Non fidatevi di chi suggerisce di trascorrere a Parma soltanto un giorno. Per scoprire l’intreccio di arte, storia, cultura, gastronomia che definisce la seconda città per numero di abitanti dell’Emilia Romagna (la prima è Bologna) occorre almeno un weekend. Beninteso, un weekend è sufficiente solo per una prima e superficiale conoscenza, dal momento che per approfondire tutto quel che la città ha da offrire non basterebbe una settimana. Di seguito proveremo a rendere tanta varietà con un elenco di cose da fare e vedere a Parma: una lista utile per un primo approccio con la città e i suoi dintorni. Buona lettura.
Parma
12 cose da fare e vedere a Parma
1 Palazzo della Pilotta
Situato in pieno centro, Palazzo della Pilotta, più comunemente la Pilotta, è l’emblema del primato culturale di Parma. Per dire, in questo complesso monumentale di proprietà del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali hanno sede la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina e il Museo Archeologico. Su alcuni di questi punti torneremo nel prosieguo dell’articolo; prima, però, è importante accennare alla genesi di quest’edificio composto da diversi corpi di fabbrica. Tutto ha inzio attorno al 1580, sotto il ducato di Ottavio Farnese. È in questo periodo che venne realizzato il cosidetto Corridore, lungo braccio rettilineo con la funzione di mettere in collegamento Palazzo Ducale, allora sede degli alloggi della corte dei Farnese, con la Rocchetta Viscontea, il nucleo più antico del palazzo. Il primo vero cantiere, però, è di vent’anni dopo (1602) per volere di Rinuccio I Farnese. Terminato il potere dei Farnese, Palazzo della Pilotta – il cui nome, ricordiamo, deriva dal gioco della Pelota praticato dai soldati spagnoli di stanza a palazzo – conobbe una lunga stagione di inerzia, interrotta prima dall’ascesa al potere di Filippo di Borbone (1720 -1765) e successivamente durante la parentesi felice del ducato di Maria Luigia d’Austria (1791-1847). Dopo i secoli XVIII e XIX, l’evento più significativo (sia pur nefasto) del XX secolo fu il terribile bombardamento alleato che nel 1944 distrusse gran parte del palazzo. La complicata opera di ristrutturazione ebbe inizio negli anni ’70 e terminò grosso modo vent’anni dopo restituendo finalmente un elemento di grandeur alla città. Oggi, Palazzo della Pilotta, oltre che un centro culturale di prima grandezza è luogo di ritrovo per i parmigiani che amano incontrarsi nel grande prato tutt’attorno all’edificio.
2 Galleria Nazionale
Parlando di Palazzo della Pilotta abbiamo accennato al ruolo positivo svolto da Filippo di Borbone e Maria Luigia d’Austria. La Galleria Nazionale è la prova provata dello sviluppo culturale impresso dai due alla città di Parma. Fu FIlippo di Borbone, infatti, a istituire nel 1752 l’Accademia di Belle Arti con lo scopo, tra gli altri, di arginare la spoliazione di opere d’arte cominciata qualche anno prima col trasferimento a Napoli di gran parte del patrimonio artistico parmigiano a seguito dell’ascesa al trono di Carlo di Borbone. Nel 1765, poi, in coerenza con la missione culturale dell’Accademia, l’acquisto della “Madonna di San Girolamo” di Correggio, altresì nota come “Il Giorno”, tuttora fiore all’occhiello della Galleria Nazionale. Di Maria Luigia d’Austria, invece, l’intuizione di trasformare l’accademia in vera e propria istituzione museale. Dal XIX secolo le acquisizioni sono progressivamente aumentate aggiungendo alla collezione altri dipinti di assoluto valore: da Beato Angelico a Leonardo fino al Parmigianino, il cui famoso dipinto “Schiava Turca” fece rientro a Parma dagli Uffizi di Firenze nel 1928. Pochi cenni che però lasciano intuire la dimensione internazionale della Galleria Nazionale di Parma. Per approfondimenti rimandiamo al sito: complessopilotta.it.
3 Teatro Farnese
Situato al primo piano di Palazzo della Pilotta, Teatro Farnese è tappa obbligata di un soggiorno a Parma. Parliamo di una straordinaria struttura teatrale del ‘600 progettata dall’architetto Giovan Battista Aleotti (1546-1636) su commissione di Ranuccio I, IV duca di Parma e Piacenza (1569-1622). Una grande macchina barocca ufficialmente voluta per salutare il passaggio in città nel 1618 di Cosimo II de’ Medici, diretto a Milano in visita sulla tomba di San Carlo Borromeo. Tuttavia l’evento saltò e il teatro venne inaugurato soltanto 10 anni dopo, nel 1628, stavolta per celebrare le nozze tra Odoardo (figlio di Ranuccio) e Margherita de’ Medici (figlia di Cosimo). Insomma la genesi di questo teatro è legata a doppio filo all’epopea dei Farnese di cui doveva contemporaneamente celebrarne fasti e alleanze politico-familiari. In realtà, nel secolo successivo all’inaugurazione il teatro venne utilizzato poche altre volte e, dopo l’ultima rappresentazione del 1732, cadde in uno stato di progressivo e secolare abbandono culminato, nel 1944, nella distruzione di gran parte della struttura a seguito di un violento bombardamento alleato. La rinascita nella seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso quando, sotto l’egida della Soprintendenza di Parma, si procedé spediti alla ristrutturazione di questo teatro barocco: una ricostruzione il più fedele possibile di quanto a suo tempo progettato dall’Aleotti anche se, inevitabilmente, più povera rispetto all’originario disegno. Da vedere! Maggiori info: Teatro Farnese.
4 Piazza Duomo
Come Palazzo della Pilotta, anche Piazza Duomo a Parma è uno scrigno di tesori: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Battistero di San Giovanni Battista e il Palazzo Vescovile costituiscono un complesso architettonico ricchissimo di arte e storia; una testimonianza preziosa del Medioevo italiano e, sul piano politico-religioso, della centralità assunta dalla curia vescovile nella vita cittadina. La vista d’insieme di questa piazza rappresenta di per sé un’attrazione turistica ma vale assolutamente la pena provare ad approfondire almeno un po’ ognuno degli imperdibili monumenti testé citati.
5 Cattedrale di Santa Maria Assunta
La popolarità del Duomo di Parma passa soprattutto dal capolavoro del Correggio (al secolo Antonio Allegri) che affresca la cupola che sormonta l’altare maggiore. Stiamo parlando dell'”Assunzione della Vergine” dipinto costituito da più ordini di figure celesti in volo (santi, patriarchi, angeli eccetera) tra cui spicca, appunto, la figura della Madonna vestita di rosso e blu. Secondo la critica l’importanza di quest’opera sta nel suo linguaggio pittorico a cavallo tra arte rinascimentale e barocca; da quest’ultima, ad esempio, l’artista emiliano avrebbe mutuato la scelta prospettica di dipingere dal basso verso l’alto. Tuttavia, quello del Correggio non è l’unico dipinto degno di nota. Spettacolare anche il ciclo di affreschi di Lattanzio Gambara che decora la navata centrale; come pure spettacolare è la scultura in marmo “Deposizione della Croce” di Benedetto Antelami conservata nel transetto destro della chiesa. Quest’opera, datata 1178, dà bene l’idea della ricchezza artistica della cattedrale di Parma e più in generale dell’intera Piazza Duomo, con opere d’arte che vanno dal romanico al barocco, passando per gotico e rinascimentale. Maggiori info: Cattedrale di Santa Maria Assunta.
6 Battistero di San Giovanni Battista
Sempre in Piazza Duomo, proprio di fianco alla Cattedrale, il Battistero di San Giovanni Battista pure merita una visita. Dal punto di vista artistico l’opera certifica il passaggio dal romanico al primo gotico. Interprete di questa transizione lo scultore e architetto Benedetto Antelami a cui, sul finire del XII secolo (per la precisione 1196), venne commissionato il progetto del Battistero. Come accade spesso, il monumento venne ultimato molto dopo (1270) la morte del suo ideatore (1230) seguendone però il progetto originario. L’esterno, ottagonale, è costruito in marmo rosa di Verona. Degni di nota i 3 portali d’ingresso (della Vergine; del Redentore; del Battista) e lo Zooforo, fregio che si snoda lungo il basamento del Battistero formato da 75 formelle che rappresentano in prevalenza animali fantastici (mostri, centauri, sirene, liocorni eccetera). La parte più rilevante dell’interno, invece, è senza dubbio la cupola affrescata con figure di santi (vd. foto). La prima fascia ha un fondo azzurro (l’Empireo) con dei rombi, ognuno dei quali contiene una stella; la seconda fascia contiene i dodici Apostoli e i quattro Evangelisti; la terza fascia, proprio sopra l’altare, raffigura Cristo in trono, con a sinistra la Madonna e a destra san Giovanni Battista; la quarta fascia contiene dodici episodi della vita del Battista; mentre nella quinta fascia sono raffigurati episodi della vita di Abramo, nonché i quattro elementi naturali (acqua, aria, terra, fuoco), le quattro stagioni e le Vergini. Per un approfondimento: Battistero di San Giovanni Battista.
7 Camera di San Paolo
Il percorso museale della Camera di San Paolo ricostruisce gli ambienti dell’appartamento personale della badessa Giovanna da Piacenza, all’interno dell’antico monastero benedettino femminile di San Paolo. Non a caso, l’altro nome con cui è conosciuta l’opera è appunto “Camera della Badessa”. In questa stanza – una delle sei che costituivano la casa privata della priora – il Correggio realizzò nel 1519 il suo primo vero capolavoro pittorico, apripista di un decennio fortunato per l’artista che, sulla scia del successo ottenuto, riuscì ad avere commesse di tutto rispetto. Secondo la critica, nell’affresco del Correggio – che crea l’illusione di un pergolato a tralci vegetali in cui si aprono finti ovali con putti e finte nicchie con soggetti mitologici – sono contemporaneamente rinvenibili le influenze di Leonardo, Michelangelo, Raffaello e Mantegna (vd. Camera degli Sposi, Mantova). Correggio interiorizzò e rielaborò gli insegnamenti di questi grandi artisti tirandone fuori uno dei capolavori del Rinascimento italiano. Per maggiori informazioni: Camera di San Paolo.
8 Chiesa della Steccata
Realizzata tra il 1521 ed il 1539, la Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata è un’altra eccellenza artistica della città di Parma. Sul finire del ‘300 sul sito dell’attuale chiesa esisteva un oratorio che ospitava un’immagine venerata di san Giovanni Battista. In seguito venne realizzato il dipinto di una Madonna allattante che impiegò poco tempo ad affermarsi come luogo di culto al punto da suggerire la costruzione di uno steccato per regolare l’afflusso dei numerosi pellegrini. Da qui il nome di Madonna della Steccata con cui è tuttora conosciuta la chiesa. L’interno, a croce greca, ospita diverse opere d’arte. A volo d’uccello, senza pretesa di esaustività, segnaliamo la cupola centrale realizzata tra il 1526 e il 1527 da Antonio da Sangallo Il Giovane e soprattutto gli affreschi del sottarco orientale del presbiterio realizzati dal Parmigianino (Le vergini savie e le vergini stolte). Il resto delle decorazioni, che pure inizialmente avrebbero dovuto essere realizzate dal Parmigianino, vennero invece eseguite da Michelangelo Anselmi (Incoronazione della Vergine) e Bernardino Gatti (Assunzione di Maria). Maggiori info: Chiesa della Steccata.
9 Chiesa San Francesco del Prato
Com’è evidente da quanto finora scritto il patrimonio ecclesiastico è parte importante dell’offerta turistica di Parma. Di questo patrimonio fa parte anche la Chiesa di San Francesco del Prato, situata nell’omonima piazza a poca distanza da Cattedrale e Battistero. Diversamente dalle altre, però, la Chiesa di San Francesco del Prato non è tanto famosa per le sua linee architettoniche o per le opere d’arte in essa presenti; al contrario, a renderla popolare è la singolare parabola storica da luogo di culto a luogo di detenzione. L’edificio risale approssimativamente alla metà del ‘200 in piena transizione tra romanico e gotico. Ovviamente, come sempre in questi casi, la costruzione andò avanti secoli. Per dire, il grande rosone che sovrasta l’esterno, e che senza dubbio è l’elemento decorativo di maggior fascino, risale al 1461. Per quel che riguarda, invece, la funzione carceraria risale ai primi del XIX secolo durante il periodo napoleonico, salvo poi essere prolungata addirittura fino agli anni ’90 del secolo scorso. Tra i detenuti illustri del carcere di San Francesco del Prato vanno ricordati il regicida Gaetano Bresci, l’anarchico che attentò alla vita di re Umberto I di Savoia e, soprattutto, Giovannino Guareschi, autore della saga di Don Camillo e Peppone, che vi trascorse oltre un anno a seguito di una condanna per diffamazione ai danni del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. A metà degli anni ’70 la chiesa venne restituita all’ordine francescano che immediatamente diede il via a una campagna di scavi per recuperare quanto più possibile del carattere storico-monumentale dell’edificio. Nel 2018, invece, il ritorno nella diocesi di Parma e nel 2021, infine, la riconsacrazione a luogo di culto. Da vedere! Maggiori info: Chiesa San Francesco del Prato.
10 Teatro Regio
Dopo il Congresso di Vienna, la moglie di Napoleone, la duchessa Maria Luigia d’Asburgo-Lorena fu inviata a reggere per parte austriaca – lasciandosi quindi alle spalle l’ingombrante eredità politica del marito – il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Fece il suo ingresso in città nel 1816 facendosi subito interprete di una politica attenta alle esigenze popolari, tra cui parte importante ebbero i lavori pubblici. È in questa cornice che rientrano i lavori cominciati nel 1821 e terminati nel 1829 per la realizzazione del Nuovo Teatro Ducale, in seguito Teatro Regio di Parma. Dunque un teatro con una grande storia al pari di quelli di Venezia e Milano; un teatro che da due secoli tiene alta la grande tradizione operistica italiana e che perciò la pena visitare durante un soggiorno a Parma. Maggiori info: Teatro Regio di Parma.
11 Musei del Cibo
Com’è noto, nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena c’è la maggiore concentrazione di produttori di salumi (prosciutto e culatello) e formaggi (Parmigiano Reggiano), per non parlare delle industrie della pasta e del pomodoro e della produzione vitivinicola. Insomma, un patrimonio che non ha pari in Italia e che, insieme all’arte, all’architettura e alla musica, ha reso questi territori celebri in tutto il mondo. Parma, per tradizione, è la “capitale” di questo distretto gastronomico con ricadute positive sia sotto il profilo occupazionale che per apporto al prodotto interno lordo italiano. All’inizio del nuovo millennio ci si è posti l’obiettivo di estendere l’influenza del settore agro-alimentare anche all’ambito turistico: da qui l’idea di creare i Musei del Cibo col duplice obiettivo di rafforzare ulteriormente le singole filiere realizzando, al contempo, nuove attrazioni turistiche. A sugello di tale inziativa è sopraggiunto nel 2015 il prestigioso riconoscimento UNESCO che ha inserito Parma nella Rete delle Città Creative, città cioè in cui la creatività (in questo caso in ambito gastronomico) è tratto peculiare dello sviluppo del territorio. Per maggiori info: museidelcibo.it.
12 Dintorni di Parma
Oltre ai Musei del Cibo di cui abbiamo appena scritto, nei dintorni di Parma c’è tanto altro da vedere. En passant segnaliamo tre tappe che possono rendere ancora più bello il soggiorno in città. Parliamo dei borghi di Castell’Arquato e Vigoleno, entrambi annoverati tra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, distanti uno cinquantina di chilometri da Parma; e di Salsomaggiore, rinomata località termale a meno di 40 chilometri. Da vedere!