Ponza

Foto di Susanne_Sailer
Ponza

8 cose da fare e vedere a Ponza e 1 da non fare

Ponza non è solo una piccola isola in mezzo al Mediterraneo in cui trascorrere le proprie vacanze estive all’insegna di sole, mare e relax. C’è dell’altro e ha a che fare con la sua storia millenaria: dalla dominazione romana, di cui, come vedremo, è rimasta traccia sul territorio; all’influenza borbonica fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale quando, al pari di Ventotene, divenne luogo di confino. Il regime fascista vi relegò diverse personalità illustri come Salvemini, Nenni, Secchia, solo per citarne alcuni e, singolare nemesi storica, lo stesso Mussolini, dopo l’esautorazione per mano del Gran Consiglio del Fascismo, venne confinato sull’isola per una decina di giorni a cavallo dei mesi di luglio e agosto del 1943. Neanche il racconto storico, però, esaurisce il fascino di quest’isola che merita tantissimo pure sotto il profilo naturalistico. Dalle escursioni a piedi, al diving, ai giri dell’isola via mare ci sono tutti gli ingredienti per una vacanza indimenticabile (qui gli orari di traghetti e aliscafi per Ponza). Di seguito, il nostro elenco di cose da fare e vedere a Ponza, una lista utile per un primo approccio con le meraviglie della più grande delle isole dell’arcipelago ponziano. Buona lettura.

1 Porto borbonico di Ponza

Foto di Pietro & Silvia
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Il Porto borbonico è la prima cartolina che accoglie il visitatore una volta sbarcato a Ponza. Inevitabilmente, quindi, è anche la prima cosa da vedere sull’isola. Dato estetico e storicità dell’opera, però, vanno considerate insieme. Parliamo, infatti, di un’infrastruttura fortemente voluta dai Borbone come parte di un più esteso progetto di urbanizzazione delle isole pontine cominciato attorno agli anni ’30 del ‘700 e terminato alla fine di quello stesso secolo. In pratica, dopo aver favorito a più riprese l’emigrazione di contadini, soprattutto dalla vicina Ischia, ci si rese conto della necessità di dotare l’isola di un porto per favorire gli scambi commerciali, la mobilità degli abitanti e la pesca. Quest’ultima, insieme all’agricoltura, ha rappresentato per secoli la principale fonte di sostentamento per gli abitanti. Quello che più colpisce, tuttavia, e che a distanza di secoli (i lavori del porto borbonico cominciarono nel 1768 e terminarono nel 1779) l’opera sia rimasta sostanzialmente inalterata, almeno dal punto di vista funzionale. Uno degli esempi migliori di architettura borbonica attorno al quale, dopo l’avvento del turismo di massa, si è organizzata sia la vita mondana (fulcro del centro storico di Ponza è via Pisacane), che le attività legate al mare: tra queste, le escursioni marittime di cui parleremo un po’ più diffusamente nel prossimo punto.

2 Giro dell’isola di Ponza

Foto di Erasmo Mazzella
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Il giro dell’isola è il modo migliore per conoscere Ponza non solo perché, come vedremo, la maggior parte delle spiagge è raggiungibile esclusivamente via mare, ma anche perché l’isola è costellata di anfratti, insenature e grotte. Come quelle famosissime di “Pilato“, note anche come “Murenario romano“, perché i romani, appunto, vi allevavano murene. Una circostanza, questa, a cui abbiamo già accennato parlando della Peschiera romana della vicina Ventotene. Il giro dell’isola di Ponza parte dal Porto borbonico e comprende varie formule: dalla formula che contempla le sole soste per il bagno; a quella, invece, comprensiva di pranzo a bordo. Non è finita, perché oltre al periplo di Ponza sono possibili escursioni alla volta di Zannone e Palmarola, le altre due isole (disabitate) dell’arcipelago ponziano. Palmarola, in particolare, colpisce per l’aspetto esotico e per la sua storia secolare di incursioni piratesche e di contrabbandieri. Da vedere! Per maggiori informazioni: Cooperativa Barcaioli Ponzesi.

3 Le spiagge di Ponza

Foto di Pietro & Silvia
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Le escursioni in barca non sono certo l’unico modo per andare alla scoperta delle baie e delle spiagge di Ponza. Si può farlo anche noleggiando un gommone, una canoa o, se privlegiate la comodità, in taxi boat. Ciò detto, Chiaia di Luna è senza dubbio la spiaggia più grande e bella dell’isola, quella assolutamente da non perdere anche se, purtroppo, essendo interdetta, la si può ammirare solo da mare, a debita distanza dal costone franoso. Altra spiaggia assai famosa è quella del Frontone che, volendo, è raggiungibile anche a piedi, fermo restando che è molto più pratico farlo via mare. Si tratta di una spiaggia di rocce e ciottoli ed è molto frequentata soprattutto da giovani. Per un’atmosfera più familiare c’è Cala Feola, unica spiaggia di sabbia dell’isola, situata nel borgo Le Forna. Non è finita, perché sulla destra di Cala Feola ci sono le cosidette Piscine Naturali, una delle mete più ambite di Ponza. Si tratta di tre insenature formatesi a seguito dell’attività vulcanica dell’isola, e successivamente modificate dagli agenti atmosferici e dai pescatori, solti utilizzarle come ricovero per le imbarcazioni. Delle tre piscine, la prima, essendo chiusa, consente di fare il bagno anche quando il mare è mosso. Altre spiagge, infine, sono Cala dell’Acqua, Luci Rosa, Cala Felci, Cala Core e Bagno Vecchio.

4 Chiesa di San Silverio a Ponza

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Da Buenos Aires a New York, passando per Canada e Australia, non c’è ponzese emigrato che non senta particolarmente la festività di San Silverio il 20 giugno. La devozione da sola spiega la centralità simbolica della chiesa di San Silverio e Santa Domitilla la cui cupola domina il centro di Ponza. Dal punto di vista artistico e architettonico questa chiesa, costruita nel 1775 sotto i Borbone, non ha molto da offrire, però nei giorni dei festeggiamenti diventa il fulcro della vita degli isolani impegnati a celebrare il santo con lo stesso trasporto con cui, nel 1940, parteciparono ai lavori di ampliamento dell’edificio voluti dall’allora parroco dell’isola, don Luigi Dies. Da non perdere la processione via mare. Infine una curiosità: una piccola cappella dedicata a San Silverio è presente pure a Palmarola dove, tra l’altro, si dice il santo sia morto.

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5 Le Case Grotte di Ponza

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Un po’ come i sassi di Matera, anche la piccola Ponza ha il suo villaggio rupestre: stiamo parlando delle Case Grotte, presenti prevalentemente in località Le Forna. Si tratta di abitazioni ricavate da grosse grotte di tufo e, per quanto ci si trovi dinanzi a tecniche costruttive assai antiche, la loro fama deriva soprattutto dai lavori di adattamento compiuti da coloni di Torre del Greco giunti sull’isola nell’ultimo quarto del XVIII secolo su impulso dei Borbone. Oggi, va da sé, la tipicità di queste abitazioni viene sfruttata soprattutto turisticamente, in maniera non dissimile da quanto avviene, per esempio, coi dammusi di Lampedusa e Pantelleria in Sicilia. Da vedere!    

6 Trekking a Ponza

Foto di Camil Demetrescu
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Ponza dispone di molti scorci panoramici, perdipiù facilmente accessibili, e perciò sarebbe un peccato non mettere in valigia l’abbigliamento adatto (sopratutto le scarpe) per concedersi qualche escursione. La più famosa è quella per il Monte Guardia che, coi suoi 280 metri sul livello del mare, rappresenta la sommità dell’isola (nella foto, scale imbiancate a calce lungo il tragitto). Anche Forte Papa, la torre, ormai rudere, in località Le Forna, merita una visita. L’edificio fu fatto erigere da Ferdinando IV di Borbone a protezione della colonia di torresi di cui abbiamo già detto parlando delle Case Grotte. Per ultima, segnaliamo Punta Incenso che, oltre a essere una passeggiata alla portata di tutti, quindi anche di famiglie con bambini, è uno dei posti migliori a Ponza per godere di un bel tramonto.

7 Museo etnografico di Ponza

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Ponza è disseminata di grotte, circostanza che tradisce chiaramente l’origine vulcanica dell’isola. Alcune, come abbiamo visto, furono adibite ad abitazioni; altre a cantine per il ricovero degli attrezzi agricoli. Partendo da quest’ultima destinazione d’uso, a tale Gerardo Mazzella è probabilmente venuto in mente di trasformare la sua di grotta, proprio nei pressi della Spiaggia del Frontone, addirittura in un piccolo museo etnografico, offrendo così ai turisti un compendio dello stile di vita dei ponzesi prima dell’avvento del turismo. Uno stile di vita scandito dai cicli naturali dell’agricoltura e della pesca e dalla stessa frugalità che caratterizza un po’ tutte le isole minori del Mediterraneo meridionale, dalla vicina Ventotene passando per Ischia, Procida, Capri, le Eolie eccetera. Particolare affatto secondario: il Museo etnografico di Ponza è anche un punto di ristoro con una cucina tipicamente tradizionale e a chilometro zero.

8 Diving a Ponza

Foto di joakant
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Il diving è una delle attrazioni principali di Ponza: una passione, quella per le immersioni, che richiama sull’isola migliaia di appassionati da tutto il mondo. Del resto, includendo anche Palmarola e Zannone, i punti di immersione sono una trentina in tutto e, come sempre in questi casi, si va da quelli per neofiti ad altri, invece, che richiedono un pregresso bagaglio di esperienza. Tra le tante ne ricordiamo due: Le Formiche, serie di scogli affioranti che degradano sul fondo fin oltre i 50 metri di profondità. Con ogni probabilità si tratta dell’immersione più famosa di Ponza seguita subito dopo dall’immersione al relitto LST 349. L’acronimo sta per Landing Ship Tank, imbarcazioni della marina americana adibite al trasporto di cingolati e truppe. Durante la Seconda Guerra Mondiale molte di queste navi militari furono utilizzate nel conflitto e, una di queste, appunto, naufragò non lontano da Ponza a causa delle proibitive condizioni meteomarine. Per maggiori info: ponzadiving.com.

1 Portare l’auto a Ponza

Portare l’auto a Ponza è assolutamente controproducente. Durante la stagione turistica le ZTL e i divieti si moltiplicano rendendo di fatto difficilissima la circolazione. D’altro canto l’isola si gira comodamente coi mezzi pubblici o in scooter e quindi, a meno di necessità inderogabili – per le quali conviene in ogni caso contattare i Vigili Urbani dell’isola -, è preferibile lasciare l’auto a Napoli, Formia, Terracina o Anzio, a seconda del porto di partenza.

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