Per anni il turismo ha snobbato Sofia a vantaggio delle località costiere e sciistiche della Bulgaria. Da qualche tempo, però, le cose hanno preso una piega diversa. L’appeal della capitale bulgara è in ascesa (anche per il pregio di costare poco) e il contrasto che la caratterizza tra antichità e modernità da limite si è trasformato in tratto esotico, attraendo sempre più visitatori. A colpire, sono soprattutto le tracce architettoniche ereditate dal passato: l’influenza romana, quella bizantina, ortodossa, ottomana e infine la stagione sovietica che molto ha inciso sul tessuto urbano ed extraurbano. Di seguito, vediamo insieme le principali attrazioni di Sofia, tappa interessante per chiunque voglia approfondire i tesori dell’Europa dell’Est. Buona lettura.
Sofia
9 cose da fare e vedere a Sofia e 2 da non fare
1 Cattedrale Aleksandr Nevskij
Quasi sempre la visita di Sofia comincia dalla Cattedrale Ortodossa Aleksandr Nevskij (eroe russo del XIII secolo cui è intitolata anche la strada pricipale di San Pietroburgo). Nella scelta conta senza dubbio la mole dell’edificio, con la cupola e il campanile dorati che dominano lo sky line cittadino; ma conta ancor di più la storia, giacché la chiesa fu edificata a partire dal 1882 per ricordare gli oltre 200.000 soldati morti appena qualche anno prima nella guerra russo-turca (1877-78). Per celebrare il martirio di tante giovani vite occorreva un mausoleo imponente che, infatti, per dimensioni è secondo solo alla Chiesa Ortodossa di San Sava a Belgrado. E, come quest’ultima, anche la Cattedrale di Sofia è in prevalente stile slavo-bizantino. Da vedere, all’interno, il Museo di Icone Sacre ospitato nella cripta a sinistra dell’entrata principale. Parliamo di una collezione unica del suo genere, con icone risalenti addirittura al V secolo. Da qui la tutela in capo alla Galleria Nazionale, di cui parleremo più avanti (vedi punto 3). Da vedere!
2 Chiesa russa di San Nicola
Le cupole dorate della Chiesa russa di Sveti Nikolai catturano l’occhio dei visitatori come quelle della Cattedrale Aleksandr Nevskij. Non a caso, a supervisionarne i lavori fu lo stesso architetto incaricato della costruzione della cattedrale. L’intitolazione a San Nicola era in realtà riferita allo zar di Russia Nicola II, in ossequio a una prassi del tempo che troviamo rispettata pure a Nizza (anche se, nel caso della città francese, la dedica era per Nicola I). La chiesa fu inaugurata nel 1914 sui resti di una moschea andata distrutta dopo la vittoriosa guerra di liberazione dei turchi. Serviva a suggellare i buoni rapporti con la Russia, tant’è che è rimasta al suo posto anche dopo l’avvento del regime comunista. All’interno, decorazioni parietali e iconostasi tradiscono chiaramente il richiamo alle icone sacre russe del ‘600. Insomma, una chiesa piccola ma talmente ricca di fascino da valere senz’altro una visita.
3 Galleria Nazionale
Oltre al Museo d’Arte Cristiana alloggiato nella cripta della Cattedrale Aleksandr Nevskij, la Galleria Nazionale di Sofia può contare su diverse altre esposizioni. Quelle ospitate nel Kvadrat 500, palazzo a poche centinaia di metri dalla cattedrale (vd. foto); quelle, più antiche, presenti nell’ex Palazzo Reale bulgaro; ancora, le innumerevoli testimonianze del periodo sovietico del Museo del Socialismo; e infine le opere del Museo d’Arte Contemporanea. In tutto un repertorio vastissimo (molte decine di migliaia di pezzi) per un arco temporale che dal Medioevo arriva fin quasi ai giorni nostri. Per maggiori informazioni, su storia, opere, autori, orari e modalità di visita consultare il sito ufficiale: nationalgallery.bg (disponibile la versione in inglese).
4 Chiesa di Santa Sofia
Sveta Sofia è tappa imperdibile di una vacanza nella capitale bulgara, non foss’altro che dal nome della chiesa deriva pure quello della città. Nome che, per inciso, non ha niente a che fare con la Santa Sofia festeggiata sia dai cattolici che dagli ortodossi: a chiamare la chiesa “Hagia Sofia”, infatti, fu l’Imperatore Giustiniano e il riferimento era alla “Divina Saggezza” di Dio. Tra l’altro, e veniamo al secondo inciso, identico nome Giustiniano diede pure alla Basilica di Santa Sofia a Istanbul e, proprio come quest’ultima, anche l’omonima bulgara nei secoli ha attraversato innumerevoli peripezie sopravvivendo, da un punto di vista architettonico, alla trasformazione in moschea durante la lunga dominazione turca. Di grande interesse anche quello che c’è all’esterno della chiesa: innanzitutto la tomba del Milite Ignoto e quella dello scrittore Ivan Vazov figura chiave della letteratura nazionale a cavallo tra ‘800 e ‘900. Nei dintorni, invece, i resti di una necropoli romana. Da vedere!
5 Borisova Gradina
Borisova Gradina è il polmone verde di Sofia. Dista meno di un chilometro (a piedi) dalla Cattedrale Aleksandr Nevsky ed è il luogo ideale in cui “rifugiarsi” per sfuggire al traffico cittadino. In realtà è molto più di questo. Il parco, infatti, ha una lunga storia alle spalle. Il primo capitolo risale al 1882, anno in cui il giardiniere e progettista svizzero Daniel Neff mise mano alla piantumazione dell’area. Negli anni a seguire, il giardiniere alsaziano Joseph Frei e il bulgaro Georgi Duthev completarono l’opera, regalando alla città un parco bellissimo con viali alberati, aiuole e innumerevoli statue. La dedica a Boris III risale al 1918 anno in cui l’uomo ascese al trono di Bulgaria a seguito dell’abdicazione paterna. Tuttavia, dopo la morte nel 1943 e la conquista sovietica della Bulgaria l’anno successivo, il nome mutò in “Parco della Libertà”. Come prevedibile, ulteriori cambiamenti interessarono l’area sotto il regime comunista: dalla costruzione dello stadio nazionale intitolato all’eroe Vasil Levski (artefice della guerra di liberazione contro i turchi) al gigantesco “Monumento della Fratellanza” sito all’estremità orientale del parco. Non è finita. Tra il ponte delle Aquile e lo stadio nazionale appena richiamato, c’è il Lago Ariana. Si tratta di un lago artificiale di medie dimensioni risalente alla fine dell’Ottocento e per moltissimi anni luogo di incontro e passeggio per residenti e visitatori di Sofia. Tuttavia, durante la costruzione della metropolitana cittadina il lago fu prosciugato e si è dovuto attendere il 2007 per la nuova inaugurazione. Da allora è navigabile con ruote idrauliche e barche mentre, durante i mesi invernali, viene utilizzato come pista di pattinaggio. Da non perdere!
6 Chiesa di Boyana
Sono in molti a ritenere la Chiesa di Boyana il principale punto di interesse di Sofia, l’attrazione che da sola vale il viaggio in Bulgaria. Eppure dall’esterno non si direbbe, trattandosi di un edificio modesto in un sobborgo della capitale (ca. 8 chilometri a sud di Sofia). A rendere speciale il luogo sono le decorazioni parietali all’interno. Un ciclo pittorico di 89 scene e 240 figure umane risalente al 1259. L’autore è sconosciuto, come da tradizione medievale, anche se, la scoperta di un’incisione nell’ambito di una campagna di restauri avrebbe fornito indizi sulla paternità degli affreschi. Indipendentemente da quest’aspetto, però, quello che colpisce è l’elevata qualità pittorica, il cui dinamismo precede per certi aspetti il Rinascimento italiano pur non eguagliandone talento ed esito pittorico. Da qui la tutela UNESCO della Chiesa di Boyana, i cui affreschi attestano in maniera inequivocabile il contributo artistico della pittura bulgara alla cultura medievale europea. Da vedere!
7 Museo Nazionale di Storia
Il Museo Nazionale di Storia si trova ai piedi del Parco Nazionale del Vitosha (vedi prossimo punto), e può essere tranquillamente visto in abbinamento alla chiesa di Boyana, da cui dista circa due chilometri. L’edificio, allestito all’interno dell’ex palazzo presidenziale comunista, raccoglie reperti di inestimabile valore come i tesori aurei di epoca tracia, spesso all’estero per l’allestimento di mostre in giro per il mondo (vd. foto). Anche i reperti medievali hanno notevole importanza, a cominciare dalle decorazioni parietali della chiesa di Boyana che amministrativamente, infatti, afferisce al Museo Nazionale di Storia (come, del resto, altri musei sparsi sul territorio bulgaro). Per altro verso, la conservazione di molti reperti medievali, soprattutto icone bizantine, dimostra l’attacamento dei bulgari ai propri simboli, preservati dalla cultura iconoclasta di matrice islamica (i turchi hanno governato per secoli questa parte di Balcani). Chiaramente non mancano all’appello costumi tradizionali e materiale della storia del ‘900 segnata in profondità dal regime comunista. Insomma, il Museo Nazionale di Storia è tappa imperdibile per chi è realmente intenzionato ad approfondire vicende e valori che hanno segnato la Bulgaria. Maggiori informazioni al sito: historymuseum.org (disponibile la versione in inglese).
8 Parco Nazionale Vitosha
Vitosha è il parco più vecchio di tutta la Bulgaria. Istituito nel 1934, è un sito interessantissimo sotto molti punti di vista; geologico, naturalistico e, ovviamente, turistico. L’affluenza media annua supera stabilmente il milione di visitatori che sfruttano le molteplici possibilità di fruizione di quest’area montuosa a ridosso di Sofia: impianti sciistici in inverno; escursioni e pic nic durante i mesi primaverili ed estivi. Passeggiare tra abeti, betulle e pini, con l’apertura di improvvisi scorci qua e là è una delle cose più belle che Sofia offre ai turisti. Inevitabilmente, negli anni sono sorti hotel, ristoranti, cafè e numerosi rifugi per gli amanti del trekking, tant’è che la sfida attuale delle istituzioni e di chi lavora nell’ente parco è trovare un giusto equilibrio tra valorizzazione turistica e preservazione di habitat unici nel loro genere. Per maggiori informazioni sulla storia del parco, le attività possibili e i collegamenti con Sofia (nei weekend e nei giorni festivi da Simeonovo sono attive anche una seggiovia e una cabinovia) consultare il sito ufficiale: park-vitosha.org (disponibili le versioni italiana e inglese).
9 Monastero di Rila
Insieme alla Chiesa di Bojana, il Monastero di Rila è l’altra attrazione che da sola vale il viaggio a Sofia. In realtà, la distanza dalla capitale bulgara è di un centinaio di chilometri per cui, o ci si accontenta della classica gita di un giorno, oppure si pernotta presso il villaggio omonimo a circa 20 chilometri. Fondato nel X secolo dai discepoli di San Ivan Rilsky (San Giovanni di Rila), il monastero si espanse progressivamente nei secoli successivi, sopravvivendo alla lunga dominazione ottomana, nel corso della quale non mancarono saccheggi e parziali distruzioni. La caparbietà con cui i fedeli hanno custodito nei secoli le vestigia ortodosse del tempio, ha fornito in seguito facili argomenti alla propaganda nazionalista bulgara. Soprattutto la ricostruzione successiva a un terribile incendio divampato nel 1833, valse come prova della fedeltà dei bulgari alle proprie tradizioni in opposizione alla secolare invasione turca. Tra le tante cose da vedere menzione speciale per la Chiesa della Natività coi suoi affreschi apocalittici e l’Iconostasi in legno, tutti elementi decorativi in linea con l’arte sacra ortodossa. Ovviamente, considerata la sacralità del luogo (patrimonio UNESCO dal 1983) è richiesto un abbigliamento consono. Da vedere!
1 Non guardare la città con gli occhi dell’Occidente
Sofia non è Roma, Parigi o Berlino. Perciò è inutile attardarsi in giudizi sulla città avendo come riferimento le capitali dell’Europa occidentale. Detto in maniera un po’ più complessa si tratta di rinunciare all’etnocentrismo tipico di chi, spesso in maniera anche inconsapevole, tende a giudicare le altre culture secondo i criteri della propria. Una volta accantonati i pregiudizi, è possibile comprendere, e a limite apprezzare, quelle che di primo acchitto sembrano storture o contraddizioni evidenti. Un esempio concreto è la statua di Santa Sofia (vd. foto) che venne installata in ossequio alla martire cristiana dimentichi però del fatto che il topos della città facesse riferimento alla “Saggezza di Dio” (Sophia). Un errore marchiano, dunque, che però va contestualizzato nel clima successivo alla caduta del regime comunista che imponeva il ritorno dei numerosi simboli della cristianità.
2 Attenzione alla guida
Girare Sofia in auto non è una buona idea. Non solo perché il traffico è elevato, ma anche perché quasi tutte le principali attrazioni sono concentrate nel raggio di pochi chilometri. È invece una buona idea noleggiare un auto per visitare quello che c’è nei dintorni: in primis la chiesa di Bojana, ma soprattutto il monastero di Rila distante circa 120 chilometri. Il vantaggio, in questo caso, è che la macchina garantisce oggettivamente maggiore flessibilità di spostamento rispetto ai mezzi pubblici e ai tour organizzati. Tutto vero, a patto di fare attenzione alla guida: il manto stadale, specie nelle vie secondarie, è quasi sempre sconnesso e questo provoca molti incidenti. Una soluzione “terza” è senza dubbio il taxi: bisogna “solo” contrattare prima il prezzo (in “leva” o in “euro”) o accertarsi dell’accensione del tassametro. Nel caso di spostamenti fuori città è buona pratica contattare lo stesso tassista anche per il ritorno, ovviamente procurandosi il recapito in anticipo. Avvisati.