Fino a non molti anni fa Edimburgo veniva considerata al più come preludio al tour delle Highlands, poi le cose hanno cominciato a prendere un’altra piega con l’autonomia concessa dal governo britannico alla Scozia nel 1997 a seguito di referendum. Il parlamento e il governo scozzese, seppur a sovranità limitata, hanno potuto lavorare a una nuova programmazione turistica che ha accompagnato lo sviluppo cittadino nel XXI secolo. Festival culturali, boutique, ristoranti e pub hanno contribuito in maniera decisiva a svecchiare l’immagine della città facendone nel giro di pochi anni una delle mete turistiche più ambite d’Europa, soprattutto dai giovani. Per altro verso, però, si è trattato di attualizzare il patrimonio artistico e letterario già presente. Grande impulso, in questo senso, è provenuto dall’Unesco che prima, nel 1995, ha riconosciuto le due distinte aree del centro cittadino (Old Town e New Town) “Patrimonio dell’Umanità” e poi, nel 2004, ha provveduto al secondo, ambito, riconoscimento quale “Città della letteratura”. Edimburgo, infatti, ha dato i natali a diversi scrittori di fama internazionale: da Walter Scott che con i suoi romanzi per primo alimentò il filone del turismo letterario attorno la città, ad Arthur Conan Doyle, papà di Scherlock Holmes. Senza dimenticare, infine, Irvine Welsh, l’autore di Trainspotting, corrosivo affresco della città a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, reso celebre dall’omonima pellicola del regista inglese Danny Boyle. Insomma, cultura e divertimento sono gli “asset” su cui Edimburgo ha risalito la china negli ultimi 20 anni. Per la lista degli hotel consigliati clicca qui. Ora vediamo più da vicino le cose da fare e vedere in città. Sito ufficiale della città: www.edinburgh.gov.uk
Edimburgo
8 cose da fare e vedere a Edimburgo e 4 da non fare
1 Castello di Edimburgo
In apertura abbiamo accennato al rapporto strettissimo che c’è tra Edimburgo e la letteratura. Vale ovviamente per gli scrittori indigeni, ma vale anche per chi, pur non essendoci nato/a, dalla città ha tratto grande ispirazione per i suoi romanzi. È il caso di J.K.Rowling, a cui la vista del maestoso “Edinburgh Castle” ha regalato molti appunti per la stesura di Harry Potter. Non solo. Abbiamo anche accennato all’importanza dei festival come attrattore turistico cittadino. Uno dei più importanti, il Royal Edinburgh Military Tattoo, si svolge sulla spianata (Explanade) del Castello che domina la parte medievale (Old Town) di Edimburgo. Si tratta di una parata internazionale a cui partecipano le bande militari di oltre 40 paesi al mondo e, scelta assai strategica, si svolge in contemporanea all’Edinburgh International Festival, rassegna teatrale che occupa quasi per intero il mese di agosto. Pochi cenni, eppur sufficienti a comprendere l’importanza storica e simbolica del Palazzo Reale di Edimburgo. Da non perdere, all’interno, lo “Scottish National War Museum”, il Museo Nazionale della Guerra di Scozia, come pure imperdibile è la “Pietra del destino” l’antico trono su cui venivano incoronati i sovrani scozzesi. Infine una curiosità: se alle 13.00 vi trovate nei paraggi del castello tappatevi le orecchie per il colpo di cannone, simpaticamente ribattezzato “one o’ clock gun” (o “lunch time bang”), che tutti i giorni, tranne la domenica, dà l’ora agli edimburghesi. Per maggiori informazioni sulle visite, gli orari e gli eventi che si svolgono all’interno del Castello visita il sito ufficiale: www.edinburghcastle.gov.uk
2 Palazzo di Holyroodhouse
Holyroodhouse Palace è una delle residenze ufficiali della regina Elisabetta II d’Inghilterra che trascorre qui, in quella che fu la storica dimora di Maria Stuarda (1542-1587), le sue giornate in terra scozzese. Ed è proprio alla tragica vicenda di quest’ultima che si ricorre per spiegare l’importanza della location. Nelle mura del palazzo, infatti, si sono verificati diversi episodi storicamente rilevanti tra cui l’uccisione di David Rizzio, coltissimo factotum dell’allora regina di Scozia Maria Stuart (Stuarda è la storpiatura italiana del cognome). Una ritorsione voluta dal secondo marito di quest’ultima, Lord Darnley che, in combutta con l’aristocrazia cittadina, decise di punire la moglie per l’eccessiva liberalità di uno stile di vita troppo proteso allo studio della letteratura e del canto. In realtà, a far da detonatore alla vicenda c’era l‘inasprimento dei rapporti tra cattolici e protestanti. Un conflitto che investiva anche la monarchia e che si risolse infine con l’uccisione di Maria Stuarda per mano della cugina Elisabetta I. Detto brevemente della storia, il Castello merita anche sotto il profilo architettonico, originale sintesi delle tradizioni francese e scozzese. Per saperne di più visita la pagina Edinburgh | Palace of Holyroodhouse (disponibile anche la traduzione italiana) dal sito www.royalcollection.org.uk .
3 Arthur’s Seat
Holyrood Palace si trova all’interno del parco omonimo (Holyrood Park) di cui fanno parte anche tre piccoli colli di origine vulcanica. Il più famoso dei tre è Arthur’s Seat che, con i suoi 250 metri di altezza regala una vista strepitosa, ben oltre il magnifico sky line di Edimburgo. Per questo motivo, Arthur’s Seat è meta quotidiana di molti turisti. Diversi i sentieri per arrivare in cima, nessuno dei quali presenta grandi difficoltà. Unica precauzione l’abbigliamento adatto, specialmente le scarpe che devono avere buona aderenza per non scivolare durante il cammino. La presenza di uno scenario naturalistico di così grande livello, per di più in pieno centro, è uno dei motivi di maggior fascino di Edimburgo. Se a questo dato aggiungiamo le storie accadute e le scoperte fatte in questi stessi luoghi, la suggestione aumenta ancora di più. Ci riferiamo, tra le tante, al ritrovamento, nel 1836, di 17 piccole bare per mano di un gruppo di ragazzini intenti a giocare proprio sulla collina di Arthur’s Seat. Dopo alcune congetture su stregoneria e rituali magici, emerse la verità: qualcuno aveva costruito quelle bare in miniatura per offrire, almeno simbolicamente, degna sepoltura ai malcapitati uccisi da William Burke e William Hare, coppia criminale che qualche anno prima del ritrovamento in questione aveva commesso una serie di omicidi in città per rivendere i corpi a un noto anatomista del tempo, tale dott. Robert Knox. Le bare sono oggi visibili nel National Museum of Scotland e sono soltanto una delle tantissime attrazioni di quest’edificio ampliato e ristrutturato alla fine degli anni ’90 del secolo scorso (vd. prossimo paragrafo).
4 National Museum of Scotland
Anche il Museo Nazionale testimonia quanto detto in apertura a proposito della “rinascita” di Edimburgo. Una rinascita dovuta a una nuova programmazione turistica capace di moltiplicare le occasioni di svago a disposizione dei turisti e, allo stesso tempo, rivalorizzare l’enorme patrimonio artistico e culturale ereditato dal passato. Non a caso, il National Museum of Scotland, inaugurato nel 1998, ha inglobato il Royal Museum di epoca vittoriana. Quasi tutte le opere del “vecchio” museo sono ora ospitate nella “Grand Gallery”, uno dei 7 piani che compongono la struttura. Il resto del museo, invece, passa in rassegna l’intera storia scozzese: dalle origini geologiche alla fine dello scorso millennio. Da “Animal World”, ala del museo dove sono esposti decine di scheletri di animali preistorici ormai estinti, alla storia della pecora Dolly, primo mammifero a esser stato clonato con successo da una cellula adulta presso il Roslin Istitute a soli 10 chilometri da Edimburgo. Non è finita perchè tra sculture, collezioni e brevi filmati sui momenti più significativi della vita scozzese c’è davvero tanto altro da vedere. Per maggiori informazioni su esposizioni e orari di apertura visita: www.nms.ac.uk/national-museum-of-scotland. L’ingresso è gratuito.
5 Cattedrale di St. Giles
La Cattedrale di Sant’Egidio è tappa imperdibile per chiunque visiti la prima volta Edimburgo. A renderla tale, più che l’architettura e le decorazioni all’interno, è la storia stessa dell’edificio, culla del presbiterianesimo scozzese fondato dal predicatore John Knox (1513 – 1572). Quest’ultimo, allievo di Calvino, introdusse questa particolare forma di protestantesimo che, a differenza di cattolicesimo e anglicanesimo, si distingue per il rifiuto dell’organizzazione gerarchica del clero. Questo dettaglio storico chiarisce l’uso improprio del termine “cattedrale”, dal momento che questa chiesa (conosciuta anche col topos di “High Kirk of Edinburgh”) non è sede vescovile (salvo due parentesi nel XVII secolo). Da vedere, all’interno, “Thistel Chapel”, la Cappella dell’Ordine Scozzese del Cardo. Si tratta del secondo ordine cavalleresco britannico, dopo quello della “Giarrettiera”. La presenza nello stemma del fiore nazionale (il cardo) lascia chiaramente intendere come la maggioranza dei componenti debba essere scozzese, nonostante sia prevista l’apertura a personalità esterne. Infine una curiosità. Nei pressi del portone occidentale della chiesa c’è un mosaico di ciottoli a forma di cuore. Il mosaico è un richiamo al romanzo “Heart of Midlothian”, in cui lo scrittore Walter Scott racconta la vecchia consuetudine cittadina di sputare verso il portone di una prigione (che appunto sorgeva dove ora c’è il mosaico) come forma di protesta per le esecuzioni che avvenivano all’interno. Peccato, però, che in seguito “Heart of Midlothian” sia diventato anche il nome di una delle due squadre di calcio di Edimburgo. Ad effetto di questa circostanza i tifosi dell’Hibernian, l’altra squadra cittadina, hanno pensato bene di tener viva l’abitudine dello sputo verso il mosaico, stavolta come sfottò nei confronti dei rivali calcistici. Per maggiori informazioni sulla storia, gli orari di apertura e le attività della chiesa visita il sito ufficiale: www.stgilescathedral.org.uk
6 Old Town
I luoghi fin qui descritti si trovano tutti nella parte antica della città, quella “Old Town” che si sviluppa attorno la “Royal Mile”, la strada che unisce il Castello di Edimburgo al Palazzo di Holyrood (così chiamata perché lunga 1,8 km misura standard del miglio). Old Town però merita una visita anche per la sua storia medievale, in particolare per la configurazione dei vicoli e le stradine che la compongono. Un’urbanistica sui generis dovuta alla riottosità degli edimburghesi a costruire fuori dalle cinta murarie. Da qui il prevalente sviluppo in altezza delle abitazioni, primo esempio storico di grattacieli residenziali. In mezzo, tra un palazzo e l’altro, un dedalo di viuzze e sottopassaggi in cui oggi si susseguono boutique, pub, ristoranti e negozi ma dove un tempo avvenivano anche efferati crimini, come gli omicidi seriali compiuti da William Burke e William Hare a cui abbiamo accennato descrivendo Arthur’s Seat. A proposito di sotterranei, consigliatissima è la visita guidata (1 ora ca.) dei vicoli che si dipanano sotto la strada di Mary King’s Close. Si tratta di un intricato labirinto di sottopassaggi dove nel XVII secolo viveva un’umanità varia e disperata. Per saperne di più visita il sito ufficiale: www.realmarykingsclose.com.
7 Scottish National Portrait Gallery
Per approfondire la storia scozzese non c’è solo il National Museum. Anche la Scottish National Portrait Gallery merita una visita. All’interno, una vera e propria pinacoteca di eroi nazionali o, per dirla all’inglese, il “Who’s Who” della storia patria. William Wallace, Robert the Bruce, Sean Connery, Irvine Welsh e Sir Alex Ferguson, sono solo alcune delle personalità scozzesi presenti in questo stupendo palazzo neo-gotico riaperto al pubblico nel 2011 dopo una lunga stagione di ristrutturazione e restauro. Tra l’altro, la Scottish National Portrait Gallery è solo una delle Gallerie Nazionali Scozzesi presenti in città. Chi volesse ulteriormente ampliare il tour culturale di Edimburgo farà bene quindi a visitare anche le altre (per saperne di più: www.nationalgalleries.org). La galleria si trova al Civico 1 di Queen St. poco distante da Princess Street, arteria principale della New Town di Edimburgo. L’ingresso è gratuito.
8 Princess Street Gardens
Ve la ricordate la scena iniziale del film “Trainspotting” con il giovane Mark Renton (l’attore Ewan McGregor) in fuga a piedi dalla polizia? Quella scena è stata girata a Princess Street, l’arteria principale della “New Town”, una delle due grandi aree (l’altra è l’Old Town) in cui è divisa Edimburgo. Princess Street, oltre a essere la strada dello shopping cittadino, è famosa per i suoi giardini dove turisti e residenti trascorrono parte delle loro giornate, specie durante il periodo estivo. È qui che ad agosto è possibile assistere al “Fireworks Concert”, grandioso spettacolo piromusicale che chiude l’annuale edizione dell’Edinburgh International Festival; ed è sempre qui che a dicembre viene allestito il caratteristico “Christmas Market” che, insieme alla pista di ghiaccio, allieta le giornati invernali della capitale scozzese. Da non perdere!
1 Sottrarsi al giro di birra o whisky (a meno che…)
Come abbiamo visto già a Dublino, anche a Edimburgo (ma in generale in tutto il Regno Unito) è assai sconveniente sottrarsi al proprio giro di bevuta. Sempre che la compagnia non sia troppo ampia, nel qual caso la generosità rischia di costare una fortuna. Il consiglio, quindi, è di accompagnarsi a piccoli gruppi. Viceversa, meglio non essere troppo socievoli al pub. Infatti, quando la compagnia di giro è troppo ampia, il rischio che si corre, oltre che economico, è di non reggere la grande quantità d’alcol a cui, invece, i locali sono tradizionalmente più abituati.
2 Non girare la città in auto
3 Non elogiare Glasgow
Il campanilismo è una caratteristica degli scozzesi. L’abbiamo visto con le squadre di calcio (Hibernian vs. Heart of Midlothian) ma vale anche con le città. Anzi, forse con le città vale ancor di più che nello sport. Ovviamente, nove volte su dieci si tratta di goliardia, semplici sfottò, ma bisogna metter in preventivo che a qualcuno/a l’elogio di Glasgow proprio non vada giù. Nell’incertezza, quindi, meglio evitare paragoni tra le due principali città scozzesi.
4 Non chiamare inglesi gli scozzesi
Non sia mai! Il rapporto con l’Inghilterra è da sempre un nervo scoperto. Non a caso uno dei modi di dire più diffusi – anche qui con diverse sfumature dal goliardico al tremendamente serio – recita: “Scottish Not British”.