Per almeno un ventennio, dagli anni ’60 agli ’80 del secolo scorso, Marbella è stata la regina spagnola del jet-set internazionale. Attori, registi, produttori, ma anche sceicchi, diplomatici e uomini d’affari hanno trascorso le loro vacanze estive in questa ridente cittadina della Costa del Sol, distante circa 60 chilometri da Malaga. Dunque una località esclusiva che però, nel tempo, ha pagato un prezzo alto per la sua popolarità: eccessiva espansione edilizia e qualche caso di corruzione hanno macchiato una favola nata grazie all’intuito di un nobile, il principe Max Egon Langeburg, che per primo si accorse delle potenzialità turistiche del territorio. Detto brevemente del passato, veniamo all’attualità: il turismo continua a essere la principale risorsa di Marbella e anche se a frequentarla non sono più soltanto vip, la città resta tuttora una meta ambita. Merito della combinazione di almeno 3 fattori: clima gradevole, servizi turistici all’avanguardia e un bellissimo centro storico che tradisce l’influenza araba comune a tutta la regione andalusa. Di seguito scopriamo insieme i principali punti di interesse di Marbella. Buona lettura.
Marbella
8 cose da fare e vedere a Marbella e 1 da non fare
1 Plaza de los Naranjos
Il nostro tour alla scoperta di Marbella non può che partire da Casco Antiguo, il centro storico cittadino. Siamo alle spalle degli hotel che si susseguono lungo la costa, ed è proprio il contrasto tra la modernità del turismo e la storicità della parte vecchia uno dei motivi di maggior fascino della città. La rete viaria del Casco Antiguo, fatta di strade strette e tortuose, risente chiaramente della lunga dominazione araba. A fare da contraltare all’impronta moresca, però, ci sono gli edifici rinascimentali, costruiti successivamente alla “Reconquista” del 1485. In particolare, quelli di Plaza de los Naranjos, il cuore politico di Marbella. Qui hanno sede, infatti, l’Ayuntamiento (Municipio) e la Casa del Corregidor (Casa del Sindaco). Qui, inoltre, si trova l’Ermida de Santiago (Eremo di Santiago), la chiesa più antica della città. Insomma, guai ad appiattire l’immagine di Marbella sulla sola dimensione vacanziera e, per altro verso, guai a ridurne la storia alla sola dominazione musulmana. Da vedere e da scoprire c’è molto di più a cominciare dalla Iglesia de Nuestra Señora de la Encarnación di cui parleremo più diffusamente nel prossimo punto.
2 Chiesa Nostra Signora dell’Incarnazione
L’Iglesia de Nuestra Señora de la Encarnación si trova ad appena 100 metri da Plaza de los Naranjos. Del resto, basta volgere lo sguardo al cielo per scorgerne il campanile, imprescindibile punto di riferimento dello skyline di Marbella (vedi foto). E, proprio il campanile, insieme alle navate molto alte, alle cappelle laterali riccamente decorate e alla pala in legno e oro che orna l’altare maggiore suggeriscono un’idea di maestosità che compensa le dimensioni tutto sommato ridotte dell’edificio. Quasi una cattedrale pur non avendone titolo e grandezza; certamente tra le chiese più belle dell’intera provincia di Malaga. Durante la “Semana Santa” questa chiesa che, ricordiamo, dà anche il nome alla piazza in cui è ubicata (Plaza de la Iglesia), è al centro dei festeggiamenti che si svolgono in città. Un motivo ulteriore di fascino che rende la visita dell’edificio tappa obbligata di una vacanza a Marbella. Per saperne di più consultare il sito: encarnacionmarbella.com.
3 Cappella San Juan de Dios
Ad appena 100 metri da “La Encarnación”, al civico 2 di Calle Misericordia, la “Capilla San Juan de Dios” è un’altra tappa obbligata del centro storico di Marbella. Noto ai locali come “El Hospitalillo”, quest’edificio di culto venne costruito nel XVI secolo con lo scopo primario di fornire assistenza sanitaria e beneficenza alla popolazione locale. A distanza di secoli, esaurita la funzione sociale per cui venne concepita, questa cappella si è “naturalmente” trasformata in un’attrazione turistica. A colpire sono soprattutto i dettagli decorativi e architettonici che rimandano a quella mescolanza di stili – rinascimentale, gotico e mudejar – che è un po’ la cifra estetica di tutta l’Andalusia. Bellissimo il soffitto a cassettoni all’interno. Da vedere!
4 Museo del Grabado Español Contemporáneo
Restiamo nel Casco Antiguo di Marbella, per la precisione in Calle Hospital Bazán, a circa 200 metri dalla Capilla San Juan De Dios di cui abbiamo appena parlato. Qui dal 1992 c’è il Museo del Grabado Español Contemporáneo, piccola ma dinamica realtà museale nata grazie al mecenatismo dello storico dell’arte José Luis Morales y Marín. La collezione verte soprattutto su incisioni, litografie, serigrafie, xilografie dell’arte spagnola per una finestra temporale che dal XV secolo arriva fino a oggi. Presenti anche lavori di artisti di fama planetaria quali Picasso, Dalì e Mirò. Per maggiori informazioni sulla storia, la collezione, le attività, gli orari e i prezzi del museo consultare il sito: www.mgec.es.
5 Parco Arroyo de la Represa
Tra i punti a favore di Marbella c’è anche quello di essere una località adatta a una vacanza coi bambini. Non solo per il clima gradevole, il centro storico facilmente girabile a piedi o per le spiagge (vd. punto 8) quanto, soprattutto, per la presenza del Parque Arroyo de la Represa, distante circa un chilometro dal Museo del Grabado di cui abbiamo appena parlato. Il parco, realizzato sopra un ruscello (“La Barbanica”) che attraversava una parte della città, rappresenta un’opportunità importante per trascorrere una giornata a contatto con la natura. All’interno, dicevamo, c’è una grande area attrezzata per il divertimento dei più piccoli e inoltre non mancano bar, campi da tennis e due laghetti artificiali. C’è anche un Museo del Bonsai e un ponte stradale – “Puente del Sagrado Corazon”, il suo nome (vd. foto) – che l’attraversa. Da vedere!
6 Moschea di Re Abdelaziz
Quando si parla dell’influenza araba in Andalusia non bisogna pensare solo alle meravigliose tracce architettoniche di Granada e Cordoba. Negli anni ’80 del secolo scorso, infatti, le località della Costa del Sol hanno registrato una massiccia presenza di turisti provenienti da Emirati Arabi e Golfo Persico. Una colonia turistica con elevata capacità di spesa che a Marbella ha investito moltissimo sul mercato immobiliare imprimendo il proprio stile a ville, palazzi e locali acquistati. Uno stile che recupera l’eredità culturale araba-andalusa ibridandola, però, con l’architettura contemporanea europea e quella dei paesi di provenienza. Una miscellanea di stili di cui la Moschea di Re Abdelaziz, circa 5 chilometri a ovest di Marbella, rappresenta la punta più avanzata. Questa moschea è stata costruita nel 1981 in onore del re saudita Fahd. Da vedere!
7 Puerto Banus
In apertura abbiamo fatto riferimento alla “golden age” di Marbella, il ventennio dagli anni ’60 e ’80 del secolo scorso durante i quali la città si è affermata come la capitale spagnola del jet set internazionale. Il villaggio di Puerto Banus, distante circa 6 chilometri dalla città, è l’emblema di questa deriva del lusso. Costruito nel 1970 dall’imprenditore locale Josè Banus, il villaggio fu progettato dall’architetto svizzero-russo con passaporto messicano Arnold Schreck. Un designer molto attivo tra Beverly Hills e Acapulco capace di trasportare le medesime suggestioni di forme e colori anche sulla Costa del Sol. La vita economica e sociale della località ruota attorno all’omonimo porto turistico che, con una capienza di quasi 1000 posti barca, ospita yacht e imbarcazioni di nababbi provenienti da tutto il mondo. Tutt’attorno il porto negozi, bar e ristoranti pensati per persone con elevata capacità di spesa che amano trascorrere le loro giornate estive in questo vero e proprio tempio del consumismo di lusso (ovviamente, c’è pure il casinò). Tempio frequentato però anche da turisti normali a caccia di vip a cui chiedere uno scatto o un autografo da conservare a suggello della vacanza. Da vedere!
8 Le spiagge di Marbella
Scrivendo di Marbella non si può non accennare alle sue spiagge. Sono più di venti in appena trenta chilometri di litorale e sono tutte eccellenti quanto a pulizia (dei fondali e dell’arenile) e servizi disponibili. A cominciare dalla Playa de Puerto Banus, la località di cui abbiamo appena parlato. Una “spiaggia-vetrina” frequentata da persone facoltose, in cui è frequente incrociare vip del mondo dello sport e dello spettacolo. Oltre Puerto Banus, a ovest di Marbella, c’è Playa Nueva Andalucia, conosciuta anche col topos di “El Duque”, mentre proprio al centro della città, dunque senza necessità di muoversi con l’auto o i mezzi pubblici, meritano un cenno Playa del Cable (o “Bounty Beach”) e Playa de Rio Real, distante appena cinque minuti dall’altra. Queste due spiagge, in realtà, fanno parte di un più esteso tratto di litorale sabbioso conosciuto come “Los Monteros” in cui sono ricomprese anche Playa Realejo, Playa Cortijo Blanco, Playa El Ancon eccetera. Menzione speciale anche per Playa el Alicate, circa 10 chilometri a est di Marbella. Oltre che per lo scenario esotico, con le palme che costeggiano il mare, questa spiaggia è celebre anche per il centro residenziale alle sue spalle. Per dirne uno soltanto, Antonio Banderas è tra i vip che hanno casa da queste parti. Insomma, Marbella è soprattutto un eccellente località balneare e perciò guai a non approfittarne. Non te ne pentirai!
1 Occhio alle “trappole” per turisti
Controindicazioni vere e proprie per una vacanza a Marbella non ce ne sono. La città è sicura, discretamente frequentata anche d’inverno (nonostante sia una località prevalentemente estiva) e ben collegata con Malaga, Ronda e il resto dell’Andalusia. L’unica cosa a cui fare un minimo di attenzione sono le cosidette “trappole per turisti”: parliamo di bar dove un caffè e un succo di frutta possono costare uno sproposito e ristoranti che invece promettono molto e mantengono pochissimo. Il consiglio, come sempre in questi casi, è leggere le recensioni on line, magari integrandole, se ce n’è modo, con le dritte di un “insider” sempre che, ovviamente, quest’ultimo non abbia interessi specifici a riguardo.