Facilmente raggiungibile da Firenze, Siena e Pisa, San Gimignano, spesso, è interessata da un turismo mordi e fuggi che non consente di approfondirne appieno le peculiarità. Certo, lo skyline con le torri da solo vale la venuta; stesso discorso per il panorama che si staglia tutt’attorno e per il centro storico sotto tutela Unesco dal 1990. Insomma, dal punto di vista paesaggistico-ambientale San Gimignano dispone di molte frecce al suo arco. Se però non ci si accontenta delle sole cartoline (e che cartoline!) ma c’è il desiderio, l’ambizione, la voglia di cogliere il genius loci del territorio, allora conviene fermarsi 1,2,3 giorni. Di seguito il nostro elenco con le cose da fare e vedere a San Gimignano, una lista utile per un primo approccio con questo stupendo borgo medievale in provincia di Siena. Buona lettura.
San Gimignano
10 cose da fare e vedere a San Gimignano
1 Duomo di San Gimignano
Quello che maggiormente colpisce della basilica collegiata di Santa Maria Assunta – questo il nome della Cattedrale di San Gimignano – è il contrasto tra la facciata austera, in stile romanico, risalente al XIII secolo, e la ricchezza decorativa delle 3 navate interne affrescate dai fratelli Lippo e Federico Menni (Storie del Nuovo Testamento) e da Bartolo di Fredi (Storie del Vecchio Testamento). Un contrasto che fondamentalmente riflette i tempi di realizzazione della chiesa che vanno dal X secolo alla fine del ‘400 quando, su progetto dell’architetto Giuliano da Maiano, il Duomo di San Gimignano venne notevolmente ampliato. Menzione particolare per la Cappella di Santa Fina in fondo alla navata destra. Unanimemente riconosciuta come un capolavoro del rinascimento toscano, la cappella ospita le reliquie di questa giovane santa e venne appunto realizzata da quel Giuliano da Maiano sopra citato in collaborazione col fratello Benedetto. Le pareti della cappella, invece, sono state affrescate da Domenico Ghirlandaio, pittore fiorentino alla corte di Lorenzo il Magnifico. Il duomo di San Gimignano affaccia sulla piazza omonima (Piazza Duomo), in posizione rialzata, al termine di un’ampia scalinata in pietra. Da vedere! Per maggiori info su storia, orari, prezzi e modalità di visita: www.duomosangimignano.it.
2 Palazzo Comunale
Secondo uno schema consolidato nell’urbanistica medievale sulla piazza principale affacciano sia la chiesa che il comune. Insomma, potere religioso e potere politico condividono gli stessi spazi e San Gimignano da questo punto di vista non fa eccezione. Anche il Palazzo Comunale, infatti, dà su Piazza Duomo ed è facilmente riconoscibile per via dell’iconica facciata a finestre e archi. Ben visibile, al primo piano, il balcone da cui il podestà in epoca medievale parlava alla cittadinanza (Palazzo del Podestà, infatti, è l’altro topos con cui è noto l’edificio). I piani superiori del Palazzo Comunale ospitano il museo civico che vanta una ricca pinacoteca (secondo piano). Da vedere, inoltre, la Sala di Dante, così chiamata per celebrare il breve soggiorno in città del poeta fiorentino nel 1299. Maggiori info: www.sangimignanomusei.it.
3 Piazza della Cisterna
Se Piazza Duomo storicamente è sempre stata la piazza del potere (sia politico che religioso), Piazza della Cisterna, invece, è sempre stata per San Gimignano lo spazio del mercato e delle feste. Tra l’altro, le due piazze sono collegate tra loro, circostanza quanto mai rivelatrice dell’organizzazione viaria in epoca medievale. A tal riguardo bisogna aggiungere che Piazza della Cisterna – così chiamata per la presenza di una grossa cisterna per la raccolta dell’acqua – sorgeva all’incrocio tra due direttrici commerciali molto importanti nel Medioevo: la via Francigena e la Pisa-Siena. Altro motivo di fascino, la presenza tutt’attorno di diversi palazzi nobiliari. Ne segnaliamo due: Palazzo Razzi e Palazzo Tortoli. Da vedere!
4 Chiesa di Sant’Agostino
Come già visto per il Duomo, anche nel caso della chiesa di Sant’Agostino a colpire maggiormente è il contrasto tra l’austerità della facciata dalle marcate linee romanico-gotiche e la ricchezza degli interni quasi interamente affrescati. Degni di particolare menzione i dipinti nelle cappelle alle spalle dell’altare maggiore, rispettivamente opera di Benozzo Gozzoli (Storie della vita di Sant’Agostino) e Bartolo di Fredi (Vita della Vergine); come pure merita la Cappella di San Bartolo nella controfacciata della chiesa. In particolare, di rilievo è il pavimento maiolicato opera del ceramista fiorentino Andrea della Robbia (1435 – 1525). Da vedere!
5 Museo della tortura
Sapevate che la ghigliottina deve il suo nome al medico francese Joseph-Ignace Guillotin che sponsorizzava questo metodo di esecuzione ritenendolo più umano? O ancora, che la cintura di castità più che a garantire l’illibatezza delle donne fino al matrimonio serviva a quest’ultime per difendersi in situazioni di particolare vulnerabilità (presenza militare ostile, lunghi viaggi eccetera). L’aneddotica sugli strumenti di tortura è molto vasta e il museo di San Gimignano, articolato in due sale (Piazza della Cisterna e Via San Giovanni), offre una vasta panoramica (altri strumenti: Forcella dell’eretico, Spaccaginocchi, Vergine di Norimberga ecc.). Maggiori info: www.torturemuseum.it.
6 Le Torri di San Gimignano
Le fortune commerciali di San Gimignano in epoca medievale accesero la competizione tra le famiglie più facoltose che iniziarono a costruire torri come segno distintivo del benessere raggiunto. Un benessere legato alla produzione agricola, in particolare lo zafferano, e soprattutto legato alla vicinanza con la via Francigena, snodo commerciale di fondamentale importanza. Fu così che all’apice delle sue fortune economiche San Gimignano contava ben 72 torri che, in un territorio tutto sommato circoscritto, davano benissimo l’idea dei patrimoni accumulati. C’era però un limite da non valicare. Stando a una legge del 1255 nessuna torre poteva superare in altezza la Torre Rognosa (il riferimento alle “rogne” ne spiegava la funzione carceraria) che elevandosi dal Palazzo Vecchio del Podestà simboleggiava appunto il potere politico cittadino. La potente famiglia Salvucci contravvenne al precetto innalzando in piazza delle Erbe due torri gemelle oltre i 51 metri consentiti. Una scelta dettata dalla rivalità con la famiglia Ardinghelli che aveva torri e palazzo proprio di fronte. Va da sé, i Salvucci furono costretti a ridurre l’altezza delle proprie torri anche se nel ‘300 venne poi eretta una nuova torre, Torre Grossa, che di metri ne misurava 54 (vd. foto). Torre Grossa, Torri dei Salvucci, Torre Rognosa sono fortunatamente arrivate fino ai giorni nostri contribuendo grandemente alle fortune di San Gimignano nel frattempo prontamente ribattezzata dalla pubblicistica turistica la “Manhattan del Duecento“. Le altre torri, invece, sono andate quasi tutte perse: delle 72 che erano se ne contano oggi solo 14 di cui solo alcune visitabili. Tra queste ricordiamo la Torre Campetelli, Bene FAI a 200 metri da Porta San Giovanni.
7 Rocca di Montestaffoli
Tra le tappe imperdibili di una vacanza a San Gimignano c’è sicuramente la Rocca di Montestaffoli, a cui si arriva facilmente da Piazza del Duomo attraversando Piazza delle Erbe. Questa fortezza si trova nella parte più alta della città e venne costruita nel 1383 dai fiorentini ai quali i sangimignanesi avevano offerto la città in cambio di protezione. Ovviamente della rocca non resta nulla, eccezion fatta per le mura perimetrali mentre tutti gli ambienti sono andati distrutti. Il motivo per cui la si raggiunge è la vista panoramica di San Gimignano che si estende fino alle campagne della Valdelsa. Da fare!
8 Le Fonti Medievali
Superata Porta delle Fonti, uno degli ingressi della cinta muraria di San Gimignano, si arriva, al termine di una ripida discesa, alle cosidette Fonti Medievali, dieci vasche in pietra dove un tempo ci si recava per fare il bucato. Ciascuna vasca è incorniciata in un’arcata: sei di queste, in stile romanico, sono più piccole; le altre quattro, invece, sono più grandi e in stile gotico. Insomma, uno spaccato di vita medievale sangimignanese che serve a ricostruire il genius loci di questa meravigliosa cittadina della Val d’Elsa in Toscana. Da vedere!
9 Cosa mangiare a San Gimignano
Cosa mangiare a San Gimignano? In precedenza abbiamo ricordato l’importanza dello zafferano in epoca medievale. Bene, questa spezia continua a essere una produzione fondamentale del territorio, tanto da avere ottenuto nel 2004 il prestigioso riconoscimento della DOP (Denominazione di Origine Protetta). Scontato quindi partire da qui; subito dopo, però, c’è la vernaccia, l’uva regina del territorio che, come si può leggere sul sito del consorzio a tutela, rappresenta “l’unica Regina Bianca nella terra dei Re rossi“. Dunque San Gimignano è famosa nel mondo per il suo vino bianco DOC (Denominazione di Origine Controllata) dal 1966 e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) dal 1993. Per il resto, la gastronomia sangimignanese rispecchia in pieno quella regionale e senese: perciò carne bovina (chianina) e di cinghiale dominano la scena pure per quel che riguarda la produzione di salumi (ricordiamo il prosciutto toscano DOP).Infine le zuppe: va da sé, la ribollita su tutte le altre. Da provare!
10 I dintorni di San Gimignano
Detto in apertura di Firenze, Siena e Pisa, tutte e tre facilmente raggiungibili da San Gimignano (ovviamente vale anche il contrario), nei dintorni della Manhattan del Duecento c’è tanto altro da vedere. En passant segnaliamo Pieve di Santa Maria Assunta a Cellole, chiesa della frazione di Pancole a circa 5 chilometri da San Gimignano; Certaldo, paese natio del poeta Giovanni Boccaccio (1313 -1375) e venendo ai giorni nostri dell’allenatore di calcio Luciano Spalletti; e infine Poggibonsi, in particolare la Fortezza di Poggio Imperiale e il Convento di San Lucchese (vd. foto), quest’ultimo uno degli edifici gotici più importanti di tutta la Val d’Elsa.