“Isola delle Rose”, “Isola dell’Ibisco”, “Isola del Cervo”: quelli appena menzionati sono soltanto tre degli appellativi con cui comunemente viene chiamata Rodi, la più grande tra le isole del Dodecaneso. Appellativi che, com’è evidente, fanno riferimento sia alla flora che alla fauna del territorio. Infatti, oltre all’ibisco e alle rose (da cui pare derivi il nome) sono presenti bouganville, gelsomini e naturalmente olivi, viti, aranci e tutti gli arbusti tipici della macchia mediterranea. Sul fronte animalista, invece, va ricordato che la pastorizia resta una delle attività più praticate, per non dire della grandissima presenza di gatti, ben presto assurta a segno distintivo dell’isola. Ma Rodi merita anche da un punto di vista architettonico. La città vecchia, nel capoluogo omonimo (versante nord-orientale dell’isola), vale assolutamente una visita, ancora di più dopo la tutela UNESCO del 1988. Riconoscimento che, insieme al regime di agevolazione fiscale che storicamente ha accompagnato lo sviluppo turistico delle isole greche, ha dato grande impulso all’economia locale che, viceversa, negli ultimi anni, ha dovuto fronteggiare gli effetti della crisi che ha investito tutta la nazione greca. Ciononostante, l’afflusso turistico resta lusinghiero e le difficoltà sociali sono certamente minori rispetto ai grandi centri urbani. A mitigare le difficoltà contribuisce soprattutto la straordinaria bellezza dei luoghi (vedi Lindos nell’immagine di copertina), comprese le tante spiagge disseminate da nord a sud. Di seguito vediamo insieme le principali attrazioni dell’isola. Buona lettura.
Rodi
11 cose da fare e vedere a Rodi e 3 da non fare
1 Città Vecchia
Diversamente da altre località greche, la città di Rodi (capoluogo omonimo dell’isola) non è famosa soltanto per le vestigia classiche ma anche per quelle medievali. Il “merito” è dei Cavalieri di San Giovanni che abitarono l’isola dal 1309 al 1522, quando furono costretti a riparare a Malta, sconfitti dalle milizie ottomane di Solimano il Magnifico. Negli oltre due secoli di permanenza, quest’ordine cavalleresco transnazionale edificò all’interno di possenti mura una bellissima città divisa tra una zona residenziale, dove si trovava – e si trova ancora – la fortezza (vedi punto 3), e una zona dedita invece ai commerci abitata da greci, turchi ed ebrei. L’impronta urbanistica medievale ha resistito nel corso dei secoli, anche grazie agli interventi di ristrutturazione e restauro effettuati durante la dominazione italiana dell’isola (1912-1943). Infatti, oltre a preservare il tessuto urbano sui generis, gli italiani valorizzarono pure l’impronta ottomana sacrificando un po’, però, i resti dell’antica acropoli sulla vetta del Monte Smith. Il teatro, lo stadio e il tempio dedicato ad Apollo risultano alquanto rimaneggiati anche se il panorama compensa abbondantemente la delusione per le poche tracce di età greca rimaste. Insomma, la Città Vecchia di Rodi, da trent’anni sotto tutela Unesco, è l’inevitabile base di partenza per andare alla scoperta delle bellezze dell’isola, molte delle quali, tra l’altro, si trovano all’interno delle stesse mura. A seguire andiamo a vederne alcune.
2 Museo archeologico
La prima, e forse più importante attrazione del Museo archeologico di Rodi, è il palazzo stesso in cui sono state allestite le diverse sale. Stiamo parlando dell’Ospedale realizzato nel XV secolo dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni che regnavano sull’isola. Il palazzo, visibile fin dall’ingresso in porto, si presenta con un ampio cortile interno, al centro del quale spicca una statua in pietra raffigurante un leone che con le zampe anteriori trattiene la testa di un toro. Sempre nel cortile possiamo ammirare un bellissimo pavimento maiolicato proveniente da Scarpanto (Karpathos), altra isola del Dodecaneso a metà strada tra Rodi e Creta. All’interno, invece, una parte del museo ospita lapidi, stemmi e altri reperti relativi alla dominazione dei Cavalieri, mentre l’altra parte è dedicata ai reperti ceramici di scuola rodia, tra cui spicca la statua dell'”Aphrodite che fa il bagno” risalente al I secolo a. C. Il Museo Archeologico di Rodi fu uno degli edifici che beneficiò dell’intensa campagna di restauro portata avanti dagli italiani che per oltre trent’anni amministrarono l’isola.
È aperto dal Martedì alla Domenica dalle 08:00 alle 16:00 (Lunedì chiuso).
3 Palazzo del Gran Maestro
Altra tappa imperdibile della Rodi medievale è il Palazzo del Gran Maestro. Quest’edificio, ancora più imponente dell’Ospedale di cui abbiamo parlato in precedenza, era la fortezza dei Cavalieri di San Giovanni che per oltre due secoli hanno regnato sull’isola facendone l’avamposto della cristianità nella lotta al mondo islamico. Dunque il quartier generale in cui, all’occorrenza, dare ospitalità alla popolazione in caso di attacco nemico. Non meraviglia quindi l’imponenza dell’edificio, riconoscibilissimo per le torri gemelle ai lati del portale d’ingresso. Con la vittoria di Solimano Il Magnifico e l’estromissione dei Cavalieri a Malta, la struttura venne adibita a prigione. Attorno la metà dell’800 una violenta esplosione distrusse gran parte del palazzo e bisognò attendere gli anni ’30 del secolo successivo perché si ponesse rimedio ai danni. A farlo, come molti altri edifici storici dell’isola, furono gli italiani col mandato di trasformare la fortezza nella residenza di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini. Si spiega così la presenza di molti elementi decorativi estranei alla tradizione artistica dell’isola anche se, va detto, né il re né il capo del fascismo soggiornarono mai a palazzo.
Il Palazzo del Gran Maestro è aperto dal Martedì alla domenica dalle 08:00 alle 15:00 (da maggio a ottobre 08:00 alle 20:00).
4 Via dei Cavalieri
Avendo parlato dell’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni (sede del Museo archeologico) e del Palazzo dei Gran Maestri, non ci si può non soffermare anche sulla strada che congiunge i due edifici, la stupenda Via dei Cavalieri (in greco Odós Ipotón). In Europa, una delle poche strade residenziali medievali ad aver conservato pressoché intatta la sua impronta tardo-gotica. Il merito, anche qui, è degli italiani che per trent’anni, dal 1912 al 1943, amministrarono l’isola ristrutturando, senza stravolgerli, i tanti tesori della città vecchia. Da vedere le residenze delle “langues”, gli ostelli in cui i Cavalieri dell’Ordine si radunavano a seconda della nazionalità. Ne restano solo quattro – Italia, Francia, Provenza e Spagna – e oggi sono sede di consolati e ambasciate straniere.
5 Porto di Mandraki
Mandraki non è solo il porto turistico dove attraccano gli yachts e le barche a vela che fanno tappa sull’isola ma è anche una delle zone più trafficate di Rodi. Attività di noleggio, negozi di souvenir, bar, ristoranti, il mercato e l’ufficio informazioni turistiche si trovano tutte in prossimità di quest’area, da cui si accede alla città vecchia attraverso la famosissima Porta delle Libertà, una delle nove porte cittadine che consentono l’ingresso nella parte medievale. Oltre alla collocazione strategica e ai servizi presenti, ciò che fa del porto di Mandraki una delle attrazioni principali di Rodi sono le due colonne all’ingresso dello specchio acqueo. Colonne sormontate da due statue in bronzo raffiguranti Elafos ed Elafina i cervi che, secondo una famosa leggenda, avrebbero cacciato i serpenti che anticamente infestavano l’isola. Secondo un’altra leggenda, le colonne sorgerebbero dove un tempo si trovava il colosso di Rodi, gigantesca statua raffigurante il dio Elios, protettore dell’isola. In realtà pare che la statua si trovasse nell’acropoli, in posizione sopraelevata rispetto al porto, e che a seguito di un violento terremoto cadde in mare rimanendovi per secoli. Poi, con la conquista araba nel 653 la fine ingloriosa del monumento, tagliato in blocchi e rivenduto a un commerciante straniero. Leggende a parte, quel che è certo è che in occasione delle Olimpiadi di Atene 2004, l’amministrazione comunale accarezzò l’idea di ricostruire il colosso di Rodi, anche se poi non se ne fece più nulla per l’esosità dell’impresa.
6 Nea Agora
Rodi è divisa in due parti: la città vecchia, su cui ci siamo finora soffermati, e la città nuova, sviluppatasi perlopiù nel XX secolo. A dividerle, il porto di Mandraki. Gli edifici più rappresentativi della parte moderna si trovano infatti quasi tutti sul lungomare di fronte il porto. Parliamo della Cattedrale Ortodossa, il Palazzo delle Poste, il Municipio, la Prefettura e il Nuovo Mercato. Quest’ultimo, in particolare, è stato premiato dall’avvento del turismo trasformandosi da mercato del pesce qual era in una sorta di bazar arabeggiante all’interno del quale si trovano bar, ristoranti (tra cui alcuni italiani) e negozietti tipici. Alla popolarità della “Nea Agorà”, com’è chiamato il mercato, ha sicuramente contribuito il vicino stazionamento dei pullman, passaggio obbligato per chiunque non sia provvisto di auto e/o scooter. A quel punto, in attesa del bus, visitare il mercato viene abbastanza naturale. In realtà, val la pena approfondire tutti gli edifici pubblici testé citati: la loro architettura, infatti, tradisce l’impronta italiana, soprattutto quella del grande Florestano Di Fausto protagonista assoluto, durante il fascismo, della scena architettonica libica e rodiese. Da non perdere!
7 Monastero di Filerimos
Guai a scambiare una parte con il tutto. Le attrazioni di cui ci siamo finora occupati si trovano nel capoluogo omonimo dell’isola, dove è concentrata più della metà della popolazione stabile dell’intero territorio. Un altro centro urbano abbastanza popolato è Ialyssos che da Rodi dista poco più di 10 chilometri. La popolarità di Ialyssos è dovuta soprattutto alla presenza del Monte Filerimos, piccola collina di 267 metri raggiungibile sia in auto che a piedi. Quest’ultima soluzione è preferita dai turisti, invogliati dalla facilità del percorso a raggiungere il punto panoramico in cima dove campeggia una grande croce. Proprio sotto questa croce sorge un antico monastero bizantino. La prima edificazione del tempio risale al X secolo, anche se dell’originaria chiesa resta poco o niente. A distruggere gran parte delle opere presenti furono gli ottomani succeduti nel XVI secolo ai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. Anche in questo caso gli italiani provvidero al restauro del monastero in cui fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale visse e operò una comunità di Frati Cappuccini. Di fronte il monastero, inoltre, ci sono i resti dell’antica acropoli di Ialyssos. Come già detto a proposito del Monte Smith (vedi punto 1) pure in questo caso i reperti archeologici non sono granché, perlomeno se paragonati a quelli dell’acropoli di Lindos di cui parlaremo più avanti (vedi punto 9).
8 Terme di Calitea
Le terme di Kallithéa, recentemente ristrutturate col contributo economico dell’Unione Europea, sono un’altra testimonianza dell‘impronta architettonica italiana sull’isola. Per quanto, infatti, fossero conosciute da millenni, furono gli italiani a valorizzare turisticamente queste terme che distano una decina di chilometri dal capoluogo Rodi. L’allora governatore del Dodecaneso Mario Lago prima (1927) commissionò uno studio scientifico sulle proprietà curative delle acque (indicate per lenire molte affezioni intestinali) e poi diede mandato (1928) a un noto architetto, Pietro Lombardi, di progettare quelle che sarebbero diventate le “Regie Terme di Calitéa”, alla cui inaugurazione (1 luglio 1929) partecipò anche il re Vittorio Emanuele III. La Seconda Guerra Mondiale arrecò notevoli danni alla struttura, per molti anni utilizzata dai lidi nel frattempo sorti tutt’attorno come deposito per ombrelloni, lettini e sdraio. Nel 2002 il progetto di recupero dell’area, ultimato nel 2007 mantenendo l’originaria impronta architettonica italiana. Il complesso di Kallithéa ospita tutto l’anno rassegne, manifestazioni culturali, meeting aziendali e ricevimenti. In estate, funziona anche come stabilimento balneare consentendo l’accesso alla spiaggia nelle immediate vicinanze.
Aperto tutti i giorni dalle 08:00 alle 20:00. Maggiori informazioni sul sito ufficiale: www.kallitheasprings.gr (disponibile la versione in inglese).
9 Acropoli di Lindos
C’è chi sostiene che l’acropoli di Lindos valga, da sola, un viaggio a Rodi. In effetti è così ma il discorso può essere tranquillamente esteso al villaggio sottostante. Un piccolo villaggio di case bianche costruite senza alcun disegno urbanistico preordinato ma nel rispetto di alcuni canoni estetici ben precisi come nella migliore tradizione dell’architettura mediterranea. Dal paesino bisogna seguire le indicazioni per l’acropoli che si trova su una rupe a 116 metri sul livello del mare. Il percorso non è lunghissimo ma è piuttosto irto, motivo per cui si può guadagnare la cima a dorso d’asino. L’acropoli di Lindos è un compendio perfetto della storia dell’isola. In uno spazio tutto sommato ristretto si incontrano tracce architettoniche relative al governo dei Cavalieri e poi via via reperti più antichi fino al meraviglioso tempio di Athena Lindia del IV secolo a. C. Degno di particolare menzione, ai piedi dell’acropoli, un enorme bassorilievo raffigurante la prua di un trireme da guerra. Sul piedistallo davanti la scultura, anticamente c’era la statua dell’ammiraglio Agesandro di Mikion, opera di Pitocrito, l’artista della celebre Nike di Samotracia esposta al Louvre di Parigi. Detto brevemente della storia, l’acropoli di Lindos vale anche da un punto di vista paesaggistico. Man mano che si sale si aprono scorci meravigliosi come la spiaggia di Vlycha, una delle più belle di Rodi, e l’ancor più suggestiva insenatura di Agios Pavlos.
L’acropoli di Lindos è visitabile dal Martedì alla Domenica dalle 08:00 alle 15:00 (da maggio a ottobre tutti i giorni dalle 08:00 alle 19:40).
10 Kamiros
Dopo Ialyssos e Lindos è d’obbligo visitare anche Kamiros, il sito più interessante della costa occidentale di Rodi. Queste località, infatti, rappresentano i tre insediamenti più antichi dell’isola e facevano parte della cosidetta Esapoli dorica, confederazione di città che comprendeva anche l’isola di Kos, Alicarnasso e Cnido (queste ultime due in Turchia). Kamiros è un importante sito archeologico, emerso a seguito di una lunga campagna di scavi cominciata alla fine del XIX secolo e proseguita con maggior vigore negli anni ’30 del secolo scorso dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene. I resti rinvenuti raccontano di una città fiorente, dedita all’agricoltura e ai commerci, e urbanisticamente organizzata su più livelli. A decretare la fine di Kamiros, da cui l’analogia con le sorti di Pompei ed Ercolano, fu nel 226 a. C. un violentissimo terremoto. Il sisma distrusse gran parte della città, e i tentativi di ricostruzione portati avanti dai superstiti furono vanificati un secolo dopo, per la precisione nel 142 a. C., da un’altra terribile scossa. Insomma, visitare le rovine di questa città è un esercizio indispensabile per comprendere abitudini e stili di vita d’età ellenistica. Un approfondimento che però in alta stagione risulta più complicato a causa della grandissima affluenza turistica. Il consiglio, perciò, è di visitare il sito al mattino presto o nel tardo pomeriggio.
Il sito archeologico di Kamiros è visitabile da Maggio a Ottobre dalle 08:00 alle 19:45.
11 Le spiagge di Rodi
Fin qui abbiamo dato risalto alla storia, alla cultura e all’architettura dell’isola. Rodi però è anche una rinomata località balneare che da maggio a ottobre registra un notevole afflusso di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Da nord a sud dell’isola le spiagge sono talmente tante che si fa fatica a ricordarle tutte. Quasi inevitabile partire da Elli Beach, a due passi dall’Acquario e il Casinò di Rodi città. Dalla sua questa spiaggia ha senza dubbio la comodità e, nonostante l’affollamento estivo e la prossimità col centro, il mare è sempre cristallino. A circa 15 chilometri dal capoluogo c’è Faliraki, la “Las Vegas” di Rodi. Fino agli anni ’80 del secolo scorso, Faliraki era nient’altro che un piccolo villaggio sulla costa orientale poi sono arrivati gli hotel, i bar, i ristoranti e tutti i servizi di una moderna località turistica. La spiaggia di Faliraki è enorme ed alterna fondali rocciosi ad altri sabbiosi. L’estremità meridionale è frequentata da nudisti e naturisti. Sempre a Faliraki c’è un parco acquatico ideale per il divertimento dei più piccoli (www.water-park.gr). Le terme (e la spiaggia) di Kalithéa prima ricordate sono abbastanza vicine, come pure non molto distante è la famosa Baia di Anthony Quinn, un’insenatura rocciosa che la dittatura militare (il cosidetto “Regime dei Colonnelli”) regalò all’attore americano per aver girato, proprio a Rodi, il film “I cannoni di Navarone”. La fine della dittatura nel 1974 rese nulla la donazione e oggi tutti possono fare il bagno nelle acque cristalline di questa baia. Poco più a sud della Baia di Anthony Quinn c’è la spiaggia di Traganou, a detta di molti una delle più belle di tutta l’isola. Stesso scenario anche per la spiaggia di Stegna che, proprio come Traganou, abbina la bellezza del mare e della spiaggia con la grande tranquillità del contesto tutt’attorno. Insomma, l’ideale per chi desidera una vacanza all’insegna del relax più assoluto. Oltre all’Acropoli, a Lindos ci sono le spiagge di Vlicha, Agios Pavlos e Lindos Palace. Sono tutte e tre molto belle, soprattutto Agios Pavlos, anche se nei mesi estivi scontano un eccessivo affollamento. Chi desidera maggiore tranquillità rispetto a Lindos può dirigersi un po’ più a sud, a Lardos, dove c’è una lunga spiaggia di sabbia e ciottoli e soprattutto un mare meraviglioso. All’estremità meridionale di Rodi c’è Prasonissi, una delle due spiagge preferite dagli appassionati di vela, windsurf e kitesurf. L’altra è Ixia, nel versante nord-occidentale dell’isola, poco distante dal capoluogo Rodi. In entrambe le località sono presenti negozi e centri specializzati a disposizione sia dei neofiti che dei più esperti.
1 Non prenotare auto, scooter all’ultimo minuto
Per carità, Rodi si può girare anche in taxi e bus ma, considerando le dimensioni dell’isola, è più comodo in auto e/o scooter. Il nostro consiglio, se decidete di noleggiare una macchina e/o uno scooter, è di farlo per tempo, soprattutto se il periodo programmato per la vacanza è nei mesi di alta stagione. Nel caso, invece, preferiate trattare sul posto, il consiglio è di non fermarsi al primo “rent a car” ma di confrontarne più d’uno prima di scegliere.
2 Non indossare abiti inadeguati per visitare chiese, musei e villaggi
Rodi è una località turistica, abituata alla nudità e agli abiti succinti. Proprio per questo, però, è buona norma vestirsi adeguatamente a seconda del contesto. Ad esempio, andare in giro in bikini o a torso nudo per la città vecchia non è una gran cosa. Allo stesso modo, quando si entra in una chiesa o si visita uno dei paesini dell’entroterra non ha senso vestirsi come a un party in spiaggia.
3 Occhio alle trappole per turisti
Rodi è piena zeppa di locali, trattorie e ristoranti. In alcuni si mangia bene, nel pieno rispetto della tradizione gastronomica greca; in altri, invece, la cucina è decisamente al di sotto delle aspettative. Questo, a ben vedere, succede un po’ in tutte le località turistiche e in parte dipende anche dal valore che si attribuisce al cibo in generale. Se siete tra i fedeli al motto “eat local”, allora è bene scegliere senza fretta dove andare a mangiare, magari aiutandovi con le recensioni in rete o facendovi consigliare da qualcuno/a del posto. Insomma, occhio alle cosidette trappole per turisti e badate al prezzo del pesce, generalmente molto caro.