Mantova

Foto di Rosy Torelli
Mantova

11 cose da fare e vedere a Mantova

Arte, storia e cultura: sono questi i fiori all’occhiello di Mantova. Visitare la città natale del poeta Virgilio porta via un weekend, tempo più che sufficiente per apprezzare a pieno la seconda Venezia, stando alla celebre definizione di Montesquieu. Il filosofo francese rimase giustamente entusiasta alla vista dei tre piccoli laghi artificiali – Superiore, di Mezzo e Inferiore – realizzati in epoca medievale deviando il corso del fiume Mincio. Un’opera di ingegneria che ha conferito alla città un’immagine sui generis e che ancora oggi, a distanza di secoli, stupisce i visitatori, specie quelli che fanno il loro ingresso in città dal Ponte di San Giorgio. Quanto alle cose da vedere, quello che andiamo a proporre di seguito è giocoforza un elenco parziale. La città, infatti, è una delle più importanti del Rinascimento, con una quantità di stimoli culturali che ha pochi eguali in Italia e in Europa. Un vero e proprio museo urbano diffuso, non a caso, nel luglio 2008, inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità Unesco. Buona lettura.

1 Palazzo Ducale

Foto di Herbert Frank
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Cinquecento stanze distribuite su circa 35.000 metri quadrati. Pochi numeri che però danno bene l’idea della grandezza del Palazzo Ducale di Mantova, secondo molti, per maestosità, al livello di quelli di Parigi e Vienna. Va da sé, come quasi sempre in questi casi, l’edificio è composto da ambienti distinti e separati costruiti in epoche diverse e poi collegati in modo organico a partire dalla metà del ‘500. Il nucleo originario del palazzo risale al XIII secolo quando a Mantova governava la famiglia Bonacolsi (1272 – 1328). Furono i Bonacolsi a gettare le basi della successiva dinastia dei Gonzaga il cui governo sulla città si protrasse dal XIV al XVIII secolo (1328 – 1707). I Gonzaga proseguirono l’estensione del Palazzo Ducale fino ad arrivare, come detto, alla metà del XVI secolo – specificatamente al 1556 – anno in cui il duca Guglielmo incaricò il prefetto Giovan Battista Bertani di unificare i diversi corpi di fabbrica fin lì realizzati. La risistemazione del palazzo proseguì per oltre 20 anni e fu portata a termine dall’architetto Bernardino Facciotto a cui fu dato mandato, invece, di integrare giardini, piazze, loggiati e cortili di questa immensa dimora signorile che si estende tra la riva del Lago Inferiore e Piazza Sardello. Purtroppo da vedere non è rimasto molto con le eccezioni significative del cliclo di affreschi del Pisanello all’interno del Palazzo del Capitano e, soprattutto, della Camera degli Sposi (o Camera Picta) di Andrea Mantegna, di cui parleremo più approfonditamente nel prossimo punto. Per info: www.mantovaducale.beniculturali.it.

2 Camera degli Sposi

Foto di Herbert Frank
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Come accennato in precedenza uno dei motivi per cui Palazzo Ducale è tappa imperdibile di un soggiorno a Mantova è la Camera degli Sposi, o Camera Picta, di Andrea Mantegna. Si tratta di una serie di affreschi che l’artista realizzò in una sala del Castello di San Giorgio, la torre di nord-est del complesso monumentale. All’opera, celebrativa della famiglia Gonzaga, il Mantegna dedicò ben nove anni (1465-1474) riuscendo in un’operazione difficilissima: indurre l’osservatore a ritenere che il gioco di luci e ombre dell’ambiente che ospita il ciclo di affreschi fosse appunto il risultato della composizione pittorica e non, invece, del posizionamento delle finestre ai lati. Non è finita, perché lo sguardo del visitatore viene guidato verso la parte alta della sala, dove Mantegna dipinse il tondo centrale raffigurante una serie di putti e altre figure umane che scrutano verso il basso. Questi giochi ottici e prospettici sono alla base del successo di questi dipinti che, come accennato, avevano la funzione di esaltare politicamente e dinasticamente i Gonzaga. Per maggiori informazioni: Camera Picta.

3 Cattedrale di San Pietro

Foto di Mattana
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Oltre al complesso monumentale di Palazzo Ducale, su Piazza Sordello affaccia anche la Cattedrale intitolata a San Pietro (pure la piazza inizialmente era intitolata al santo apostolico). Il duomo di Mantova ha origini paleocristiane anche se, come sempre accade quando si ha a che fare con edifici storici, l’aspetto attuale è frutto di diverse sovrapposizioni stilistiche che a loro volta rimandano agli interventi effettuati nel corso dei secoli. Per dire: il campanile ha un’impronta romanica; la facciata, invece, è tardo-barocca; la fiancata destra, infine, tradisce un’evidente impronta gotica. Quanto all’interno è a croce latina e diviso in 5 navate, di cui le due laterali esterne e quella centrale con soffitto a cassettoni, mentre le due navate laterali interne sono con volte a botte. Detto sinteticamente delle sovrapposizioni stilistiche, l’importanza del duomo di Mantova è legata soprattutto alla sepoltura di alcune delle personalità più illustri della città con la prevalenza, ca va sans dire, degli esponenti della famiglia Gonzaga. Infine una curiosità: la cattedrale mantovana ospita il sacrario del santo cittadino che non è, come si potrebbe essere indotti a pensare San Pietro, ma Sant’Anselmo da Lucca. Da vedere!

4 Basilica di Sant’Andrea

Foto di Graeme Churchard
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Pur essendo la chiesa più grande di Mantova, l’importanza della basilica concattedrale di Sant’Andrea non è tanto legata alle sue dimensioni ma alla reliquia del Sangue di Cristo, secondo tradizione portata in città dal centurione romano Longino. Fu quest’evento di grande significato religioso a suggerire, nel 1057, l’edificazione della chiesa proprio per accogliere i pellegrini che giungevano in città per venerare il frammento sacro. Ovviamente del primo impianto gotico è rimasto ben poco. Al contrario, la chiesa come la conosciamo oggi fu progettata nel 1462 dall’architetto Leon Battista Alberti ed è unanimemente considerata uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale. Anche qui, va detto, i lavori si protrassero per secoli: basti considerare che la cupola, tra le più grandi in Italia, fu terminata solo nel ‘700, ben trecento anni dopo, quindi, il progetto iniziale. Oltre alla reliquia del sangue di Cristo merita una visita la Cappella di San Giovanni Battista che ospita la tomba del Mantegna. Le decorazioni di questa cappella sono per lo più opera del Correggio (1489 – 1534), anche se non mancano dipinti dello stesso Mantegna (Battesimo di Cristo e Sacra Famiglia e famiglia del Battista). Da vedere!

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5 Piazza delle Erbe

Foto di *Debs*
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A Mantova non c’è solo Piazza Sardello. Anche Piazza delle Erbe (o Piazza Erbe) merita una visita. Com’è facilmente intuibile dal topos, la piazza ha ospitato per secoli il mercato cittadino, mentre oggi sono bar, ristoranti e attività commerciali a disegnarne il profilo e a scandirne le giornate. Su questa piazza, inoltre, sorgono alcuni tra gli edifici storici più importanti della città: Palazzo del Podestà; Palazzo della Ragione; la Torre dell’Orologio (da cui si gode un bellissimo panorama) e la Rotonda di San Lorenzo. Di quest’ultima parleremo più diffusamente nel prossimo punto.

6 Rotonda di San Lorenzo

Foto di Maurizio Moro5153
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Come scritto poc’anzi, su Piazza delle Erbe si trova anche la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica della città. La fondazione risale alla fine dell’XI secolo, molto probabilmente per volere di Matilde di Canossa. Secondo tradizione, la potente duchessa volle la costruzione della chiesa sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme per sciogliere un voto fatto e non onorato causa decesso – dal padre Bonifacio. Va da sé, come sempre in questi casi, l’edificio nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni; nel 1579 venne addirittura sconsacrato su dispoziione di Guglielmo Gonzaga. Da qui un oblio durato oltre 300 anni con conseguenze irrimediabili sia alla struttura che agli affreschi che ne decoravano completamente l’interno. Di contro, nel 1926, la riconsacrazione dell’edificio ha consentito di salvare il salvabile passando dal dipinto che decora l’abside “San Lorenzo sulla graticola”, risalente al XV secolo, al colonnato che orna l’unica navata. Da vedere!

7 Palazzo Te

Foto di Zairon
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Altra tappa imperdibile di una vacanza a Mantova è senza dubbio Palazzo Te. Il nome, diversamente da quanto si sarebbe indotti a pensare, non deriva dalla bevanda ma dall’isola di Tejeto, uno dei quattro laghi – ora, come ribadito pure in apertura, sono tre – formatisi a seguito della deviazione del fiume Mincio. Qui, all’inizio del ‘500, Francesco II Gonzaga (1500 – 1540) aveva fatto costruire delle stalle per i cavalli di famiglia (l’isola era collegata da un ponte alle mura cittadine) salvo chiedere, anni dopo, al pittore e architetto Giulio Romano (1499 – 1546) di risistemare questi ambienti in funzione dello svago di corte. Da questo input nacque Palazzo Te per la cui realizzazione occorsero circa dieci anni, dal 1525 al 1535. Tante le cose da vedere sia all’esterno, tra logge e ampi giardini, che all’interno, in particolare le sale affrescate: Sala di Amore e Psiche; Sala dei Cavalli; Camera dei Giganti. Il dettaglio (si fa per dire) è che dalla botanica ai cicli decorativi tutto porta la firma del Romano. Da vedere! Maggiori info: www.centropalazzote.it.

8 Loggia delle Pescherie

Foto di Geobia
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Tra gli edifici storici di Mantova merita un cenno anche la Loggia delle Pescherie. Perlomeno tre i motivi per cui vale la pena una sosta: il primo ha a che fare con la firma dell’edificio; questa costruzione, infatti, fu progettata dal geniale Giulio Pippi de’ Jannuzzi, detto Il Romano, di cui abbiamo già parlato a proposito di Palazzo Te. Perciò, in ragione della continuità architettonica tra i due edifici non è sbagliato visitare la Loggia delle Pescherie  – che, come suggerisce il nome, era dedicata al commercio del pesce -, in abbinamento a Palazzo Te. Il secondo motivo riguarda invece la gradevolezza del contesto. La loggia sovrasta il Rio, il piccolo canale d’acqua che attraversa Mantova: uno scorcio molto pittoresco da fotografare o, come si dice oggi, decisamente instagrammabile. Il terzo motivo è invece legato al recupero del bene portato avanti dal 2016 dall’omonima Fondazione con l’obiettivo ambizioso di trasformare un luogo del passato in una risorsa per il futuro innanzitutto per i mantovani e poi, ovviamente, per i turisti che visitano la città. Da vedere!

9 Casa del Mantegna

Foto di Herbert Frank
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In apertura abbiamo accennato al fatto che Mantova è un vero e proprio museo urbano diffuso, non a caso tutelato dall’Unesco. Di questo museo fa parte anche la Casa del Mantegna. L’immobile risale al 1476 anno in cui Ludovico Gonzaga regalò all’artista veneto il terreno su cui edificare l’immobile, forse per ringraziarlo della realizzazione della stupenda Camera degli Sposi (vd. punto 2). L’abitazione, a pianta quadrata, si sviluppa su due piani e al centro si apre uno splendido cortile circolare. Prendendo a prestito le parole di un altro grande pittore, Giorgio Vasari, la Casa del Mantegna interpreta un bisogno di autorappresentazione e autolegittimazione dell’artista giunto alla corte dei Gonzaga. In altri termini, sulla sua dimora mantovana Mantegna esibisce, riversa lo status artistico e culturale raggiunto. A conferma di ciò l‘incisione “Ab Olympo” presente sull’architrave di un portale del cortile: il richiamo è alla bottega dello scultore ateniese Fidia artefice di una leggendaria scultura di Zeus. Per maggiori informazioni su orari di visita, attività ed esposizioni consultare il sito: www.casadelmantegna.it.

10 Sabbioneta

Foto di Milo & Silvia in the world
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Sotto tutela Unesco dal 2008 come Mantova (distante appena una trentina chilometri); inserita nel circuito dei Borghi più belli d’Italia e, per finire, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano: pochi cenni, eppure sufficienti a spiegare perché Sabbioneta meriti assolutamente una visita. Com’è intuibile, il fascino della località è legato soprattutto alle vestigia rinascimentali e il merito storico va al duca Vespasiano Gonzaga Colonna (1531 – 1591) che volle fare di questo piccolo borgo il suo luogo d’elezione trasformandolo da centro rurale in città fortificata. Una piccola fortezza inserita nelle rotte commerciali tra i vari ducati della Pianura Padana e per questo ben più importante di quanto suggerisse la sua estensione territoriale. Diverse le cose da vedere. A volo d’uccello, senza pretesa d’esaustività: le due porte d’ingresso, porta Vittoria e porta Imperiale; Palazzo Ducale; Palazzo del Giardino e il Teatro Olimpico progettato dall’architetto vicentino Vincenzo Scamozzi (1548 -1616). Da vedere!

11 Cosa mangiare a Mantova

Mantova non è solo ricca di arte; anche dal punto di vista enogastronomico la città lombarda vanta diversi primati che rimandano a una tradizione agricola antichissima: vino, pere (IGP), meloni, cipolle, cereali sono tanti i prodotti della terra prodotti da secoli in questo spicchio di Pianura Padana. Per non parlare della produzione di formaggi (nel mantovano vengono prodotti sia il Parmigiano che il Grana)  e degli allevamenti suini (famoso il salame mantovano) altre produzioni che concorrono a definire l’identità gastronomica del territorio. Insomma, oltre a monumenti e opere d’arte a Mantova si mangia veramente bene e questo è senz’altro un valore aggiunto nella scelta di una vacanza. Per approfondireStrada dei Vini e sapori Mantovani

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