Mercatino di Arguineguín

Mercatino di Arguineguín

Puerto de Mogán oltre che per il caratteristico borgo, il porto turistico, i bar, i ristoranti, la pesca, le escursioni e tutto il resto è famosa anche per il suo mercatino comunale che si svolge tutti i venerdì. Tuttavia quello di Mogán non è nè l’unico, nè il più famoso mercato di strada di Gran Canaria. La palma di mercato più importante dell’isola spetta ad Arguineguín, a metà strada tra Maspalomas e Puerto de Mogán (di cui amministrativamente fa parte). Tutti i martedì ad Arguineguín fanno tappa turisti provenienti da ogni parte dell’isola per regalare e/o regalarsi un souvenir e un prodotto tipico delle Canarie. Tra le altre cose la località, che si trova al termine dell’autostrada che collega tutto il versante orientale dell’isola, merita anche da un punto di vista turistico. Nonostante il presente fatto di hotel, resort e attività legate all’indotto, il borgo ha mantenuto infatti la sua tipica impronta marinara. Da non perdere!

Museo e parco archeologico Cueva Pintada

Museo e parco archeologico Cueva Pintada

Oltre al Museo Canario, il posto giusto per approfondire la civiltà Guanche è sicuramente il Parco Archeologico di Cueva Pintada nel municipio di Gáldar, versante nord-occidentale dell’isola a circa 30 chilometri dalla capitale Las Palmas. Cueva Pintada sta per “Grotta Dipinta” e la sua scoperta risale al 1862 anche se, incredibilmente, è dovuto passare oltre un secolo prima che le istituzioni locali destinassero finalmente uomini e mezzi adeguati alla valorizzazione di quest’importante sito archeologico. Gli scavi cominciati negli anni ’70 del secolo scorso, nel 1987 hanno portato alla luce un villaggio di oltre 50 case e grotte artificiali che a tutt’oggi rappresenta una delle testimonianze più importanti della civiltà aborigena che abitò e prosperò nell’arcipelago delle Canarie prima dell’annessione spagnola. Il recupero di questi resti ha favorito la successiva creazione dell’attiguo museo nel tentativo riuscito di fornire l’indispensabile materiale didascalico (anche in 3D) a spiegazione degli importanti reperti rinvenuti. Per maggiori informazioni sugli orari di visita, i prezzi e i mezzi di trasporto del/per il museo e parco archeologico Cueva Pintada visita il sito ufficiale: www.cuevapintada.com

Vegueta

Vegueta

Vegueta, centro storico di Las Palmas, dal 1990 è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un quartiere antico, dove sono concentrati la maggior parte dei monumenti ed edifici storici cittadini. Casa Regental, residenza del presidente della Corte d’Assise di Gran Canaria; Casa Consistoriales, municipio di Las Palmas; Casa Colon, forse residenza di Cristoforo Colombo durante una sosta sull’isola; Palazzo Episcopal, sede dell’Episcopato; e soprattutto la Cattedrale di Sant’Anna (vd.foto), singolare combinazione di stili architettonici diversi: gotico, rinascimentale e neoclassico. All’interno della chiesa, elevata a rango di basilica minore, si trovano diverse sculture di Jose Lujan Perez, l’artista più rappresentativo dell’isola Gran Canaria, vissuto tra la seconda metà del ‘700 e la prima parte dell’800. In un’ala della Cattedrale è allestito il Museo Diocesano locale. Sempre nel quartiere si trova inoltre il Museo Canario (vd. prossimo paragrafo). Poco distante da Vegueta, infine, c’è Playa de las Alcaveranes, l’altra spiaggia di Las Palmas, più piccola di Playa de las Canteras ma ugualmente confortevole.

Museo Canario

Museo Canario

Il Museo Canario, nel quartiere Vegueta di Las Palmas, ospita la più ricca documentazione della gloriosa civiltà Guanche, gli aborigeni dell’arcipelago delle Canarie, progressivamente scomparsi dopo la conquista spagnola delle isole. Si tratta di 11 sale allestite con ceramiche, reperti, statue e mummie di questa civiltà pre-ispanica di origine berbera. Il Museo dispone inoltre di una fornitissima libreria, un’emeroteca e un archivio a disposizione degli studiosi e del pubblico. Il reperto più famoso è senza dubbio l’Idolo di Tara, statua di terracotta simbolo di fertilità dei Guanche che, ricordiamo, praticavano la poliarchia e legittimavano la pratica del suicidio rituale. Si racconta che gli ultimi resistenti alla conquista spagnola, pur di sottrarsi all’annessione preferirono gettarsi nei tanti dirupi che disegnano i versanti costieri di Gran Canaria. Il Museo, inaugurato nel 1879 dal medico, storico e antropologo locale Gregorio Chil y Naranjo, è oggi sostenuto da una fondazione privata. Per maggiori informazioni sulla storia, le collezioni, le iniziative, i prezzi e gli orari di apertura visita il sito ufficiale: www.elmuseocanario.com

Auditorium Alfredo Kraus

Auditorium Alfredo Kraus

In apertura abbiamo scritto che chi va in vacanza all’isola Gran Canaria farà bene a metter in valigia anche l’abito da sera. Ci riferivamo, tra le altre cose, all’Auditorium Alfredo Kraus al termine della spiaggia di Las Canteras. Progettato dall’architetto Oscar Tusquests, l’edificio è stato realizzato tra il 1993 e il 1997. La struttura richiama quella di un faro, simbolicamente destinato a illuminare e proteggere la capitale dell’arcipelago delle isole Canarie. A proteggere Las Palmas, dunque, e a ringraziare il suo cittadino più illustre, Alfredo Kraus (1927 -1999), il tenore che con la sua voce ha portato il nome della città e dell’isola sui palcoscenici di tutto il mondo. L’Auditorio, che vanta una meravigliosa vista sull’oceano, è sede dell’Orchestra Filarmonica di Gran Canaria e del Gran Canaria Ballet. Inoltre vi si svolge annualmente il Festival Internazionale del Cinema di Las Palmas e il Festival di Musica delle Canarie. Per maggiori info su storia, architettura, programmazione artistica, biglietti e mezzi di trasporto visita il sito ufficiale: www.auditorioteatrolaspalmasgc.es/auditorioalfredokraus

Playa de las Canteras

Playa de las Canteras

C’è chi ha definito Playa de las Canteras una “Central Park di mare”. E, in effetti, questa lunga lingua di sabbia per gli abitanti di Las Palmas è molto più di una semplice spiaggia. È un luogo di ritrovo dove chiacchierare, meditare, far giocare i propri figli e naturalmente fare il bagno. Tutto l’anno! Un legame strettissimo che non sfugge nemmeno ai migliaia di crocieristi che ogni giorno sbarcano in città per il classico giro turistico. Non solo a loro. Anche gli appassionati di surf e windsurf apprezzano moltissimo le onde di “Cicer”, la parte sud della spiaggia non protetta da la “Barra” (vd.foto), l’imponente sistema roccioso che funge da scogliera naturale e fa sì che il mare sia quasi sempre calmo. Insomma, Playa de las Canteras è una delle spiagge urbane più belle di tutta la Spagna. Grande, comoda, organizzata, frequentata, e soprattutto mai la stessa. Da vedere anche il lungomare attiguo pieno di hotel (clicca qui per la lista hotel), bar, ristoranti, boutique e negozi tipici.

Non limitarsi ai “soliti giri”

Non limitarsi ai "soliti giri"

Di cose da fare e vedere a Budapest ce ne sono davvero tante che la nostra, per forza di cose, è una lista parziale. Un elenco che si concentra su alcune delle attrazioni principali anche se abbiamo provato a dare delle “dritte” relativamente meno turistiche. Altre, invece, come Vaci Utca, la via più movimentata della città, non le abbiamo inserite perché tanto è iimpossibile non capitarci. Ecco, qui sta il punto: non limitatevi solo alla movida. Tra l’altro, via Vaci è conosciuta per una particolare forma di adescamento: donne più o meno avvenenti avvicinano ragazzi e adulti con tono informale invitandoli a bere qualcosa. Solo che quel “qualcosa” rischia di costare assai caro: sotto, infatti, c’è un accordo col gestore del locale compiacente. Non solo con lui. Anche con gli energumeni che, se necessario, costringono il malcapitato di turno a prelevare al bancomat più vicino per saldare il conto. Detto questo, niente paura. Il fenomeno va scemando e, se vogliamo dirla tutta, muove da un pregiudizio altrettanto odioso: la convinzione, cioè, che le ungheresi siano mediamente più disponibili rispetto alle altre donne dell’est Europa (al limite sono mediamente più belle, anche se è stupido fare classifiche di questo genere). Perciò basta rimanere se stessi, non dare confidenza a chi si avvicina all’improvviso, e godersi la città in lungo e in largo.

Budapest comunista

Budapest comunista

Segnatevi l’isola di Csepel, il Parco delle Statue e la Casa del Terrore. È in questi luoghi che dovete recarvi se volete conoscere l’“altra Budapest”, il recente passato comunista a cui si è repentinamente voltato le spalle e di cui, tuttavia, restano ancora moltissime tracce. Csepel è la più grande delle isole del Danubio. Oggi, tra ristoranti e parchi termali, partecipa attivamente al presente turistico della città ma è qui, su quest’isola lunga 48 km, che il governo comunista ungherese realizzò alcune delle sue grandi fabbriche. In poco più di vent’anni l’industria pesante è scomparsa trasformandosi assai velocemente in reperti di archeologia industriale che, in ogni caso, risultano interessanti da un punto di vista storico e architettonico. Il Parco delle Statue, invece, ospita quasi tutte le statue che durante la dittatura comunista “ornavano” la città. Il “Memento Park” – così si chiama – si trova a circa mezz’ora dal centro di Budapest ed è ben collegato sia con i bus che con la metropolitana (altra importante testimonianza del regime comunista). La Casa del Terrore (Terror Haza Muzeum), infine, si trova nei pressi di via Andrassy ed è un allestimento museale moderno che ripercorre atrocità e storture dei due regimi che hanno segnato la vita dell’Ungheria: quello nazista e quello comunista durato decisamente più a lungo. Per maggiori informazioni: www.mementopark.huwww.terrorhaza.hu

Tour del Danubio

Tour del Danubio

In una lista di cose da fare e vedere a Budapest non può mancare il giro del Danubio. Diverse le formule proposte dalle due compagnie (Legenda e Mahart) che effettuano il trasbordo. Gite diurne e serali con aperitivo, musica e cena. Insomma ce n’è per tutti i gusti e tutte le esigenze come è giusto che sia in una città dai grandi numeri turistici quale Budapest è diventata nel volgere di pochi anni dopo la dissoluzione del blocco sovietico. Da fare!

Le terme

Le terme

Visitare Budapest senza provare almeno una delle sue famose terme equivale a non averlo fatto. Sono molte le riviste, i siti e i blog di viaggio a sottolineare quest’aspetto e, al di là dei toni più o meno enfatici, l’ammonimento ha un senso. Non solo dal punto di vista curativo che, beninteso, resta quello più importante; ma proprio da un punto di vista culturale, considerando le radici millenarie della tradizione termale ungherese. Celti, romani, turchi, austro-ungarici: non c’è popolo e dominazione che non abbia aggiunto qualcosa di suo ai complessi termali che man mano venivano edificati in città. Oltre ai già citati Bagni Széchenyi, vanno ricordate le terme Kiraly e le terme Rudas, dove più è evidente l’impronta turca, e il complesso Palatinus sull’isola Margherita, piccola striscia di terra sul Danubio celebre, appunto, per le sue 11 piscine all’aperto frequentatissime specie durante il periodo estivo. Non mancano inoltre hotel con reparto termale interno (vd. foto) per abbinare soggiorno e cure. Se cerchi un hotel clicca qui per consultare la lista.

Parco di Városliget

Parco di Városliget

Centoventi ettari di parco in centro città. Un particolare urbanistico che da solo spiega l’elevata qualità della vita della capitale ungherese. C’è un lago, che d’inverno diventa un’attrezzatissima pista di pattinaggio su ghiaccio; ci sono una decina di ristoranti; il Museo delle Bambole; il Castello Vajdahunyad; lo zoo e tante altre attrazioni. Soprattutto ci sono i Bagni di Széchenji, il più grande complesso termale della città, addirittura risalente al 1881. I bagni di Széchenji non sono le uniche terme di Budapest (vd.paragrafo successivo). Di sicuro, però, sono le più famose, tra piscine esterne (frequentatissime pure in inverno), piscine interne e saune. Lo stile neobarocco della struttura fa il resto contribuendo al senso di meraviglia di chi si trova per la prima volta al cospetto di quest’ambiente sui generis. Insomma, Budapest è una città a cui non manca davvero nulla: musei, monumenti, aree verdi e acque termali per ritemprare il corpo e la mente dagli acciacchi dell’età e lo stress della quotidianità. Provare per credere!

La Sinagoga

La Sinagoga

La Grande Sinagoga è senza dubbio una delle tappe imperdibili di Budapest. Non solo perché è la più grande d’Europa (e una delle più grandi al mondo), ma anche perché rappresenta una delle testimonianze più vivide della grandezza della cultura ebraica nell’Europa continentale. L’imponenza e la cifra architettonica dell’edificio (costruito tra il 1854 e il 1859), parlano da sole: una miscellanea di stili che tiene insieme bizantino, gotico, romanico e moresco riassumendo in sé tutte le influenze che Budapest ha assorbito nel corso dei secoli. Compresa la tragedia dell’Olocausto, rappresentata dalla scultura dell’artista ungherese Varga Imre. Un salice piangente dove sono incisi i nomi di tutte le vittime ungheresi dello sterminio perpretato dai nazisti ai danni degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. L’opera è collocata nel cimitero ebraico annesso alla sinagoga che, ricordiamo, si trova in via Dohàny poco distante dal celebre viale intitolato al conte Gyula Andrassy (vedi paragrafo precedente). Nei pressi della sinagoga inoltre c’è anche il Museo Ebraico con una ricca collezione di oggetti legati agli usi e costumi della comunità ebraica di Budapest. Da non perdere!

Andrassy Boulevard

Andrassy Boulevard

Se Budapest è la Parigi dell’Est, Andrassy Boulevard vale gli Champs Élisées. Paragoni a parte, questo viale di oltre due chilometri è di gran lunga la passeggiata più bella e famosa di tutta l’Ungheria. Non a caso l’Unesco nel 2002 ha inserito la strada nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità. Oltre al dato culturale, però, c’è anche quello commerciale: lungo questo viale è concentrata buona parte delle caffetterie, ristoranti, teatri e boutique di lusso presenti in città. Curioso perciò osservare come la strada più glamour di Budapest, frequentata da sempre da turisti e residenti di fascia medio-alta, durante l’occupazione sovietica sia stata intitolata prima a Stalin e poi alla Repubblica popolare d’Ungheria. Nel 1990, il ritorno alla vecchia toponomastica: il conte ungherese Gyula Andrassy famoso per le sue idee liberali e modernizzatrici, nonché per la liason amorosa con la principessa Sissi, la bellissima Elisabetta d’ Austria-Ungheria. Da non perdere!

La Basilica di Santo Stefano

La Basilica di Santo Stefano

Se Budapest è una delle città più fotografate al mondo, parte del merito è della Basilica di Santo Stefano. Marmi pregiati, mosaici, stucchi e decorazioni dorate contribuiscono al fascino di questa chiesa in stile neoclassico che può ospitare fino a 8000 fedeli. Da vedere la “Cappella della Santa Destra”, a sinistra dell’altare maggiore, e la cupola, raggiungibile a piedi o pel tramite di quattro comodi ascensori. Nella prima c’è una teca di vetro con la mano destra mummificata di Santo Stefano, patrono della città e della nazione. Dalla cupola, invece, si osserva una stupenda vista di Pest col dettaglio dall’alto della piazza antistante la chiesa. Infine una curiosità. La cupola, lunga 96 metri, pareggia in altezza il palazzo del Parlamento quasi a simboleggiare la parità tra potere “spirituale” e “temporale”. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari e i prezzi di visita consultare il sito ufficiale della Basilica: www.bazilika.biz

Ponte delle Catene

Ponte delle Catene

Tra i simboli cittadini non c’è solo il Castello. Imperdibile è anche il “Ponte delle Catene” costruito per collegare le due cittadine di Buda e Pest. A commissionare l’opera nel 1849 fu il conte István Széchenyi rammaricato – si dice – per non aver raggiunto in tempo il padre moriente di là dal fiume (Danubio). Infatti per molto tempo l’unico collegamento tra le due cittadine fu un ponte mobile il cui utilizzo era limitato alla bella stagione. Le temperature invernali sovente impedivano l’attraversamento a causa del ghiaccio, con inevitabili ripercussioni negative sui collegamenti di persone e merci. Grazie alla competenza di William e Adam Clark, i due ingegneri scozzesi (solo omonimi) incaricati della realizzazione dell’opera, “venne fuori” un’infrastruttura stupenda il cui fascino non lascia indifferenti i turisti. Durante la seconda guerra mondiale il ponte venne fatto saltare in aria dai tedeschi per bloccare l’avanzata russa, ma nel 1949 si provvide con solerzia alla sua ricostruzione. Infine una curiosità. Per raggiungere il Castello dal Ponte delle Catene bastano solo tre minuti di funicolare. Un risparmio notevole di tempo e fatica che però da solo non spiega le lunghe file per i biglietti in piazza Clark Adam, specie durante il periodo estivo. È il fascino retrò della “Budavari Siklo” che affascina migliaia di turisti. Costruita nel 1870, anche la funicolare venne distrutta dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Sono dovuti passare quarant’anni per vederla nuovamente in funzione nel 1986.