Poliedrica e tollerante. Sono questi gli aggettivi che meglio spiegano l’anima di Amsterdam, una città capace di essere allo stesso tempo antica e moderna, artistica e commerciale, provinciale e cosmopolita. Il segreto, secondo molti, è la cultura protestante dei mercanti e dei marinai che, a partire dalla metà del ‘500, e poi per tutto il secolo successivo, resero ricchissima la città, facendone il crocevia di tutti i traffici commerciali tra il Mare del Nord, le Indie e le Americhe. La ricchezza individuale, però, aveva, e ha senso, solo se messa a disposizione della comunità. Una caratteristica, questa, che è un po’ la cifra dell’intero Nord Europa, fermo restando le specificità di ciascun paese. La città, come è noto, si sviluppa su oltre 100 canali, attraversati da 600 ponti che mettono in collegamento 90 isole. Ci si muove prevalentemente in bicicletta e coi mezzi pubblici che già da anni garantiscono una mobilità sostenibile a emissioni zero, dai taxi alle imbarcazioni che navigano lungo la cintura dei canali. Quanto alla fama di città tollerante, vien fatta comunemente risalire agli ’70 del secolo scorso quando migliaia di hippie e squatters si trasferirono qui da ogni parte d’Europa. In realtà, come abbiamo detto poc’anzi, Amsterdam è sempre stata una città multiculturale (basti pensare alla folta comunità ebraica presente) ma è indubbio che l’ondata alternativa a cui abbiamo accennato ha cambiato in profondità il modo di vivere dei suoi abitanti. Le droghe leggere sono legali (con paletti ben precisi), la prostituzione è tollerata e c’è una legislazione avanzatissima in maniera di diritti civili. Tuttavia queste aperture convivono con altrettanti divieti che, specie negli ultimi anni, si son fatti via via più rigidi, a tutela dell’ordine pubblico e della qualità della vita. Qualità della vita che è altissima anche per la presenza di numerosi musei (circa 40 in una città che fa meno di un milione di abitanti). Per la lista degli Hotel consigliati clicca qui. A seguire i nostri consigli su cosa fare e vedere ad Amsterdam. Buona lettura.
Amsterdam
11 cose da fare e vedere ad Amsterdam e 4 da non fare
1 Rijksmuseum
Rijksmuseum (Museo Nazionale) è il più importante museo olandese e si trova in Museumplein (Piazza dei Musei), stupenda e curatissima piazza-parco di cui fanno parte anche il Van Gogh Museum e lo Stedelijk Museum, museo di arte moderna e contemporanea olandese. Il Rijksmuseum, invece, ospita la più ricca collezione di dipinti del cosidetto “Secolo D’Oro”, quel ‘600 che vide l’espansione commerciale e coloniale dei Paesi Bassi. L’opera più famosa di tutte è senza dubbio “La Ronda di Notte” di Rembrandt (1606 – 1669) un quadro, che molta critica ha assunto come spartiacque nella vita dell’artista olandese segnata da una giovinezza di successi e, al contrario, una maturità sempre più problematica fino alla miseria degli ultimi anni. Oltre a Rembrandt il museo espone diverse opere di Jan Vermeer (1632 – 1675) tra cui le famosissime “Lattaia” e “Donna in blu”. Non è finita, perché merita una visita anche la biblioteca del museo (Rijksmuseum Research Library) in assoluto la più completa libreria pubblica sulla storia dell’arte dei Paesi Bassi. Per maggiori informazioni sugli orari di apertura, i prezzi e le opere esposte nei 4 piani della struttura (da pochi anni completamente rinnovata) visita il sito ufficiale: www.rijksmuseum.nl/it.
2 Museo Van Gogh
Per molti, il van Gogh Museum è motivo sufficiente per scegliere di visitare Amsterdam. Un museo nato grazie alla disponibilità degli eredi che nel 1963 donarono alla città oltre 200 quadri e 500 bozzetti realizzati dall’artista negli anni di intensa attività tra Olanda, Belgio e Francia. Nel 1973, dieci anni dopo la donazione, prese vita l’omonimo museo che oltre ad alcune tra le opere più famose di Vincent van Gogh (solo per ricordarne qualcuna, I mangiatori di patate, I girasoli, Il Campo di grano con corvi) ospita anche quadri di Monet, Gaugin, Tolouse-Lautrec e altri artisti contemporanei del genio di Zundert. Il Van Gogh Museum negli anni ha subito diverse ristrutturazioni e cambiamenti. L’ultimo, nel 2015, con la sostituzione dell’ingresso principale, ora accessibile direttamente da Museumplein. Per maggiori informazioni sull’orario di apertura, le visite guidate e i prezzi visita il sito ufficiale: www.vangoghmuseum.nl (disponibile la versione in italiano).
3 Stedelijk Museum
Lo Stedelijk Museum, il più importante museo d’arte moderna e contemporanea olandese, si trova proprio di fianco il Van Gogh Museum e, al pari di quest’ultimo, nel tempo ha subito diverse ristrutturazioni. L’ultima, nel 2012 con la realizzazione dell’avveneristico padiglione moderno la cui facciata è stata realizzata con un particolare materiale sintetico normalmente utilizzato nell’ingegneria navale e aerea. Nella parte moderna del museo vengono allestite le mostre temporanee, mentre nel vecchio edificio si trova la collezione permanente composta da opere di Manet, Mandrian, Appel, Chagall, Picasso e altri. Una collezione che abbraccia oltre un secolo di storia – dal 1850 ai giorni nostri – è che è interessante vedere per avere una panoramica completa di Museumplein. Per maggiori informazioni sugli orari, i prezzi e le esposizioni in calendario visita il sito ufficiale: www.stedelijk.nl (disponibile la versione in inglese).
4 Vondelpark
Nonostante le origini borghesi (l’area fu progettata nel 1864 grazie alla generosità di un gruppo di cittadini, desiderosi di regalare al popolo un polmone verde in centro-città), Vondelpark è assurto alla ribalta mediatica quasi cent’anni dopo. Negli anni ’60 del secolo scorso, infatti, i circa 45 ettari del parco furono progressivamente occupati da migliaia di hippy provenienti da ogni angolo d’Europa e, in molti casi, anche da oltreoceano. Come abbiamo ricordato in apertura, la circostanza ha cambiato in profondità usi e costumi della città. L’ondata alternativa ha messo radici, anche se le autorità pubbliche hanno saputo limarne gli aspetti più problematici sia sotto il profilo sociale che per quel che riguarda l’ordine pubblico. Per esempio, attorno la metà degli anni ’70, il parco venne sgomberato e restituito alla piena fruizione di residenti e turisti che, specie durante i mesi estivi, amano trascorrere qui le ore di tempo libero a disposizione. Ci sono aree attrezzate per il gioco dei bambini; ci sono bar-cafè dove consumare qualcosa in compagnia; ci sono tre palcoscenici per la rappresentazione di spettacoli all’aperto; e infine ci sono migliaia di pappagalli. Sì avete letto bene. Gli alberi del Vondelpark sono invasi da “parrocchetti dal collare”, specie asiatica di pappagallo molto diffusa come animale domestico. Pur creando diversi problemi al resto della fauna, gli animali sono diventati un’attrazione turistica, specie sul far della sera quando danno vita a rumorosi concerti.
5 Canali di Amsterdam
Il ‘600, il famoso Secolo d’Oro di cui abbiamo parlato a proposito del Rijksmuseum, portò sì ricchezze e gloria, ma pose anche nuove e onerose sfide. Una di queste fu l’esplosione demografica che, nel volgere di pochi decenni, impose un nuovo assetto di Amsterdam. È per far fronte a quest’emergenza che venne realizzata la cintura dei canali attorno la città vecchia. Quelli principali sono: il Singel (antico fossato medievale fuori le mura); l’Heren, il Keizer e il Prinzen. Attorno questi 4 si è sviluppata una fittissima rete di canali secondari (160 in tutto) collegati da un altrettanto fitta rete di ponti (600). Una struttura urbanistica assolutamente sui generis che l’UNESCO nel 2010 ha inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità. È nella cintura dei canali di Amsterdam che si trovano molte delle principali attrazioni cittadine, senza dimenticare, ovviamente, che il tour in motonave dei canali è esso stesso un’attrazione assai gradita dai turisti.
6 Leidseplein
Dopo esser andati in giro per musei, parchi e canali ci sta concedersi qualche ora di break, sennò che vacanza sarebbe! Leidseplein, cuore della vita notturna di Amsterdam, è senza dubbio il posto giusto. La piazza deve il suo nome a Leidsepoort, gigantesca porta cittadina sulla strada che dalla città di Leida, sede della più antica università olandese, portava appunto alla capitale. La porta non c’è più, come non ci sono più i cavalli e le carrozze che fino al XIX secolo sostavano in piazza. Al loro posto, caffè all’aperto, birrerie, coffeshop (c’è una delle sedi del “The Bulldog”, il primo coffeshop di Amsterdam) e discoteche, tra cui la famosissima “Paradiso”, alloggiata in una chiesa sconsacrata. Di giorno, invece, questa piazza è il palcoscenico di numerosi artisti di strada che intrattengono i tanti turisti presenti. Insomma, Leidseplein è tappa obbligata di una visita ad Amsterdam, nonostante la fama acquisita negli ultimo 30, 40 anni faccia storcere il naso a più di qualche residente che preferisce altri luoghi e situazioni. Basta saperlo e non fossilizzarsi.
7 Casa di Anne Frank
Non si può dire di essere stati ad Amsterdam se non si visita la Casa di Anne Frank. Non a caso i numeri del museo parlano chiaro. Oltre un milione di visitatori l’anno, perlopiù giovani sotto i 25 anni ed extraeuropei. Cifre che dicono due cose: che la triste storia di questa ragazza, per oltre due anni reclusa dietro una libreria, e infine deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen, a distanza di 70 anni crea ancora empatia; l’altro aspetto, strettamente legato al primo, è che per cogliere a pieno la dimensione tragica della vicenda bisogna andare oltre il dato emotivo, provando a spiegare in maniera più dettagliata il contesto storico in cui maturarono i fatti. Questo secondo obiettivo spiega perché la casa-museo più famosa al mondo, al civico 263 di Prinsengracht, sia interessata da lavori di ristrutturazione che come fine hanno appunto quello di rinnovare l’itinerario e i contenuti della visita. L’obiettivo, in altri termini, è sensibilizzare le giovani generazioni sull’orrore della Shoah affinché non si verifichino mai più casi di deportazione di massa come quello di cui fu vittima la giovane Annelies Marie Frank insieme ad altri sei milioni di ebrei. Ovviamente del percorso museale fa parte anche il famosissimo diario scritto dalla ragazza nei due anni di esilio forzato. Per maggiori informazioni: www.annefrank.org/nl (disponibile la versione in italiano).
8 Westertoren
Westerkerk (lett. la “Chiesa Occidentale”) è la chiesa protestante più grande di Amsterdam. Progettata nel 1620 dall’architetto cittadino Hendrick de Kaiser, venne ultimata nel 1632, diversi anni dopo la morte de “Il Vecchio” (così era soprannominato de Kaiser). Ha una facciata rinascimentale, mentre all’interno è piuttosto sobria, quasi spoglia, eccezion fatta per la presenza dell’organo a canne. Qui è sepolto il grande Rembrandt anche se nessuno sa di preciso dove. C’è chi ritiene sia sepolto in un luogo non meglio precisato lungo il perimetro settentrionale della chiesa. Assieme all’artista, la compagna Hendrickie Stoffels e forse il figlioletto Titus van Rijn. Oltre che per la presenza di Rembrandt, la chiesa è famosa per la sua torre campanaria. Alta 85 metri, la Westertoren è spesso citata nel diario di Anne Frank che dallo scampanio della chiesa traeva grande consolazione rispetto alla sua condizione di esiliata. Raggiungere la cima della torre consente di ammirare uno dei panorami più belli di Amsterdam, anche se l’impresa non è alla portata di tutti. Chi soffre di claustrofobia farà bene a starsene alla larga. All’esterno della chiesa c’è una statua commemorativa dedicata ad Anne Frank e, poco distante da questa, l’Homonument, memoriale formato da tre triangoli in granito rosa a ricordo dei gay e delle lesbiche perseguitati durante il nazismo. Per maggiori informazioni sulla chiesa visita il sito: www.westerkerk.nl (disponibile la versione in italiano).
9 Joordan
L’altra faccia del Secolo d’Oro olandese. Questo, ancora oggi, è il significato più autentico del Joordan, il vecchio quartiere operaio di Amsterdam che nel corso del XVII si popolò di fiamminghi, spagnoli, ebrei, ugonotti alla ricerca di lavoro nella città in espansione. Sovraffollamento e miseria sono state caratteristiche del quartiere fino agli inizi del ‘900. In verità, non le uniche, perché il Joordan, come tutti i quartieri operai sviluppatesi in Europa tra il XVII e il XIX secolo pullulava anche di ingegno e creatività. Non a caso vi abitarono anche il filosofo Cartes, il pittore Rembrandt e il poeta Vondel, cui è intitolato l’omonimo parco di cui abbiamo parlato in precedenza. Insomma, un quartiere proletario che reca ancora le tracce delle lotte sociali compiute dai suoi abitanti. Vicino la Noorderkerk, chiesa protestante del quartiere, c’è una statua che commemora i fatti del 1934, quando i lavoratori scesero in piazza contro il dimezzamento dell’indennità di disoccupazione e la protesta venne repressa sanguinosamente dalle forze dell’ordine. Se questa è la storia, il presente dice invece che il Joordan è un quartiere residenziale con graziose case a schiera e piccoli ponti. La sua rinascita è cominciata negli anni ’80 del secolo scorso quando l’amministrazione cittadina ha dato il là alla riqualificazione dell’area, incoraggiando artisti e creativi a trasferirvisi. Un vero e proprio affare, considerato che nel volgere di pochi anni il valore immobiliare è schizzato su, trasformando le case, i caffè, le gallerie e i negozi che insistono nella zona in beni assai ambiti. Da vedere.
10 Piazza Dam
Abbiamo parlato dell’importanza di Leidseplein e del Joordan ma il cuore di Amsterdam è senza dubbio Piazza Dam. È qui, infatti, che sono concentrate alcune delle principali attrazioni turistiche come il Palazzo Reale (Koninklijk Paleis) e la Chiesa Nuova (Niewe Kerke) che, a dispetto del nome, in realtà risale al XIV secolo. Al centro della piazza, poi, c’è il Nationaal Monument (o Nationaal Monument op de Dam), un obelisco alto 22 metri a ricordo delle vittime della seconda guerra mondiale. La scultura negli anni ’60 del secolo scorso divenne uno dei luoghi di aggregazione preferiti dagli hippies che sempre più numerosi si riversavano in città da ogni parte d’Europa e anche da oltreoceano. A un certo punto, però, fu necessario prendere dei provvedimenti per evitare il bivacco, restituendo in questo modo la piazza alla libera fruizione di residenti e turisti. Turisti che possono utilizzare Piazza Dam come punto di riferimento per muoversi in ogni altra parte della città anche se, va detto, la sua centralità negli anni ha determinato un aumento tariffario delle strutture ricettive presenti. Da Piazza Dam è possibile raggiungere in pochi minuti il Quartiere a Luci Rosse, come pure il Begijnhof, famosissima attrattiva cittadina.
11 Begijnhof
In apertura abbiamo fatto riferimento alla poliedricità di Amsterdam, una città ricca di storia, musei e monumenti che negli ultimi 30, 40 anni, però, è diventata una sorta di patria della trasgressione. Una deriva, quest’ultima, che l’amministrazione cittadina ha sempre cercato di ammansire: da un lato assecondandola; dall’altro cercando di contenerne il più possibile i rischi per l’ordine pubblico. La contemporanea presenza di diversi tipi di visitatori (con le infinite combinazioni del caso) spesso, però, fa sì che la il centro-città risulti sovraffollato. Caotico. In ogni caso niente paura. Chi desidera un po’ di quiete e relax ha a disposizione un’alternativa comoda e facilmente raggiungibile. Stiamo parlando di Begijnhof, antico convento di suore laiche cattoliche (Beghine) dedite all’assistenza di poveri e bisognosi. Anche oggi che è un semplice parco abitato prevalentemente da studenti e anziani, Begijnhof ha conservato miracolosamente intatta la sua aura contemplativa e di pace. Perciò, se a un certo punto, durante il vostro viaggio ad Amsterdam, doveste sentire improvviso il bisogno di ricaricare un po’ la spina, il cortile alberato del parco è il luogo giusto per una sosta rilassante. Per maggiori informazioni su come raggiungere il luogo, orari di apertura e tutto il resto clicca qui (info solo in olandese).
1 Non fare fotografie nel Quartiere a Luci Rosse
Lo spirito trasgressivo di Amsterdam funziona perché si regge su una serie di divieti ferrei. Uno di questi è non fotografare le “donne in vetrina” che si prostituiscono all’interno del De Wallen (o De Walletjes), il famigerato quartiere a luci rosse. Contravvenire alla regola costa caro. Perciò decisamente meglio astenersi.
2 Non acquistare droghe in strada
Ad esser legale, in città, è solo il consumo di marijuana e hashish. Ecstasy, cocaina, eroina e simili sono invece vietatissime. Perciò, bisogna assolutamente diffidare degli spacciatori, anche quando si propongono di far concorrenza ai coffe shop sul mercato delle droghe leggere.
3 Non intralciare le piste ciclabili
Il mezzo di locomozione preferito dagli abitanti di Amsterdam sono le biciclette. Perciò le piste ciclabili sono off limits per i pedoni. Oltre che una più che probabile multa (o, peggio ancora, un incidente) l’intralcio delle corsie potrebbe costarvi una ramanzina agguerritissima. Gli olandesi, infatti, non transigono sulla circostanza e in verità anche alla guida delle auto risultano (per carità, non tutti) abbastanza impazienti nei confronti dei pedoni. Perciò, meglio essere vigili e rispettosi delle altrui convinzioni.
4 Vietato fumare e bere per strada
Ad Amsterdam non si può fumare per strada. Nei luoghi pubblici, come ad esempio la stazione, esistono zone riservate ai fumatori ma per il resto è vietatissimo fumare all’aperto. Idem l’alcol. Nei bar e nei locali è consentito il consumo, mentre per strada no. Insomma, come abbiamo ribadito più volte, la proverbiale tolleranza di Amsterdam si regge su una serie di regole precise. Rispettarle è fondamentale per il buon esito della vacanza.