Più delle vestigia classiche, che pure non mancano, Corfù sul piano storico-culturale è debitrice soprattutto alla lunghissima dominazione veneziana protrattasi dal XIV alla fine del XVIII secolo. Una circostanza, questa, che ha tenuto l’isola a riparo da qualunque influenza turco-orientale, fatto unico nella storia della Grecia. La dominazione veneziana, inoltre, insieme alla breve ma intensa stagione inglese (dal 1815 al 1864) ha consentito un dialogo migliore tra edilizia antica e moderna, il che è particolarmente evidente nel capoluogo omonimo dell’isola dove vive poco meno di un terzo (ca. 30.000 abitanti) dei 100.000 e passa residenti sparsi sull’intero territorio. Il discorso cambia per l’entroterra e le zone costiere. Ancora oggi le zone interne dell’isola vivono prevalentemente di agricoltura, in particolare la coltivazione dell’ulivo che qui ha origini che si perdono nella notte dei tempi. Le zone costiere, invece, hanno subito la contaminazione del turismo di massa che oggi dà da vivere alla maggior parte dei corfioti, anche se resistono molti angoli di pace in cui è ancora la pesca l’attività prevalente. Di seguito andiamo a vedere le principali attrazioni dell’isola cominciando, ovviamente, da quelle del suo capoluogo. Buona lettura.
Corfù
12 cose da fare e vedere a Corfù e 2 da non fare
1 Centro storico di Corfù
Il centro storico di Corfù (Kérkyra in greco) è il punto di partenza obbligato di una vacanza sull’isola. Dal 2007 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è nella parte vecchia del capoluogo che sono più evidenti le influenze architettoniche veneziana e inglese di cui abbiamo parlato in apertura. A detta di molti, il quartiere più affascinante è Cambiello, un dedalo di strade strette (kantounia) fiancheggiate da palazzi di 4 e 5 piani. Un’edilizia antica, in gran parte sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, che conferisce un fascino retrò a tutta la zona. La Spianada, invece, è la piazza principale di Corfù e si trova davanti la Fortezza Antica, una delle due cittadelle fortificate (l’altra è la Fortezza Nuova) con funzioni di avvistamento e difesa dei pericoli provenienti dal mare. Nella Fortezza Antica sorge la Chiesa di San Giorgio. Costruita dagli inglesi, questa chiesa colpisce per il colonnato della facciata esterna in aperta similitudine con un tempio dorico. Inoltre, poco distante dalla Fortezza Antica si trova il Palazzo Reale, l’edificio più grande di Corfù, pure questo edificato in stile neoclassico dagli inglesi. La pietra arenaria con cui fu costruito venne portata da Malta che, al pari dell’isola greca, nel XIX secolo era sotto il protettorato britannico. La Fortezza Antica, il Palazzo Reale, il Museo Bizantino e gli altri musei presenti sul territorio sono visitabili con un biglietto unico acquistabile presso ognuna di queste strutture.
2 Chiesa di San Spiridione
L’imponente campanile di San Spiridione (Agios Spiridonas), con la sua caratteristica cupola rossa, fa da sfondo fisso alla visita del centro storico di Corfù. La chiesa del santo patrono è di gran lunga il monumento religioso più famoso di tutta l’isola. L’interno, a una navata, è riccamente decorato con affreschi, icone sacre, ex voto, candelabri e lampadari. Tutto rigorosamente in oro e argento, compreso il meraviglioso soffitto cassettonato. E dire che San Spiridione non è natio di Corfù. Il santo, infatti, è originario di Cipro ed è lì che ha svolto gran parte della sua attività pastorale. Dopo la caduta di Costantinopoli la salma venne traslata a Corfù e fu deciso di costruire un tempio per ospitarla a dovere. La bara con le reliquie è oggetto continuo di culto da parte dei corfioti che a San Spiridione attribuiscono diversi miracoli a tutela della città. Dall’aiuto contro le epidemie di peste, alla cacciata dei saraceni, fino alla protezione per marinai e pescatori, sono molti gli ambiti in cui l’intercessione del santo avrebbe agito positivamente. Per questo motivo le reliquie vengono portate in processione per le strade di Corfù ben 4 volte l’anno: la Domenica delle Palme, a Pasqua, l’11 agosto e la prima domenica di novembre. Vietato scattare foto all’interno della chiesa. Si raccomanda un vestiario consono alla sacralità del luogo.
3 Paleopolis
Il sito archeologico di Paleopolis è una tappa obbligata di una visita a Corfù. Si trova nella penisola di Kanoni (circa 2 km a sud dal centro storico del capoluogo) e offre uno spaccato interessantissimo dell’antichità dell’isola, centrale nei traffici lungo le rotte dell’Adriatico e dello Ionio già prima dell’avvento dei Greci e dei Romani. Gli scavi, cominciati attorno la metà del XIX secolo, hanno portato alla luce l’agorà della città antica, i resti del porto militare di Alcinoo (re dei Feaci), i resti delle terme del periodo Romano, l’antica Basilica bizantina, il santuario di Artemide-Gorgone e una torre dell’antica cinta muraria. A pochi minuti di cammino dalle terme romane si trova Palazzo Mon Repos (vd. foto), edificio risalente alla dominazione inglese, in seguito proprietà della famiglia reale greca e oggi invece sede del Museo della Storia di Paleopolis. Nove sale in cui oltre alla storia degli scavi di Paleopolis, è descritta la flora del bellissimo parco che circonda la residenza. Insomma la visita scavi di Paleopolis più Museo Mon Repos fornisce al visitatore informazioni preziose non solo del periodo classico, ma anche della leggendaria epoca dei Feaci, gli abitanti dell’isola di Scheria che, secondo quanto riportato da Omero nell’Odissea, fornirono a Ulisse la nave con cui fare ritorno a Itaca. Secondo un’altra interpretazione, che però non ha mai trovato la stessa eco in ambito accademico, Scheria coinciderebbe con l’isola d’Ischia e non con Corfù.
Per gli orari di apertura del Museo Mon Repos vedi la tabella.
Giorni | Orari |
Lun | chiuso |
Mar-Dom | 08:00 15:00 |
Maggiori informazioni sugli scavi e sul Museo Mon Repos al sito: paleopolis.ba.iac.cnr.it.
4 Monastero di Vlachérna e Pontikonissi
Poco distante dal centro di Corfù, di fronte l’aeroporto cittadino, ci sono due tra i luoghi più fotografati dell’isola. Il primo è un piccolo monastero del ‘700 la cui particolarità consiste nel fatto di essere stato edificato su un isolotto di nome Vlachérna. Poco più di uno scoglio da cui, però, è possibile raggiungere un’altra isola di grande fascino, meta preferita dell’imperatrice Elisabetta d’Austria. Stiamo parlando di Pontikonissi (trad. Isola dei topi) che ospita una cappella bizantina del XII secolo circondata da alti cipressi. Quest’isola, oltre ad affascinare la principessa Sissi, pare sia stata fonte d’ispirazione per l’artista svizzero Arnold Böcklin, autore del celeberrimo quadro Die Toteninsel (trad.Isola dei morti). Una tela che ha segnato la storia dell’arte del XX secolo e che affascinò personalità del calibro di Lenin, Hitler e Freud. Tuttavia, in anni più recenti, sono state avanzate altre ipotesi circa il luogo da cui trasse ispirazione Böcklin (che dell’opera realizzò 5 diverse versioni). Tra queste, ritorna Ischia che con Corfù, abbiamo visto, contende pure l’identificazione geografica di Scheria, la mitica isola dei Feaci.
5 Palazzo Achillion
Imboccata la strada statale Corfù-Achillion bisogna seguire le indicazioni per Agios Deka e da lì quelle per il villaggio di Gastouri. Sentieri tortuosi, uliveti a perdita d’occhio fino a scorgere un imponente palazzo in stile neoclassico risalente alla fine del XIX secolo. A volerne la costruzione fu l’imperatrice Elisabetta d’Austria che a Corfù trovava la pace necessaria a placare, almeno un po’, le sofferenze di una vita piuttosto tribolata. Anche la dedica del palazzo ad Achille fu un omaggio della principessa Sissi che all’eroe omerico dedicò perfino una statua con la famosa scena del tallone trafitto da Paride. Dopo la morte dell’Imperatrice Elisabetta, il palazzo venne acquistato da Guglielmo II di Prussia che vi apportò diverse migliorie, compresa l’installazione di una nuova scultura dedicata ad Achille, stavolta però in posa da guerriero vittorioso. Il sopraggiungere della prima guerra mondiale con l’occupazione francese e, in seguito, del secondo conflitto con gli italiani e i tedeschi nel ruolo di occupanti, portò a un lungo declino dell’edificio privato di numerose opere d’arte. C’è voluto molto tempo prima che la Grecia riuscisse finalmente a riportare Palazzo Achillion al suo antico splendore.
Per maggiori informazioni sulla storia di Palazzo Achillion visita il sito: www.achillion-corfu.gr (disponibile la versione in inglese).
6 Lago di Korission
La costa meridionale di Corfù è tutta un susseguirsi di villaggi di piccole e medie dimensioni in cui lo sviluppo turistico si è diffuso a macchia di leopardo. Alcune località, come Messonghi e Moretika nel versante sud-orientale, hanno raggiunto un buon livello di ricettività alberghiera; altre, invece, come già detto in apertura, restano ancorate ai ritmi più cadenzati dell’agricoltura e della pesca. Parliamo in ogni caso di paesaggi bellissimi, caratterizzati da lunghe distese di sabbia e ambientazioni tipicamente mediterranee. Merita una sosta Lefkimi, comune di circa 3000 abitanti con un piccolo porto fluviale che consente ai pescatori della zona di ormeggiare le proprie imbarcazioni. Merita ancora di più il lago di Korission nel versante sud-occidentale. In questo caso parliamo di una zona di grande interesse naturalistico. Una laguna a ridosso del mare attraversata da un ponte che conduce a un piccolo boschetto sulla sabbia. Anatre, cormorani, aironi e numerose altre specie di uccelli popolano questo habitat unico che, dal punto di vista paesaggistico, dà il meglio di sé sul far del tramonto. Perciò, non dimenticate la macchina fotografica!
7 Pelekas
Val la pena portarsi la macchina fotografica anche a Pelekas, paesino in collina della costa centro-occidentale di Corfù. Pelekas ha una storia particolare, poichè negli anni ’70 del secolo scorso divenne una delle mete hippy più popolari d’Europa. Spiagge incontaminate, uliveti, vigneti e un paesino abbarbicato in collina hanno rappresentato per anni il contesto ideale per artisti, naturisti e personaggi più o meno eccentrici alla ricerca di località fuori dal comune. Oggi le cose sono decisamente cambiate, ma in parte Pelekas ha mantenuto la sua fama sui generis. Una fama dovuta oltre che alle sue frequentazioni, anche alla passione di Guglielmo II per il luogo. In particolare, per un punto panoramico in collina da cui l’imperatore di Prussia e Germania ammirava esterrefatto i meravigliosi tramonti di Corfù. Non a caso, il punto panoramico in questione è stato ribattezzato il Trono dell’Imperatore (anche Osservatorio del Kaiser, vd. foto) e da tempo rappresenta una delle attrazioni principali dell’isola. Da vedere anche il monastero di Mirtiotissa a 200 metri dalla spiaggia omonima, una delle tre spiagge raggiungibili dalla località (le altre sono appunto Pelekas e Glifada).
8 Paleokastritsa
Il posto più bello del mondo. È così che molti corfioti ritengono Paleokastritsa. Certo il campanilismo gioca un ruolo decisivo nella formulazione del giudizio, ma non siamo così poi tanto lontani dal vero. In effetti, questa baia ai piedi dei comuni di Lakones e Liapades è in assoluto uno dei luoghi più belli del Mediterraneo. Sul giudizio pesa positivamente sia l’alternanza tra insenature rocciose e piccoli tratti di spiaggia, sia il paesaggio retrostante la baia. Per esempio Lakones, il paesino in collina famoso per il panorama, anche questo enfaticamente ribattezzato il “balcone sullo Ionio“. Liapades, invece, presenta i tratti tipici del villaggio greco, in special modo la piazza del paese col suo sparuto gruppo di bar e taverne per lo più frequentati dalla popolazione locale. Molto bello anche il Monastero della Santissima Madre di Dio di Paleokastritsa. La sua ubicazione a picco sul mare ne ha fatto col tempo una delle attrazioni più visitate di Corfù. Da non perdere!
9 Angelokastro
A meno di 3 chilometri da Lakones c’è il borgo montanaro di Makrades, famoso in tutta Corfù per la vendita di vino ed erbe aromatiche. Makrades, a sua volta, dista meno di 2 chilometri dalla fortezza di Angelokastro costruzione del XIII secolo commissionata da Michele II d’Epiro. Per secoli, all’interno di questa cittadella fortificata hanno trovato rifugio gli abitanti del versante settentrionale di Corfù ogni qual volta i pirati – genovesi prima e turchi poi – lambivano le coste dell’isola. L’inespugnabilità e la panoramicità della fortezza sono i due motivi che hanno contribuito al suo fascino turistico, anche se l’ultimo tratto di sentiero per arrivare su in cima non è adatto a tutti. Infine una curiosità. L’altro topos con cui è conosciuto il castello è “Fortezza degli Angeli”. Tuttavia, non è chiaro se il nome faccia riferimento all’abitudine di Michele II d’Epiro di aggiungere alla sua firma l’appellativo “degli Angeli” o se invece sia da riferire alla presenza, all’interno delle mura, di una piccola cappella intitolata a San Michele Arcangelo. In ogni caso, da vedere!
10 Capo Drastis
“Miracolo della natura”; “panorama vertiginoso”; “scenario straordinario”; “vista incredibile”. Quelli trascritti sono soltanto una minuscola parte dei commenti che si trovano in rete a proposito di Capo Drastis, insenatura rocciosa del versante nord-occidentale di Corfù. L’accesso è da Perulades, piccolo comune di circa 800 abitanti. Bisogna percorrere una strada sterrata che conduce a un punto panoramico da cui potrete scattare foto meravigliose, specie al tramonto. In assoluto uno dei luoghi più belli da fotografare a Corfù. Da non perdere!
11 Canal d’Amour
Chi volesse vedere Capo Drastis da mare può farlo noleggiando un’imbarcazione dalla vicina Sidari, con ogni probabilità la località turistica più sviluppata di tutta Corfù. Sulla strada principale è tutto un susseguirsi di bar, ristoranti, boutique, negozi di souvenir e, ovviamente, alberghi per tutte le tasche. Insomma, una località che si è adattata alle esigenze del turismo di massa a scapito di quell’autenticità tutta greca che, per fortuna, sopravvive in molte altre parti dell’isola. Poco distante da Sidari c’è anche il famosissimo Canal d’Amour, insenatura rocciosa che termina con una piccola ma, suggestiva, spiaggia. Il posto è meraviglioso e concilia con quell’autenticità greca prima richiamata. Solo, bisogna evitare di fermarsi a lungo in alta stagione. La vicinanza con Sidari, inevitabilmente, ha reso la spiaggetta di Canal d’Amour estremamente popolare, ben oltre la sua capacità di accoglienza. Anche al netto di queste criticità, però, fare una capatina a Canal d’Amour è senz’altro tra le cose da fare a Corfù. Da vedere!
12 Le spiagge di Corfù
Le spiagge di Corfù sono talmente tante che è complicato descriverle tutte. Di alcune, tra l’altro, abbiamo già parlato durante l’articolo. Messongi, Moretika, Pelekas, Glifada, Mitriotissa, Paleokastritsa sono tutte spiagge che meritano da un punto di vista paesaggistico-ambientale. A queste possiamo aggiungere Agios Gordis che si trova sulla costa occidentale, a metà strada tra il lago di Korission e Paleokastritsa, o ancora più su (dopo Paleokastritsa) le spiagge di Agios Gorgios e Arillas. Sulla costa orientale, invece, segnaliamo la spiaggia di Bateria (a Kassiopi) e, poco più giù, le spiagge di Kaminaki e Barbati. Insomma, tra litorali sabbiosi, rocciosi e di ghiaia Corfù vanta davvero una varietà notevole, senza dimenticare le isolette vicine. Abbiamo detto di Pontikonissi ma guai a non citare Vidos, proprio di fronte Corfù (capoluogo). L’isola, oltre a diverse spiaggette di ghiaia dove rilassarsi e fare il bagno, ospita un mausoleo dedicato ai soldati serbi caduti in guerra a Corfù durante la prima guerra mondiale. Dal porto di Corfù i collegamenti sono frequenti durante il periodo estivo con la possibilità ulteriore di effettuare il classico giro dell’isola in motonave per ammirare più nel dettaglio la varietà costiera e la rigogliosa vegetazione dell’isola.
1 Non indossare abiti inadeguati per visitare chiese, musei e villaggi
Vale a riguardo quanto già detto anche per Rodi. Corfù è una località turistica di rilievo internazionale abituata a nudità, bikini e abiti succinti. Proprio per questo, però, è richiesta sobrietà nel vestiario quando si visitano chiese, musei o i paesini dell’entroterra dove la mentalità è decisamente più ancorata a valori tradizionali. E, sempre a proposito di abbigliamento, occhio a non dimenticare scarpe comode in valigia. Tra strade secondarie, viottoli e sentieri per arrivare a mare occorre indossare perlomeno scarpe da ginnastica (meglio ancora se da trekking) con una buona aderenza al suolo. Avvertiti!
2 Occhio al prezzo del pesce
Il pesce fresco nei ristoranti di Corfù costa caro. In verità è una tendenza che riguarda tutta la Grecia, in special modo le isole di maggior richiamo turistico. E proprio l’affollamento suggerisce di fare attenzione anche alle cosidette “trappole per turisti”. Quei ristoranti, cioè, che promettono molto e mantengono poco sia per qualità del cibo che in fatto di servizi.