Monte Toro

Monte Toro

Quel che realmente colpisce del Monte Toro non è sicuramente l'altezza (358 metri s.l.m.), quanto il fatto di trovarsi davvero al centro dell'isola, incrocio tra Maó e Ciutadella le due città principali, e Tramuntana e Migjorn, i versanti costieri di Minorca la cui diversa conformazione ha dettato tempi e modi dello sviluppo turistico dell'isola. Nient'altro che una piccola collina, dunque, che però in ragione della sua collocazione sin dal Medioevo è diventata il centro spirituale di Minorca. In cima, infatti, si trova il Santuario de la Virgen del Toro, un antico monastero agostiniano dove ogni anno l'8 maggio i minorchini si recano in pellegrinaggio per venerare appunto la patrona dell'isola “Nostra Signora del Monte Toro”. La strada per arrivare in cima al monte è da Es Mercadal, piccolo paese nel cuore di Minorca celebre per la gastronomia e l'artigianato calzaturiero. Il consiglio è di scegliere una giornata tersa per la salita al monte. Non ve ne pentirete!

Es Castell

Es Castell

Per verificare quanto la mentalità coloniale inglese abbia influito sull’urbanistica e sull’architettura del versante sud-orientale dell’isola, prima ancora di Maó bisognerebbe visitare Es Castell. Prima o dopo, sicuramente Es Castell è tappa obbligata per chi visita Minorca. Quanto alle cose da fare, merita una visita il Museo Militare che si trova nella piazza principale del paese, mentre se ci si vuol rilassare e consumare un aperitivo e/o una cena, i locali attorno il piccolo porto di Cales Fonts sono molto belli e accoglienti. Tornando al Museu Militar, si sviluppa su due livelli per un totale di 15 sale. Al piano terra c’è una collezione di cannoni antichi e plastici di navi d’epoca; al primo piano, invece, è illustrata la storia militare dell’isola. C’è un’altra ragione per cui val la pena visitare Es Castell: l’alba. Se vi piace assistere al sorger del sole o, ancora meglio, siete amanti della fotografia, siete nel posto giusto per immortalare l’alba minorchina. Da non perdere!

Binibèquer Vell

Binibèquer Vell

A meno di 10 chilometri dalla capitale Maó c’è un villaggio che vale assolutamente la pena visitare. Un dedalo di viuzze strette, case bianche abbarbicate l’una sull’altra, negozietti di souvenir, bar, ristoranti e tutta l’atmosfera tipica di un borgo mediterraneo. Con una particolarità, però: a differenza di Little Venice a Mykonos, Sant’Angelo a Ischia, o La Corricella a Procida, Binibèquer Vell fino agli anni ’60 del secolo scorso praticamente non esisteva. In altri termini, il paesino è un’invenzione turistica, peraltro ottimamente riuscita. Quella che c’era già, invece, è la spiaggia omonima. Non è molto grande ma è inserita in un contesto paesaggistico meraviglioso. La pineta alle spalle, le rocce tutt’attorno e un mare cristallino ideale per lo snorkeling. Insomma, Binibèquer Vell è uno dei luoghi da visitare a Minorca in estate. Nelle restanti stagioni dell’anno, e qui sta un’altra differenza rispetto agli altri borghi mediterranei su citati, non c’è quasi nessuno.

Museo di Minorca

Museo di Minorca

La storia del Museo di Minorca è lunga più di un secolo. Per la precisione, comincia nel 1889 grazie a Joan Seguì Rodriguez fondatore del Museo de Arquelogia e Historia Natural de Minorca. In oltre 100 anni la collezione di reperti archeologici ed etnografici è andata sempre estendendosi, consentendo alfine la ricostruzione accurata della millenaria storia di Minorca che ha visto il passaggio di Greci, Romani, Vandali, Arabi, Aragonesi ed Inglesi. Ovviamente, man mano che i reperti aumentavano sono stati necessari diversi traslochi fino all’ultimo, attorno la metà degli anni ’70 del secolo scorso, nell’antico Convento di San Francesco donato dal comune allo stato spagnolo per farne appunto un museo. Chiunque sia interessato ad approfondire storia, cultura e costumi dell’isola, non può perciò esimersi dalla visita del Museu de Menorca. Per maggiori informazioni sulle mostre, le attività, gli orari e i prezzi visita il sito ufficiale: www.museudemenorca.com (disponibile la versione inglese).

Chiesa di Santa Maria

Chiesa di Santa Maria

Al centro di Maó, ben visibile per via della sua imponenza si staglia la Chiesa di Santa Maria. L'edificio originario, risalente al XIV secolo, fu abbattuto da un fulmine e fu solo grazie all'intervento inglese, nel 1748, che il tempio venne ricostruito prevalentemente in stile neoclassico. Al di là delle linee architettoniche, il pezzo di maggior pregio della chiesa è senza ombra di dubbio l'organo. Costruito tra il 1807 e il 1810 dai maestri svizzeri Johannes Kyburz e Franz Josef Otter, lo strumento è unanimemente riconosciuto come uno dei capolavori dell'arte organaria. Non a caso, nella chiesa di Santa Maria, da giugno a ottobre (dal lunedì al sabato) si tengono concerti d'organo di 30 minuti l'uno. In occasione dei concerti l'ingresso in chiesa in costa € 5,00 (normale € 2,00).

Maó

Maó

Il nostro racconto parte dalla capitale Maó (o Mahón). In questa cittadina a est dell’isola vive più di un terzo della popolazione di Minorca e, coerentemente con lo status di capitale, è concentrato il grosso dei servizi pubblici essenziali. Famosa la rivalità con Ciutadella, l’altra città del versante occidentale dell’isola. Una rivalità che ha a che fare con la presenza inglese, grazie alla quale Maó assurse a rango di capitale, scippando il titolo proprio alla “cattolica” Ciutadella, il cui clero vedeva di cattivo occhio la presenza di un’altra confessione (anglicana) sul territorio. Differenze che con gli anni sono sfumate e che però sopravvivono soprattutto nell’architettura. Basta dare un’occhiata ai palazzi del centro storico per avere contezza dell’influenza coloniale britannica su questa parte dell’isola. Maó, che può tranquillamente fungere da base per gli spostamenti alla scoperta di Minorca, si divide grosso modo in tre grandi aree: nella parte alta, il centro storico, cui abbiamo già accennato; poi c’è Baixamar, il quartiere a ridosso del porto dove si svolge il grosso della vita notturna, e infine S’Altra Banda, zona di villeggiatura con diverse case e strutture ricettive. Molte le cose da vedere: dal Museo archeologico, alla chiesa di Santa Maria, fino al porto, la cui particolare conformazione ne fa un’attrazione turistica sui generis ben oltre la sua funzione di approdo marittimo. Andiamo a vederle più nel dettaglio.

Attenzione ai borseggiatori

Attenzione ai borseggiatori

Porto è una città assolutamente tranquilla. Come in tutte le città, però, specie nei luoghi affollati, c’è la possibilità che vi sia qualche malintenzionato. Occhio perciò a non lasciare oggetti incustoditi, a non camminare con la borsa aperta e a non indossare orologi, collane, orecchini, bracciali vistosi e di valore. Semplici accortenze a cui bisogna aggiungere l’altra di fare attenzione dopo il tramonto ai vicoli attorno la RIbeira e la stazione.

Vila Nova de Gaia

Vila Nova de Gaia

Non si può dire di essere stati a Porto senza una visita alla “gemella” Vila Nova de Gaia. Si tratta della seconda città del Portogallo per numero di abitanti dopo Lisbona (Porto, come abbiamo detto in apertura, è la terza) ma quel che rende indispensabile la sua conoscenza è la secolare produzione vinicola. È su questa sponda del fiume Douro, infatti, che si trovano le cantine più pregiate di Porto, il celebre vino liquoroso che si dice sia stato inventato dagli inglesi aggiungendo brandy al vino locale. Partecipare a una visita guidata di una delle cantine di Vila Nova de Gaia è perciò indispensabile per imparare a distinguere le diverse varietà sorte negli anni. Ovviamente di cose da vedere a Vila Nova de Gaia ce ne sono molte di più: segnaliamo, tra le tante, il Mosteiro da Serra do Pilar, monastero del XVII secolo di proprietà dell’esercito (si effettuano visite guidate) e il Jardim do Morro, parco pubblico in collina raggiungibile con la funivia (Teleferico de Gaia), nel frattempo diventata anch’essa un’icona per via del panorama mozzafiato sul fiume e sulla città.

Crociera dei 6 ponti

Crociera dei 6 ponti

Tra le cose da fare a Porto va sicuramente annoverata la gita in barca sul Douro. Le formule sono diverse. Una delle più gettonate è la Crociera dei 6 Ponti. E già perché noi finora ne abbiamo citati solo due, il “Luís” e il “Dona Maria”, ma ce ne sono altri quattro da considerare: “Infante”, “S.João”, “Arrábida” e “Freixo”. La crociera dei 6 ponti consente la vista da mare di tutti i punti di interesse fin qui descritti. Ovviamente sono diverse le compagnie che effettuano il giro, mentre la tipologia di imbarcazione, seppur riadattata allo scopo, è sempre la stessa: si viaggia a bordo dei caratteristici “barcos rabelos”, i navigli che un tempo venivano utilizzati per trasportare le botti di Porto verso Vila Nova de Gaia. Per maggiori informazioni sulla Crociera dei 6 ponti si possono consultare i seguenti siti: www.douroacima.pt e www.douroazul.com.

Porto Tram City Tour

Porto Tram City Tour

Se Lisbona ha l’Electrico 28, Porto “risponde” con l’Electrico 22, la linea tramviaria che attraversa le strade più caratteristiche del centro storico cittadino. La linea 22 non è l’unica, ce ne sono altre due, la 1 e la 18, che pure sono molto frequentate dai turisti che amano andare alla scoperta della città in tram. La linea 1 è la linea fluviale che dal centro città arriva fino alla foce del Douro nei pressi del Jardim de Passeio Alegre. La 18, invece, attraversa il quartiere di Massarelos, sulla sponda occidentale del fiume e termina in corrispondenza di un’altra area verde pubblica molto importante, Jardim da Cordoaria. A Massarelos, proprio sul lungofiume si trova il Museu do Vinho do Porto, piccolo spazio museale dedicato alla conoscenza del celebre vino liquoroso portoghese. Per il resto, vale quanto già ricordato a proposito di Lisbona: per godersi il giro è preferibile muoversi al mattino presto e scegliere di salire a uno dei due capolinea del tram scelto. Tutte le informazioni su costi, orari e fermate sono reperibili a questo link: http://www.stcp.pt/en/tourism/porto-tram-city-tour.

Avenida dos Aliados

Avenida dos Aliados

Da vedere è anche Avenida dos Aliados che, al pari della stazione di São Bento, risente dell’influenza architettonica francese di fine ‘800. E proprio la stazione centrale può essere assunta come punto di riferimento iniziale per questa passeggiata alla scoperta del salotto buono di Porto, vero e proprio centro commerciale naturale famoso, tra l’altro, per ospitare il palazzo municipale. Qui, lungo gli ampi vialoni dell’Avenida, ha luogo, il 24 giugno, la Festa di San Giovanni in assoluto la ricorrenza più sentita in città, come sempre qui avvengono i festeggiamenti in occasione delle vittorie calcistiche della squadra di casa. Insomma, dopo Ribeira, Avenida dos Aliados è un’altra tappa imperdibile di una vacanza a Porto. Una tappa che, se si vuol godere a pieno degli innumerevoli dettagli architettonici presenti, porta via circa mezza giornata. Da fare!

Stazione di São Bento

Stazione di São Bento

Una delle stazioni ferroviarie più belle d’Europa. Il contrasto tra la facciata esterna, più simile a un palazzo governativo che a una stazione, e l’atrio tutto decorato con le caratteristiche azulejos, ha reso da subito questo luogo un’attrazione turistica ben al di là della funzionalità dell’edificio. Le ceramiche che decorano l’atrio raccontano la storia del Portogallo e furono realizzate nel 1930 dall’artista Jorge Colaço. La stazione, invece, risale a qualche anno prima (1903) e porta la firma di José Marques da SIlva, architetto portoghese ma di formazione francese. Da vedere!

Torre dei Chierici

Torre dei Chierici

Oltre alla Sé, all’Igreja de São Francisco e a Palacio da Bolsa, tra i simboli architettonici di Porto non va dimenticata la Torre dei Chierici (Torre dos Clérigos, in portoghese). Alta 76 metri questa torre regala una vista meravigliosa della città anche se salire in cima costa un po’ di fatica. Gli scalini da fare sono quasi 250 ma, a meno che non soffriate di vertigini, ne vale assolutamente la pena. La Torre dei Chierici si trova all’estremità occidentale dell’omonima chiesa e come questa fu progettata a metà del ‘700 dall’architetto di origine italiana Niccolò Nasoni. Quest’ultimo, artefice di molte altre opere in città, è sepolto in una nicchia dell’edificio, quasi fosse consapevole del prestigio che la sua opera avrebbe acquisito nel tempo. Da vedere!

Ponte de Dom Luis I

Ponte de Dom Luis I

Un “ponte-icona” sia per la bellissima vista della parte vecchia della città che, soprattutto, per la storia che ne rese necessaria la costruzione. Nel 1809, durante l’invasione napoleonica migliaia di persone, nel tentativo di mettersi in salvo, scapparono sulle barche di legno che all’epoca rappresentavano l’unico attraversamento pedonale tra Porto e la città “gemella” di Vila Nova de Gaia sulla sponda opposta del fiume Douro. Come è facilmente intuibile, le imbarcazioni, che venivano utilizzate per il trasporto del vino Porto, non ressero il peso della folla in fuga provocando la morte di molte persone. A distanza di anni da quella tragedia, dopo tutta una serie di altri lavori di consolidamento degli argini del fiume, venne avviata la costruzione del ponte ultimato nel 1886. L’opera porta la firma dell’ingegnere belgaTheophile Seyrig, allievo del più famoso Gustave Eiffel che, come abbiamo visto, durante la sua permanenza in città per la costruzione dell’altro ponte, il Maria Pia, aveva studio nel bellissimo Palacio da Bolsa. Il Ponte de Dom Luis I si sviluppa su due livelli: il piano superiore è riservato a una linea della metropolitana cittadina; quello inferiore, invece, al traffico veicolare con i marciapiedi a lato per consentire il transito dei pedoni. Come ribadito all’inizio, il Ponte de Dom Luis I garantisce una vista eccezionale. Il consiglio, perciò, è di portare con sé la macchina fotografica.

Palazzo della Borsa

Palazzo della Borsa

La Sala Araba, realizzata sullo stile del complesso dell’Alhambra di Granada, vale, da sola, la visita guidata (unica modalità di accesso) del Palacio da Bolsa di Porto. Non che le altre non meritino di esser visitate, ma è fuori dubbio che questa sala in stile neomoresco sia il fiore all’occhiello dell’edificio. Il motivo, anche qui come per la precedente Chiesa di San Francesco, è nell’opulenza degli intarsi dorati. Praticamente non c’è superficie di quest’ala del palazzo che sia priva di ornamenti. Va da sè, c’è tanto altro da vedere: dal Patio delle Nazioni, dove una volta operava la borsa cittadina, alla Sala del Tribunale, dove avvengono i cerimoniali per la denominazione “Vintage” ai vini Porto, fino allo studio di Gustave Eiffel progettista del ponte Maria Pia vicino il più famoso Ponte de Dom Luis I (vd. prossimo punto). Insomma, Palacio da Bolsa è tappa irrinunciabile per chiunque sia realmente interessato ad approfondire il genius loci di Porto. O, meglio ancora, ad approfondire la storia economica cittadina, dacché il palazzo venne commissionato alla metà del XIX secolo dalla locale Associazione del Commercio che, per inciso, tuttora tiene le sue assemblee all’interno dell’edificio.