Chiesa Nostra Signora dell’Incarnazione

Chiesa Nostra Signora dell'Incarnazione

L’Iglesia de Nuestra Señora de la Encarnación si trova ad appena 100 metri da Plaza de los Naranjos. Del resto, basta volgere lo sguardo al cielo per scorgerne il campanile, imprescindibile punto di riferimento dello skyline di Marbella (vedi foto). E, proprio il campanile, insieme alle navate molto alte, alle cappelle laterali riccamente decorate e alla pala in legno e oro che orna l’altare maggiore suggeriscono un’idea di maestosità che compensa le dimensioni tutto sommato ridotte dell’edificio. Quasi una cattedrale pur non avendone titolo e grandezza; certamente tra le chiese più belle dell’intera provincia di Malaga. Durante la “Semana Santa” questa chiesa che, ricordiamo, dà anche il nome alla piazza in cui è ubicata (Plaza de la Iglesia), è al centro dei festeggiamenti che si svolgono in città. Un motivo ulteriore di fascino che rende la visita dell’edificio tappa obbligata di una vacanza a Marbella. Per saperne di più consultare il sito: encarnacionmarbella.com.

Plaza de los Naranjos

Plaza de los Naranjos

Il nostro tour alla scoperta di Marbella non può che partire da Casco Antiguo, il centro storico cittadino. Siamo alle spalle degli hotel che si susseguono lungo la costa, ed è proprio il contrasto tra la modernità del turismo e la storicità della parte vecchia uno dei motivi di maggior fascino della città. La rete viaria del Casco Antiguo, fatta di strade strette e tortuose, risente chiaramente della lunga dominazione araba. A fare da contraltare all’impronta moresca, però, ci sono gli edifici rinascimentali, costruiti successivamente alla “Reconquista” del 1485. In particolare, quelli di Plaza de los Naranjos, il cuore politico di Marbella. Qui hanno sede, infatti, l’Ayuntamiento (Municipio) e la Casa del Corregidor (Casa del Sindaco). Qui, inoltre, si trova l’Ermida de Santiago (Eremo di Santiago), la chiesa più antica della città. Insomma, guai ad appiattire l’immagine di Marbella sulla sola dimensione vacanziera e, per altro verso, guai a ridurne la storia alla sola dominazione musulmana. Da vedere e da scoprire c’è molto di più a cominciare dalla Iglesia de Nuestra Señora de la Encarnación di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Non rimanere troppo a lungo

Non rimanere troppo a lungo

Bastia, come tutta la Corsica del resto, è una città tranquilla. Certo, l’indipendentismo corso in più circostanze ha messo in fibrillazione l’isola ma nei confronti dei turisti problemi non ce ne sono mai stati. Perciò, a limite, l’unica cosa da non fare è rimanere troppo a lungo in città. Va detto che più spesso viene commesso l’errore opposto: Bastia, infatti, turisticamente paga il fatto di essere il porto di approdo in Corsica, motivo per cui molte volte si tira dritto e ci si dirige altrove nell’isola. Tutto legittimo a patto di ritagliarsi almeno 1 o 2 giorni, magari quelli che precedono la fine della vacanza, per approfondire la conoscenza della città. Non rimarrete delusi!

Riserva Naturale Stagno di Biguglia

Riserva Naturale Stagno di Biguglia

Lungo la strada che da Bastia conduce alla Cattedrale di Lucciana c’è un’altra sosta imperdibile: lo Stagno di Biguglia. Parliamo di un’area di oltre 10 ettari che attraversa i comuni di Furiani, Biguglia (da cui il nome), Borgo e Lucciana. In quest’habitat nidificano centinaia di specie di uccelli (tra le altre: folaga nera, anatra muschiata, germano reale, cormorano eccetera), circostanza che ha reso necessaria la tutela ambientale (Réserve naturelle de l’étang de Biguglia) a vantaggio della biodiversità ma anche dei turisti che possono così godere di un vero e proprio paradiso naturale. Da vedere!

Cattedrale di Lucciana

Cattedrale di Lucciana

Nel comune di Lucciana, ad appena 2 chilometri dall’aeroporto di Bastia-La Poretta, c’è una chiesa del XII secolo che vale la pena visitare. Si chiama “La Canonica” ed è tappa fissa di quanti – e sono tanti – amano andare alla scoperta della Corsica on the road. Tutt’attorno la chiesa, intitolata a Santa Maria Assunta, c’è un grande parco archeologico che negli anni ha restituito alla comunità locale migliaia di reperti di grande valore. Un patrimonio di tutto rispetto che il comune di Lucciana, insieme con le altre articolazioni territoriali dell’isola e, ça va sans dire, in accordo col Ministero della Cultura Francese, sta trasformando in museo. Scopo dichiarato: manutenere, valorizzare e sostenere la ricerca archeologica attorno all’area. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.musee-mariana.com.

Jardin Romieu

Jardin Romieu

Avendo parlato del Vecchio Porto e del Palazzo dei Governatori non ci si può esimere dal dedicare un passaggio ai Giardini Romieu, suggestivo collegamento tra i succitati punti di interesse. Un’osi di pace, nel cuore della città, di grande valore paesaggistico-ambientale. Da un lato, la rigogliosa vegetazione mediterranea, cui l’amministrazione cittadina dedica risorse importanti per la periodica manutenzione; dall’altro la scala Romieu (vedi foto), progettata dall’architetto locale Paul Augustin Viale, e realizzata tra il 1871 e il 1873. Parliamo di una scalinata dalle curve gentili, abbellita con vasi, fontane, ringhiere in ferro battuto e tanti altri piccoli dettagli che, specie sul far della sera, rendono l’atmosfera particolarmente romantica. Da vedere!

Palazzo dei Governatori

Palazzo dei Governatori

L’aspetto che più spicca e che rende obbligata la visita del Palais des Governeurs è il contrasto cromatico tra la facciata arancione dell’edificio e il blu del cielo di Bastia. Il palazzo, costruito su una preesistente torre del 1380, risale alla fine del ‘400 anche se divenne residenza dei governatori genovesi (da cui il nome) solo a partire dal 1521. Al termine del dominio genovese a fine ‘700, il Palazzo dei Governatori divenne una caserma militare e tale è rimasta la sua destinazione d’uso fino alla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1977 il riconoscimento di “Monumento Storico” da parte del governo francese e nel 2010 l’allestimento del Museo etnologico con una mostra permanente avente ad oggetto lo sviluppo urbanistico, intellettuale e artistico della città, a fianco tutta una serie di mostre temporanee a fungere da attrattore turistico-culturale. Da vedere!

Place Saint Nicolas

Place Saint Nicolas

Non fatevi ingannare dalla collocazione al quinto posto nel presente elenco di cose da fare e vedere a Bastia. Place Saint Nicolas, infatti, quasi sempre è tra le prime tappe di una visita in città, specie per la vicinanza al porto dove salpano e approdano i traghetti. Lunga quasi 300 metri e larga 90, è la piazza ideale dove far scorazzare i bambini, nel caso vi muoviate con prole al seguito, e/o per leggere un libro sorseggiando un drink a uno dei tavolini dei bar e ristoranti presenti in zona. Nel versante sud della piazza campeggia una statua di Napoleone, realizzata dall’artista italiano Lorenzo Bartolini (vedi foto). A commissionare l’opera, che inizialmente sarebbe dovuta restare in Italia e in un secondo momento, invece, essere trasportata ad Ajaccio, fu Elisa Bonaparte Baciocchi, principessa di Lucca e Piombino e, soprattutto, sorella dell’Imperatore di Francia. Non è però l’unico monumento presente. C’è anche un monumento ai caduti, con la raffigurazione di una mamma che “dona” il suo terzogenito a Pasquale Paoli, massimo esponente della causa del nazionalismo corso. Non è finita, perché Place Saint Nicolas ospita il mercato cittadino (e non potrebbe essere diversamente, considerando lo spazio a disposizione) e quasi tutte le manifestazioni turistiche della città. Inoltre, parallele alla piazza “camminano” Boulevard Paoli e via César Campinchi, in assoluto le strade migliori per lo shopping. Da non perdere!

Oratorio della Confraternita Santa Croce

Oratorio della Confraternita Santa Croce

Come ribadito in precedenza, le confraternite hanno lasciato un segno importante nella città di Bastia. Parliamo di un patrimonio chiesastico di tutto rispetto, perlopiù risalente al ‘600, oggetto di un vero e proprio tour turistico alla scoperta del barocco di Corsica, retaggio della dominazione genovese sull’isola. Oltre alla Confraternita dell’Immacolata Concezione di cui abbiamo appena scritto, meritano una visita pure l’Oratorio di San Rocco, ad appena un centinaio di metri e, soprattutto, l’Eglise Sainte-Croix distante, invece, circa un chilometro. Quest’ultima chiesa è famosa per due motivi: per essere la più antica della città e per ospitare il Crocifisso dei Miracoli, scultura lignea dei primi del ‘400, più nota come il “Cristo Nero”. Il crocifisso è custodito in una bellissima cappella con soffitto cassettonato ed è oggetto di autentica venerazione da parte dei fedeli. A nemmeno 50 metri di distanza, inoltre, c’è anche la Cattedrale di Santa Maria famosa, tra le altre cose, per la bellissima statua della Vergine custodita alle spalle dell’altare maggiore. Da vedere!

Oratorio dell’Immacolata Concezione

Oratorio dell'Immacolata Concezione

A poco più di cento metri dalla Chiesa di San Giovanni Battista, l’Oratorio dell’Immacolata Concezione è un’altra tappa obbligata di una visita a Bastia. La Cappella risale ai primi del ‘600 a riprova di quanto detto in precedenza circa il ruolo secolare delle arciconfraternite nella città corsa. La facciata esterna in marmo bianco è del XIX secolo, mentre il portale è dei primi del ‘700. All’interno, invece, c’è un bellissimo Cristo barocco i cui dettagli anatomici lasciano esterrefatti i visitatori. Infine un’annotazione storica: dal 1794 al 1796 l’Oratorio dell’Immacolata Concezione è stato la sede ufficiale del Parlamento Anglo-Corso, una pagina politico-diplomatica che si inscrive nella storia più grande dell’indipendentismo corso cui abbiamo fatto cenno in un precedente articolo dedicato all’isola. Da vedere!

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Giovanni Battista

A trecento metri circa da Vieux Port, l’Eglise Saint Jean Baptiste è un’altra tappa imperdibile di una visita a Bastia. Si tratta della chiesa più grande di tutta la Corsica, costruita attorno la metà del ‘600 in prevalente stile barocco. A spiccare sono soprattutto i due campanili gemelli ai lati della facciata principale, mentre all’interno sono di particolare interesse il tabernacolo d’argento che orna l’altare maggiore, opera dell’orafo senese Gaetano Macchi, l’organo a canne e la statua di San Giovanni che viene portata in processione per le strade della città in occasione della ricorrenza del santo, il 23 giugno. Parte integrante della festa, il gigantesco falò appiccato in serata all’ingresso del Vecchio Porto. Si tratta di un antichissimo rito pagano, peraltro molto diffuso anche in Italia (falò di San Giovanni Battista), con cui si celebra l’inizio della bella stagione un tempo fondamentale per il buon esito del raccolto. Un caso evidente di sincretismo in cui l’elemento profano anziché essere espulso dalla celebrazione viene “risignificato” in maniera coerente, o perlomeno non conflittuale, col nuovo messaggio religioso. Un motivo in più di fascino che, per altri aspetti, rimanda al ruolo storico delle arciconfraternite, a cominciare da quella dell’Immacolata Concezione di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

Porto Vecchio

Porto Vecchio

La piccola distanza che c’è tra il porto vecchio e il porto commerciale di Bastia non rende bene la grande distanza storica, culturale e ambientale che invece passa tra i due ambienti. Se il porto commerciale, infatti, coi suoi traffici e l’andirivieni di traghetti testimonia l’importanza economica e turistica raggiunta dalla città, Vieux Port, al contrario, è una sorta di cartolina della “Bastia che fu”. Le barche dei pescatori, le reti in bella mostra, i balconi coi panni stesi e le facciate decadenti dei palazzi (vedi foto) avvicinano l’immagine di Bastia a quella di tante realtà del sud Italia e della costa ligure. Insomma, un’impronta tipicamente mediterranea in cui è evidente l’eredità architettonica genovese. Perciò, prima di proseguire oltre, val la pena soffermarsi in questa zona, magari sostando ai tavolini di uno dei bar e ristoranti presenti. Da vedere!

Meglio evitare (se possibile) i primi mesi dell’anno

Meglio evitare (se possibile) i primi mesi dell'anno

Vere e proprie controindicazioni per una vacanza a Salisburgo non ce ne sono. A limite, l’unica variabile da tenere in considerazione è il meteo. Non tanto in relazione alla rigidità del clima che, tra l’altro, come ricordato pure in apertura, è meno rigido rispetto al resto della regione, quanto piuttosto alle precipitazioni atmosferiche molto frequenti nei primi tre mesi dell’anno. Si tratta, ovviamente, di un consiglio da prendere con le molle, poiché la pioggia non è poi un grosso ostacolo. Per dire, anche dicembre è un mese piovoso e freddo, ma l’atmosfera natalizia ripaga abbondantemente del disagio. Le cose si mettono decisamente meglio in primavera e in estate, specie ad agosto, il mese che regala le giornate più belle. Non a caso, il Festival di Salisburgo di cui abbiamo parlato in precedenza (vedi punto 9) si svolge proprio in questo mese.

Giro in battello sul fiume Salzach

Giro in battello sul fiume Salzach

A sugello di una vacanza a Salisburgo non può mancare un giro in battello sul fiume Salzach. La possibilità di osservare la città da una prospettiva insolita è l’aspetto più intrigante di questo genere di esperienza e, anche a Salisburgo, come del resto avviene in tutte le città in cui è presente questo tipo di attrazione, esistono diverse formule: dal giro classico, a quello serale, al tour fino al Castello di Hellbrunn, magari con ritorno in pullman turistico a due piani. Insomma, noi l’abbiamo detto, ora tocca a te. Buona vacanza!