenzo Lotto (anche lui veneziano) e il mausoleo di Gaetano Donizetti, tra i più celebri compositori italiani del XIX secolo, bergamasco doc. Per info su modalità e prezzi e per un tour virtuale della chiesa: www.fondazionemia.it/it/basilica.

Palazzo della Ragione

Palazzo della Ragione

Risalente al XII secolo, questo palazzo è l’antica sede comunale di Bergamo (Patalatium Comunis Pergami), nonché una delle sedi comunali più antiche in Italia, probabilmente seconda soltanto a Palazzo Senatorio, attuale sede comunale di Roma. Il nome, però, dà evidenza di un’altra funzione pubblica, quella dell’amministrazione della giustizia; ruolo quest’ultimo risalente al XVI secolo, durante la dominazione veneziana. Dismessa da secoli la veste di tribunale, Palazzo della Ragione, o meglio la Sala delle Capriate al primo piano dell’edificio, viene utilizzato per l’esposizione di mostre temporanee. Il loggiato al piano terra, invece, divide urbanisticamente Piazza Vecchia da Piazza del Duomo, su cui si affacciano la Basilica di Santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni e altri punti di interesse che andremo di seguito ad approfondire.

Piazza Vecchia

Piazza Vecchia

Unanimemente riconosciuta come l’emblema della città, Piazza Vecchia è tappa imperdibile di un soggiorno a Bergamo. Si trova nella CIttà Alta e in epoca medievale era il fulcro del potere politico cittadino, mentre oggi è il cuore del tempo libero e della movida orobica. Una piazza talmente bella da far dire all’architetto e urbanista Le Corbusier “non si può più toccare neppure una pietra, sarebbe un delitto“. Diverse le cose da vedere: dal Palazzo della Ragione, alla Torre Civica, passando per la Basilica di Santa Maria Maggiore – tutti punti che approfondiremo nel prosieguo dell’articolo -, fino alla Biblioteca Angelo Mai e alla Fontana Contarini che domina la piazza. Quest’ultima merita un cenno particolare, dal momento che è un’ulteriore prova storica del peso politico, economico, culturale che la Repubblica di Venezia ebbe su questo territorio. La fontana, infatti, fu donata alla città dal podestà Alvise Contarini che nel 1780 terminò il suo incarico a Bergamo. Oltre all’indubbio valore estetico, alla base del gesto c’era una motivazione pratica: garantire il costante approvvigionamento idrico alla parte alta della città. Da vedere!

Mura veneziane

Mura veneziane

In apertura abbiamo accennato al ruolo che la Serenissima ebbe nello sviluppo di Bergamo. I sei chilometri di cinta muraria attorno alla Città Alta sono la prova regina di quest’influenza. Una fortificazione imponente – per realizzare la quale i veneziani abbatterono centinaia di case e diversi edifici religiosi – che, a partire dal 1561, ha protetto Bergamo consentendole così di fiorire nei commerci, nell’artigianato e nell’industria. Ma la funzione positiva di Venezia continua ancora oggi proprio in virtù dell’efficacia del suo sistema difensivo. Infatti, la città nei secoli a venire non subì alcun attacco e la circostanza ha consentito la preservazione delle mura cittadine che, dismessa la veste militare, sono diventate un’attrazione turistica. Una sorte, questa, del tutto simile alle mura della città di Lucca in Toscana; soprattutto, una sorte che oggi consente a residenti e turisti di poter passeggiare dall’alba al tramonto, in compagnia o da soli. Un valore aggiunto che si somma all’enorme valore testimoniale dell’opera, non a caso, dal 2017, sotto tutela UNESCO. Da vedere!

Venire una settimana

Venire una settimana

Una vacanza a Padova non presenta particolari controindicazioni. Al più, ma si tratta di cercare il pelo nell’uovo, possiamo dire che se la scelta è quella di visitare esclusivamente la città un weekend è più che sufficiente. Se, al contrario, l’intenzione è quella di allargare lo sguardo a quello che c’è attorno, beh allora, come abbiamo appena visto, forse neanche una settimana sarebbe sufficiente.

Dintorni di Padova

Dintorni di Padova

Fin qui abbiamo provato – sperando, almeno in parte, di esserci riusciti – a rendere la bellezza di Padova sotto i profili storico, artistico e culturale. Per quel che riguarda, invece, gli aspetti naturalistici bisogna volgere lo sguardo ai vicini Colli Euganei. Si tratta di un bellissimo Parco Regionale che comprende 15 comuni della provincia di Padova. Senza fare torto agli altri comuni, tre, se ce n’è modo, meriterebbero assolutamente una visita: parliamo di Abano Terme (il termalismo è uno dei valori aggiunti dei Colli Euganei); Arquà Petrarca (così chiamata per la presenza di Francesco Petrarca) ed Este (vd.foto). Anche Città Murata di Cittadella e Montemagnana, entrambi distanti una settantina di chilometri dal capoluogo, sono altri due territori in cui varrebbe la pena fermarsi. Non è finita, perché poco distanti da Padova sono pure Venezia, Verona, Mantova e Ferrara. Da non perdere! 

Museo di Storia della Medicina

Museo di Storia della Medicina

Abbiamo messo il MUSME al decimo posto tra le cose da fare e vedere a Padova ma in realtà avremmo dovuto metterlo al primo, perlomeno con riferimento ai musei. Questo museo, infatti, seppur inaugurato solo nel 2015, offre ai visitatori un percorso espositivo unico nel suo genere in cui, alla collezione di reperti antichi che hanno a che fare con la storia della medicina sono affiancati strumenti digitali che non solo ne consentono la fruizione (tipo sfogliare i libri antichi) ma consentono anche di coinvolgere i visitatori di tutte le fasce d’età. Al centro dell’esposizione museale c’è ovviamente il corpo umano analizzato da diversi punti di vista (anatomico, fisiologico, patologico e terapeutico) mentre, da un punto di vista storico il Museo di Storia della Medicina di Padova ripercorre, e non potrebbe essere altrimenti, il ruolo rivestito nel corso dei secoli dalla Scuola medica patavina. Per un approfondimento: www.musme.it.

Museo La Specola

Museo La Specola

Secondo una leggenda molto diffusa, Galilaeo Galilei avrebbe fatto le sue scoperte astronomiche proprio sulla torre la Specola a Padova. Si tratta però appunto di una leggenda senza alcun fondamento storico, dal momento che la decisione di trasformare questa antica torre difensiva dell’XI secolo in Osservatorio Astronomico fu presa dal Senato della Repubblica di Venezia solo nel 1761, ben dopo, quindi, il soggiorno dello scienziato pisano in città. Insomma, un mito che però ha avuto il merito di alimentare il fascino di quest’osservatorio dal 2002 sotto il controllo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Unico inconveniente: per ammirare gli strumenti e le sale utilizzate dagli astronomi passati dalla Specola nel corso dei secoli bisogna fare oltre 200 scalini senza ascensore. Da vedere!  Maggiori info: Osservatorio Astronomico di Padova

Orto botanico di Padova

Orto botanico di Padova

Dal 1997 sotto tutela Unesco, l’Orto botanico è un altro must see place di Padova. Interessante leggere le motivazioni alla base del prestigioso riconoscimento: “L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura.” E, in effetti, le cose stanno proprio così tanto più considerando l’anno di istituzione, addirittura il 1545. C’erano alla base della decisione una necessità e un’opportunità. Era necessario, infatti, procurarsi quante più piante officinali possibili da cui ricavare appunto i medicamenti per la cura di diverse malattie; l’opportunità, invece, era legata ai vasti possedimenti della Serenissima Repubblica di Venezia, garanzia di approvvigionamento costante. Detto sinteticamente della storia, l’Orto Botanico di Padova merita anche dal punto di vista architettonico: parliamo di una struttura circolare, al cui interno è inscritto un quadrato a sua volta suddiviso in quattro quadranti da due viali perpendicolari. Va da sé, su questo originario disegno dell’architetto bergamasco Andrea Moroni, autore anche del Cortile Antico di Palazzo Bo, sono state apportate nel corso dei secoli diverse aggiunte e variazioni. Nondimeno, l’impronta, in cui si mescolano le concezioni scientifiche, filosofiche e perfino esoteriche proprie del XVI secolo, è rimasta la stessa. Da vedere! Per maggiori info: www.ortobotanicopd.it

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Palazzo del Bo e Teatro Anatomico

Palazzo del Bo e Teatro Anatomico

Padova è un’antica città universitaria. La circolazione del sapere (in particolare gli studi giuridici e la medicina) ha accompagnato lo sviluppo del territorio fin dal Medioevo. Prova ne sia Palazzo del Bo che è appunto sede universitaria di Padova già dalla fine del ‘400. Il nome deriva dal fatto che l’edificio sorge dove un tempo c’era una locanda (Hospitium Bovis) collocata nella zona delle macellerie della città. Il palazzo è composto di due distinti corpi di fabbrica: il Coritle Antico, risalente alla metà del ‘500, opera dell’architetto di Bergamo Andrea Moroni, e il Cortile Nuovo realizzato, invece, a cavallo tra XIX e XX secolo. Entrambi questi corpi di fabbrica meritano una visita anche se, dei due, è senza dubbio il Cortile Antico a destare maggiore interesse. Due i motivi prinicipali: il primo è il Teatro Anatomico, il più antico al mondo, dove appunto dal 1594 al 1872, gli studenti di medicina dell’ateneo patavino dissezionavano cadaveri, perlopiù messi a disposizione dal’autorità giudiziaria (vd. foto). La particolarità di questa sala di anatomia, progettata dal medico Fabrici d’Acquapendente, è la forma a cono rovesciato che richiama quella di un anfiteatro greco. La seconda ragione è la Sala dei Quaranta, così chiamata per la presenza di quaranta ritratti di studenti stranieri illustri che nel corso dei secoli hanno frequentato l’Università di Padova. Tuttavia, questi ritratti, opera dell’artista Gian Giacomo dal Forno, non sono l’unico motivo di fascino di questa sala in cui è collocata – ed è l’altro motivo per cui viene visitata – la cattedra lignea di Galilaeo Galilei. Da vedere! Maggiori info: Palazzo del Bo.