Alte Pinakotek

Alte Pinakotek

C’è un quartiere a Monaco, Maxvorstadt si chiama, con una grande concentrazione di musei, al punto da esser rinominato “Kunstreal”, area dell’arte. In questa zona si trova anche quello di maggior prestigio e fama internazionale di tutta la città: l'”Alte Pinakotek” o “Vecchia Pinacoteca”. Vi sono custoditi molti dei più grandi capolavori della pittura europea dal XIV al XVIII secolo. Dal Medioevo al Rinascimento; dall’arte barocca al roccocò, oltre 700 opere d’arte in parte acquistate da Ludovico I di Baviera che diede grandissimo impulso alla galleria spingendo in prima persona per l’acquisizione delle opere di Botticelli, il Ghirlandaio, Lippi, Beato Angelico e altri stimati artisti italiani. Una collezione che comprende anche dipinti olandesi e fiamminghi e inoltre Giotto, Botticelli, Raffaello, Tiziano e Rembrandt. Insomma, la Vecchia Pinacoteca è un gioiello a cui gli abitanti di Monaco tengono moltissimo anche per il ritorno turistico che ne deriva. Ritorno garantito pure dagli altri due musei proprio di fronte la struttura: il “Neue Pinakothek” con una collezione di opere dal XVIII al XX secolo e la “Pinakothek der Moderne” inaugurata nel 2002. Per maggiori informazioni (orari, costi, prenotazioni, trasporti ecc.) visita il sito ufficiale: www.pinakothek.de/it

Allianz Arena

Allianz Arena

Negozi, ristoranti, bar, un museo e un parcheggio da quasi 10.000 posti auto. Ancora, tour e visite guidate (in tedesco e in inglese) per scuole, visitatori singoli e disabili. È riduttivo perciò definire l’Allianz Arena soltanto uno stadio. La parola adatta per definire il vortice di emozioni e sensazioni che si prova a visitarlo è “tempio”. Il tempio del calcio del Bayern Monaco e del Monaco 1860, le due squadre cittadine, ma naturalmente anche della nazionale tedesca. L’Allianz è stato costruito tra il 2003 e il 2005 in previsione dei Mondiali 2006 vinti, come sappiamo, dall’Italia di Marcello Lippi. Dopo il Mondiale è diventato lo stadio ufficiale delle due squadre cittadine mandando in pensione il vecchio Olympiastadion. Una curiosità. Grazie ai dei pannelli di etilene tetrafluoroetilene (ETFE) l’esterno dello stadio cambia colore: rosso, quando gioca il Bayern Monaco; blu in occasione delle partite del Monaco 1860 e bianco quando invece gioca la Germania. Per maggiori informazioni su orari, servizi, eventi e mezzi di trasporto visita il sito ufficiale: allianz-arena.com/en

Residenz

Residenz

È davvero difficile descrivere la “grandeur” del Residenz di Monaco di Baviera, uno dei palazzi reali più belli al mondo con una tale concentrazione di stili architettonici e opere d’arte da non temere confronti. Si va infatti dallo stile rinascimentale tedesco all’architettura palladiana, a quella fiorentina, senza dimenticare i richiami al barocco e al roccocò. Evidente l’intenzione della dinastia dei Wittelsbach, la prima in Germania e una delle più antiche d’Europa, di utilizzare al massimo grado l’arte e l’architettura come segno tangibile del potere esercitato per oltre quattro secoli in terra bavarese. Un’enorme fortezza oggi composta da una decina tra giardini e cortili, un teatro (Teatro Cuvillies) e un museo (Museo Residenz) di circa 130 camere. Il Residenzmuseum è talmente vasto che se ne consiglia la visita in due distinte sedute al mattino e in pomeriggio. Per avere una guida essenziale da consultare durante la visita al palazzo, il Ministero delle Finanze e dello Sviluppo Regionale della Baviera ha realizzato un’agile brochure per orientarsi tra i cortili, le stanze, le camere, gli scaloni, le gallerie, i monili e gli altri oggetti che arredano la reggia.

Orari di apertura:
Apr. – 18 Ott.: 09.00 – 18.00
19 Ott. – Mar.: 10.00 – 17.00
Ultima ammissione: 17.00 (estivo) o 16.00 (invernale)

Museo BMW

Museo BMW

I “capitoli” della storia di Monaco sono molti: la birra, l’Oktoberfest, le chiese, i musei, i monumenti, Marienplatz, il mercatino di Natale e… la BMW. Guai a dimenticare il ruolo svolto dalla casa automobilistica nello sviluppo socio-economico della Baviera. Ruolo celebrato da un museo inaugurato nel 1972 nei pressi della zona olimpionica. Il Museo BMW non celebra solo il passato: oltre alle macchine storiche, infatti, nelle sale della struttura vengono esposti anche i diversi prototipi in fase di sviluppo e progettazione. A fianco il museo dalla caratteristica forma a insalatiera, sorge la “Torre”, il grattacielo quartier generale della casa automobilistica. L’avveneristico design dei due edifici ne ha fatto presto icone della cultura di massa, il che ha consentito di avvicinare una platea più vasta dei soli appassionati e addetti ai lavori. Per informazioni sui giorni, orari di apertura, prezzi, visite guidate, eventi ed esposizioni visita il sito: www.bmw-welt.com/en

Castello di Nymphenburg

Castello di Nymphenburg

Che i Wittelsbach non se la passassero affatto male (si fa per dire) non lo testimonia soltanto il Palazzo Reale. Il Castello di Nymphenburg, dimora estiva della famiglia, non è certo da meno quanto a opulenza e ricercatezza. A commissionarne la costruzione fu il principe elettore Ferdinando Maria (la carica è riferita ai membri del collegio elettorale cui spettava il compito di nominare l’Imperatore del Sacro Romano Impero). Questi, nel 1664, volle regalare alla consorte Enrichetta Adelaide di Savoia una residenza estiva quale ringraziamento per la nascita dell’erede al trono Massimiliano Emanuele. Della costruzione del castello venne incaricato l’italiano Agostino Barelli, mentre del successivo ampliamento si occuparono Enrico Zuccalli e Antonio Viscardi, altri due architetti italiani stavolta nominati da Massimiliano Emanuele. Non è finita perché i lavori di sistemazione della corte e del giardino proseguirono nel corso del XVIII e XIX secolo fino all’attuale combinazione di architettura, arte e botanica. Al pari del Palazzo Reale, nelle sale, negli arredi e nelle opere d’arte del Castello di Nymphenburg sono rintracciabili diversi stili dal barocco fino al classicismo. Anche in questo caso, inoltre, il Ministero delle Finanze e dello Sviluppo Regionale della Baviera ha provveduto a realizzare una brochure con le informazioni utili a preparare al meglio la visita.

Orari di apertura:
Aprile – 15 Ottobre: 09.00 – 18.00
16 Ottobre – Marzo: 10.00 – 16.00
Nel Castello è disponibile un ascensore; accessibili il Museo delle Carrozze e la Collezione Bäuml

Giardino Inglese

Giardino Inglese

Una volta a Monaco, guai a saltare la visita al Giardino Inglese (Englisher Garten), tra i più grandi parchi pubblici al mondo, addirittura superiore per estensione al mitico Central Park di New York. Un’enorme distesa di verde che spiega meglio di tante parole l’elevata qualità della vita cittadina. Il Giardino Inglese fu commissionato dal duca Karl Theodor nel 1789. Artefice del primo disegno Benjamin Thompson, eccentrico britannico dalle molte vite tra cui, appunto, gli anni al servizio della corte bavarese. L’ampliamento del giardino proseguì fino alla fine del secolo grazie al lavoro del giardiniere di corte Friedrich Ludwig von Sckell. Di inizio ‘800, invece, la creazione del lago di Kleinhesselohe, diventato ben presto una delle attrazioni principali del parco. Un parco frequentato d’estate e d’inverno, col sole e con la neve, da migliaia di turisti e residenti. Da vedere, la Torre Cinese (Chinesischer Turm), sede di uno dei più grandi “biergarten” cittadini e il Monopteros, piccolo tempio in stile greco-romano da cui si gode una splendida vista del centro di Monaco. Le uniche raccomandazioni riguardano il vestiario che dev’essere comodo (meglio ancora se tecnico) e la macchina fotografica. Guai a dimenticarla!

Oktoberfest

Oktoberfest

Cominciamo subito col dire che la “Festa d’ottobre” in realtà inizia la seconda metà di settembre e termina la prima domenica d’ottobre (se però la domenica capita il 1 o il 2 del mese, la festa prosegue fino al giorno 3, data simbolo della riunificazione tedesca). Una precisazione perfino superflua considerando la fama che avvolge quest’evento, di gran lunga il più importante di Monaco e non solo. I numeri sono da capogiro: negli ultimi anni i visitatori sono stati più di 6 milioni e le stime sono in continua ascesa. Gli stand sorgono su un’area di oltre 40.000 metri, con una capienza variabile tra le 2.500 e 10.000 persone. Oltre alla birra che, ovviamente, è quella prodotta dai 6 birrifici cittadini (Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu, Paulaner e Spaten) all’Oktoberfest si mangia, si balla e si beve anche vino. Più di due settimane di festeggiamenti continuati, la cui origine risale al matrimonio, nel 1810, tra Ludovico I di Baviera e la principessa Teresa di Sassonia. Una tradizione secolare, dunque, che negli anni ha vissuto diverse evoluzioni e qualche stop in occasione delle due guerre mondiali. Ma non è finita. L’Oktoberfest è anche una festa per famiglie. Non mancano infatti le attrazioni destinate a grandi e piccini. Su tutte, la ruota panoramica (vd.foto) con la spettacolare vista dall’alto dell’area della festa e dell’umanità brulicante che si muove per il villaggio. Per saperne di più su calendario, storia, attrazioni e curiosità dell’evento visita il sito ufficiale: www.oktoberfest.de/en

Hofbräuhaus

Hofbräuhaus

Più che un birrificio, Hofbräuhaus è un tempio dello stile di vita bavarese. La birra, infatti, per gli abitanti di Monaco non è una semplice bevanda alcolica. Al contrario, è da sempre l’occasione per fare e sentirsi comunità. Non a caso, la fabbrica venne fatta costruire da Guglielmo V per evitare di dover comprare altrove la birra per l’esercito. Un tratto identitario fortissimo, dunque, che ha attraversato i secoli anche grazie all’ambiente del locale: tavoloni di legno, musica popolare e camerieri rigorosamente in abiti tradizionali. Questi ultimi sono uno spettacolo nello spettacolo per la maestria con cui si muovono all’interno del locale nonostante la folla e gli enormi boccali trasportati. La birreria è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.30. Per maggiori informazioni visita il sito: www.hofbraeuhaus.de/en

Carillon di Glockenspiel

Carillon di Glockenspiel

A molti turisti ignari è capitato di raggiungere Marienplatz e trovare una folla di visitatori a testa in su con lo sguardo rivolto verso la torre dell’orologio del Municipio (Neues Rathaus). Il motivo è che nella torre è collocato il carillon di Glockenspiel, uno più famosi, se non addirittura il più famoso al mondo. 43 campane e 32 statue che suonano e si muovono due volte al giorno d’inverno (nov-feb. 11.00 e 12.00) e tre d’estate (mar-ott. 11.00; 12.00 e 17.00). Due anche le storie rappresentate, entrambe risalenti al XVI secolo: la prima (piano superiore) è il matrimonio di Guglielmo V con Renata di Lorena; la seconda, invece, è la “Danza dei Bottai” (Schefflertanz), una danza rituale che saluta la sconfitta della terribile epidemia di peste che colpì Monaco nel 1517. Non è finita, perché la torre che ospita il complesso congegno è a sua volta visitabile. Gli orari di apertura in questo caso sono: nov-apr. dal lun. al ven. 10:00 – 17:00; mag-ott. tutti i giorni 10:00 – 19:00 (escluso festivi); e sempre dalle 10:00 – 19:00 tutti i giorni durante il Mercatino di Natale.

Marienplatz

Marienplatz

La principale piazza di Monaco nonché, per secoli, importante snodo commerciale. Marienplatz, infatti, ha sempre avuto una spiccata vocazione mercatale che oggi rivive durante il periodo natalizio col Cristkindlmarkt (il Mercatino di Gesù Bambino) famoso per gli stand in legno che occupano per intero la piazza. L’invocazione mariana risale invece ai primi anni del XIX secolo, allorquando i cittadini di Monaco chiesero aiuto alla Madonna per debellare una terribile epidemia di colera. Tutt’attorno la piazza ci sono alcuni tra i principali edifici storici della città. Due su tutti: l’Altes Rathaus (Municipio Vecchio) e il Neue Rathaus (Municipio Nuovo) famoso, tra le altre cose, per il carillon di Glockenspiel (vd. paragrafo successivo). Da vedere anche la stazione metropolitana di Marienplatz. Costruita negli anni ’70 del secolo scorso è un vero e proprio gioiello sia da un punto di vista logistico che commerciale. L’ente per il turismo di Monaco di Baviera mette a disposizione diversi modi per approcciarsi a questi luoghi: dal tour classico a piedi, alle visite guidate a tema. Per saperne di più clicca qui

Non sfoggiare oggetti di valore in alcune zone della città

Non sfoggiare oggetti di valore in alcune zone della città

Vale per Bari quello che già abbiamo detto a proposito di Napoli, Palermo, Genova e altre città italiane. La microcriminalità c’è; scippi e rapine possono capitare (anche se non sono all’ordine del giorno) e quindi minimizzare troppo o, peggio ancora, negare il problema è sbagliato oltre che controproducente. Del resto, in rete le notizie si trovano agevolmente e perciò tocca essere realisti. Realismo che però non deve tradursi affatto in paura. Il centro storico di Bari, rispetto agli anni ’80 e ’90, ha fatto straordinari progressi e la città, come già ricordato in apertura, ha consolidato la propria dimensione internazionale grazie al turismo e allo storico contributo della Fiera del Levante. L’unica precauzione, quindi, è evitare in alcuni contesti di indossare gioielli, preziosi e orologi di grande valore. A parte questa piccola accortenza che, ripetiamo, è comune a molte altre realtà metropolitane, anche estere (vd. Atene), grossi problemi non ce ne sono. L’unico che potreste avere è se indugiate troppo su questi aspetti. I baresi, in questo molto simili ai napoletani, difendono a spada tratta la propria città e perciò urtarne la suscettibilità non è un buon affare.

I dintorni

I dintorni

I dintorni di Bari, ovviamente, non regalano solo spiagge meravigliose. C’è molto di più: da Altamura (ca.50 km) famosissima per le Grotte, la Cattedrale, il pane e un’infinità di altre cose (ve ne abbiamo già parlato qui), a Conversano (34 km), Mola (20 km), Putignano (41 km – celebre il Carnevale) fino ad Alberobello (ca.50 km) paese famoso in tutto il mondo per i caratteristici trulli. La provincia del capoluogo pugliese merita sotto tutti i punti di vista: storico-culturale; paesaggistico-ambientale ed enogastronomico. Un tesoro d’inestimabile valore (ci scusiamo per le località non citate) che rende onore a Bari, alla Puglia e all’Italia tutta.

Le spiagge

Le spiagge

Pur essendo una città di mare, Bari non offre granché dal punto di vista balneare. La spiaggia cittadina si chiama “Pane e Pomodoro” ma, a parte il nome sfizioso, non è il massimo. Molto frequentata dai baresi che non vogliono o possono muoversi, l’arenile paga il fatto di esser troppo a ridosso della città. Le cose cambiano decisamente in meglio se ci si sposta a Polignano a Mare o, ancora più giù, a Monopoli. Le due località distano mezz’ora d’auto (ca. 40 km) dal capoluogo pugliese ma lo scenario dal punto di vista balneare cambia completamente. Perciò, se lo scopo è abbinare la visita in città a qualche giornata di mare, il consiglio è di spostarsi nelle suddette località. I lidi di Polignano e Monopoli sono tra i più rinomati e frequentati di tutta la Puglia. Sennò ancora più vicino (ca.20 Km), c’è la spiaggia di Giovinazzo, pure questa molto frequentata durante i mesi estivi.

Le orecchiette

Le orecchiette

Il ricettario barese è talmente vasto che è assai proibitivo renderne conto in maniera esaustiva. C’è una pietanza, però, la cui fama ha varcato di gran lunga i confini cittadini, e in verità anche quelli regionali e nazionali. Stiamo naturalmente parlando delle orecchiette, che i baresi cucinano con le cime di rapa ma che nulla vieta di preparare in mille altri modi. Più che i possibili condimenti, quindi, il valore aggiunto è proprio la lavorazione a mano della pasta che in alcuni vicoli di Barivecchia avviene sull’uscio di casa. La strada delle orecchiette per antonomasia è Via Arco Basso poco distante dal Castello Normanno-Svevo nel cuore della città antica. L’acquisto delle “strascinate”, come vengono chiamate in dialetto barese, è tra le cose assolutamente da fare durante la visita in città. Va da sè che i picchi di produzione sono in coincidenza dei periodi di maggior afflusso turistico, quindi a ridosso del Natale e durante l’estate. Da provare!

Il porto vecchio (Nderr la lanz)

Il porto vecchio (Nderr la lanz)

“Nderr la lanz” che in italiano significa “a terra la lancia” è il luogo simbolo della baresità, quello che meglio spiega l’anima popolare della città. Qui (Molo San Nicola) ogni giorno, mare permettendo, avviene la compravendita del pescato con decine di pescatori impegnati a piazzare il loro prodotto. Seppie, polpi, aragoste, ricci di mare, cozze e tante altre prelibatezze della gastronomia locale rappresentano lo scenario di questo suggestivo angolo di Bari con vista sul Margherita, teatro in stile liberty di inizio ‘900 in fase di ristrutturazione. E mentre, appunto, la città tutt’attorno cambia “Nderr la lanz” rimane fedele a se stessa. Le cose ovviamente sono cambiate anche qui, a partire dall’abitudine di gettare il pesce ai piedi della barca (da cui il nome della località) ma molto più lentamente rispetto al contesto circostante. Forse è questa sensazione di familiarità profonda il motivo per cui i baresi vi sono tanto affezionati al punto da frequentare il luogo a prescindere dall’acquisto del pesce. Nderr la lanz, infatti, è uno dei posti di ritrovo della movida cittadina, specie durante il periodo estivo. Genius loci.