Berlino non è facile da raccontare e non si tratta solo del rischio di dar evidenza ad alcuni punti trascurandone colpevolmente altri. A questo aspetto bisogna infatti aggiungere che è una città in continuo fermento. Un fermento artistico, culturale, creativo che non solo incide su usi e costumi, ma spesso e volentieri modifica l’assetto stesso della città. In altri termini, il racconto di Berlino è in costante review anche se, pur limitandosi alle principali attrazioni turistiche, ne vien ugualmente fuori una vacanza che non teme confronti in Europa, e non solo. L’urbanistica post-moderna convive infatti perfettamente con i monumenti, i musei e le mille altre testimonianze della grande storia di questa città, che quindi è tappa obbligata per chiunque voglia approfondire la conoscenza sia del tempo presente che del ‘900. Di seguito, vediamo insieme le cose migliori da fare a Berlino. Buona lettura.
Berlino
13 cose da fare e vedere a Berlino e 4 da non fare
1 Mitte
In apertura abbiamo fatto cenno alla difficoltà di raccontare Berlino. Prendiamo il Mitte: non solo è uno dei distretti in cui è suddivisa la città, ma è anche uno dei quartieri del distretto omonimo (gli altri quartieri sono: Moabit, Hansaviertel, Tiergarten, Wedding, Gesundbrunnen). E che quartiere, vien da dire. Il Mitte, infatti, è il cuore pulsante di Berlino, tappa obbligata di qualunque visita in città, breve o lunga che sia. Scontato, perciò, metterlo in cima al nostro elenco: dalla Torre della Televisione, all’Isola dei Musei passando per il viale Unter den Linten, qui si trovano molte delle principali attrazioni cittadine. Prima di andarle a vedere nel dettaglio, un consiglio: girovagare per il Mitte è assai piacevole, perciò visitate tutto quel che c’è da visitare con la massima rilassatezza possibile.
2 Torre della Televisione
Negli anni ’50 del secolo scorso la DDR, un po’ per necessità logistica, un po’ per magnificare le sorti del regime socialista, eresse nel centro di Alexanderplatz una gigantesca torre della televisione per la diffusione dei programmi di stato. Dopo la caduta del muro e la riunificazione di Berlino Est e Ovest, “Telespargel” (trad. Teleasparago), è presto assurta a simbolo cittadino. Due i fattori alla base della sua popolarità: da un lato, l’imponenza della struttura (365 metri), dall’altro il fatto di trovarsi in una piazza storicamente importante quale appunto è sempre stata Alexanderplatz (così chiamata nel 1805 in onore dello zar di Russia Alessandro I). Oggi la Torre della Televisione è una delle attrazioni principali di Berlino. A 203 metri di altezza c’è una piattaforma (raggiungibile con ascensore) che nei giorni tersi regala un magnifico sky line, per non dire della presenza di un esclusivo ristorante (“Sphere”) che ogni 30 minuti ruota il proprio asse compiendo un giro completo su se stesso. Non è finita, perché per evitare code chilometriche l’organizzazione ha pensato bene di avvertire i clienti tramite sms. Ovviamente, bisogna aver prenotato prima, cosa che è possibile fare al sito www. tv-turm.de (disponibile la versione in inglese). Allo stesso indirizzo tutte le informazioni su orari di apertura/chiusura e prezzi. Da non perdere!
3 Isola dei Musei
C'è un isolotto sul fiume Sprea, sul quale nel XII secolo sorse il primo nucleo abitato di Berlino. Oggi su questo piccolo lembo di terra sono ospitati, l'uno vicino all'altro, alcuni dei musei più importanti al mondo. Non a caso, il posto è stato rinominato “Isola dei Musei” (Museuminsel) ed è un'altra tappa obbligatoria di una visita in città. Del resto, di musei a Berlino ce ne sono a centinaia e nell'impossibilità di visitarli tutti, almeno in una volta sola, tocca per forza di cose fare una cernita. Scontato, perciò, partire dai più noti: il Museo Antico (Altes Museum) che ospita sculture e opere d'arte d'epoca etrusca, greca e romana; il Museo Nuovo (Neues Museum) con una ricchissima collezione di reperti di età egizia, tra cui il famoso Busto di Nefertiti; il Museo Bode (Bodemuseum) di cui non si può non ammirare la collezione d'arte bizantina con reperti che vanno dal Medioevo al XVIII secolo; il Museo di Pergamo, eretto per ospitare l'altare di Pergamo rinvenuto in Turchia nel 1878 dall'ingegnere Carl Wilhelm Humann; e infine, ma non per ordine d'importanza, la Galleria Nazionale (Alte Nationalgalerie). Quest'ultima rappresenta il più grande centro di cultura museale dell'intera Germania, ed è stata concepita così fin dall'inizio, nel 1876, suo anno di fondazione. La caduta del Muro ha fornito l'occasione storica di riunire le collezioni conservate ai due lati della cortina, senza ovviamente dimenticare che già durante la seconda guerra mondiale erano stati fatti sacrifici enormi per non disperdere un patrimonio di inestimabile valore. Per maggiori informazioni visita il sito: www.smb.museum (di cui è disponibile la versione inglese).
4 Unter den Linden
“Unter den Linden”: sotto i tigli. Questo è il nome del viale principale di Berlino, nonché uno dei più famosi al mondo. Un chilometro e mezzo di strada, larga 60 metri circa, cinta ai due lati da diverse file di tigli, la cui piantumazione risale al regno di Federico Guglielmo I di Prussia. Il monarca aveva necessità che il percorso dal Palazzo Reale alla tenuta di caccia, nel quartiere di Tiergargarten, fosse il più ombrato possibile e così ordinò che venissero piantati questi alberi. Dopo Federico Guglielmo I, fu la volta del figlio Federico II di Prussia provvedere all'abbellimento del vialone, ordinando la costruzione del Teatro Nazionale dell'Opera (Staatsoper) e della Biblioteca Nazionale. Nel XIX secolo, la vittoria contro la Francia suggerì la posa di diverse statue come tributo al coraggio dei generali dell'esercito prussiano. Sulla strada si incontrano diversi altri edifici di grande pregio: tra gli altri, il Palazzo del Principe Ereditario (Kroprinzepalais), l'Armeria (Zeughaus, vd. prossimo punto) e l'Università di Humboldt famosa per essere stata frequentata da Karl Marx. La seconda guerra mondiale, e la successiva divisione in due della città, portarono a un rapido declino di “Unter den Linden”. Declino scongiurato con la riunificazione del '90 che, sia pur su nuove basi, in un mix di conservazione e innovazione, ha ridato centralità a questo bellissimo viale che termina (o comincia) con la Porta di Brandeburgo (vd. punto 6).
5 Museo di Storia Tedesca
A quasi 30 anni dalla caduta del muro, Berlino è una città completamente diversa. Talmente diversa che, pur conservando molte tracce di quella divisione fisica, politica e psicologica, si rischia, senza guida, di perdere il filo della memoria. Di non riuscire, cioè, a ricostruire i diversi passaggi di una vicenda fondamentale nella storia tedesca, europea e mondiale. Perciò, la visita del Deutsches Historiches Museum, all’interno del palazzo dell’Armeria (Zeughaus) prima ricordato, è tappa obbligata per chi è realmente interessato a conoscere la storia di Berlino e della Germania. La storia relativa al quarantennio 1949-1990, e quella più specifica della costruzione del muro nel 1961. Non è finita qui, perché il museo ripercorre anche le tappe della dittatura nazista e, a ritroso, quelle della prima guerra mondiale e dell’unificazione tedesca nel XIX secolo. Insomma questo museo offre al visitatore una panoramica d’insieme della storia tedesca, senza rinunciare, però, a ospitare mostre temporanee. Mostre allestite nell’ala dell’edificio progettata dall’archistar sino-americana Ieoh Ming Pei, cui si deve anche la Piramide del Louvre a Parigi. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale: www.dhm.de (disponbile la versione inglese).
6 Porta di Brandeburgo
Quattro date clou: 12 giugno 1987; 9 novembre 1989; 22 dicembre 1989; 3 ottobre 2002. Poco più di 5 anni, tanto ci è voluto dal famoso discorso (prima data) di Reagan che, proprio a Berlino, e proprio davanti alla Porta di Brandeburgo, si rivolse al presidente dell’URSS con queste parole: “Signor Gorbachov, abbatta questo muro”. Gli eventi, come sappiamo, precipitarono nel novembre del 1989 (seconda data) quando centinaia di migliaia di berlinesi si riversarono per le strade dopo aver appreso da radio e televisione che la DDR era intenzionata a concedere permessi temporanei di viaggio ai suoi concittadini. Al governo socialista non fu possibile gestire ordinatamente la transizione e così, in maniera del tutto spontanea, la città per 40 anni divisa potè finalmente riabbracciarsi. Un mese dopo quell’evento storico (terza data) la Porta di Brandeburgo venne di nuovo riaperta. Anche stavolta centinaia di migliaia di berlinesi si ritrovarono per festeggiare l’evento ma, proprio in quella circostanza il monumento, celebre per la quadriga che lo sormonta, ne uscì danneggiato. Da qui, la necessità di restaurarlo, slittando la riapertura ufficiale di tre anni (quarta data). Questa, assai sinteticamente, la storia ultima di un monumento che di “storia” ne ha molta di più. La struttura risale infatti al 1791 e già prima delle due guerre mondiali aveva attraversato momenti assai difficili: su tutti, la guerra franco-prussiana, risoltasi alla fine con la sconfitta delle truppe napoleoniche. Nel 1806, però, dopo l’entrata dei francesi in città, uno dei primi atti di Napoleone fu il sequestro della quadriga con la Dea della Vittoria e il suo contestuale trasferimento a Parigi. Un affronto terribile, riparato otto anni dopo col ritorno a Berlino della scultura. Questi i motivi, recenti e meno recenti, che spiegano la popolarità della Porta di Brandeburgo che, a dispetto del nome, non ha mai avuto funzione di porta cittadina. Ciononostante la visita del monumento di Pariser Platz è tappa obbligata di una visita a Berlino.
7 Memoriale dell’Olocausto
Il Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa (Holocaust-Mahnmal) si trova in pieno centro a Berlino, tra la porta di Brandeburgo e Potsdamer Platz. Inaugurato il 10 maggio 2005 su progetto dell’architetto statunitense Peter Eisenmann, il monumeto sorge su un’area di oltre 19.000 mq. dove un tempo c’erano le proprietà di Joseph Paul Goebbels, il terribile Ministro della Propaganda del Terzo Reich. L’opera consta di 2711 steli in calcestruzzo di diversa altezza ed è accessibile da qualunque parte del suo perimetro. Camminare tra le steli, rapiti dalla sinuosità del monumento, suggerisce smarrimento. Lo smarrimento evocato è quello della ragione, con la solitudine che ne deriva tanto per le vittime, impotenti dinanzi all’orrore, che per i carnefici mentalmente bloccati in un’ideologia di morte e distruzione. Non manca, ovviamente, un centro informazioni dove sono state raccolte e catalogate diverse testimonianze di quanti tra il 1933 e il 1945 vissero la tragedia della Shoah. Per maggiori informazioni su orari, modalità di visita e materiale didattico consultare il PDF in italiano realizzato dai responsabili del centro.
8 Palazzo del Reichstag
C'è un'immagine, una delle più famose della seconda guerra mondiale, che spiega meglio di tante parole l'importanza storica e simbolica del Palazzo del Reichstag di Berlino. È l'immagine di Abdulkhakim Ismailov, soldato del Daghestan che issa la bandiera sovietica sul vecchio Palazzo dell'Impero Tedesco. Palazzo centrale anche nell'ascesa nazista, dacché fu a seguito di un incendio doloso nel febbraio del 1933 che Hitler poté chiedere e ottennere l'abolizione della maggior parte dei diritti civili sanciti dalla Costituzione di Weimar. Durante gli anni della Guerra Fredda, il Bundestag (il parlamento federale tedesco) venne trasferito a Bonn, salvo riunirsi una volta l'anno proprio a Berlino Ovest per rimarcare la provvisorietà della soluzione adottata. Infatti, subito dopo il crollo del muro l'assemblea del Bundestag è tornata a riunirsi nel Reichstag. Un Reichstag rinnovato a cui negli anni '90 è stata aggiunta una cupola in vetro presto diventata una delle attrazioni principali di Berlino. Un ascensore porta in cima alla cupola da cui si scorge una magnifica vista sul quartiere governativo, sul parco di Tiergarten e sul resto della città. Per maggiori informazioni sugli orari e le modalità di visita alla cupola clicca qui.
9 East Side Gallery
L'East Side Gallery, tra il ponte Oberbaum (Oberbaumbrucke) e la stazione (Ostbanhof), è tappa obbligata per chi vuol approfondire il contributo fornito dalla street art al racconto della riunificazione tedesca. Che l'arte abbia anche una dimensione storica è pacifico, ma che pure i graffiti potessero contribuire in maniera efficace a decodificare un evento di tal portata, beh lo abbiamo appreso proprio a Berlino. All'indomani del caduta del muro, su quest'unica parte rimasta, più di 100 artisti provenienti da ogni parte del mondo si cimentarono a raccontare la difficile e entusiasmante transizione verso la riunificazione tedesca. Tra i tanti graffiti, quello più famoso è senza dubbio il “bacio fraterno” tra Leonid Brezhnev e Erich Honecker. L'opera, dell'artista russo Dmitri Vrubel, riproduce uno scatto del 1979, in cui effettivamente i due capi di Stato dell'URSS e della DDR si baciavano a labbra serrate. Un rito mutuato dalla tradizione ortodossa che serviva a ribadire la fratellanza socialista delle due nazioni. Nel murales, invece, sotto l'icona dipinta, c'è la scritta in tedesco “Dio mi aiuti a sopravvivere a questa storia d'amore mortale“. La didascalia di Vrubel chiarisce meglio di tanti saggi lo spirito, la sopportazione, talvolta la rassegnazione con cui milioni di esseri umani vissero la stagione comunista di là dalla cortina di ferro. Per maggiori informazioni sulla galleria, le opere e gli artisti visita il sito: www.eastsidegallery-berlin.de (disponibile la versione inglese).
10 Sony Center
Una delle tappe imperdibili di Berlino è senza dubbio Potsdamer Platz, da sempre una delle piazze principali della città. O meglio, una delle piazze principali della città fino a che i bombardamenti della seconda guerra mondiale prima, e la costruzione del muro poi, non la trasformarono in un luogo tristemente desolato. Normale quindi che la ricostruzione degli anni '90 abbia riguardato in profondità questa zona dove hanno potuto cimentarsi alcuni dei più grandi architetti al mondo. Dal 1993 al 2000, tutt'attorno Potzdamer sono stati costruiti decine di edifici, strade e nuove piazze. La costruzione in assoluto più spettacolare è il Sony Center un complesso di 7 edifici sormontato da un enorme tetto d'acciaio a forma d'ombrello tra le cui particolarità c'è quella di cambiare colore nel corso della giornata. Il complesso immobiliare, come suggerisce il nome, fu realizzato dalla multinazionale Sony che però nel 2008 l'ha venduto, tuttavia mantenendo qui il suo quartier generale. Da un punto di vista turistico la zona è fatta perlopiù di negozi, bar e ristoranti. Perciò, gran parte del suo fascino deriva dal confronto impietoso con quel che c'era prima. Da non perdere anche il Panoramapunkt, l'ascensore più veloce al mondo. Si trova all'interno della Kollhoff Tower, uno dei nuovi edifici prima richiamati (dal nome dell'architetto Hans Kollhoff) e in 20 secondi percorre 100 metri conducendo i turisti su una terrazza panoramica con una delle viste più belle di Berlino. Per maggiori informazioni visita il sito: www.panoramapunkt.de (disponibile la versione inglese).
11 Checkpoint Charlie
All’indomani della costruzione del Muro di Berlino nel 1961, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America John F. Kennedy ordinò la costruzione di tre posti di blocco (Checkpoint Alpha, Bravo e Charlie i nomi di questi valichi di frontiera) in diverse parti della città per consentire l’attraversamento da ovest a est (e viceversa) di viaggiatori stranieri e personale diplomatico. La maggiore popolarità di Checkpoint Charlie è probabilmente dovuta alla contestuale nascita, nei paraggi, di un piccolo museo il cui fondatore Rainer Hildebrandt si pose come obiettivo di raccogliere quante più testimonianze possibili di quell’improvvisa segregazione familiare e territoriale, prima ancora che politica. La Casa al Checkpoint Charlie (MauerMuseum) è oggi la vera attrazione, dal momento che la cabina dove un tempo avveniva il disbrigo burocratico necessario a consentire l’attraversamento da una parte all’altra della città è stata trasferita nel Museo degli Alleati (AlliiertenMuseum). Al suo posto c’è una riproduzione, mentre nella Casa al Checkpoint Charlie sono conservati numerosi reperti attestanti non solo la divisione politica delle due Germanie ma anche gli ingegnosi tentativi di fuga escogitati nel corso degli anni dai cittadini dell’Est. Per maggiori informazioni visita il sito: www.mauermuseum.de (disponibile la versione inglese).
12 Museo Ebraico
L’idea di costruire un Museo Ebraico a Berlino è antecedente la caduta del muro. Se si è aspettato fino al 2001 è perché è stato necessario affrontare preliminarmente due aspetti: il primo, aveva a che fare col taglio da dare all’esposizione; il secondo, forse più importante, riguardava la proprietà del museo stesso. Dapprima si caldeggiò la soluzione governativa, salvo poi far prevalere, in un secondo momento, la diversa formula della fondazione indipendente sotto la supervisione del governo federale. Quanto ai contenuti, il museo illustra gli oltre 2000 anni di cultura ebraica in Europa con contributi che spaziano dall’arte, alla letteratura fino alla religione. Grande spazio, ovviamente, è dedicato alle persecuzioni di cui è stato oggetto il popolo ebraico. Persecuzioni che in Europa vanno dal primo Medioevo fino alla vicenda tragica dell’Olocausto nazista. Quel che però più colpisce del Museo Ebraico di Berlino è la sua innovatività. Tecniche multimediali, effetti luminosi, sale espositive dalle forme bizzarre: tutto è pensato per offrire una visione spettacolare al visitatore senza mai abdicare però alla funzione divulgativa del museo. Infine una curiosità: l’inaugurazione del Museo Ebraico di Berlino era inizialmente prevista l’11 settembre 2001. In quello stesso giorno, però, ci fu l’attentato alle Torri Gemelle di New York e fu perciò necessario posticipare di due giorni l’inaugurazione. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale: www.jmberlin.de (disponibile la versione inglese).
13 Zoo
Last but not least lo Zoologischer Garten di Berlino. Lo zoo più antico d’Europa (inaugurato nel 1844), nonché uno dei più attrezzati al mondo, capace di ospitare circa 14.000 esemplari di 1.400 specie diverse. Ippopotami, scimmie, rinoceronti, panda, pinguini, leoni, pantere, giaguri e farfalle: una varietà faunistica impressionante allevata tenendo costantemente conto sia del benessere psico-fisico degli animali che delle esigenze di sicurezza dei visitatori. Visitatori che sono centinaia di migliaia ogni anno, a conferma della fama di un’attività che ha oltre 160 anni di storia. Da non perdere l’Acquario, che è stato costruito nei pressi dello zoo ma che può essere visitato anche separatamente. Anche qui grandissima varietà: coccodrilli, caimani, tartarughe, serpenti, pesci oceanici, squali e tanto altro ancora. Per maggiori informazioni su orari, prezzi, mezzi pubblici e modalità di visita consultare il sito ufficiale: www.zoo-berlin.de (di cui è disponibile la versione in inglese).
1 Non violare le regole di convivenza civile
Vale per Berlino quanto già detto per Monaco di Baviera, Vienna, Stoccolma e Copenaghen. Attraversare col rosso, passeggiare sulle piste ciclabili, occupare la sinistra sulle scale mobili, servirsi dei mezzi pubblici senza biglietto non sono “semplici” infrazioni più o meno tollerate. Al contrario, sono comportamenti sanzionati due volte: in primis dai berlinesi (il rischio di farsi male camminando sulle piste ciclabili non è marginale) e poi dalle autorità preposte ai controlli, invogliate a comminare multe da un sistema premiante di incentivi che rimpingua di molto il salario base. Avvisati!
2 Attenzione ai borseggiatori
Berlino è una grande metropoli e come in tutte le grandi metropoli può capitare di esser presi di mira da qualche malintenzionato, specie nei luoghi particolarmente affollati. Le accortenze per evitare brutte sorprese sono quelle di sempre: occhio a dove si mette il portafoglio; non lasciare la borsa aperta e/o incustodita; non fare sfoggio di oggetti di elevato valore (perlomeno in alcuni contesti). Detto questo nessuna paura, si tratta di semplici accorgimenti e nulla più, a cui bisogna aggiungere la grande efficienza delle forze di polizia a presidio della città.
3 Non mangiare italiano
Berlino è una città internazionale. Una metropoli cosmopolita dove si mangia di tutto e bene. Vale anche per la cucina italiana. Ci sono ristoranti italiani di livello che non vi faranno sentire nostalgia di casa. Ce ne sono altri però che non sono assolutamente all’altezza. Perciò, a meno che non abbiate la dritta giusta, il consiglio è quello di desistere: la pizza, gli spaghetti, i tagliolini e le mille altre bontà della nostra cucina possono aspettare. Meglio guardarsi intorno e puntare su altre realtà gastronomiche, a cominciare ovviamente da quella di casa.
4 Non parlare con leggerezza del passato
Il nazismo, l’olocausto, il muro, il comunismo non sono lontane pagine di storia. Sono ricordi e sofferenze vive nella memoria di milioni di berlinesi. È vero, la città è cambiata tantissimo negli ultimi vent’anni, ma uno dei presupposti del cambiamento è stato proprio la non rimozione delle ferite del passato. Passato di cui si deve parlare, con cui bisogna confrontarsi, di cui vanno approfonditi tutti gli aspetti, purché lo si faccia con la giusta misura. Vietato quindi parlare con leggerezza di Hitler, della Germania dell’Est ecc.; peggio ancora pensare di riproporre in maniera goliardica gesti e simboli di quella stagione. Insomma, serietà e misura sono le parole chiave con cui approcciarsi al tormentato ‘900 di Berlino.