Quando si parla del sud prevalgono quasi sempre letture unificanti. Sia quando se ne parla bene che, al contrario, quando si evidenziano i ritardi rispetto al resto del paese. Chi desidera andare oltre i luoghi comuni e le letture troppo semplicistiche farà bene a visitare Matera, la città dei Sassi. Non solo la parte vecchia ma anche quella scaturita dal Piano Regolatore del 1956, tra gli esempi più riusciti di pianificazione urbanistica in Italia. Dopo la legge per lo sfollamento dei Sassi firmata da Alcide De Gasperi nel 1954, lo Stato italiano chiamò a disegnare la “città nuova” fior di sociologi, antropologi, architetti e urbanisti. Vennero fuori così i nuovi quartieri residenziali materani. L’urbanista Luigi Piccinato, artefice del piano regolatore, si ispirò al modello “scandinavo” separando con estese aree verdi i nuovi agglomerati urbani in modo da invertire quella che secolarmente era stata la tendenza della città: ossia vivere addensata nei Sassi, per di più a molti chilometri di distanza dai campi da coltivare. Detto brevemente della genesi della nuova Matera, bisogna aggiungere che negli venti ultimi anni stiamo assistendo anche alla “rinascita” della sua parte vecchia. Rinascita cominciata nel 1993 con l’iscrizione della città tra i siti tutelati dall’Unesco e proseguita, dieci anni più tardi, col film “La Passione di Cristo” (“The Passion”, titolo inglese) di Mel Gibson. Il cinema, quindi, come veicolo di promozione turistica del territorio favorendo, tra l’altro, l’approfondimento di tutto quanto era stato fatto e scritto in precedenza: il riferimento è a “Il Vangelo secondo Matteo” altro film discusso del 1964 di Pier Paolo Pasolini e, soprattutto, alle pagine dolenti di “Cristo si è fermato a Eboli” il romanzo di Carlo Levi. Un nuovo fermento, dunque, che ha portato alla designazione della città a “Capitale Europea della Cultura” nel 2019. Buona lettura.
Matera
12 cose da fare e vedere a Matera
1 Casa Noha
Trasformata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) in centro informazioni multimediali, Casa Noha è la primissima cosa da visitare a Matera. Dentro questo palazzo nobiliare, per metà scavato nel tufo, da marzo 2014 è possibile reperire tutte le informazioni necessarie per una visita informata della città. Sulle pareti dell’abitazione viene proiettato un documentario che ripercorre le diverse fasi storiche attraversate da Matera chiarendo anche alcuni aspetti talvolta non sufficientemente approfonditi nelle guide e informazioni turistiche disponibili sul mercato. Il rapporto complesso dell’uomo con l’ambiente circostante; la scelta di abitare nei sassi; le influenze storico-culturali sedimentatesi nei millenni: sono questi gli argomenti che qui vengono approfonditi fornendo un primo canovaccio ai turisti che sempre più numerosi vengono in città. Per informazioni sugli orari, il costo del biglietto e gli eventi promossi: www.visitfai.it/casanoha/la-tua-visita/info-e-orari
2 Sasso Caveoso
È uno dei due “Sassi di Matera” (l’altro è Sasso Barisano). Incerta l’origine del nome: c’è chi sostiene sia in relazione all’alto numero di cavità; chi, invece, alla particolare forma ad anfiteatro, simile, appunto, alla “cavea romana”. Rispetto a Sasso Barisano, questo rione si estende a sud della “Civita”, il terzo quartiere che insieme ai due su citati forma il centro storico di Matera, dal 1993 sotto tutela dell’Unesco. Da vedere in questo Sasso, la chiesa di San Pietro Caveoso, costruita a cavallo tra XIII e XIV secolo e, soprattutto, la “Casa-Grotta” perfetto esempio dell’antica architettura rupestre della città, ancora arredata con mobilia e arnesi del mondo contadino per favorire la comprensione dello stile di vita frugale che ha sempre contraddistinto la classe bracciantile materana.
3 Sasso Barisano
Al pari di Sasso Caveoso anche qui è incerta l’origine del nome: c’è chi sostiene “Barisano” sia in riferimento al fatto che il rione “guarda” la città di Bari; altri, invece, sostengono sia l’aggiustamento successivo del cognome “Varisius”, famiglia romana anticamente presente in città. Sasso Barisano è più costruito rispetto a Sasso Caveoso. Perlomeno per quel che riguarda le facciate di chiese e abitazioni, mentre gli spazi interni continuano a essere prevalentemente scavati nel tufo. Va detto che dei tre quartieri che compongono il centro storico di Matera è stato il primo a essere restaurato, ed è questa la ragione per cui ci sono più negozi, ristoranti e strutture ricettive. Da vedere le tre chiese di San Pietro Barisano, Sant’Agostino e Madonna della Virtù e San Nicola dei Greci.
4 La Casa-Grotta di Vico Solitario
La Casa-Grotta di Vico Solitario è il compendio perfetto dello stile di vita dei braccianti e dei pastori che vivevano nei Sassi. Un unico ambiente, solo in parte scavato, abitato da nuclei familiari anche di 10 persone, più naturalmente il mulo e le galline. Il primo serviva a raggiungere i campi; le galline, invece, a fare le uova che, insieme ai legumi, garantivano il giusto apporto proteico a una dieta poverissima di carne, perlomeno rispetto agli standard attuali. Al centro la tavola per mangiare, mentre lateralmente c’era il letto con un grande materasso imbottito di granturco. Poco più in là una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e un’altra cavità che fungeva da alloggio per il mulo (le galline, invece, stavano sotto il letto). Queste, su per giù, le condizioni di vita di migliaia di materani fino alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, quando finalmente ci si rese conto della necessità di affrancare il popolo da un simile contesto. Uno stile di vita di cui, però, mezzo secolo dopo, viene rivalutata la frugalità rispetto alle esagerazioni della moderna civiltà dei consumi. Questo, nella stragragrande maggioranza dei casi, è l’effetto che fa ai turisti la visita di questa abitazione di Sasso Caveoso, poco distante dalla chiesa rupestre di San Pietro. La Casa Grotta è aperta tutto l’anno, comprese le domeniche e i giorni festivi. Orario continuato dalle ore 9:30 fino alle 20.30. Il biglietto costa 3,00 €uro.
5 La Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio
Affacciata sul “Sasso Barisano”, la Cattedrale di Matera sorge nella parte più alta della città. È un maestoso tempio in stile romanico-pugliese costruito tra il 1230 e il 1270. Nei secoli ha subito diverse trasformazioni, specie all’interno, mentre l’esterno è rimasto pressoché intatto. Nel 2003, a seguito di una serie di crolli nelle due navate laterali (la chiesa è a tre navate e a croce latina), si è resa necessaria una nuova e complessa stagione di restauro. Stagione protrattasi per oltre 10 anni e che ha riportato alla luce, tra l’altro, due cripte affrescate del XII secolo facenti parte dell’originaria struttura. Molto bello il portale d’ingresso sormontato dalla statua della Madonna della Bruna, protettrice di Matera; come pure molto bello è il rosone centrale sovrastato da San Michele Arcangelo intento a schiacciare il drago. Due le porte monumentali nella facciata laterale della chiesa: “Porta di piazza”, con un bassorilievo del profeta Abramo; e “Porta dei leoni” chiamata così per le statue dei due leoni che la adornano. All’interno, invece, c’è da vedere il “Giudizio Universale”, ciclo di affreschi su Paradiso, Purgatorio e Inferno pure questo venuto alla luce a seguito di lavori di restauro, e pure questo collocabile a cavallo tra ‘200 e ‘300. Non solo. Guai a dimenticare il bellissimo presepe in pietra realizzato dai Persio, famiglia materana artisticamente molto attiva nel ‘500, cui dobbiamo anche i bassorilievi di San Eustachio e San Teopista nelle nicchie laterali il portale d’ingresso.
6 Il Palombaro Lungo
Sotto Piazza Vittorio Veneto, nel cuore di Matera, c’è un enorme cisterna (oltre 15 metri di profondità per una raccolta di circa 5000 metri cubi di acqua) fatta costruire nella prima metà dell”800 dall’allora Vescovo Mons. Antonio di Macco. Il pozzo, attraverso un fitto sistema di canali, raccoglieva l’acqua da una fonte naturale sita ai piedi del Castello Tramontano in modo da soddisfare la crescente richiesta proveniente dalla città. Una complessa opera di ingegneria idraulica, non a caso, da qualcuno rinominata il “Duomo d’Acqua”, per confrontarla con la stupenda Cattedrale sulla sommità della Civita. La visita del “Palombaro Lungo”, così è chiamata questa cisterna (dal latino “plumbarius” termine con cui venivano indicati coloro che rivestivano di piombo le tubature degli acquedotti) è importante per la comprensione del “genius loci” dei materani, fiero popolo di agricoltori e pastori che ha saputo adattarsi perfettamente a una natura difficile, pietrosa e impervia.
Orari:
>> tutti i giorni 10:00/13:00 e 15:00/18:50
Biglietto: 3,00 €uro
Ingresso libero: Ragazzi under 18
7 Parco della Murgia Materana
Il “Parco della Murgia Materana” copre un’area vastissima ricompresa tra la Strada statale 7, la Strada provinciale Matera–Ginosa–Montescaglioso e la Strada statale 175. Siamo al cospetto di uno dei paesaggi rupestri più belli al mondo (di cui fanno parte anche i “Sassi”) giustamente famoso per le numerose chiese e il loro corredo di affreschi risalenti al IX e X secolo. Non a caso, il nome completo dell’area è “Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano”. Ciò detto, senza nulla togliere a queste straordinarie testimonianze religiose, il Parco della Murgia Materana è anche altro. Per esempio, i villaggi di San Nicola all’Ofra e Cristo La Selva, o l’ancor più famoso belvedere di Murgia Timone, da cui vengono scattate la maggior parte delle foto reperibili in rete con i Sassi illuminati sul far della sera. Ma non è finita, perché da vedere ci sono la flora, la fauna, i corsi d’acqua, la varietà delle rocce e tantissimi altri dettagli per ciascuno dei quali è prevista un’escursione con tanto di guida autorizzata. Per saperne di più sulla storia del Parco, le attività in essere e le escursioni che è possibile praticare, visita: www.parcomurgia.it
8 Cripta del Peccato Originale
La Cripta del peccato originale è uno dei luoghi più suggestivi del Sud Italia, testimonianza fondamentale della pittura alto-medievale. Non a caso, la località, che si trova a circa 10 chilometri da Matera, viene anche chiamata la “Cappella Sistina” della pittura parietale. Lungo le mura di questa chiesa-grotta sono stati dipinti, infatti, centinaia di affreschi con scene raffiguranti il Vecchio e Nuovo Testamento. Le opere, tutte collocabili attorno iI IX secolo, furono scoperte nel 1963 da un gruppo di materani appassionati della propria terra, dopo che per secoli la cavità era stata utlizzata dai pastori dell’altipiano per il ricovero del bestiame. Grazie all’eccellente restauro voluto dalla Fondazione Zétema di Matera di concerto con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, la Cripta è oggi pienamente fruibile ed è perciò un peccato imperdonabile non visitarla per chi capita dalle parti di Matera. Per visitare la Cripta del Peccato Originale è necessaria la prenotazione. Per maggiori informazioni su orari di visita e prezzi: www.criptadelpeccatooriginale.it
9 Museo archeologico nazionale Domenico Ridola
Il Museo Archeologico Nazionale di Matera è il più antico della Basilicata. Fu istituito nel 1911, con una legge nazionale (Legge del 9 febbraio 1911, n.100) dopo che l’anno precedente, per la precisione il 21 giugno 1910, il Dottor Domenico Ridola (1841-1932) aveva donato allo Stato la sua collezione di cimeli preistorici. Reperti tutti rinvenuti nel vasto comprensorio di Matera che vanno dal neolitico al VI, V e IV secolo a.C. Ridola, medico con la passione dell’archeologia, nel 1913, a legislatura in corso, divenne anche Senatore della Repubblica dopo esser stato vent’anni prima sindaco di Matera.
Orari:
>> Lunedì 14:00/20:00
>> Martedì-Domenica 9:00/20:00
Chiusura: lunedì mattina, 25 dicembre e 1 gennaio
Biglietto: 2,50 €uro; ridotto 1,25 €uro; gratuito per i minori di anni 18 e gli over 65.
10 The Passion Tour nei Sassi
Il “cineturismo” o, come dicono inglesi e americani, il “movie-induced torurism“, è un segmento in forte ascesa, specie in un paese come l’Italia che così tanto ha dato – e continua a dare – al mercato cinematografico. Nel caso di Matera, poi, è stato importante per il definitivo rilancio della città iniziato nel 1993 con la tutela Unesco. Il riferimento è a “The Passion of the Christ” il bellissimo e controverso film di Mel Gibson che ripercorre le ultime ore della vita di Gesù dall’arresto nel giardino del Getsemani alla crocifissione sul Golgota. Molta parte del film è stata girata nei Sassi di Matera di cui – si racconta – Mel Gibson si innamorò a prima vista. Del resto, quarant’anni prima di lui, per la precisione nel 1964, in questi stessi luoghi Pierpaolo Pasolini aveva girato “Il Vangelo secondo Matteo”, altra pellicola controversa per critica e pubblico. Sulla scia dell’opera di Gibson, sono immancabilmente nati pacchetti con tanto di visita guidata alle location del film. Un modo inconsueto e, soprattutto, diverso di visitare i Sassi che però ha l’indiscutibile pregio di attirare persone provenienti da tutto il mondo. Basta cercare un po’ in rete per farsi un’idea più dettagliata e decidere a chi affidarsi.
11 La cucina materana
La tradizione gastronomica materana è legata all’agricoltura e alla pastorizia. Una cucina di terra, quindi, dove a farla da padrone sono legumi, verdure e formaggi. Menzione particolare per il pane di Matera, verso cui la popolazione locale da sempre ha un atteggiamento di vero e proprio culto, abituata, giustamente, a considerare il pane la pietanza più importante in tavola. Non a caso, il pane di Matera ha il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) a rimarcare il legame indissolubile con il territorio di provenienza. Legame che, oltre a passare per le farine utilizzate e relativo processo di lavorazione, si spiega anche con l’abitudine delle famiglie materane di marchiare con un timbro in legno la pasta da infornare. Imprimere sul pane lo stemma di famiglia era importante, dal momento che nella stragrande maggioranza dei casi il pane veniva fatto in casa e ci si rivolgeva al forno solo per la cottura. Da qui la necessità di distinguere una pagnotta dall’altra e sottolineare, allo stesso tempo, l’unicità, la forza e la dignità di ciascun nucleo familiare. Una collezione di questi timbri in legno si trova all’interno del Museo Domenico Ridola. Assolutamente da provare la Ciallèdd, zuppa di pane raffermo con patate, cipolle, uova, rape ed altre verdure.
12 I dintorni di Matera
I dintorni di Matera non sono meno suggestivi della città. In precedenza abbiamo accennato al grande Parco della Murgia Materana, localizzato al confine con la Puglia. Ed è proprio in questa regione che vi consiglio di andare per approfondire cultura e tradizioni della zona, indipendententemente dai confini geografici. Per esempio, a soli 20 chilometri da Matera c’è Altamura, città della provincia di Bari che tuttavia, da un punto di visto ambientale, e anche storico-culturale, ha molte cose in comune con la città dei Sassi. A cominciare dal pane, a marchio DOP, passando per l’architettura (da vedere la Cattedrale) fino alle cavità carsiche presenti. Celebri le Grotte di Altamura, ricche di stalattiti e stalagmiti.