Per spiegare come mai i paesi ricchi di risorse naturali, spesso, sono anche i più poveri in termini di reddito, gli economisti da anni ricorrono alla formula della “maledizione delle risorse”. Del resto, basta vedere gli scenari di guerra nel Golfo Persico, o in Libia, per trovare conferma del paradosso sopra accennato. Va detto, però, che la locuzione spiega anche altro: può succedere, infatti, che la crescita dovuta all’esportazione di una risorsa naturale determini un eccessivo aumento dei salari e della spesa sociale, condizioni che alla lunga incidono negativamente sulla competitività riducendo i vantaggi iniziali. In Norvegia, primo paese esportatore di petrolio d’Europa, nonché tra i primi produttori al mondo, la maledizione delle risorse non si è avverata. Anzi, grazie a una politica accorta di sfruttamento del petrolio, oggi la piccola nazione scandinava è tra quelle che più investe nella sostenibilità energetica e ambientale. Oslo è la città in cui questa spirale virtuosa è più evidente. La capitale norvegese, infatti, riesce a conciliare uno stile di vita cosmopolita con la natura incontaminata tutt’attorno. Un mix di sviluppo tecnologico e tutela dell’ambiente che sul piano sociale si traduce nella capacità di tenere insieme crescita individuale e comunitaria. Insomma, quasi un sogno realizzato, come possono testimoniare i tanti turisti che ogni anno scelgono Oslo per le proprie vacanze. Di seguito, vediamo assieme le principali attrazioni della città. Buona lettura.
Oslo
8 cose da fare e vedere a Oslo e 3 da non fare
1 Galleria Nazionale
Oslo è una città famosa per i suoi musei. Sono tanti, magnificamente tenuti e testimoniano la predilezione dei norvegesi per l’arte e la storia. Assolutamente imperdibile è la Galleria Nazionale che ospita la più ricca collezione d’arte norvegese. Ovviamente, grande risalto è dato ai quadri di Edvard Munch (1863 -1944), in assoluto l’artista norvegese più famoso di sempre, a cui è dedicato anche un museo personale in cui sono collocate tutte le opere non presenti in Galleria. “L’urlo” il quadro più famoso di Munch, si trova invece al civico 13 Universitetsgata, indirizzo della Galleria. Nel febbraio 1994 l’opera venne clamorosamente trafugata da un gruppo di antiabortisti norvegesi salvo essere ritrovata, tre mesi dopo, senza conseguenze. Oltre alle opere di Munch, nella Galleria Nazionale di Oslo (parte del più esteso Museo Nazionale) sono presenti anche altri artisti europei, tra gli altri: Manet, Renoir, Matisse, Cézanne e Monet. Per maggiori informazioni visita: www.nasjonalmuseet.no (disponibile anche la versione inglese).
2 Parco Vigeland
Tra gli artisti norvegesi di maggior fama non c’è solo Edvard Munch. Anche Gustav Vigeland (1869 -1943) ha contribuito grandemente alla fama di Oslo e della Norvegia. La biografia di questo scultore rivela l’attenzione che la piccola nazione scandinava ha sempre riservato allo sviluppo dei singoli talenti artistici. Infatti nel 1921 la città di Oslo mise a disposizione di Vigeland uno studio spazioso in cui potersi dedicare esclusivamente alla scultura. In cambio, l’artista si impegnò a lasciare alla città tutte le opere successive, dagli schizzi ai lavori finiti. E grazie a questo vantaggioso scambio per entrambe le parti oggi turisti e residenti possono ammirare le sculture di Vigeland nell’omonimo parco all’interno del Frognerparken di Oslo. Parliamo di un’area di circa 320 ettari in cui sono sistemate più di 200 sculture dell’artista. La più famosa di tutte, un monolito in granito oltre i 10 metri, si trova in cima alla collina più alta del parco. La scultura raffigura una massa intrecciata di 121 figure umane, ciascuna tesa nello sforzo individuale di raggiungere la cima. Non c’è solo il Parco Vigeland. In memoria dell’artista è stato allestito uno specifico spazio museale. Il Museo Vigeland si trova di fronte l’ingresso sud di Frognenpark. Infine una curiosità: in città c’è anche un altro Museo Vigeland, dedicato al meno famoso ma – secondo diversi critici – non meno bravo, fratello Emanuel (1875 -1948). Per saperne di più sul Parco e il Museo Vigeland visita il sito: www.vigeland.museum.no (disponibile anche la versione in inglese).
3 Cattedrale di Oslo
“Oslo Domkirke” merita una visita per ammirare le vetrate decorate da Emanuel Vigeland (fratello del più famoso Gustav) e per i dipinti del soffitto raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Molto bella pure la pala d’altare, opera settecentesca dell’artista Michael Rasch. Dopo un lungo peregrinare in giro per il paese il quadro, raffigurante “L’ultima cena e la crocifissione”, attorno la metà degli anni ’50 del secolo scorso è tornato “a casa”. Il Duomo di Oslo è riconoscibile per le torri che dominano lo sky line cittadino (la principale è quella sulla sinistra; la torre di mezzo è al centro del Duomo, mentre quella sulla destra è la torre della Cappella). Sul retro dell’edificio, nel periodo estivo, vengono allestiti simpatici mercatini di artigianato. Per saperne di più sulla chiesa e le attività che vi si svolgono (si tengono concerti di musica sacra) visita il sito ufficiale della Oslo domkirken.
4 Fortezza di Akershus
Anche ora che ospita concerti e spettacoli teatrali, la fortezza di Akershus conserva la sua immagine di struttura militare. Struttura modificata e ampliata più volte nel corso dei secoli a partire dal lontanissimo 1299, anno di fondazione per mano di re Hakon V. La fortezza è di gran lunga l’attrazione architettonica più importante della città ed è tappa obbligata per chiunque visiti Oslo. Si trova sul versante orientale del porto e domina l’intero lungomare cittadino. Oltre a essere un polo artistico e culturale, sovente viene utilizzata dalle autorità per le cerimonie di Stato. Da vedere, il Christiania Bymodell, ricostruzione in scala della vecchia Oslo (anticamente “Christiania”) che si sviluppava tutta all’interno delle mura della fortezza. Non solo. Nei paraggi ci sono anche il Museo della resistenza norvegese con una ricca collezione di reperti attestanti l’opposizione patriottica al nazismo e il Museo Norvegese di Architettura. Quest’ultimo è un’ottima alternativa per chi vuol andare al di là degli aspetti folcloristici e tradizionali della nazione scandinava. Occhio a non dimenticare la macchina fotografica: il panorama che si scorge dalla fortezza è stupendo e merita assolutamente di essere immortalato.
5 Penisola di Bygdøy
Solo 15 minuti di traghetto (da aprile a ottobre) o 20 di autobus separano Oslo dalla penisola di Bygdøy, quartiere residenziale in cui vive buona parte della cittadinanza più facoltosa della già ricchissima capitale. La qualità della vita è elevata sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello turistico. Non a caso, è qui che si trovano due dei più importanti musei cittadini. Stiamo parlando del Museo del Folclore e il Museo delle Navi Vichinghe. Si tratta di due grandi omaggi al “genius loci” norvegese. Il primo è un museo a cielo aperto con la riproduzione di oltre cento edifici tradizionali provenienti da ogni parte della nazione. Il secondo, invece, accoglie tre navi vichinghe rinvenute durante una campagna di scavi tra XIX e XX secolo nella regione di Oslofjord, a sud della capitale. Questi vascelli, risalenti al IX secolo erano stati tirati a terra e usati come tombe per alcuni dei membri più in vista di questa fiera comunità di naviganti. Assieme agli uomini vennero sepolti i rispettivi corredi (gioielli, cibo, utensilerie ecc.) il cui ritrovamento ha consentito, secoli dopo, l’allestimento di un interessantissimo spazio museale. Una testimonianza preziosa (assieme alle navi fedelmente ricostruite), dell’universo simbolico e materiale di questa civiltà che per oltre tre secoli (dall’VIII all’XI sec.) ha dominato i mari del Nord. Per maggiori informazioni sui due musei visita i siti norskfolkemuseum.no e www.khm.uio.no.
6 Oslofjord
La gita in barca del fiordo di Oslo è un’altra tappa irrinunciabile di una visita in città. Ovviamente conta molto il periodo dell’anno. Per godere appieno delle attrazioni e delle spiagge di Hovedøya, Gressholmen, Langøyene ecc. tocca venire durante il periodo estivo. Beninteso, anche nelle altre stagioni il tour di Oslofjord conserva il suo fascino, ma sono senza dubbio i mesi estivi quelli che consentono la piena conoscenza del territorio con la possibilità di salpare da un’isola all’altra. Oltre a muoversi in autonomia (per pianificare gli spostamenti via terra e via mare visita ruter.no/en/) non mancano le escursioni organizzate, sicuramente preferibili se il tempo a disposizione è poco. A riguardo è consultabile il sito: nyc.no/en. Da non perdere le casette in legno sul lungomare di Drøbak, tra le cartoline più famose dell’intera Norvegia.
7 TusenFryd Park
Oslo è una città a misura di bambino. La cura agli spazi pubblici, il verde, le strutture sportive all’avanguardia, tutto è pensato anche in funzione dei più piccoli. TusenFryd Amusement Park è in assoluto il non plus ultra per i ragazzi che qui, a una decina di chilometri dal centro cittadino, troveranno un’ampia varietà di giostre e giochi per trascorrere una giornata all’insegna del divertimento. Ci sono anche attrazioni per gli adulti, come le montagne russe con diversi punti a gravità zero. Unico inconveniente: i tempi di attesa. Il parco, infatti, è molto frequentato specie durante i mesi estivi (da giugno a settembre) che poi sono quelli in cui l’orario di apertura è prolungato rispetto agli altri mesi dell’anno. Insomma capita di dover attendere un po’ prima di accedere a questo o a quel gioco, ma ne vale assolutamente la pena. Per maggiori informazioni: tusenfryd.no/no
8 Cosa mangiare
“Eat local” è ormai un mantra di quasi tutte le riviste, guide e blog di viaggi. Nel caso di Oslo, e della Norvegia in generale, non si rimane delusi. Assolutamente da provare salmone, aringhe e stoccafisso, senza dimenticare l’altrettanto diffusa carne di renna. Del resto, per ciascuno di questi alimenti, la Norvegia ha sviluppato in tempi non sospetti fiorenti attività industriali con occhio rivolto soprattutto all’export più che al mercato interno. Ciò detto, mangiare i piatti tipici della cucina norvegese in loco rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Vale anche per la carne di balena, di cui i norvegesi sono assai ghiotti. La caccia alle balene è un’altra voce importante dell’economia nazionale anche se la pratica, per quanto radicata, è profondamente osteggiata soprattutto all’estero. Perciò assaggiare o meno il filetto di balena è faccenda più complessa del semplice gusto. Investe ragioni etiche a difesa delle quali si mobilitano diverse associazioni ambientaliste (su tutte Greenpeace) in Norvegia, Giappone e ovunque venga consumata la carne del cetaceo.
1 Non guidare dopo aver bevuto
Difficile dire “cosa non fare” nella capitale norvegese. La Norvegia, infatti, nel 2017 è balzata al primo posto nella speciale lista stilata dall’ONU che mette in fila le nazioni col più alto indice di felicità e benessere. Non a caso, il “World Happines Report”, questo il nome della ricerca, più che guardare al PIL (e anche da questo punto di vista la Norvegia se la gioca al vertice) incrocia altri indicatori quali assenza di corruzione, qualità del lavoro, vita spirituale, libertà personali ecc. E, a proposito di libertà personali, bisogna considerare anche il consumo di alcol che, specie nei fine settimana, registra una notevole impennata. Le autorità norvegesi, però, hanno deciso di prendere le misure al fenomeno. Per carità nessun divieto particolare, eccetto che per la guida. Al volante anche una birra è di troppo. Perciò nel caso decidiate di girare Oslo in auto tenete a mente quest’aspetto, pena multe salatissime. Tra l’altro, ordinare una bottiglia di vino a ristorante nove volte su dieci fa lievitare notevolmente il conto. Un motivo in più per non bere!
2 Attenzione a visitare Oslo d’inverno
È un consiglio che va preso col classico “beneficio d’inventario”. Può darsi infatti che siete appassionati di sport invernali o, più alla larga, che sono proprio le atmosfere di quel periodo ciò di cui siete alla ricerca, nel qual caso il nostro suggerimento non conta nulla. Per esempio, quando abbiamo parlato della navigazione del fiordo di Oslo abbiamo fatto riferimento alla cittadina di Drøbak. Beh, tra le immagini più suggestive della località c’è proprio quella col ghiaccio che invade il porticciolo. Ciò detto, è evidente che da maggio a settembre Oslo si gira in maniera decisamente più agevole. Non solo. Anche i colori si ravvivano molto rispetto alla grigia cappa di umidità (che comunque non va del tutto via) tipica delle giornate invernali.
3 Non improvvisare il viaggio
Il viaggio in Norvegia non si improvvisa. Noi ci siamo limitati a parlare di Oslo ma, quasi sempre, i turisti decidono di utilizzare i giorni a disposizione per vedere anche altro. In linea di massima le tappe sono Oslo, Bergen e le meravigliose isole Lofoten. In mezzo una marea di escursioni, tour, visite guidate che è meglio pianificare prima. Oltre che per evitare di girare a vuoto, magari facendo due volte lo stesso percorso, per ragioni squisitamente economiche. La Norvegia infatti è una meta cara, e perciò conviene organizzarsi per tempo cominciando, ovviamente, dalla scelta dell’hotel.