Granada

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Granada

10 cose da fare e vedere a Granada e 1 da non fare

Gran parte dell’appeal di Granada viene dal suo passato storico. C’è addirittura chi la considera un compendio quasi perfetto della storia spagnola, un giudizio che proietta la città oltre l’appartenenza all’Andalusia. Anzi, negli ultimi vent’anni, complice l’esplosione del turismo, la dimensione di Granada è andata sempre più internazionalizzandosi, come dimostrano i dati relativi al flusso di visitatori. L’altro aspetto che rende Granada diversa dalle restanti province andaluse è il clima leggermente continentale. La città, infatti, si trova a circa 700 metri sul livello del mare ed è protetta dalle cime della Sierra Nevada. Insomma, si sta un po’ più freschi rispetto ad altre località del sud della Spagna, il che certamente non guasta. Di seguito, vediamo insieme le principali attrazioni di Granada partendo, ovviamente, dal suo simbolo più famoso, l’Alhambra. Buona lettura.

1 Alhambra

Foto di enriquelopezgarre
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Sono due le ragioni per cui abbiamo messo l’Alhambra al primo posto tra le cose da fare a Granada. In primis, perché si tratta di uno dei monumenti di arte araba più importanti al mondo; il secondo motivo è che l’affluenza “monstre” suggerisce di visitare il sito prima di tutte le altre attrazioni, in modo da non rimanere bloccati in code lunghissime o, peggio ancora, essere tagliati fuori dal numero chiuso giornaliero imposto alla struttura. Ciò detto, l’Alhambra è assolutamente all’altezza della sua fama. Ad accorgersene per primi furono proprio i sovrani cattolici Ferdinando e Isabella di Castiglia che, ultimata la Reconquista, elessero la struttura a Palazzo Reale impedendone, in questo modo, l’oblio. Tantissime le cose da vedere, a cominciare dalla zona militare dell’Alcazaba, proseguendo per la Medina dove, durante il secolare regno dei Nasridi, c’erano le dimore dei nobili alla corte dei sultani. E sono proprio due edifici della Medina – Palacio de Comares e Palacio de los Leones – a costituire l’attrazione principale dell’Alhambra. Entrambi, infatti, testimoniano la ricchezza decorativa di questa fortezza di mattoni rossi a 150 metri sul livello del mare (l’etimo “al-hamra” significa, appunto, “la rossa”). Ci riferiamo in particolare alla Mexuar, il salone di giustizia nel primo palazzo, e al cortile all’interno del secondo palazzo in cui, invece, fa bella mostra di sé il Patio de los Leones, fontana con 12 leoni. Non è finita perché all’interno dell’Alhambra c’è pure un Museo di Belle Arti, ospitato nel palazzo rinascimentale fatto costruire in seguito dal sovrano spagnolo Carlo V; mentre, appena all’esterno delle mura, ci sono i magnifici giardini della Generalife, dimora che i sultani arabi utilizzavano come luogo di riposo e ristoro. Da non perdere!

2 Albaicin

Foto di Allie_Caulfield
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Albaicín (o Albayzín) è l’antico quartiere musulmano di Granada. Sorge sulla collina di fronte all’Alhambra e, al pari di questa e dei giardini di Generalife, è sotto tutela UNESCO. La visita della zona porta via almeno mezza giornata. Il motivo, più che nell’elenco di cose da vedere, che sono comunque molte, va ricercato nella quantità di dettagli urbanistici e architettonici offerti da strade e piazze (vedi foto). Un vero e proprio paradiso per gli amanti della fotografia che tra i grandi palazzi (Carmenes) che fiancheggiano le strade del quartiere e i due belvedere de la Lona e di San Nicolas hanno davvero di che sbizarrirsi. Il primo belvedere abbraccia tutta la città bassa, mentre il più famoso Mirador de San Nicolas regala una veduta magnifica dell’Alhambra e della Sierra Nevada. Menzione particolare, infine, per Calle Calderería Nueva e per il Bañuelo, i Bagni Arabi dell’Albaicín. La prima è una strada pedonale famosa per la presenza di negozi che servono tè di tutti i tipi (conosciuta anche come “Calle de las Teterías”). Il Bañuelo, invece, si trova in Calle del Darro e rappresenta una straordinaria testimonianza di come anticamente era strutturato un hammam. Da vedere!

3 Sacromonte

Foto di -JvL-
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La visita del centro storico di Granada non può dirsi completa senza il quartiere di Sacromonte, nel versante orientale della città. Storicamente è famoso per essere il quartiere gitano di Granada, anche se la sua storia è un po’ più complessa. È vero, infatti, che a Sacromonte (o Sacramonte) vivevano in prevalenza gli zingari ma dalla fine del ‘500 a questi si unirono ebrei e musulmani estromessi dalle mura cittadine. Il quartiere quindi si popolò più densamente e ciò avvenne assecondando le tecniche edilizie fin lì utilizzate dai gitani granadini. E cioè scavando grotte nei fianchi della collina ricavandone abitazioni ognuna diversa dall’altra. A incidere, infatti, erano soprattutto due fattori: la composizione del nucleo familiare e i vincoli orografici della parte scavata. Col boom turistico le cuevas di Sacromonte (vedi foto) sono diventate l’attrazione principale della zona, con tanto di museo dedicato in cui vengono spiegate in dettaglio sia le condizioni di vita che le attività tradizionali degli abitanti. Tra queste, menzione d’onore per la zambra, variante locale del flamenco, tuttora ballata nei ristoranti e nei locali notturni del quartiere. Merita inoltre una visita l’Abbazia di Sacromonte che, insieme all’Alhambra, alla Cattedrale (vedi prossimo punto) e alla Cartuja (vedi punto 6) completa idealmente il tour dei monumenti sacri di Granada.

4 Cattedrale di Santa Maria dell’Incarnazione

Foto di Patxi Cañada
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Insieme alla scelta dell’Alhambra quale nuovo Palazzo Reale, con l’edificazione della Catedral de Santa Maria de la Encarnación i sovrani Ferdinando e Isabella di Castiglia vollero dare un altro segno tangibile della vittoria dei cristiani sugli arabi. Una vittoria che veniva esaltata soprattutto nei suoi risvolti spirituali, lasciando sullo sfondo le vicende militari che pure avevano avuto un ruolo nella “Reconquista”. La presenza di numerosi edifici attorno alla Cattedrale impedisce di apprezzarne a pieno la monumentalità con l’evidente eccezione della facciata principale barocca che annuncia la chiesa in Plaza de las Pasiegas. Per altro verso, però, la circostanza induce i visitatori a concentrarsi immediatamente sugli interni, in cui a stupire è soprattutto la Cappella Maggiore che non va confusa con la Capella Reale adiacente alla chiesa e di cui parleremo nel prossimo punto. Le vetrate che ornano la Capilla Mayor raccontano tutta la parabola religiosa di Gesù Cristo: dalla predicazione del Battista alle vicende principali della vita terrena. Sempre all’interno della Cappella Maggiore, inoltre, ci sono le statue dei 12 apostoli la cui collocazione vale come riconoscimento simbolico del ruolo svolto nella costruzione spirituale della Chiesa cattolica. Da un punto di vista architettonico, invece, la Cattedrale di Granada è l’esito della sovrapposizione di diversi stili: oltre al barocco di cui abbiamo già detto, sono presenti numerosi elementi platereschi e neoclassici in linea col periodo rinascimentale in cui vide la luce il progetto originario della chiesa per mano dell’architetto Diego De Siloe. Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale: catedraldegranada.com.

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5 Cappella Reale

Foto di Javi Guerra Hernando
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La Cappella Reale è un’altra tappa imperdibile di un viaggio a Granada. Costruito tra il 1505 e il 1517 quest’edificio ospita i corpi dei coniugi Ferdinando e Isabella di Castiglia. La decisione di farsi seppellire in città fu presa dai due sovrani con apposito regio decreto il 13 settembre 1504. Quello stesso anno Isabella morì mentre, particolare curioso, il consorte Ferdinando spirò un anno prima che i lavori della cappella venissero ultimati. I sarcofagi de Los Reyes Católicos furono realizzati in marmo di Carrara dallo scultore italiano Domenico Fancelli. Ferdinando è rappresentato in posa militaresca con spada e mantello, mentre di Isabella viene esaltata la semplicità coerentemente con la scelta fatta a suo tempo dalla regina di farsi seppellire in saio francescano. La Capilla Real di Granada ospita anche la pinacoteca di Isabella di Castiglia con opere di inestimabile valore tra cui un Botticelli e un Perugino. Nella Cappella Reale – che, ricordiamo, si trova proprio accanto alla Cattedrale – sono inoltre sepolti Giovanna di Castiglia, figlia di Ferdinando e Isabella, e il consorte Filippo d’Asburgo. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari e le modalità di visita consultare il sito: capillarealgranada.com (disponibile la versione in inglese).

6 Monastero de la Cartuja

Foto di Martin Haisch
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Il Monasterio Nuestra Señora de la Asunción, più noto come Monasterio de la Cartuja, si trova un paio di chilometri a nord della cattedrale cittadina. Da un punto di vista architettonico viene considerato la massima espressione del barocco andaluso anche se è più corretto parlare di una fusione di stili diversi – gotico, rinascimentale e, infine, barocco – esito inevitabile degli oltre 300 anni occorsi all’ultimazione dell’edificio (dal XVI al XIX secolo). Diverse le cose da vedere: l’altare-baldacchino in legno dorato; la cupola del sagrario affrescata dall‘artista di Cordova Antonio Palomino; i quadri di Juan Sánchez Cotán e Pedro Atanasio Bocanegra per arrivare, infine, alla sagrestia unanimemente riconosciuta come il pezzo forte della visita. Realizzata dal maestro del barocco andaluso Francisco Hurtado Izquierdo, quest’ambiente rettangolare colpisce per l’armonia tra elementi architettonici, pittorici e scultorei. Un equilibrio dinamico perfetto che a molti storici dell’arte ha suggerito il confronto, tra continuità e fratture, con l’arte nasrida dell’Alhambra. Da vedere!

7 Alcaiceria

Foto di Nicolas Vollmer
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Dopo il Monastero de la Cartuja facciamo ritorno nel centro storico, per la precisione in Calle Alcaiceria a un centinaio di metri dalla Cappella Reale. Questa strada è quel che resta del Gran Bazar di Granada, l’antico mercato arabo della città che si estendeva da Plaza Nueva fino a Plaza de Bib la Rambla. Circa 500 metri di strada interamente occupati da negozi di ceramica e seta. Il termine Alcaiceria, infatti, deriva dall’arabo “al – kaisar – ia” che letteralmente significa “il posto di Cesare”. Storicamente si tratta di un tributo rivolto all’imperatore romano Giustiniano per aver concesso alla comunità araba l’esclusiva sulla produzione e la vendita della seta. Attività proseguita fino al XIX secolo – ben oltre, quindi, il periodo nasrida – e poi interrottasi bruscamente a causa di un incendio che distrusse gran parte dell’area mercatale. La ricostruzione avvenne su scala ridotta, mentre la modernità ha fatto il resto per quel riguarda la mercanzia. Tuttavia, fermo restando l’omologazione degli oggetti venduti, ancora oggi in Calle Alcaiceria è possibile acquistare prodotti tipici come fajalauza (ceramiche dipinte), taracea (oggetti intarsiati in legno) e farolas (lampade di vetro colorato). Da vedere!

8 Parco Federico Garcia Lorca

Foto di Alimanja
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L’influenza araba e cristiana permea quasi per intero il racconto di Granada coi numerosi risvolti architettonici, artistici e culturali ai quali abbiamo fin qui accennato. C’è dell’altro, però, e riguarda il rapporto tra la città e il suo cittadino più eminente: il poeta, drammaturgo e scrittore Federico Garcia Lorca. Un legame strettissimo che oltre al dato esistenziale e poetico rimanda a una fase politica assai tormentata della storia nazionale: la guerra civile tra nazionalisti e repubblicani che tra il 1936 e il 1939 insanguinò la Spagna e che si risolse, com’è noto, con la lunga dittatura del generale Francisco Franco. Una delle vittime di quella vicenda fu proprio il granadino Federico Garcia Lorca che nell’agosto del 1936 venne assassinato dalle forze nazionaliste pagando con la vita le simpatie socialiste, nonché la sua omosessualità e l’appartenenza alla massoneria. Oggi a Granada c’è un parco pubblico dedicato allo scrittore (c’è anche la casa museo dove trascorse parte della sua giovinezza) e un centro ricerche in cui la memoria delle opere di Lorca viene coltivata assieme alla promozione di eventi culturali di respiro internazionale. Per maggiori informazioni consultare i siti: www.huertadesanvicente.com e centrofedericogarcialorca.es.

9 Vita notturna a Granada

Foto di Gregorio Puga Bailón
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A circa 500 metri dal Parque Federico Garcia Lorca di cui abbiamo appena parlato c’è Calle Pedro Antonio de Alarcón, la strada più frequentata dai giovani in città. Bisogna sapere, infatti, che oltre all’enorme affluenza dovuta al boom turistico degli ultimi anni, Granada è anche una città universitaria. Perciò tra residenti, studenti e turisti ne viene fuori un mix interessante che rende la vita notturna particolarmente frizzante. La movida poi certo non si esaurisce in Calle Pedro Antonio de Alarcón. Plaza Nueva, Plaza Bib-Rambla, Calle Elvira. Calle Calderia Nueva, Carrera del Darro sono gli altri punti di ritrovo pieni zeppi di pub, ristoranti, tapas bar e lounge bar aperti fino a tarda ora. Insomma, Granada è bella sia di giorno che di notte, il che rende la vacanza ancora più affascinante. Avvisati!

10 I dintorni di Granada

Foto di Jose Manuel mazintosh
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Nell’articolo su cosa vedere in Andalusia non ne abbiamo fatto menzione, perciò lo facciamo qua: se stai pensando di visitare questa regione del sud della Spagna o, più in dettaglio, stai pensando a Granada come tappa del tuo prossimo viaggio, ricorda queste due località: Baeza e Ubeda (vedi foto). Si trovano entrambe a poco più di 100 chilometri da Granada (direzione nord) e, soprattutto, sono entrambe sotto tutela UNESCO. Motivo: la spettacolare morfologia urbana, esito architettonico di lungo periodo dell’ibridazione tra dominazione moresca, reconquista spagnola e periodo rinascimentale. Spostandoci a sud, invece, meritano una visita i borghi dell’Alpujarra granadina, piccoli villaggi rurali in cui sono presenti molte tracce di epoca moresca, perlopiù riconducibili all’antica emigrazione dei contadini marocchini alle pendici della Sierra Nevada. Sierra Nevada che, ça va sans dire, da Granada rappresenta l’occasione ideale una gita fuori porta: il centro visitatori “El Domajo” si trova a una ventina di chilometri e costituisce il punto di riferimento per le escursioni all’interno del Parco Nazionale. Per il mare, infine, tocca far rotta verso Almuñecar, una settantina di chilometri a sud di Granada. È una famosa località balneare da cui, a sua volta, sono facilmente raggiungibili Malaga e Marbella.

1 Attenzione ai borseggiatori

Valgono per Granada le stesse precauzioni che abbiamo evidenziato per Siviglia: evitare di girare con molti contanti; lasciare incustodita la borsa ai tavolini di un bar; tenere il portafogli nel taschino posteriore dei pantaloni o indossare orologi, catene, bracciali di grande valore. Specie nelle zone dove c’è un gran via vai di persone, il rispetto di queste accortenze mette al riparo da sgradevoli sorprese. Per il resto, niente paura e buona vacanza!

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