Terza città del Sud Italia (preceduta da Palermo e Napoli); capoluogo di regione; porto principale dell’Adriatico e secolare snodo dei traffici civili e commerciali tra Est e Ovest: Bari è tutto questo e molto di più. È anche, per esempio, uno dei centri più importanti della chiesa ortodossa in Occidente, senza dimenticare il ruolo cruciale svolto dalla città all’inizio degli anni ’90 con l’accoglienza di decine di migliaia di albanesi in fuga dal proprio paese. Le immagini di quell’esodo nel porto di Bari rappresentano sul piano storico uno dei frame più significativi della fine di un’epoca dominata dagli equilibri geo-politici della guerra fredda. Non è finita, perché con l’inizio del nuovo millennio la città di San Nicola ha cominciato a lavorare anche sulla sua immagine turistica affrancandosi dallo stereotipo negativo della criminalità “padrona” del centro storico. Certo, la criminalità c’è e periodicamente continua a far parlare di sè, tuttavia è un fatto che la città sia molto migliorata per vivibilità. Quanto alle cose da fare e vedere, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Hai bisogno di un Hotel a Bari? Clicca qui per la lista. Di seguito proveremo a elencare quelle principali. Buona lettura.
Bari
10 cose da fare e vedere a Bari e 1 da non fare
1 Bari vecchia
Da fortino della criminalità a regno della movida pugliese. Questa la parabola positiva di Bari vecchia (o Barivecchia) negli ultimi 10-15 anni. Naturalmente i problemi ci sono ancora, tuttavia il centro storico, racchiuso tra i due porti cittadini, di passi in avanti ne ha fatti eccome. Basta leggere le recensioni che si trovano in rete per averne contezza. La sensazione più diffusa, e che colpisce piacevolmente i turisti che si addentrano nel dedalo di viuzze della città vecchia, è quella di “entrare nelle case della gente”. Può capitare addirittura di assistere dal vivo alla lavorazione delle mitiche orecchiette o alla vendita dei taralli ma, più in generale, è la sensazione di grande familiarità quella che balza agli occhi, e al cuore, di chi visita la prima volta questi luoghi. Luoghi, va detto, dove sono concentrati la maggior parte dei beni architettonici e museali della città. A Bari vecchia c’è la Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Sabino, il Castello Normanno-Svevo e un’infinità di altre chiese e palazzi interessanti dal punto di vista storico-architettonico. Insomma, la Bari turistica coincide quasi del tutto con quella più folcloristica e legata alle antiche tradizioni. Da non perdere!
2 Basilica Pontificia di San Nicola
Se c’è un edificio religioso la cui importanza travalica gli aspetti confessionali questo è la Basilica di San Nicola. Soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino e la distensione dei rapporti tra est e ovest, la chiesa del Santo Patrono di Bari è diventata luogo di incontro tra la cultura cattolico-romana e quella greco-ortodossa. Non a caso, sia nella Cappella russa-ortodossa della cripta della basilica, che sull’altare della tomba del santo, viene celebrata messa secondo il rito di Costantinopoli. Insomma, la basilica è un importante luogo di incontro tra cristiani e la circostanza negli anni ha consolidato il turismo religioso contribuendo ad arricchire ulteriormente la già spiccata dimensione internazionale della città. Dal punto di vista architettonico, invece, la Basilica Pontificia di San Nicola è un esempio di stile romanico. Costruito sotto la dominazione normanna a cavallo tra XI e XII secolo (a seguito dell’arrivo delle spoglie di San Nicola dalla città di Myra, anno 1087), l’edificio è stato realizzato sull’area di residenza del catepano, il governatore greco-bizantino che risiedeva stabilmente in città. Le diverse dominazioni che si sono succedute nel corso dei secoli (normanna, sveva, angioina, aragonese, borbonica e post-unitaria) hanno tutte aggiunto qualcosa sul piano decorativo, senza però che l’impianto massicio e sobrio dell’originaria architettura normanna ne uscisse stravolto. La Basilica è visitabile dal lunedì al sabato dalle 7.00 alle 20.30; la domenica dalle 7.00 – 22.00. Per l’approfondimento sulla storia, il culto, le leggende e l’arte di questo grande edificio religioso si rimanda al sito ufficiale: www.basilicasannicola.it
3 Cattedrale di San Sabino
Una delle chiese più belle dell’Italia meridionale, senza nulla da invidiare alla Basilica di San Nicola. Tra l’altro, come dimostra il mosaico pavimentale riportato alla luce nel 1960, sul posto esisteva già una chiesa ben prima dell’anno mille. Secondo fonti ecclesiastiche questa chiesa venne distrutta nell’XI secolo per far posto alla cattedrale cittadina che però, dopo l’arrivo delle reliquie di San Nicola (anno 1087), perse presto la sua centralità a vantaggio della vicina basilica che ospitava le spoglie del santo. Un lento declino culminato con la parziale distruzione, nel 1156, per mano di Guglielmo I di Sicilia, detto “il Malo“, che in quel modo intese punire il vescovo e la cittadinanza per l’insubordinazione più volte manifestata nei confronti del potere normanno. Soltanto nel 1292, oltre un secolo dopo i fatti testé accennati, ci fu la consacrazione della nuova cattedrale che a tutt’oggi resta una delle più fulgide testimonianze dell’architettura romanico-pugliese. Al pari della Basilica di San Nicola e delle altre chiese cittadine, nel XVIII secolo gli interni della Cattedrale di San Sabino hanno conosciuto una decisa virata barocca da cui però si è fatto retromarcia negli anni ’50 del secolo scorso restituendo all’edificio la sua nuda solennità. All’inizio degli anni ’00 la Cattedrale è stata chiusa al pubblico per sottoporla a un lungo restauro conservativo con l’aggiunta di un nuovo impianto di illuminazione. Nel 2005, alla presenza del Cardinal Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), la nuova inaugurazione.
4 Castello Normanno Svevo
Basilica, Cattedrale e Castello: è questa la triade da cui partire per andare alla scoperta di Bari. Raccontate le prime due, tocca ora “u Castidde” come viene chiamato in dialetto barese la fortezza che si trova all’estremità della città vecchia. Come la Basilica di San Nicola, anche il Castello Normanno Svevo sorge su quella che un tempo era l’area residenziale del catepano, il governatore bizantino di stanza in città. La fortezza venne parzialmente distrutta nel 1156 dal popolo barese che a più riprese aveva mostrato insubordinazione nei confronti dell’autorità normanna (rivolta filo-bizantina 1155-1158). Bisognò attendere quasi un secolo – per la precisione, il 1233 – perché si procedesse alla ristrutturazione dell’edificio sotto le insegne di Federico II di Svevia, come ci ricorda lo stemma (la famosa aquila federiciana) sul portale d’ingresso. Per il resto, la storia dell’edificio ricalca quella delle diverse dominazioni che si sono succedute in città. Quindi dopo i Normanni e gli Svevi, gli Angioini, la dinastia aragonese, e successivamente quella borbonica. Proprio i Borbone, in maniera del tutto simile a quanto fatto con altre strutture di questo tipo, nel XVI secolo trasformarono il castello in luogo di prigionia e caserma. Oggi il Castello Normanno-Svevo ospita mostre e rassegne culturali le più varie. Da vedere i calchi dei maggiori monumenti regionali (mensole, capitelli, sculture e altri dettagli architettonici) per un arco temporale che va dal Medioevo ai primi anni del XX secolo. La gipsoteca del Castello Normanno-Svevo di Bari è sotto la tutela della Soprintendenza ai beni architettonici storici e artistici della Puglia.
5 Teatro Petruzzelli
II popolo barese è sempre stato molto “vivace”. Più volte, nel corso della storia, i cittadini del capoluogo pugliese hanno protestato in maniera veemente contro il potere politico locale. Una delle più famose fu nel 1890 dopo aver preso atto dell’inadeguatezza del Teatro comunale Puccini (inaugurato nel 1854) ad ospitare la “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni. La circostanza indusse l’amministrazione locale ad accellerare l’iter per la costruzione di un teatro più grande anche se, dopo l’approvazione del progetto redatto dall’ingegnere barese Angelo Messeni e presentato dai fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli (cognati dell’ingegnere), l’opera stentò diversi anni a partire. Fu ancora una volta l’indignazione popolare la molla che spinse ad accellerare i lavori: i disordini per l’aumento del dazio sulla farina vennero placati, infatti, con un fitto piano di opere pubbliche (e quindi maggior occupazione) tra cui, appunto, il Teatro Petruzzelli. L’inaugurazione avvenne nel 1903 e da allora, fermo restando le vicissitudini della prima metà del ‘900 (le due guerre mondiali, la dittatura fascista e lo sbarco degli alleati), quasi tutti gli eventi culturali di maggior rilievo sono passati da questo teatro. Il primato artistico-culturale del Petruzzelli di Bari ha subito un terribile colpo nel 1991 con un incendio doloso che ha distrutto buona parte della struttura. Dal 2009, però, il teatro ha ripreso la sua attività e il posto che gli compete nel “cuore” della città. Visitarlo, perciò, va al di là della passione per la lirica e la danza classica: in ballo ci sono una storia e una tradizione centenarie che hanno ripreso a vivere dopo esser state colpite quasi a morte. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale: www.fondazionepetruzzelli.it
6 Lungomare
C’è chi, esagerando, ha paragonato il lungomare di Bari alla mitica Ocean Drive di Miami Beach. L’esagerazione, tuttavia, non è riferita alla bellezza dei luoghi, ché anzi quello di Bari non ha nulla da invidiare agli altri, quanto al divario turistico-commerciale esistente con altre realtà, non solo Miami. Un gap che l’amministrazione comunale sta cercando di colmare con un progetto di riqualificazione che interessa soprattutto il tratto Imperatore Augusto dove, stando ai piani, verrà allargata la passeggiata con tanto di passerella-solarium a pelo d’acqua. In attesa degli sviluppi, vale comunque la pena fare una passeggiata sul lungomare barese. Non tutto in una volta, a meno che non siate runners provetti, ma scegliendo la zona che più aggrada a seconda della situazione. Il già citato lungomare Imperatore Augusto che circonda tutta la zona di Barivecchia, oppure il lungomare Nazario Lauro con partenza dalla mitica “Pane e Pomodoro” la spiaggia dei baresi. Suggestioni e atmosfere diverse che a un occhio attento svelano molti dettagli architettonici della città. Dalla prevalenza del romanico-pugliese nel centro storico, alle trasformazioni urbanistiche di stampo fascista realizzate negli anni ’30 sotto l’impulso del podestà, nonché Ministro dei Lavori Pubblici, Antonio di Crollalanza. Insomma, il lungomare di Bari è tappa obbligata per chiunque visiti la città. Piacevolissimo passeggiare d’estate sul far della sera. Da non perdere!
7 Il porto vecchio (Nderr la lanz)
“Nderr la lanz” che in italiano significa “a terra la lancia” è il luogo simbolo della baresità, quello che meglio spiega l’anima popolare della città. Qui (Molo San Nicola) ogni giorno, mare permettendo, avviene la compravendita del pescato con decine di pescatori impegnati a piazzare il loro prodotto. Seppie, polpi, aragoste, ricci di mare, cozze e tante altre prelibatezze della gastronomia locale rappresentano lo scenario di questo suggestivo angolo di Bari con vista sul Margherita, teatro in stile liberty di inizio ‘900 in fase di ristrutturazione. E mentre, appunto, la città tutt’attorno cambia “Nderr la lanz” rimane fedele a se stessa. Le cose ovviamente sono cambiate anche qui, a partire dall’abitudine di gettare il pesce ai piedi della barca (da cui il nome della località) ma molto più lentamente rispetto al contesto circostante. Forse è questa sensazione di familiarità profonda il motivo per cui i baresi vi sono tanto affezionati al punto da frequentare il luogo a prescindere dall’acquisto del pesce. Nderr la lanz, infatti, è uno dei posti di ritrovo della movida cittadina, specie durante il periodo estivo. Genius loci.
8 Le orecchiette
Il ricettario barese è talmente vasto che è assai proibitivo renderne conto in maniera esaustiva. C’è una pietanza, però, la cui fama ha varcato di gran lunga i confini cittadini, e in verità anche quelli regionali e nazionali. Stiamo naturalmente parlando delle orecchiette, che i baresi cucinano con le cime di rapa ma che nulla vieta di preparare in mille altri modi. Più che i possibili condimenti, quindi, il valore aggiunto è proprio la lavorazione a mano della pasta che in alcuni vicoli di Barivecchia avviene sull’uscio di casa. La strada delle orecchiette per antonomasia è Via Arco Basso poco distante dal Castello Normanno-Svevo nel cuore della città antica. L’acquisto delle “strascinate”, come vengono chiamate in dialetto barese, è tra le cose assolutamente da fare durante la visita in città. Va da sè che i picchi di produzione sono in coincidenza dei periodi di maggior afflusso turistico, quindi a ridosso del Natale e durante l’estate. Da provare!
9 Le spiagge
Pur essendo una città di mare, Bari non offre granché dal punto di vista balneare. La spiaggia cittadina si chiama “Pane e Pomodoro” ma, a parte il nome sfizioso, non è il massimo. Molto frequentata dai baresi che non vogliono o possono muoversi, l’arenile paga il fatto di esser troppo a ridosso della città. Le cose cambiano decisamente in meglio se ci si sposta a Polignano a Mare o, ancora più giù, a Monopoli. Le due località distano mezz’ora d’auto (ca. 40 km) dal capoluogo pugliese ma lo scenario dal punto di vista balneare cambia completamente. Perciò, se lo scopo è abbinare la visita in città a qualche giornata di mare, il consiglio è di spostarsi nelle suddette località. I lidi di Polignano e Monopoli sono tra i più rinomati e frequentati di tutta la Puglia. Sennò ancora più vicino (ca.20 Km), c’è la spiaggia di Giovinazzo, pure questa molto frequentata durante i mesi estivi.
10 I dintorni
I dintorni di Bari, ovviamente, non regalano solo spiagge meravigliose. C’è molto di più: da Altamura (ca.50 km) famosissima per le Grotte, la Cattedrale, il pane e un’infinità di altre cose (ve ne abbiamo già parlato qui), a Conversano (34 km), Mola (20 km), Putignano (41 km – celebre il Carnevale) fino ad Alberobello (ca.50 km) paese famoso in tutto il mondo per i caratteristici trulli. La provincia del capoluogo pugliese merita sotto tutti i punti di vista: storico-culturale; paesaggistico-ambientale ed enogastronomico. Un tesoro d’inestimabile valore (ci scusiamo per le località non citate) che rende onore a Bari, alla Puglia e all’Italia tutta.
1 Non sfoggiare oggetti di valore in alcune zone della città
Vale per Bari quello che già abbiamo detto a proposito di Napoli, Palermo, Genova e altre città italiane. La microcriminalità c’è; scippi e rapine possono capitare (anche se non sono all’ordine del giorno) e quindi minimizzare troppo o, peggio ancora, negare il problema è sbagliato oltre che controproducente. Del resto, in rete le notizie si trovano agevolmente e perciò tocca essere realisti. Realismo che però non deve tradursi affatto in paura. Il centro storico di Bari, rispetto agli anni ’80 e ’90, ha fatto straordinari progressi e la città, come già ricordato in apertura, ha consolidato la propria dimensione internazionale grazie al turismo e allo storico contributo della Fiera del Levante. L’unica precauzione, quindi, è evitare in alcuni contesti di indossare gioielli, preziosi e orologi di grande valore. A parte questa piccola accortenza che, ripetiamo, è comune a molte altre realtà metropolitane, anche estere (vd. Atene), grossi problemi non ce ne sono. L’unico che potreste avere è se indugiate troppo su questi aspetti. I baresi, in questo molto simili ai napoletani, difendono a spada tratta la propria città e perciò urtarne la suscettibilità non è un buon affare.